Hedrok



(in archivio dall'11 ottobre 2001)
Business is business

Ogni giorno che passa da quell'11 settembre che taluni vorrebbero chiamare il primo giorno di una nuova era, man mano che si attenua e si vela l'immagine terrificante del "centro del mondo" che crolla in diretta TV, e la pietà per i morti non dovrebbe più travolgere nel magma dei sentimenti ogni capacità raziocinante, ci si potrebbe attendere che il mondo (che gli uomini che governano il mondo) riesca a fermare la cieca corsa verso il baratro, il folle salto all'indietro nelle tenebre di un nuovo medioevo.

Purtroppo, non è così.

E' vero, alcune voci cominciano ad alzarsi, ad ammonire contro l'orrore di una guerra senza confini e senza regole; il vecchio papa di Roma implora la pace (smentito e quasi sbeffeggiato dal suo stesso portavoce); la rete è percorsa da mille messaggi di speranza e di denuncia; nella strade e nelle piazze giovani e meno giovani trovano vecchie e nuove parole d'ordine, vecchie e nuove canzoni, vecchie e nuove ragioni per manifestare per la vita e contro la morte.

Ma che vale? Queste voci si perdono nel fragore assordante e continuo del grande circo globale dei media che con sapiente (o incosciente) determinazione irrompono nelle nostre vite e ottundono la nostre coscienze.

Gridano, impongono, persuadono, corrompono, mostrano mille e mille volte gli aerei che esplodono nel ventre delle torri, scavano nel dolore dei sopravvissuti e nelle paure di una opinione pubblica frastornata e disinformata, amplificano e rendono normale il folle, negromantico appello alla guerra dei buoni contro i cattivi, della luce contro le tenebre, delle forze del bene contro quelle del male.

E nessuno sembra notare che le stesse parole, la stessa follia, le stesse mostruose evocazioni colorano gli argomenti del bianco eroe difensore e vendicatore dell'occidente e del nero principe del male che guida il riscatto dell'oriente. "Dio è con noi" (qualcuno ricorda il lugubre motto Got mit uns?), "morte agli infedeli".

Il richiamo alle crociate, dall'una e dall'altra parte, riporta alla mente quella che è forse una delle più infamanti pagine della storia umana: il sacco di Gerusalemme del 15 luglio 1099 e l'orrendo massacro che ne seguì. Uomini, donne, bambini, vecchi; musulmani, ortodossi, cristiani, ebrei; civili inermi e pacifici religiosi: uccisi nel nome di Cristo. Quella strage mi sembra paradigmatica di mille altre stragi, di mille altre infamie: compiuta sull'onda del fanatismo e dell'intolleranza artatamente fomentati dagli interessi economici. Allora era la fame dell'oro, la conquista delle terre, oggi forse il petrolio e che altro?

Nessun popolo, nessun paese al mondo può vantarsi di essere stato incolpevole, nel corso della propria storia, di crimini e di efferatezze, compiuti non solo con le armi ma anche con l'oppressione economica o culturale, e coperti da qualche santo e glorioso ideale. Certo, non tutti nella stessa misura: non tutti hanno nel proprio palmarès le camere a gas o la distruzione atomica di intere città; tuttavia, per citare in modo proprio il Vangelo, nessuno può scagliare la prima pietra.

Ma tutto questo non interessa coloro che possiedono il mondo (e neanche quelli che ne possiedono un minuscolo frammento): agitando con consapevole ipocrisia la bandiera del bene e dela civiltà, alleandosi con i nemici di ieri o di domani, e attaccando quelli che erano un tempo i loro sodali o i loro sicari, si preparano ancora una volta a scatenare nel mondo una guerra infinita, dove, come al solito, i più deboli, i più inermi, i più "innocenti" di ogni paese, di ogni razza, di ogni credo pagheranno il prezzo maggiore.

D'altra parte, come si sa, per molti la guerra è sempre un buon affare; rilancia l'economia, stimola la ricerca, e come corollario, diminuisce le bocche da sfamare: business is business.
(26 settembre 2001)

hedrok@unpodisinistra.it

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(in archivio dal 17 luglio 2001)
La sinistra è morta.Viva la sinistra!

L'amara analisi degli errori commessi e la proposta di un nuova sinistra

Non è possibile ignorare che la sconfitta del 13 maggio è soprattutto la sconfitta della sinistra, interna o esterna alla coalizione, e dei suoi variegati gruppi dirigenti. Non sembra che questo interessi molto né ai ds, impegnati in incomprensibili diatribe su immaginarie forme-partito del tutto avulse dalla realtà e in comprensibilissime risse da avvinazzati, né a Bertinotti, tutto felice di aver portato in salvo il suo orticello.
Analisi della sconfitta, ricerca degli errori commessi, assunzione di responsabilità, iniziative politiche sono termini del tutto sconosciuti, al di là di qualche anche pregevole tentativo a livello individuale.

DS e Rifondazione, le due principali rappresentanze politiche della sinistra, sono impantanate su due opposte rive di un fiume, ognuna intenta a guardare se stessa, e intanto il fiume della storia scorre veloce portando sempre più lontano il paese reale. In mancanza di meglio, tentiamo di fare in questa nota una rapida elencazione di quelli che ci sembrano gli errori più evidenti e di avanzare una possibile ipotesi di lavoro per la costruzione di una nuova sinistra.

Partiamo da tre considerazioni di base.
1) Il partito nato alla Bolognina (PDS, DS o come si chiama...), nel tentativo di adeguarsi al nuovo, ha volutamente troncato le proprie radici e nello stesso tempo ha rinunciato a qualsiasi progetto di palingenesi sociale, sia pure collocata in un lontano orizzonte. "Veniamo da lontano e andiamo lontano" è diventato, nei fatti se non nelle intenzioni, "partiamo da adesso per restare fermi". Ha subìto la scissione di Rifondazione comunista, che ha portato via la parte più vecchia e conservatrice del PCI (non è un giudizio di valore, è una constatazione) perdendo ulteriormente collegamento con quel "veniamo da lontano" che, da solo, può rappresentare un freno al cambiamento ma, in un concorso di posizioni, avrebbe potuto significare un utile ancoraggio alla propria storia.

2) La presenza di una forte destra impolitica con connotati autoritari e eversivi (ora maggioritaria), il degrado culturale e politico del paese, la gravissima questione morale, il livello dei consensi hanno imposto e impongono alla sinistra la necessità di una alleanza con forze moderate soprattutto di area cattolica.
La collaborazione di due soggetti diversi, per essere feconda, necessita di una forte coscienza della propria identità politica e culturale, oltre che naturalmente di una volontà unitaria e di un progetto comune. Solo in questo modo le diversità diventano una ricchezza, un valore aggiunto e non un'occasione di scontro o di impotenza.

3) La mancanza nel paese di una vera tradizione laica dello Stato, la dissoluzione dei partiti storici, l'occupazione di gran parte del territorio nazionale da parte della criminalità organizzata (mafia, camorra, 'ndrangheta, sacra corona) e la pressante ingerenza di una chiesa cattolica che, soprattutto nelle gerarchie vaticane e nella conferenza episcopale, è andata disegnando per l'Italia un progetto integralista e restauratore nemico del progresso scentifico e delle libertà individuali, tutto ciò avrebbe richiesto, in primis dalla sinistra, una profonda e capillare opera di costruzione di una nuova cultura popolare, laica e progressista.
Questa operazione, che trovava qualche collocazione nel programma dell'Ulivo di Prodi, e che a mio avviso aveva contribuito in buona misura alla vittoria elettorale del '96, si è subito sbiadita fino a scomparire. In campo più strettamente politico, un giustificazionismo buonista (Violante e i bravi ragazzi di Salò) ha aperto il campo a un revisionismo sfrenato e incontrastato, che ha minato alla base la già scarsa consapevolezza dei cittadini dei valori della nostra costituzione, nata dalla resistenza antifascista.

E veniamo ai principali errori politici. Il primo è stato indubbiamente quello di aver fatto cadere (o non avere evitato che cadesse, il che è la stessa cosa) il governo Prodi proprio nel momento in cui, raggiunto il traguardo europeo, il paese poteva ragionevolmente aspettarsi una fase di riforme e cambiamenti nell'interese comune e comunque, di non essere tornati al voto in quella occasione.

Il secondo, decisivo, la continua ricerca di un dialogo con una opposizione costituita da un partito-azienda il cui padrone aveva (e ha tutt'ora) grossi conti da regolare con la giustizia e un macroscopico conflitto di interesse. Di conseguenza quest'ultima questione, la prima in assoluto per il vulnus che rappresenta per il sistema democratico, veniva colpevolmente lasciata cadere e, ripresa maldestramente e in evidente cattiva fede a fine legislatura, finiva per diventare un ulteriore elemento a favore di Berlusconi.

Il terzo errore è stato quello di non mettere mano alla riforma elettorale. Una serie di leggi malfatte e di slalom fra un referendum e l'altro aveva partorito il mostro attualmente in vigore di cui è stato a ragione detto che riesce a unire il peggio del maggioritario con il peggio del proporzionale. Non occorreva un grande acume politico per capire che nella situazione data il miglior sistema possibile sarebbe stato un maggioritario a doppio turno sul modello della normativa per le comunali. Questa incapacità (questa mancanza di volontà politica) ha rappresentato, come abbiamo visto il 13 maggio, la pietra tombale del centro sinistra e soprattutto della sinistra.

Il quarto errore è stato quello di non aver neppure iniziato il discorso dello smantellamento dei vari gruppi di potere che agiscono indisturbati nel paese, senza mai esser toccati dalle vicende politiche. Intendo parlare del sistema bancario, antiquato nei servizi e al limite della legge (e spesso oltre quel limite) nella gestione del denaro, del cartello delle assicurazioni, dei petrolieri, delle società farmaceutiche, degli ordini professionali: tutti centri di potere incontrollati e incontrollabili, che traggono profitti enormi e ingiustificati dalla loro attività.

Non voglio qui parlare né della guerra "umanitaria" della NATO contro il popolo serbo e non contro il "criminale" Milosevic (un atto dovuto del governo?) né di Ochalan, consegnato praticamente dal governo D'Alema nelle mani dei suoi aguzzini (quello non è stato un errore, è stato un delitto).

E allora, esiste ancora una sinistra? I ds non hanno passato, non hanno progetti, non hanno collegamenti col paese reale, non hanno un decente gruppo dirigente. Rifondazione, a parte la consistenza numerica, mantiene un certo rapporto con la propria base, ma non sembra capace di andare oltre la ottusa e inconcludente testimonianza in difesa dei propri referenti. Chi altri? Cossutta, i Verdi, Boselli, Amato? Non fatemi ridere.

Se limitiamo il nostro discorso, come abbiamo fatto finora, alle rappresentanze politiche, ai partiti e ai loro gruppi dirigenti (essenziali in un sistema mediatico-parlamentare come il nostro, ma non esaustivi) non si può che concludere che questa sinistra è inequivocabilmente morta ( ammesso che sia mai stata viva).

Ma, fortunatamente, il mondo non si esaurisce nei partiti.
Almeno nella metà del Paese non zombizzata dalla fascinazione berlusconiana molti credono ancora nella libertà, nella dignità del lavoro e della persona, nell'uguaglianza, nella tolleranza; si rifiutano di essere ridotti al rango di meri consumatori e spettatori passivi.
Migliaia di organizzazioni, associazioni, circoli, centri sociali agiscono sul territorio con mezzi diversi e su temi disparati, ma tutti riconducibili ad alcuni filoni essenziali: l'ambiente, la qualità della vita, una cultura non subalterna, la difesa del diverso, la ricerca di nuovi modelli di vita, la pace fra i popoli, l'accoglienza agli immigrati.
Alcuni sono isolati nel proprio particolare, altri si riuniscono in reti che a volte oltrepassano i confini nazionali. Dobbiamo citare il "popolo di Seattle"? Dobbiamo ricordare i volontari della pace? Dobbiamo parlare dei cooperanti in Palestina?

Il limite attuale di questa sinistra diffusa è quello di non avere voce nel Parlamento e nelle istituzioni, di non essere presente nei luoghi delle decisioni. Il suo modo di esprimersi è nelle manifestazioni, attraverso internet, con la radio, con i fax o con le scritte sui muri. Non ha televisioni né giornali, eppure è presente nella realtà quotidiana molto più di quanto non lo siano i grandi apparati del potere.

Questa è la sinistra reale, viva, attenta ai grandi temi della globalizzazione, ai fenomeni delle migrazioni, alle nuove forme di lavoro. Da qui si può, si deve ricominciare.

La scelta, lunga e paziente, per rifondare una sinistra politica può essere quella di dare voce e potere di decisione a questo variegato schieramento, senza sovrapporsi ad esso, ma facendolo diventare la struttura portante della propria organizzazione. Un partito-costellazione che metta i propri mezzi e la propria struttura a disposizione di questo popolo, e che sappia fare cultura nel senso più ampio del termine, riappropriandosi della storia. Un partito-rete che trasformi in programma politico richieste e esigenze nate dal confronto continuo e capillare con una realtà sociale in continuo cambiamento. Un partito-movimento che sappia opporre, come è stato detto, alla globalizzazione dei mercati la globalizzazione dei diritti, i diritti delle donne e degli uomini, i diritti dei popoli. Un partito di sinistra.
(18 giugno 2001)

hedrok@unpodisinistra.it

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(in archivio dal 3 luglio 2001)
Voltiamo pagina

Non è possibile ignorare che la sconfitta del 13 maggio è soprattutto la sconfitta della sinistra, interna o esterna alla coalizione, e dei suoi variegati gruppi dirigenti.
Proprio per questa sconfitta abbiamo ora bisogno di portare avanti con più forza le ragioni della sinistra, senza ripercorrere sentieri gà disastrosamente battuti.
E' il momento di voltare pagina e di ricominciare da capo.
Il nostro giornale vuole proporre alla discussione l'idea di una nuova sinistra.
Nella metà del Paese non zombizzata dalla fascinazione berlusconiana molti credono ancora nella libertà, nella dignità del lavoro e della persona, nell'uguaglianza, nella tolleranza; si rifiutano di essere ridotti al rango di meri consumatori e spettatori passivi.
Migliaia di organizzazioni, associazioni, circoli, centri sociali, comunità agiscono sul territorio con mezzi diversi e su temi disparati, ma tutti riconducibili ad alcuni filoni essenziali: l'ambiente, la qualità della vita, una cultura non subalterna, la difesa del diverso, la ricerca di nuovi modelli di vita, la pace fra i popoli, l'accoglienza agli immigrati.
Alcuni sono isolati nel proprio particolare, altri si riuniscono in reti che a volte oltrepassano i confini nazionali. Dobbiamo citare il "popolo di Seattle"? Dobbiamo ricordare i volontari della pace? Dobbiamo parlare dei cooperanti in Palestina?
Il limite attuale di questa sinistra diffusa è quello di non avere voce nel Parlamento e nelle istituzioni, di non essere presente nei luoghi delle decisioni. Il suo modo di esprimersi è nelle manifestazioni, attraverso internet, con la radio, con i fax o con le scritte sui muri. Non ha televisioni né giornali, eppure è presente nella realtà quotidiana molto più di quanto non lo siano i grandi apparati del potere.
Questa è la sinistra reale, viva, attenta ai grandi temi della globalizzazione, ai fenomeni delle migrazioni, alle nuove forme di lavoro. Da qui si può, si deve ricominciare.
La scelta, lunga e paziente, per rifondare una sinistra politica può essere quella di dare voce e potere di decisione a questo variegato schieramento, senza sovrapporsi ad esso, ma facendolo diventare la struttura portante della propria organizzazione. Un partito-costellazione che metta i propri mezzi e la propria struttura a disposizione di questo popolo, e che sappia fare cultura nel senso più ampio del termine, riappropriandosi della storia. Un partito-rete che trasformi in programma politico richieste e esigenze nate dal confronto continuo e capillare con una realtà sociale in continuo cambiamento. Un partito-movimento che sappia opporre, come è stato detto, alla globalizzazione dei mercati la globalizzazione dei diritti, i diritti delle donne e degli uomini, i diritti dei popoli. Un partito di sinistra.
(18 giugno 2001)

hedrok@unpodisinistra.it INDICE




(in archivio dal 5 giugno 2001)
Quanto durerà la notte?

Dunque, è calata la notte.
Dice un antico proverbio che è meglio accendere una candela che imprecare contro il buio.
Cercherò anch'io di portare la mia candelina, ma non voglio rinunciare al mio sacrosanto diritto di imprecare contro chi a questo buio ci ha improvvidamente portato. L'argomento è dolorosamente vasto: procederò per punti.
Abbiamo demonizzato Berlusconi?
Io non credo che Berlusconi sia il diavolo, anche perché non credo al diavolo. Io credo fermamente che Berlusconi sia un ciarlatano di successo, privo di senso morale e di cultura, la cui unica abilità innata è quella di far leva sulla parte oscura della nostra coscienza. In tutti noi c'è un luogo, grande o piccolo, dove si annidano l'arroganza, la prepotenza, l'egoismo, la paura del diverso, dell'"altro".
Con questa parte di noi Berlusconi è in comunione diretta, la eccita, la stimola, la blandisce, ne ricava forza e ispirazione, ne incarna le pulsioni e, a sua volta, la alimenta e la incoraggia. A questo punto non ha più importanza che egli sia oltre ogni dubbio un mentitore, un corruttore, un imbroglione: la sua immagine, purificata dal lavacro del "suo" popolo, campeggia, come nei suoi giganteschi manifesti, al di là del bene e del male, al di là delle leggi dello stato e della morale comune.
Berlusconi era un fastidioso foruncolo, nato dal putridume della corruzione craxiana; è diventato una piaga infetta nel momento della sua "discesa in campo"; ora è un cancro gigantesco, le cui metastasi si sono sparse ovunque.
Ma dove erano i dottori che avrebbero dovuto curare il paese, prima che fosse troppo tardi? Chi guardava da un'altra parte, nel timore che colpendo le sue innumerevoli devianze dalla legge sarebbero venute in luce anche le proprie; chi, con immensa presunzione, pensava di poterlo controllare associandolo al proprio progetto di grandi riforme, assumendo come clausola liberatoria il suo essere "il rappresentante di milioni di italiani"; chi vedeva in lui un possibile alleato per una sorta di restaurazione in chiave integralista dei "valori cristiani"; chi lo immaginava come un vasto, oscuro mantello al riparo del quale portare avanti i propri traffici.
Il conflitto di interessi? Come si possono accusare i comuni cittadini di non essere sensibili a una delle regole basilari di qualunque società civile, quando sei anni di autorevoli governi, sorretti in apparenza da valide maggioranze, non sono stati sufficienti a partorire una legge, ad eccezione di un tremulo vagito a tempo scaduto?
I processi? Decine di imputazioni, migliaia di documenti, anni di pazienti ricostruzioni, tutto perso nel pantano invalicabile delle procedure, delle eccezioni, delle dilazioni fino all'inevitabile scattare delle decorrenze. Chi ha sostenuto la magistratura nel suo lavoro?
Chi si è impegnato a togliere gli ostacoli al regolare corso della giustizia? Chi si è veramente opposto alla continua, pervicace, instancabile opera di delegittimazione dei magistrati?
D'altra parte, non è stato così anche per la mafia? Falcone e Borsellino e decine di altri magistrati e centinaia di operatori della giustizia sono diventati bersaglio del tritolo mafioso dopo essere stati isolati e delegittimati. Le inchieste di Mani Pulite, fortunatamente, non hanno avuto lo stesso epilogo: si è solo scelto di farle esaurire lentamente. D'altra parte, il simbolo di quella stagione ora è ridotto a fare la caricatura di se stesso nelle fiere paesane e nei mercatini rionali.
Ma, per tornare in argomento, abbiamo demonizzato Berlusconi, o la nostra era una sacrosanta richiesta di rispetto delle leggi dello Stato, e di quelle della decenza?
E se, come credo, è valida la seconda ipotesi, il voto plebiscitario del cosiddetto popolo basta, come Berlusconi ama dire, ad assolverlo di tutte le colpe e di tutti gli "impedimenta"? A sentire certe dichiarazioni eccellenti, sembrerebbe di sì.
Ma in realtà la domanda giusta da fare è un'altra. Come ha fatto questo miserevole ometto, quasi patetico nella sua arrogante millanteria, a mettere insieme una immensa fortuna personale e a conquistare l'adesione, e anche la fanatica ammirazione, di milioni e milioni di persone?
Per quanto riguarda la prima parte della domanda non è il caso di approfondire in questa sede, anche se credo che il bandolo vada cercato nel torbido intreccio fra corruzione, mafia, massoneria deviata e sistema bancario (ricordate Sindona?) nato nel lungo regime democristiano e deflagrato nell'Italietta di Craxi. Resta il fatto che in qualsiasi paese del mondo occidentale, e in particolare in quelli di cultura anglosassone, Berlusconi sarebbe stato squalificato in partenza, non solo come politico ma anche e soprattutto come imprenditore.
Ma come può la grande maggioranza degli elettori scegliere di essere governata da un siffatto personaggio? Come può il Vaticano glorificarlo e vezzeggiarlo? Cosa ha indotto alcuni (non molti, per la verità) autorevoli personaggi della cultura e delle arti a confondersi nella schiera di nani e ballerine, di manutengoli e di intrallazzatori che lo circonda e lo osanna? E, dunque, in che paese viviamo?
Una risposta la dà Macbeth nel suo articolo.
Eppure questo Paese ha saputo trovare la forza e la capacità di riscattare, con la Resistenza, l'umiliazione e la vergogna del ventennio fascista. Ha saputo trovare energie e idee per ricostruire un paese devastato da una guerra inutile e disastrosa. Ha saputo trovare l'intelligenza politica e il coraggio di darsi una eccellente costituzione, la stessa di cui, non a caso, vorrebbero fare strame Berlusconi e i suoi accoliti. Ha saputo dare vita a un grande movimento sindacale e al più grande partito di sinistra del mondo occidentale, grande non solo per i numeri ma per l'originalità della sua posizione e la forza delle sue proposte. Ha saputo arginare e superare gli anni del terrorismo che, qualunque colore assumesse, che fosse o meno diretta emanazione della CIA, aveva comunque lo scopo di bloccare l'avanzata della sinistra verso il governo del Paese. Ha saputo scrollarsi di dosso, almeno in parte, il perverso intreccio di corruzione, mafia e politica che strangolava l'economia. Ha saputo, contro ogni previsione e nonostante l'insipienza della maggior parte della classe imprenditoriale, conquistare il suo posto in Europa.
Dove sono finiti quella forza, quel coraggio, quell'intelligenza, quegli ideali? Dov'è finita la sinistra?

***

Di chi è la colpa della sconfitta?
Buttare la croce su Bertinotti e le sue impuntature è troppo facile, dà troppo credito al personaggio e soprattutto non risponde alla realtà dei fatti. Dire che Rutelli non era all'altezza del compito è ingeneroso e fuorviante. Affermare che la dirigenza politica del centro sinistra è fatta di gente di secondo, di terzo piano è fare un torto al signor de la Palisse. (Una delle immagini televisive più agghiaccianti nella lunga notte del voto è stata quella del viso gongolante di Parisi -di solito segnato da qualche lutto segreto- che, incurante della catastrofe del centro sinistra e del Paese, magnificava al mondo il misero incremento del suo fiorellino personale).
Che i DS non fossero "visibili", dato l'impegno di D'Alema e Veltroni nella costruzione delle loro personali gioiose macchine da guerra nelle periferie della politica, potrebbe forse essere stato un fattore positivo. (Ma, dicono, a guidare le operazioni al centro era rimasto un tal Folena).
Che non si sia riusciti a contrastare lo strapotere mediatico e finanziario di Berlusconi: una sorprendente rivelazione! Che sia stato un errore accettare per la campagna elettorale lo stile dell'avversario (faccioni e slogan): ma guarda un po'!
Se si guarda solo a quanto è accaduto negli ultimi tempi per farsi una ragione di questa sconfitta (sconfitta del centro sinistra e, al suo interno, della sinistra) si sbaglia grossolanamente.
Questa è una sconfitta che viene da lontano, che è stata preparata, coccolata, ricercata da anni: la lunga marcia è cominciata agli inizi degli anni novanta e ha proseguito inesorabilmente, ciecamente, pervicacemente fino al baratro di oggi.
Mi è capitato l'altra sera di vedere un film di qualche anno fa, "Oltre il giardino". E' la storia di un uomo maturo, palesemente disturbato, che non ha mai imparato a leggere e a scrivere, che non è mai uscito dalla casa che lo protegge, e ha due sole passioni: la televisione, di cui capisce solo i movimenti, e il giardino che cura da sempre e di cui sa tutto. Per una serie di circostanze, cacciato nel mondo esterno alla morte del vecchio proprietario, viene accolto nel palazzo di un potente finanziere e i suoi discorsi semplici e diretti sul giardino e sulla televisione vengono intesi come metafore, come idee di una grande mente. Si trova a un certo punto a suggerire la politica economica del presidente, e il film finisce con la decisione di occulti personaggi di candidarlo alla presidenza degli Stati Uniti.
Una di queste frasi mi è rimasta impressa. Parlando del giardino, mentre il suo interlocutore -il presidente- crede che parli del Paese, lui dice che finché le radici sono intatte il giardino vive, e inevitabilmente ad ogni inverno spoglio seguirà il rigoglioso risveglio della primavera.
Noi della sinistra, alla caduta del muro di Berlino, abbiamo tagliato le nostre radici, abbiamo buttato via il senso della nostra storia (veniamo da lontano…), abbiamo perso quell'orizzonte ideale senza il quale né un uomo, né un partito, né una società possono vivere e crescere.
Contemporaneamente la gabbia della DC -partito composito dove riuscivano a convivere la sinistra cattolica e la destra padronale- che era riuscita per decenni a contenere e a indirizzare in qualche modo la maggioranza di destra del paese in una accettabile parvenza di democrazia è implosa sotto il peso dei suoi errori e delle sue pericolose amicizie. Della parte peggiore di quella DC Berlusconi ha ereditato senza fatica l'anima e il peso.
Crollati i due pilastri su cui si reggeva in qualche modo il Paese, a contrastare la carica degli egoisti (come la chiama il nostro Baudolino) restavano i frammenti e i ricordi del passato, la buona volontà di pochi, la pochezza e il pressappochismo di molti.
L'errore dei DS non è stato quello di allearsi con il centro, alleanza peraltro obbligata dai numeri reali e dalla natura eversiva della nuova destra che veniva coagulandosi attorno a Berlusconi. L'errore è stato di non essere stati abbastanza "di sinistra" per dare un'impronta diversa e più incisiva alla alleanza. L'errore è stato quello di aver perso, insieme, ogni orizzonte ideale e il contatto con i bisogni, le speranze, la vita della gente.
L'errore è stato quello di non capire la natura dell'avversario che avevamo di fronte, di non contrastarlo con le armi della legalità democratica (abbiamo già detto della incomprensibile ritrosia a regolare il conflitto di interessi). L'errore è stato di aver perso, anzi di non aver affatto combattuto, la decisiva battaglia culturale, rincorrendo il ciarpame corruttore della televisione berlusconiana, dimenticando di riaffermare e tutelare i nostri valori e le nostre priorità.
E ora?
Ora accendiamo le nostre candeline. Basteranno a illuminare la notte? Noi siamo ancora qui. E quando dico "noi" intendo tutti quelli -e sono tanti, ne sono convinto- che ancora credono che la misura della vita sia ben altro che il cieco profitto o la legge selvaggia del più forte.
Dobbiamo ritrovarci e riconoscerci per ricominciare da capo, partendo da quelle radici senza le quali non c'è speranza di primavere.
(19 maggio 2001)

hedrok@unpodisinistra.it

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(in archivio dal 28 aprile 2001)
Una battaglia da fare, qui e ora

L'articolo di Jordi (molto pacato, molto argomentato) rappresenta, direi nel modo migliore, la posizione di una consistente parte del popolo di sinistra, e in particolare dei giovani. Un articolo (una posizione) con il quale vale la pena di confrontarsi.

Trascuriamo, al momento, la questione filosofica: al pensiero di Russeau nel '700 illuminato potrei contrapporre la boutade attribuita a un grande personaggio del '900 (secolo che definirei come minimo "tormentato"), Churchill: "la democrazia è un pessimo sistema di governo, ma è il migliore che l'umanità abbia saputo esprimere".

Ma entriamo nel concreto: il che vuol dire confrontarci con la reale situazione che esiste qui e ora.

Non discuto l'affermazione di Jordi sulla delusione dell'elettore dell'Ulivo del '96 a cui rimarrebbe "solo l'amara constatazione che nulla di ciò in cui aveva creduto e sperato è stato fatto". Per me, nonostante tutto, questo di oggi è un Paese migliore di quello del '96 e degli anni precedenti: basterebbe solamento citare il dato dell'inflazione, che era una enorme tassa occulta a carico soprattutto dei lavoratori dipendenti e dei ceti più deboli. Ma, certamente, siamo tutti delusi: ci apettavamo di più e di meglio.

Tuttavia il problema di fondo resta quello che Jordi esprime con molta lucidità: il cambiamento, in peggio, della nostra società a livello politico e ideale; la morte delle ideologie, che ha significato spesso la morte dei valori forti a cui si riferivano; il dilagare dell'antietica, come la definisce l'autore, anche attraverso l'uso spregiudicato e diseducativo dei nuovi media; il successo, soprattutto economico e meglio se raggiunto tramite scorciatoie più o meno legittime, come unico metro di valutazione; l'appiattimento e la sclerotizzazione delle coscienze individuali.

Esaminiamo allora i due schieramenti che si contrappongono: quello di centrosinistra può essere mediocre e deludente quanto si vuole, nei suoi rappresentanti e nelle sue azioni, ma al suo interno rimangono qua e là alcuni dei valori di cui lamentiamo la carenza: la solidarietà, la dignità del lavoro, la cultura, la difesa della natura, una scelta laica di vita.

Dall'altra parte, sotto la guida del più evidente esempio di quei disvalori di cui parlavamo prima, un coacervo di pulsioni negative: il razzismo; l'intolleranza; la paura del diverso; l'ossessione del profitto; la "cultura dell'impresa" da applicare al governo del Paese; la scuola delle tre "i" berlusconiane, che ne sottintendono una quarta (ignoranza); il revisionismo storico più becero; l'integralismo cattolico; il disprezzo della politica; l'inosservanza delle leggi e delle norme.

E' a questo tipo di battaglia, concreta e pregnante, che sono chiamati, qui e ora, tutti coloro che credono in un mondo migliore, in una società diversa. Ce la faremo a realizzarla? Alcuni dicono di no, con questi compagni di strada ("la sinistra ha già perso"). Io dico di sì, con l'aiuto di tutti coloro che rifiutano di sottomettersi alla logica del pensiero unico, di coloro che hanno conservato o riscoperto i valori reali, di coloro che sanno che la scelta politica è anche la scelta di un ideale, la scelta di un sogno.

E questa battaglia, qui e ora, significa schierarsi e contarsi, anche con un voto non esaltante. Ci saranno tempi e luoghi per altre battaglie; qui e ora non esiste la prospettiva di una palingenesi rivoluzionaria, ma la necessità di un impegno costante, faticoso, difficile, rivolto in primo luogo al nostro interno, per ricostruire la coscienza e il valore della politica.

Un'altra considerazione prima di chiudere questa nota. La tentazione di chiamarsi fuori, di conservarsi "duri e puri", di assistere dall'alto alla caduta della società fino al disastroso atterraggio, è un lusso che solo alcuni possono permettersi: non certo quelli che senza strumenti adeguati devono affrontare tutti i giorni i problemi materiali di questa società malata. Non voglio certo accusare i primi di ipocrisia: la loro ansia e il loro sdegno sono sinceri e anzi necessari per stimolare e alimentare la speranza di cambiamento. Voglio solo dire che la prospettiva è necessariamente diversa, se si tratta di un clandestino contro il quale domani sarà consentito di sparare a vista, di un immigrato per il quale sarà sempre più difficile una reale integrazione, di un lavoratore che potrà esser licenziato senza difesa secondo il capriccio del padrone, di un giovane che non troverà nella scuola altra cultura che quella dell'industria. Chi ha la fortuna e la capacità e la possibilità di pensare, deve lottare anche per loro, sporcandosi le mani o turandosi il naso quando occorre.

Per me all'uomo o alla donna di sinistra non si pongono, come dice Jordi, "due alternative", ma una sola: quella di essere, qui e ora, tutti insieme, dalla parte di chi nella realtà concreta del nostro paese rappresenta, se non altro, almeno un baluardo contro il ritorno alla barbarie e al fascismo.

(30 marzo 2001)

hedrok@unpodisinistra

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(in archivio dal 5 marzo 2001)
Lettera aperta ai signori del centrosinistra

Cari Signori,
chi scrive (come forse molti altri) si trova da tempo in una triste e insopportabile condizione di depressione acuta, unita a un malessere profondo di origine certa (berlusconite precox) che va aggravandosi giorno per giorno con la lettura di statistiche, previsioni, sondaggi, manifesti, dichiarazioni ecc. ecc...
Solo Voi potete fare qualcosa per alleviare la mia infermità.
Un Vostro intervento non servirà a favorire i Vostri legittimi interessi perché hic stantibus rebus il mio voto non potrà mancarVi, qualsiasi cosa diciate o facciate, in omaggio al principio che il male è sempre meglio del peggio; e se esiste qualcosa di peggio per questo disgraziato Paese di un ritorno al governo del Grande Satana di Arcore (certe volte vorrei essere un integralista mussulmano, sono sempre molto espressivi) in questo momento non mi viene in mente.
Mi rivolgo quindi al Vostro buon cuore, alla Vostra cortese disposizione, alla buona educazione che avete ricevuto, ai Vostri migliori sentimenti: tutte cose che certamente non Vi mancano. Avrei preferito appellarmi alla Vostra intelligenza politica, ma quella mi pare sia cosa assai rara e certamente non di uso comune fra di Voi.
Certo che questo appello non cadrà nel vuoto, mi permetto qui di seguito di sottoporVi alcune questioni, frutto del semplice buonsenso (anche questo pare sia diventato merce rara) di una persona qualunque.
Fateci capire bene chi siete e cosa volete. Mi dispiace contraddire il nostro amato Presidente, ma io sono convinto che siano molte di più le cose che ci dividono dalle falangi berlusconidi di quelle che ci uniscono. Il problema è: quali sono queste "cose"? L'unica differenza evidente sono i soldi, ma non mi sembra sufficiente. Non credete che ci dovrebbe essere un abisso di sensibilità costituzionale, di cultura, di ideali e, se volete, anche di stile che ci differenzia da questa destra? Non è rincorrendo l'avversario sul suo terreno che si può vincere la battaglia.
Qualche esempio? Parliamo del mezzo principe di comunicazione, della TV: può la televisione pubblica concorrere con quella privata a imbarbarire il costume e a offendere la cultura? Parliamo della delirante corsa alle privatizzazioni: è così difficile il concetto che i servizi di utilità pubblica (istruzione, sanità, pensioni, energia…) dovrebbero essere garantiti a tutti e non diventare occasione di lucro? Parliamo del sistema bancario: oltre la notoria inefficienza e l'onerosità ingiustificata dei servizi, hanno per anni fatto pagare (e continuano) tassi di usura sui mutui, sugli scoperti occasionali dei depositi, sui prestiti (senza dimenticare i giochini fruttuosi con la data di valuta). Hanno volontariamente contravvenuto a una legge dello Stato: non dovrebbero pagarne le conseguenze? Parliamo degli allevatori di mucche e dei produttori di mangimi (come qualche tempo fa con la storia delle quote-latte): ci hanno avvelenato per anni accumulando profitti e ora che è scoppiato il bubbone è lo Stato (cioè noi) a doverli risarcire; non dovrebbero invece pagarci i danni?
E parliamo di Berlusconi: questo signore, plurinquisito in Italia e fuori, che in politica come negli affari raccatta alleati da tutti gli immondezzai, che ci ossessiona dagli schermi TV, dai cartelloni pubblicitari (e nei nostri incubi notturni), che non perde occasione per imbonire le masse e per imbrogliare, mentire, calunniare, denigrare chi gli si oppone (cioè la parte passabilmente onesta del paese), può essere considerato un interlocutore politico valido fino ad associarlo a un progetto di revisione costituzionale (naturalmente fallito)? E il macroscopico, gargantuesco conflitto di interessi, affrontato solo in chiusura di legislatura? E la legge vigente sulle concessioni governative?
E ancora. E' possibile che alcuni ministri, alcuni segretari di partito della Vostra (nostra?) area decidano la loro posizione su alcuni grandi temi che attengono la sfera privata dei laici cittadini di uno stato laico sulla base di un loro personale integralismo cattolico (o forse di in meschino calcolo elettoralistico)? E, per restare in tema, nessuno di Voi vuole spendere una parola, un cenno, un'allusione per ricordare che nella missione pastorale della Chiesa non è compreso il compito di patteggiare i programmi elettorali del nostro Paese? Sodano, poi…mi verrebbe in mente un giochino di parole ma non voglio offendere il Vostro buon gusto (già messo a dura prova ogni giorno) con una ulteriore volgarità…
Ecco, cari Signori del centro sinistra, alcune delle cose che mi fanno stare male e che è in vostro potere correggere. Ce ne sarebbero molte altre (c'era proprio bisogno, per esempio, di aggiungere i Vostri cartelloni a quelli di cui sopra, visto che non siamo in campagna elettorale?) ma il discorso si farebbe troppo lungo.
Ho fiducia nella vostra benevola comprensione.
Con affetto (obbligato)
hedrok@unpodisinistra.it

INDICE


(in archivio dal 9 febbraio 2001)
Dio è ateo?

Chi ha detto che le e-mail distruggono il pensiero? A volte un rapido scambio di battute elettroniche può (quasi) diventare un dibattito sui massimi sistemi...

Frank Frink
Vi mando il programma del seminario interreligioso organizzato per l'11 dicembre dalla VI circoscrizione e patrocinato dal Comune di Roma per la presentazione del Protocollo d'intesa fra il Comune e le comunità religiose

Linutile
Caro Frank, nella locandina che mi hai mandato manca l'interlocutore principale: quello che difenda per il bene di tutti l'ateismo!!
Chiedi a tua moglie, per favore, se gli risulta che gli atei abbiamono mai iniziato guerre o persecuzioni, a parte gli stalinisti, che in effetti avevano anche loro una religione, o, se vuoi un'idea trascendente la nostra realtà storica, storica rispetto a tutta la civiltà dell'uomo.
E' solo una piccola provocazione :)

Frank Frink
Linutile chiede un po' provocatoriamente, a proposito del protocollo del Comune con varie fedi religiose, se c'è uno spazio anche per gli atei.
Anche io ho l'impressione che le varie religioni siano tutte d'accordo almeno su una cosa: condannare l'ateismo. Sono, quindi, piuttosto intolleranti con questa specifica fede religiosa.
Io ed Cornelia, però, in realtà non ci definiremmo atei, ma laici. L'esistenza o la non esistenza di dio non si può provare. Tuttavia proviamo a volte sentimenti religiosi, anche se non riconosciamo nessuna autorità religiosa.
Il cristianesimo fa parte della nostra cultura di origine, anche se non siamo sposati in chiesa e non abbiamo battezzato i nostri figli.
Il confronto fra diverse religioni ci interessa come confronto fra culture diverse. Noi proveniamo da una cultura cristiana e cattolica. Non festeggiamo tutti natale e pasqua, anche se non crediamo in Gesù bambino e nella resurrezione? Per noi non sono convenzioni ma modi di sentire di grande ricchezza.
Forse altre culture possono portarci altre feste ugualmente belle ed altri pensieri. Ben vengano! Noi non le prenderemo come verità divine ma come espressioni profonde di verità umane. Forse chi è laico può imparare a godere di tutte queste ricchezze.

Gordon
Nello scritto di Linutile credo ci fosse, per buona parte, quel suo modo gustoso di mettere una battuta anche su argomenti universalmente ritenuti "seri", ma che invece andrebbero sdrammatizzati.
Sono d'accordo, in linea di principio con quanto afferma Frank Frink riguardo alla religione, alla laicità e alla religiosità.
Fondamentalmente non credo che esistano atei, e ammiro profondamente Bunuel, oltre che per alcuni suoi film, anche per aver detto quella frase "sono ateo, grazie a dio".
Ben vengano le sensazioni di Frank Frink riguardo a quanto è stato scritto fino ad ora.
Ah, la provocazione di Linutile mi ha fatto venire questo dubbio: gli atei (chissà che organizzazione è) sono mai stati in condizione di iniziare guerre o persecuzioni? Perché per fare una guerra a qualcuno o perseguitare, devi essere organizzato in branchi, gruppi, nazioni.
Forse gli atei sono talmente sparsi, che non possono tecnicamente fare guerre o perseguitare. Che dici? E' il dubbio di uno che è ateo, grazie a dio.

Linutile
Non giochiamo con le parole: un ateo è un ateo. I sentimenti di cui parla Frank Frink attengono alla nostra natura umana, come le due gambe, i due occhi, il pipo, ecc.
Andate a rileggervi l'essenza del cristianesimo di F. (non lo scrivere).
Ben vengano le feste, le belle ragazze e tutto il resto, da tutto il mondo, ma la cosa più bella sarebbe se ognuno di loro (noi, a mio parere, l'abbiamo fatto almeno da 50 anni) lasciassero a casa i loro dei.

Frank Frink
Caro Linutile
è vero: la mia lettera sulle religioni e sui laici grondava di troppo ottimismo. E' vero: ci troviamo in mezzo a fanatismi religiosi contrapposti e spesso violenti. Come violenta è stata, del resto, la propaganda atea nella Russia così detta socialista. L'officiante non era un vecchio papa, aspro e diffidente, ma l'ideologo di turno: Suslof o chi per lui.
Ma chi ha provocato questi fanatismi?
L'Islam era religione tollerante. Lo sai che in Egitto ci sono sei milioni di cristiani copti? E cristiani ed ebrei ci sono in Libano, in Palestina ed in molti altri paesi mussulmani: hanno convissuto pacificamente per secoli, mentre il civile occidente cacciava i mussulmani e gli ebrei. Con il nazismo siamo riusciti a completare l'opera e a fare un continente quasi completamente cristiano!
Il fanatismo religioso è una affermazione distorta di identità, una reazione rabbiosa e cieca di fronte ad una globalizzazione capitalistica che priva due terzi della umanità dei mezzi di sussistenza e della propria dignità . Rapina delle materie prime, un commercio ben lontano dall'essere "equo e solidale", nuove forme di asservimento e di schiavitù.
Che vita è quella dei nostri amici immigrati che sono qui, con la moglie o il marito e i figli che li aspettano lontano?
Come sei aristocratico quando dici che "ognuno di loro (noi lo abbiamo fatto da 50 anni) dovrebbe lasciare a casa i propri dei"! Non sono venuti per loro piacere; sono venuti perchè costretti e per nostro comodo; hanno portato quel poco che potevano, fra cui la loro testa e quello che c'è dentro.
Se vogliamo evitarne il fanatismo dobbiamo guardarli e riconoscerne la dignità.

Gordon
Sto seguendo il dibattito Linutile/Frank Frink (in ordine alfabetico). Andate avanti.
Ho l'impressione che a queste due domande dareste risposte diverse:
Cosa è "dio"?
Cosa è "religione"?

Frank Frink
Caro Gordon
che fai? ti piace stare signorilmente a guardare dal balcone? Ci assegni i punti?
Scendi fra noi! magari può volare qualche cazzotto, ma poi si fa pace.
Scherzi a parte, credo che un confronto senza reticenze sia utile a noi e al giornale.
E gli altri del comitato di redazione?

Linutile
Per quanto riguarda le domande poste da Gordon su dio, sono del parere che sull'argomento ci sia una vasta letteratura. Andiamo a cercarla, non dobbiamo sobbarcarci di lavoro per riscoprire l'acqua calda.
Comunque quello che più ci deve interessare non è dio o la religione in astratto, ma questi in relazione ai problemi che si pongono con l'immigrazione: qualcuno deve pur dir loro (agli immigrati) che sono entrati in un paese, sì cattolico, come cultura, con tanto di papa, ma grazie a dio (in questo caso mi fa comodo crederci) pieno di atei, agnostici e tanta gente per bene!

Hedrok
Mi pare che questo dibattito provocato da Linutile stia diventando interessante. Penso che possiamo pubblicarlo così come viene, anche come stimolo a un dibattito più ampio e più significativo di un semplice sondaggio. (Chissà perché a Linutile piacciono i sondaggi come al berlusconi: è vero che si tratta di tipologie diverse, però...)
Piccolo contributo alla discussione
Mi sembra che, per chiarezza, sia necessario partire dalla consapevolezza che dio, religione, religiosità non sono termini necessariamente interdipendenti. Esistono religioni non teiste (il taoismo e il confucianesimo, per esempio, e per certi versi anche il sufismo); il termine religione esprime in realtà un insieme di tradizioni, norme comportamentali e indicazioni di ordine etico, nel senso che Frank Frink sottolinea tanto appassionatamente nel suo "religioni 1".
La figura del dio (o degli dei) risponde a mio avviso a una esigenza di semplificazione e di divulgazione necessaria e comprensibile nello stadio iniziale del processo di maturazione di una comunità o di una società (e forse anche del singolo individuo)
In altre parole io ritengo che mentre la religiosità è un fatto naturale, innato nell'uomo, che viene esaltata in condizioni sociali o personali ottimali e annebbiata o cancellata sotto la pressione di condizioni avverse, mentre il dio ( gli dei) è una invenzione strumentale (anche a buon fine) non necessaria in una società o in un individuo maturi.Episodi di intolleranza atea purtroppo esistono: non solo nella rivoluzione sovietica, ma anche in quella francese e altrove (guerra civile spagnola?). Comunque credo che questo discorso sia da fare a parte.
PS Io ho una dimostrazione logica dell'inesistenza di dio, valida entro i parametri di valutazioni propri del cristianesimo. Premesso che dio, se esiste come essere perfettissimo e increato deve necessariamente essere ateo (senza dio). Questo dio crea gli uomini a sua immagine e somiglianza: quindi gli uomini non possono che riflettere una immagine di tutti gli attributi divini, compreso l'ateismo. Quindi credere in dio è la prova della sua inesistenza, qed.

Gordon
Dio.
Potrebbe esserci, perché no? Esattamente come potrebbero esistere forme di vita su Marte o su Venere. Esattamente come la percezione extrasensoriale, in alcuni casi, potrebbe essere un fenomeno reale. Perché no?
Certo, se come suggerisce Linutile andiamo a cercare la verità sulla letteratura stiamo freschi. E' l'ultimo posto dove cercare verità definitive su qualunque cosa sia indefinibile e indefinita. Tant'è che molti libri sacri sono in continua evoluzione e riscrittura.
Perché non esiste dio? C'è chi dice "perché non lo vedo". E' una motivazione. Qualcuno può anche condividerla.
Se è proprio necessario rifarsi alla letteratura, personalmente sto con Carl Gustav Jung che ha scritto pagine illuminanti su cose che non si vedono, solamente perché non abbiamo i mezzi tecnici per vederle oppure perché la limitatezza dei nostri sensi ci impedisce di osservarle, ma esistono e lo si può dimostrare nella vita di ogni giorno.
Insomma: il dio che dico io, c'è. Dire che dio non c'è è un atteggiamento di comodo e di snobismo, nel senso latino della parola. Dà un certo tono. Come ai prodromi del '68 dire "sono cinese".
Secondo me è proprio da "cosa si intende con la parola dio" che iniziano le differenziazioni.
E', tanto per capirci, una delle tante "zeppe logiche" della serie "è nato prima l'uovo o la gallina?".
Per questo non condivido il contenuto dell'intervento di Hedrock.
Quanto alla religione, invece, l'argomento è molto pericoloso, al punto che diffido delle persone che si autodefiniscono "molto religiose". Se ripercorriamo criticamente la storia, per come la leggo io, i danni sono stati fatti sì in nome di dio, ma da chi praticava le religioni e in nome di riti che nessun legame avevano e hanno con dio. Ossia l'aspetto preoccupante delle religioni è quel qualcuno che pretende (e ce n'è in ogni religione) di detenere la verità e la chiave di lettura di tutto. Quel qualcuno dichiara guerre e promuove persecuzioni in nome di un dio che vuole distinguere dagli altri dii (mi piace dii e non dei) solamente per non perdere il potere che gli deriva dalla differenziazione.
Ritengo pericoloso chi afferma di essere un credente, o un praticante, ma non sa dire cosa è dio. Figurati, caro Hedrock, chi non crede in dio, ma nella religione si.
Per capirci: Savonarola (o Giordano Bruno, la sostanza del discorso non cambia) affermava di credere nello stesso dio in nome del quale il papa di turno li ha condannati a morte. La differenziazione non era tanto nel dio, quanto nel modo di intendere i legami, la religione.
Molte volte si attribuiscono a dio cose che sono solamente espressione della volontà di chi ha il potere. Và, in nome di dio, è un modo di ordinare al quale il poveretto è estraneo. E' solamente l'ordine di chi comanda.
Niente da dire, invece, sulle tecniche di conoscenza e di meditazione non guidata; tecniche che io rifiuto di definire "religioni non teiste" perché non è questo il loro fondamento e il loro scopo. Scopo che, per quello che ne so personalmente, è possibile raggiungere.
Ah, dimenticavo: ripercorrete le dichiarazioni rese dai vari capomafia in tribunale e leggerete spesso affermazioni del tipo "sono molto religioso".

Frank Frink
Penso di andare domani al convegno per il protocollo fra Comune e varie confessioni religiose. (A titolo personale appoggio la richiesta di Linutile che il dialogo includa anche la fede atea.Comunque mi sa che Linutile, contro la sua volontà, ce lo ritroveremo in Paradiso: lo ha detto anche il papa che nel regno di dio c'è posto per tutti i giusti, persino se atei. Linutile si prepari ad indossare una tonaca bianca e delle alucce)

Hedrok
Linutile è particolarmente depresso perché nessuno ha raccolto le sue ultime "provocazioni".
E dio che fine ha fatto (per carità, non fatemi citare Veltroni)?

Frank Frink
Caro Hedrok
credo di essere, almeno in parte, responsabile della interruzione del dibattito su dio.
Ma, se vuoi, rilancio.
Chi è un "ateo tranquillo"?
Un "ateo tranquillo" è un signore, o una signora, che nella vasca da bagno si contempla le dita dei piedi e si dice. "io sono ateo, io sono ateo....." mentre intorno succede di tutto dappertutto.
Poi ci sono gli atei arrabbiati, con cui io simpatizzo. Al riguardo vi ricordo "Il Diavolo ed il buon Dio" di Sartre.
Forse su questo avrebbero voglia di parlare Machbeth o Lucciola

Macbeth
Dell'interessante e vario dibattito che si è aperto a proposito delle religioni un argomento stimola il mio contributo: la differenza fra laico e ateo.
Mi ha sempre colpita, quando la sinistra si è trovata a dover affrontare l'appartenenza o meno a professioni religiose, il fatto che normalmente vengono usati i termini "laico" e "laicità" anziché "ateo" o "ateismo".
Non voglio dire che chi è di sinistra debba per forza essere ateo, non credente: conosciamo tutti, credo, persone sinceramente pregne dei valori della sinistra e contemporaneamente credenti o addirittura professanti la religione cattolica -o altre religioni-; io stessa, allora cattolica professante, venni attratta dal Partito Comunista dopo aver letto il discorso di Ingrao ai cattolici, ed esattamente il punto in cui più o meno asseriva (cito a memoria): "un cattolico che voglia sinceramente mettere in atto i valori di umanità, di carità, di giustizia in cui crede non può restare indifferente alle aspirazioni del P.C.I. alla giustizia sociale, alla libertà, all'uguaglianza, alla difesa dei lavoratori".
Ho l'impressione però che, oggi, si preferisca parlare di laicità -anzi, di laicismo, cioè di un atteggiamento che propugna l'indipendenza o l'autonomia dello Stato nei confronti della Chiesa- per una sorta di pudore, quasi che confessare di essere ateo costituisca una vergogna, ci faccia sentire una minoranza un po' strana, che puzza un po', che scandalizza, che si fa notare!
Come se si affrontasse il problema della religione solo in termini politici e culturali non in quanto cosa che riguardi la propria coscienza, le proprie credenze, la propria posizione personale nei confronti della "deità" e delle sue manifestazioni.
Una volta c'era il "segreto dell'urna" per la propria appartenenza politica; oggi, che tutti sbandieriamo il partito per cui votiamo, il "segreto dell'urna" viene applicato rigorosamente alla propria concezione religiosa.
Sono andata a leggere sul dizionario le definizioni di ateo e di laico. Ho letto: ateo, chi nega l'esistenza di Dio; laico, sottratto all'influenza delle confessioni religiose.
Mi sono interrogata. Mi sono trovata, sinceramente, atea. Non puzzo di zolfo, però, né mi sento scandalosa.
Che cosa significa non credere in alcun dio? Significa forse non credere in nulla? No, io credo in tanti valori: la tolleranza, la pace, il rispetto per tutte le forme viventi -indipendentemente da genere, razza, colore, etnia, credenze, costumi sessuali, cultura- la giustizia, l'amicizia, la comprensione, la disponibilità, la carità, la generosità.
Perché credo in questi valori e cerco, con tutte le mie limitazioni, di porli in atto? Per obbedire a regole divine? No, per obbedire ai dettami della mia coscienza di essere umano.
Sono io il mio dio, sono io, in quanto essere umano, che creo e metto in pratica valori che ritengo il minimo indispensabile per continuare a ritenermi un essere umano.
Se noi atei ci comportiamo bene non è per averne ricompense in questo mondo o in un altro, ma per una questione di rispetto verso noi stessi in quanto artefici delle nostre regole di comportamento, perché solo obbedendo loro possiamo attuarci nel modo migliore, qualsiasi cosa ne pensino tutti gli altri, credenti o laici che siano.
E quando sbagliamo? I non atei ritengano pure che non essere legati ai dettami di una religione possa essere una pacchia, uno sguazzare senza norme e senza leggi nello stagno della sregolatezza o del proprio comodo. Io vi assicuro che è molto più difficile e doloroso rispondere dei propri errori a se stessi, alla propria coscienza, a quell'essere superiore che preme dentro di noi per essere portato a compimento nel modo migliore.
Noi atei non conosciamo il conforto di poterci rivolgere a una entità suprema che benignamente ci perdonerà e assolverà e ci renderà nuovamente integri.
I nostri errori, che forse non ripeteremo e forse si, sono cicatrici indelebili che nessuno, mai, potrà farci dimenticare. Essere atei è difficile, ma ci riempie di orgoglio.

Linutile
Carissima Macbeth,
il tuo appassionato discorso sull'ateismo profuma di cultura cattolica da ogni pizzo, ed è forse giusto che sia così. Ti (ci) hanno insegnato nei momenti più docili della ns formazione, sopratutto come dobbiamo essere, per essere buoni cristiani, ed è questo che ci è rimasto.
Solo più tardi, molto più tardi, ci siamo accorti che l'insegnamento ci era stato dato da chi seguiva un doppio binario : una cosa è come si è, ed una cosa è come si dovrebbe essere.
Noi, molti di noi della sinistra, siamo rimasti affezionati a questo secondo aspetto. Ma se tu (noi) avessimo avuto una educazione/cultura diversa - lascio a te il compito di riferirti a qualcuna in particolare - tutto quello che hai detto non avrebbe alcun senso.

Frank Frink Ateismo: accetto e sottoscrivo quello che dice Macbeth, perchè si basa sulla forza dei sentimenti. La assenza di Dio ed il sentimento, comunque, della dignità umana e della propria dignità personale.
Il cielo vuoto può provocare anche altri sentimenti: forse la angoscia, o la rabbia contro le false minacce e le false promesse, o il desiderio di riscaldarsi stando attaccati gli uni agli altri, o l'uno all'altra, o altro ancora.
Poterne parlare è quello che conta. La verità che possiamo raggiungere è quella che possiamo esprimere.
Ma non mi si venga a dire che gli atei non hanno fatto male a nessuno, che non si riuniscono in branchi, come fanno i credenti, per combattere contro altri uomini.
Se mi fanno incazzare voglio definirmi ateo, ma per mordere la testa del cardinale usuraio, per sputare in faccia a quei preti, rabini, muezzin che indicano il cielo per ingozzarsi qui.

Linutile
Sugli atei che si riuniscono in branchi, potrei essere d'accordo, ma mi piacerebbe qualche esempio; certo per essere un perfetto ateo è necessario aggiungere altri aggettivi, non avere comunque credenze preconcette di alcun tipo, neanche sulla possibile esistenza di un dio, del quale però qualcuno deve portare le prove non falsificabili.

Luccioletta
Non so dove sia finito Dio. E' certo che io non mi sento molto bene e trovo un po' da liceali discutere sull'esistenza di Dio, come voler tornare indietro nel tempo.
Ci era sembrata un po' vecchia la Resistenza come argomento di dibattito, ma risalire fino alla creazione del mondo come deve essere interpretato?
Chi è tollerante e chi non lo è? Se si sia più tolleranti in quanto laici o in quanto appartenenti ad una fede religiosa, mi è sembrato anch'esso un tema scolastico.
Io penso che il singolo essere umano può essere tollerante, anzi in genere lo è se si contenta di vivere isolato, ma quando appartiene ad un gruppo sociale, ad un partito, ad un'etnia, ad una chiesa o ad uno Stato, deve difendere il proprio territorio e non può farlo se è tollerante.
Non voglio addentrarmi in discorsi religiosi, né discutere di come è stato esercitato il potere in URSS o nel Terzo Reich, né di come viene esercitato negli States o dal papa.
Vorrei aver presente quello che sta succedendo oggi in Italia, dove tutti si sbracciano a fare i paladini del papa a qualsiasi credo politico o religioso appartengano e dove nessuno osa più dire che essere stati comunisti era meno male che essere stati qualsiasi altra cosa si potesse essere.
Ognuno di noi dovrebbe fare i conti con quello che vuole dal mondo in cui vive. Io vorrei un mondo in cui la solidarietà tra gli esseri umani sia forte, in cui tutti possano viverci come credono senza doversi azzuffare, uccidere, condannare a vicenda per difendere il proprio spazio vitale o il proprio spazio culturale.
So però che il mio sentire può trovare udienza solo tra quelli che non esercitano né gestiscono il potere. E questo perché il potere ha delle regole che travolgono il principio stesso della tolleranza.
Il discorso su chi avrà aperte le porte del paradiso non mi interessa, mi interessa conoscere chi vuole provare a vivere insieme agli altri anche se questi altri non la pensano come te, ma so che è veramente difficile accettare qualcuno che sia veramente diverso da te.
E' così anche per noi. Sembriamo tolleranti fra noi, ma non lo siamo veramente.
Abbiamo fatto come gli ebrei che in assenza di Mosè si sono dati alla pazza gioia, ed ora ci troviamo a fare i conti con Hedrok che è tornato più combattivo che mai, pronto a castigare e a distruggere il vitello d'oro.
Non per nulla nel suo ultimo messaggio ci chiede ragione di Dio.

(continua...?)
a cura di hedrok@unpodisinistra.it

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(in archivio dal 3 febbraio 2001)
Le cose cambiano

Però, come cambiano le cose. In meno di cento anni dal "t'amo, pio bove", passando per "tu sei una tenera, bianca giovenca" siamo arrivati al terrore della "mucca pazza".
Quante storie per qualche morto in più. In fin dei conti, non è da ieri che ci nutriamo di cibi adulterati e che respiriamo aria avvelenata e siamo ancora qui, almeno la maggior parte di noi.
E poi, c'è sempre una scelta. Possiamo decidere di non mangiare e di andare a vivere dove l'aria è libera dall'assalto di industrie e motori vari. Anzi, mi si dice che centinaia di milioni di persone vivono così, ma pare che non ne siano affatto entusiaste, tanto che, per protesta, cominciano a morire fin da bambini.
A proposito di bambini, mi viene un'idea brillante: visto che tanto devono morire, perché non li utilizziamo come pezzi di ricambio per i nostri fegati maltrattati e per i nostri polmoni affaticati? Mi dicono che lo stiamo già facendo da un pezzo: non si può avere un'idea che subito te la copiano.
Ma torniamo alle cose serie. Per esempio alle celebrazioni per l'anniversario della morte di Craxi. Raccontano le cronache che, con stile ineguagliabile e costante, la sparuta pattuglia dei dolenti in gramaglie si sia accapigliata per accaparrarsi l'eredità politica del grand'uomo (leggi: uno strapuntino alla corte di Re Berlusconi) scambiandosi in pubblico, anche tramite TV e giornali, epiteti come "traditore" e "pazza isterica"; mi sembra che sia stato citato anche Caino.

****

Che altro sta succedendo in questi giorni? L'authority ha bocciato il geniale progetto, pare ispirato dalle teste pensanti della sinistra (si fa per dire), di indebolire il Berlusconi creando un megapolio mediatico a immagine e somiglianza di Mediaset. Ironia della sorte, pare che sia stata applicata una legge fatta apposta per colpire l'imperatore di Arcore. Ma con LUI non aveva funzionato, sappiamo che per unzione divina e per investitura (da sondaggio) popolare LUI è legibus solutus. Ingenuità di apprendisti padroni.
Dalle stesse menti geniali, forse, sono scaturiti i cartelloni pubblicitari in similberlusconi, che da qualche giorno allietano il panorama urbano.
Possiamo rilevare almeno tre errori. Non siamo in campagna elettorale, quindi queste esibizioni facciali sono solo una prepotenza e una ostentazione di ricchezza, uno spreco di denaro (pubblico o privato, in qualche modo uscirà dalle nostre tasche): questo caratterizza lo stile berlusconiano, fa parte delle cose che una sinistra ( e anche un centro-sinistra) dovrebbe combattere e non imitare.
Secondo errore: i cartelloni di B. sono fatti molto meglio, sono più efficaci. Gli slogan sono più semplici, immediati e incisivi (anche se non significano nulla, il nulla detto bene è meglio del nulla detto male!). Il taglio generale è esteticamente più valido. Avete poi notato come il mezzobusto è inclinato in avanti, quasi ad uscire dal piano? E' un vecchio trucco, noto in pittura dal medioevo, che suggerisce un benevolente interesse per chi guarda. (Anche Fini nei suoi cartelloni inclina il capino verso il mondo, spiccando in mezzo a un mazzetto di teste). Invece il faccione del buon Rutelli rimane spiaccicato sullo sfondo, leggermente sfuocato, e non suggerisce proprio niente se non un vago fastidio.
Terzo errore. Ho letto da qualche parte che Berlusconi ha stanziato per questa campagna qualcosa come cento miliardi contro i dieci racimolati dal centro sinistra: il che significa che per ogni faccione di Rutelli ce ne sono dieci di Berlusconi. Non potevamo inventarci qualche altra cosa, magari un po' più intelligente e meno costosa, tipo dibattiti alla tv, alla radio, per strada, fare delle feste di quartiere, ecc.? Insomma qualcosa che coinvolgesse la gente e la stimolasse a pensare.
Ma al fondo di tutto ciò resta l'interrogativo più inquietante: chi siamo? Hanno forse ragione i pazzarelloni che vanno dicendo che fra i due poli non c'è nessuna differenza, come in America fra democratici e conservatori? Chi scrive continua a pensare che non è vero (e non è vero neanche negli USA), che esistono profonde ragioni di diversità, contrapposizioni inconciliabili di valori e di idealità.
E allora, una volta morte e sepolte le ideologie (se ignoriamo la storia e i valori che hanno dietro le spalle, è vero che Mastella è uguale a Bassolino) come facciamo a far capire alla gente questo nostro essere diversi se non sappiamo far altro che copiare malamente quello che per l'avversario è congeniale e per noi dovrebbe essere veleno, se facciamo credere che un Albertini o un D'Antoni potrebbero indifferentemente rappresentare il centrodestra o il centrosinistra?
hedrok@unpodisinistra.it

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(in archivio dal 20 gennaio 2001)
Terzo millennio

E così, siamo riusciti ad entrare in questo terzo millennio.
Sì, lo so che per molti il fatidico avvenimento è ormai vecchio di un anno, comunque mi sembra che quelli di noi che hanno fatto i conti secondo logica e non hanno ceduto al rumoroso (e redditizio) colossal messo in scena dai soliti manovratori, non hanno perduto un gran che.
Qui da noi è stato l'anno del giubileo, che non è stato poi un gran fastidio, tranne qualche sporadico episodio; certamente ha dato più fastidio al Vaticano (chissà poi perché, nei Vangeli non ho trovato nulla contro gli omosessuali) la breve e allegra parentesi del gay pride a Roma.
E' stato l'anno in cui Berlusconi ci ha sommerso di faccioni ritoccati e di slogan ridicoli, spesso più divertenti al naturale di quelli, pure esilaranti, riveduti e corretti dalla gente e che sono una marea (vero, Mark?).
E' stato l'anno in cui quel pazzerellone del cardinal Biffi ha chiesto di accogliere solo gli immigrati cattolici, e in cui alcuni suoi compagni di merende come Casini e Bossi hanno suggerito di cannoneggiare i clandestini.
E' stato l'anno in cui gli ometti del centro-sinistra hanno scelto a rappresentarli il piccolo Clinton di casa nostra (senza studio ovale), il buon Rutelli, che per fortuna non ha trovato i soldi per replicare a Berlusconi a colpi di cartelloni pubblicitari come pare che avesse intenzione di fare (ma poi, perché no? una bella (sic!) faccia al naturale contro il prodotto adulterato: poteva funzionare). A proposito, è stato anche l'anno del grande fratello, ma mi vergogno anche a citarlo solamente.
Che altro? Ah sì, dimenticavo: pare che neanche i fascisti siano più quelli di una volta, hanno perso professionalità, ora si fanno gli attentati addosso.
E infine Ciampi ci ha dato la sua benedizione e il papa ha letto un messaggio, o viceversa, non ricordo bene.
Nel mondo tutto come al solito: incidenti, guerricciole, attentati, le borse su e giù, il petrolio più su che giù, i palestinesi più giù che su (pare che Israele abbia chiesto al comitato olimpico di inserire nei prossimi giochi un nuovo sport: il tiro al bambino con e senza sasso).
Avrei voluto concludere in tono leggero questo che è in fondo il primo editoriale del nostro giornale, ma i fatti che stanno venendo alla luce in questi giorni come coronamento della "gloriosa" guerra del Kossovo mi impongono una seria riflessione, anche perché sono stato e sono fra quelli che hanno ritenuto giustificato un intervento contro Milosevic.
Intendo parlare dell'uso dei proiettili ad uranio cosiddetto "impoverito" in quella che avrebbe dovuto essere una rapida missione contro un dittatore e i suoi complici propugnatori della pulizia etnica, in difesa delle popolazioni civili.
Ricordate le bombe intelligenti? Ricordate l'ineffabile Solana che snocciolava ogni sera gli obiettivi militari colpiti, ammettendo ogni tanto qualche piccolo involontario "effetto collaterale" contro i civili, albanesi o serbi che fossero, certamente incolpevoli e comunque vittime prime del dittatore Milosevic?
(Leggete a questo proposito le bellissime pagine di Biljana Srbljanovic riportate nel nostro giornale sotto il titolo "diario di guerra").
Ebbene, l'uso consapevole dei proiettili di uranio, di questa arma che anche a distanza di anni silenziosamente uccide non la cricca di Milosevic, non i suoi generali e i suoi capobanda e neanche i suoi soldati, ma i civili inermi, le donne, i bambini e i giovani delle forze di intervento di tutta Europa, incensati a parole come difensori della pace e del diritto, e nei fatti mandati al macello, del tutto ignari, contro un nemico come la radioattività che non si vede e non si sente e da cui non c'è difesa, l'uso di questa arma, dicevo, cambia sostanzialmente lo scenario della guerra.
Come definire coloro che sapevano, questi dottor Stranamore senza neanche l'attenuante della follia, questi biechi costruttori di morte se non come criminali di guerra, alla stessa stregua dei Milosevic o dei Saddam?
Io credo che un minimo di decenza imporrebbe al nostro governo, che ha dichiarato di non essere stato informato e che ancora aspetta dalla NATO e da alcuni governi "amici" una parola sui morti di Ustica assassinati in un altro isterico gioco di guerra, di chiedere con forza la messa in stato di accusa dei comandi militari e dei politici di qualsiasi livello (Clinton sapeva?) responsabili di questo delitto, le cui vittime continueranno ad aumentare nel tempo.
O, per avere giustizia, dovremo aspettare il quarto millennio?
hedrok@unpodisinistra.it

INDICE


(in archivio dal 9/1/2001)
Come nasce un giornalino

4 ottobre
Da Hedrok a A.P.
Hai ricevuto, letto e meditato l'appunto di K. che ti ho inoltrato il 2 ottobre? Stai lavorando per il giornalino?
Ciao
G.

5 ottobre (allegato articolo)
Da S.L. a Hedrok
Ciao, bella gioia, ti invio il mio contributo mediante due pagine scritte con word, secondo i tuoi desideri. Spero di non essere arrivato per ultimo.
Per il nome del sito metto assieme le proposte di E.L. e mie:
voci.fuori.campo
fuoricampo
fuoridalcoro
ilpozzo.elaluna
ma il nome è l'ultimo dei problemi, prendiamo il tempo che ci vuole.
Love to all
Esse

5 ottobre
Da Hedrok a S.L.
Ricevuto, letto, messo in cartella, inviato a A e L.
Bene.
G.

6 ottobre
Da A.P. a Hedrok
una cosa importante che non può mancare su 1 web di quel tipo è il sondaggio settimanale, al quale si può rispondere direttamente.
Alla fine della settimana si presenta un nuovo sondaggio e si danno i risultati di quello precedente. Per fare ciò è indispensabile avere a disposizione un buon statistico.
Saluti

7 ottobre
Da S.L. a Hedrok
Proposte per il sito: per ora facciamo che G. fa da focal point, per cui lui raccoglierà e collazionerà (ho scritto bene: collazionerà) le idee, i suggerimenti, le stronzate che ci vengono in mente.
Metto giù qualcosa:
creerà un file nel quale mettere tutti i nomi proposti per il sito/dominio da tutti i fondatori, questo file sarà fatto girare per email e con altri mezzi praticabili e entro una data concordata ognuno farà sapere quale nome preferisce.
aggiungo alcuni nomi a quelli che ho già proposto: fuori.dal.cerchio. piazzanuova, piazzaperta, retattiva, terra-e-luna, senzafiltro, gliultimi (chissà se si può), acquaesasso, na.cofana.de.cozze, la.comune,
mettiamoci una sezione in cui esporre vighette satiriche di gente nota (professionisti) (questa è pagina già proposta) e una in cui mettere cose di sconosciuti, anche di anonimi, tipo i cartelloni del berlusca ritoccati; e poi proponiamo ai visitatori di interagire con noi votando le cose che più gradisce contenute in questa ultima sezione,
facciamo bannerini con pubblicità gratis per quelli che ci sono simpatici, dopo preventiva autorizzazione. Io, ovviamente proporrò il mio fornitore preferito di materiale fotografico e il mio viticoltore di fiducia. Poi un link al mio sito personale con le mie fotografie, ma se aspettiamo che trovi il tempo di farlo stiamo a posto.
Come vedete S.L. è incasinato, stressato, depresso, ma vispo. E vi tiene d'occhio.
Esse

7 ottobre
Da S.L. a Hedrok
Bene, però a me focal point non me lo aveva mai detto nessuno...
G.

8 ottobre
Da S.L. a Hedrok
Fatti forza: in questo cazzo di posto c'è sempre qualcuno che ti smerda.
Come disse quel vater.
Esse.

9 ottobre
Da Hedrok a S.L. L.S. A.P.
OBBEDISCO! (vedi e-mail di S. del 6/10)
G.

9 ottobre
da S.L. a Hedrok
Occhio che mi pare che L.S. ha cambiato il provider e non ci ha detto un cazzo
S

9 ottobre
Da S.L. a Hedrok
Mi sa che hai ragione, ma non l'ha fatto apposta...
G.

10 ottobre
Da A.P. a Hedrok
nel file dei nomi che dice sl devi inserire anche il mio, anche se non ti piace. non sono accettate censure, ancora prima di cominciare.

10 ottobre (allegati vari)
Da Hedrok a L.S.
Ciao (guarda gli allegati)
G.

11 ottobre
Da Hedrok a L.S.
Evviva! Come hai fatto?
Hai ricevuto gli appunti sul giornalino o te li rimando di nuovo?
G.

11 ottobre
Da A.P. a Hedrok
http://interactive.wsj.com/home.html
ecco il sito del giornale interattivo, ma mi sono dimenticato di dirti che ci laavorano 250 persone a tempo pieno!!!!

11 ottobre
Da L.S. a Hedrok
Ho ricevuto gli appunti di K. e mi piace la sua idea di uno spazio giovani (solo uno spazio?). Gli scritti di S.L. non riesco a decriptarli (nel senso che i caratteri non sono quelli dell'alfabeto).
C'è roba nuova?
Almeno rimandami gli scritti di S.L.

11 ottobre (allegati vari)
Da Hedrok a L.S.
Se per "scritti di S.L." intendi i miei appunti te li rimando. Se non riesci a leggere il testo, telefonami.
Ciao
G

12 ottobre
Da A.P. a Hedrok
http://www.italialaica.com/
questo mi pare + vicino alla ns idea e + preciso negli obiettivi
fammi sapere, ma cerca di non essere fazioso come al solito.
Questo non è male

12 ottobre
Da Hedrok a S.L. L.S. A.P.
A questi ci collegheremo quando avremo un giornale. E' sostenuto da cinque associazioni che operano da molto tempo. Fra l'altro, io conosco l'Antonia Sani che ha firmato l'editoriale. Comunque ha un taglio abbastanza circoscritto (scuola, integralismo cattolico), noi dobbiamo essere più leggeri e più universali. Allego la voce di Berlusca in una performance straordinaria.
G.

12 ottobre
Da S.L. a Hedrok
Ovviamente non ha fatto apposta!!!
Bisognerebbe fare una specie di manifesto del sito. Un dichiarazione d'intenti, una raccolta di paletti, un documento istitutivo che chiunque possa leggere per capire di che si tratta, niente di formale e pomposo, ma divertente e chiaro.
Facciamo anche una pagina intitolata "Berlusconclastia" con le immagini del Silvio più noto dopo Silvio Noto, ho visto che stanno circolando tante parodie dei suoi manifesti.
Bacioni
S

12 ottobre
Da Hedrok a S.L.
Perfettamente d'accordo
G.

13 ottobre
Da S.L. a Hedrok
E' una questione linguistica, ma la voglio fare lo stesso. Negli ultimi cartelloni 3 metri per 4 del riporto più laccato d'Italia, compare lo slogan "pensioni più dignitose". E' una questione di punti di vista o anche linguistica? Mi spiego. Il pigmeo in crisi per la propria statura deve dire "vorrei essere più alto", che alto non è, oppure "vorrei essere meno basso" che basso è? E è vero che è basso, se tutti quelli come lui sono come lui?
Insomma: "più dignitose" vuol dire che già sono dignitose, oppure il nostro ha evitato di dire "meno offensive"?
Possibile che un uomo di quel calibro si sia scomposto su un luogo comune di questo tipo?
Potrebbero essere le prime avvisaglie di un cedimento a sinistra. Compagni, datevi da fare e mettete su un partito comunista, prima che il cavaliere vi rubi l'idea e ne faccia uno lui.
Poffare!

15 ottobre (allegato: schema del sito)
Da Hedrok a S.L. L.S. A.P.
Io lavoro, voi datevi da fare...
G

16 ottobre
Da S.L. a Hedrok
Adesso mi spieghi cosa è un "poll", usando termini correnti nella lingua italiana.
Grazie
'codio

17 ottobre
Da Hedrok a S.L.
Se io mangio du poll e tu nessun. la statistic dic ch ne abbiam mangiat un ciascun.
A parte questo, non hai mai sentito parlare di exit poll?
Significa grosso modo interrogazione, ma è più corto. Va bene?
Attendo critiche e proposte
Ciao
G.

17 ottobre
Da A.P. a Hedrok
proviamo a disegnare il sito con la penna o con paint?
Saluti

17 ottobre
Da Hedrok a A.P.
Il disegno lo farà il grafico.
Tu, invece, cerca di fare il tuo lavoro: aspetto il materiale.
G.

20 ottobre
Da Hedrok a S.L. L.S. A.P.
Mandatemi materiale! Che fine avete fatto?
E il nome? (i_capovolti; ottopercento)
Ciao
G.
per A.P.: contatta M.P., che non è elettronico

21 ottobre (allegato appello)
Da L.S. a Hedrok
Ti mando il mio appello.
E.B. scriverà un ricordo sulla sua partecipazione l'anno scorso all'incontro "Sharing Jerusalem" con donne palestinesi ed israeliane.
Ciao

21 ottobre
Da Hedrok a L.S.
Grazie. Ancora!
... e il nome!!!
G.

20 ottobre
Da S.L. a Hedrok
Mi piacciono i siti nei quali i pulsanti rimangono sempre a portata di mano, o con una riga (in alto o in basso) o con una colonna (a destra o a sinistra). propongo di farne uno così. Poi il sito deve essere logico. Tempo fa ho scritto a K per chiederle come, secondo lei, dovrebbe essere fatto un sito, per poterlo definire "fatto bene". Se rileggete la risposta che mi ha dato al tempo, avete una idea precisa di cosa intendo.
Esse

21 ottobre
Da Hedrok a S.L.
Come cazzo la rileggo se non me la mandi?
G.

23 ottobre
Da S.L. a Hedrok
Nella vita ci vuole anche un po' d'umiltà

23 ottobre
Da S.L. a Hedrok
Lei stia calmo. Intesi?

23 ottobre
Da S.L. a Hedrok
A proposito.
A una mia amica si ferma la macchina in un paesino abruzzese. Per fortuna lì vicino vede l'insegna di un'officina meccanica e vi si dirige. Spiega la cosa la meccanico e assieme a lui si accorgono che la leva del cambio automatico non sta più ferma nella propria posizione di lavoro, ma tende a spostarsi in avanti spegnendo così il motore e bloccando la macchina. Convengono che non è piacevole tornare così a Roma, tenendo ferma la leva con una mano mentre con l'altra si guida. Il meccanico dice che l'amica può andare a prendere un caffé e lui intanto proverà a riparare il guasto. Senza troppa convinzione però, che lui di macchine americane non se ne intende. La macchina in realtà è una FIAT, ma per il bravo meccanico tutto ciò che è automatico è "americano". L'amica va a prendersi il suo caffè e quando torna dopo una mezz'oretta, trova il meccanico con lo sguardo da cane bastonato, che la guarda sconsolato e le fa: "ruttu nun è e rittu nun ce sta, io nun ciò capitu un cazzu"
E' vero!
E è bello.

21 ottobre
Da A.P. a Hedrok
Confrontare ogni giorno le prime pagine di 'Le Monde', 'El Pais', 'N.Y. Times', etc.
Quanto siamo provinciali !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
La prostituzione extra-comunitaria è in mano a mafiosi (extracomunitari) e sfruttatori (extracomunitari): è giusto punire i clienti.
I lavatori di vetro ai semafori sono organizzati e sfruttati da loro connazionali: puniamo che si fa lavare i vetri e chi gli dà i soldi.
Che fine ha fatto lo sciopero dei giornalisti? Gli editori si sono convinti a non minacciare la libertà di informazione in Italia?
Per ora non mi viene altro in testa, a parte i semafori e r., naturalmente!

22 ottobre (allegato articolo)
Da L.S. a Hedrok
Cari G., M.A., A.P., S.L., L.P. e M.P.
per affrettare l'uscita del giornalino vi faccio le seguenti considerazioni preliminari.
E' chiaro che i nostri punti di vista e i nostri interessi sono diversi ma non incompatibili.
Siamo partiti dalle discussioni sociali e politiche che facciamo insieme da anni. Se non ci siamo ancora stancati vuol dire che ci riconosciamo dei punti comuni intorno a cui ruotiamo.
Vuol dire anche che funzioniamo come gruppo e che la posizione di ciacuno di noi non vuole reggersi da sola, ma è equilibrata e completata dalla posizione degli altri.
Questo è un modello per il giornalino. La "linea" del giornalino non deve essere rispecchiata negli interventi di ciascuno di noi ma in un dialogo fra noi, costruttivo e non provocatorio.
Così è utile, perchè noi non abbiamo una verità, ma vogliamo stimolare gli interventi e, magari, il riaggregarsi di una sinistra plurale.
Propongo questa come quella "Costituzione" del giornalino che chiedeva A.P.. Non mi sembra che sia necessario formalizzare niente in merito. Se vogliamo fare il giornalino questo è il modo di funzionare. Mi sembra che per capirci meglio, invece di fumoserie teoriche sia meglio mettere al più presto sul tavolo i nostri articoli.
G. rivendica giustamente il lavoro di impostazione fin qui svolto, ma bisogna che ci faccia vedere al più presto i suoi articoli, lui come gli altri, così tocchiamo con mano come un equilibrio dinamico ed aperto ai contributi esterni esca fuori da tutte le nostre diversità.
A.P. è interessato alla vivibilità di Roma, in una ottica di sinistra. Non credo proprio che gli interessi dimostrare che un Sindaco di destra potrebbe fare meglio. Credo che l'importante sia mettere in campo proposte sulla città e non tirare la coperta da una parte o dall'altra.
A me ed E.B. interessano aspetti sociali: immigrazione, rapporti uomo donna anche in relazione alle altre culture, le nuove forme di lavoro, il problema palestinesi- israeliani anche come dialogo con gli ebrei italiani. Vi mando il testo che ho già dato a G..
Non perdiamo altro tempo, anche perchè purtroppo nessuno di noi è nullafacente!

22 ottobre
Da Hedrok a L.S.
Molto bene e molto serio. Sono pienamente d'accordo.
G.
PS Ti sei alzato all'alba?

22 ottobre (allegata tabella)
Da Hedrok a S.L. L.S. A.P. L.P.
Voto definitivo (chiudiamo il tormentone)
G

22 ottobre
Da Hedrok a S.L. L.S. A.P. L.P.
Ho appena visto su Repubblica il titolo di una striscia di ElleKappa che andrebbe bene per noi; aggiungiamolo alla lista
Un po' di sinistra
G.

22 ottobre
Da L.S. a Hedrok
Bravo!
Un po' di sinistra.
Ricorda Nanni Moretti che a te non piace ma a noi si....Siamo più giovani.....
L

22 ottobre
Da L.S. a Hedrok
Bravo!
Fa tanto Nanni Moretti, che a noi piace molto!
Allora ...Un poò di sinistra!
Ciao
L.

22 ottobre
Da Hedrok a L.S.
E' il voto tuo e di E.B.?
G.

22 ottobre
Da L.S. a Hedrok
Si, vale per due
L.

23 ottobre
Da A.P. a Hedrok
ora ho un e-mail privato
linutile@inwind.it
la pass non tele dico, ma puoi immaginarla.

23 ottobre
Da Hedrok a A.P.
Hai letto la posta? VOTA e LAVORA, invece di giocare coi
nomignoli...
Ciao
G.

23 ottobre
Da A.P. a Hedrok
SOTTOTITOLO
L'ACCESSO AL PRESENTE WEB E' RIGOROSAMENTE VIETATO A GIORNALISTI ISCRITTI ALL'ALBO
X G.
Mi sono perso la griglia dei nomi, x favore mela rimandi?
Possiamo, dobbiamo difendere le ragioni della sinistra, non certo le ragioni dei partiti di sinistra, soprattutto se sono anche al potere. Il partito guida, forse non lo sai ancora, non esiste +.

23 ottobre
Da Hedrok a A.P.
CAPITO?
G.

23 ottobre
Da A.P. a Hedrok
capito che?
rimandami, x favori, l'elenco dei nomi

23 ottobre (allegata striscia di ElleKappa)
Da Hedrok a A.P.
Che ne dici di questo?
G.

23 ottobre (allegati vari)
Da A.P. a Hedrok
mandalo anche algi oltri,
ho difficoltà con linutile

23 ottobre (allegati vari)
Da Hedrok a S.L. L.S. L.P. A.P.
appunto, è inutile
G.

23 ottobre (allegato disegno)
Da S.L. a Hedrok
eccolo
Più che berlusconeide, che mi ricorda i terribili anni '70, preferirei chiamare questa zona "berluscoclastia" o "silvioclastia": Mi piace "clastia" perché fa culturale e si attaglia di più a gente di un certo livello, quale è quella che spinge il carro di questo sito.

23 ottobre
Da Hedrok a S.L.
D'accordo
G.

23 ottobre
Da S.L. a Hedrok
Aggiungere al file i seguenti nomi:
ingressolibero
entratalibera
freeadmittance
senzatregua
sistemiecomponenti
diviniedivani
Entro il 27 ottobre ognuno farà sapere il proprio parere. La scelta definitiva avverrà il 28 ottobre.
Come si fa a fare gli undisclosed recipients?

23 ottobre (allegati vari)
Da Hedrok a S.L.
Non hai letto i miei messaggi del 22? Comunque te li rimando.
La votazione per i nomi si chiude martedì 24 alle 10 (è ammesso un piccolo ritardo)
Naturalmente puoi votare per un nome fuori lista (NON diviniedivani che è orrendo); però mandali subito anche agli altri altrimenti non funzionerebbe.

23 ottobre (allegati vari)
Da Hedrok a A.P.
Ti rimando i due messaggi. Hai ricevuto la striscia di ElleKappa?
G.

23 ottobre (allegata bozza di presentazione)
Da Hedrok a S.L. L.S. L.P. A.P.
Vi mando una bozza di presentazione. Mandatemi critiche, consigli, suggerimenti, correzioni e baci
G.

24 ottobre
Da Hedrok a A.P.
Griglia
G

24 ottobre
Da A.P. a Hedrok
no, quello ce l'ho.
Sondaggio della settimana: premesso che gli storici ci raccontano che la società si è sviluppata molto più velocemente, sia dal punto di vista economico che dei costumi, quando la corruzione era + elevata, rispetto ai momenti in cui i poteri erano integerrimi e, forse... meno svegli, in quale momento storico pensi si trovi l'Italia in questo momento se dovessi giudicare solo dalla gara UMTS?
A proposito, chi sa dirmi, e lo vuole sapere anche mp, quanto pagano i 5 che hanno vinto? Tutti lo stesso prezzo? e quale il + alto? il + basso?

25 ottobre
Da L.S. a Hedrok
Cari G., M.A., A.P., S.L., L.P., M.P. ed E.B.
La presentazione scritta da G. corrisponde simpaticamente a quello che siamo, oggi.
Cosa vogliamo fare?
Una strada è quella del gruppo di vecchi amici sessantottini che entrano in rete aprendo il loro salotto ad altri nostalgici. Mi ricorda un po' un salotto freudiano (i sigari) o anche Pierre (Guerra e pace) che voleva salvare il mondo formando una società degli uomini onesti. (Intanto Natascia allevava amorosamente una caterva di figli).
In tal caso è giusto prevedere uno spazio giovani, in cui i ragazzi possano fare quel che gli pare.
Se è così mi va bene. Mi fa piacere scrivere e fare una cosa con voi.
Credo che ci sia una diversa possibilità. Un sito che già si proponga come punto di incontro della sinistra plurale (nulla a che fare con i partiti). In tal caso io proporrei, se proprio lo vogliamo fare, non uno "spazio giovani" ma uno "spazio anziani".
Ma un tema centrale come quello dei nuovi lavori e delle possibilità di aggregazione dei nuovi lavoratori noi lo possiamo solo intuire. Chi ha 20 o 30 anni, se ne ha voglia e se ritiene utile un incontro con noi, potrebbe scriverne sul nostro giornalino ( per quanto dovremo ancora chiamarlo giornalino?) rivolgendosi agli altri giovani e a noi.
Il rapporto con gli immigrati potrebbe basarsi su delle interviste. Ma è troppo immaginare che dei nostri amici immigrati abbiano la voglia di aprire loro un dibattito in rete? Certo noi dovremmo fornire un supporto tecnico, forse linguistico e, comunque, di dialogo.
E così via.
In tal caso a me interesserebbe meno scrivere qualcosa, ma mi darei molto da fare per far scrivere altri. (anche se le prime mosse debbono partire da noi)
E' molto più impegnativo.
La mia amica Luisa propone di fare una festa di presentazione del giornalino, con inviti scritti. Lei ha una sua lista di compagni da invitare. (Si potrebbe affittare un locale in un centro sociale, ci potrebbe essere della musica).
Ci tenevo a presentare questa alternativa.
Qualsiasi cosa si decida la farò volentieri.
Ciao a tutti.
L.

25 ottobre
Da A.P. a Hedrok
caro G., ho letto la tua presentazione e mi pare ben fatta.
tre sole osservazioni: oss. 1) se possibile cercherei di renderla + breve; oss. 2) mi è piaciuta anche perchè sembra fuori dalla storia, sono osservazioni che possono valere sempre in qualunque periodo o luogo. Per questa ragione non farei alcun cenno al berlusconismo incombente; oss. 3) inciderei, se 6 d'accordo, maggiormante sul fatto che partiamo da posizioni di sinistra, non dei partiti di sinistra (come ti ho già scritto). Non dobbiamo accettare inefficienze che ricadono su tutti solo perchè il governo che le compie è fatto da partiti che si dicono da sinistra: vedi UMTS, vedi terremotati Umbria (a proposito domani alle ore 6,30 su radio 1 la presidente della prov - di sinistra - ti spiega perchè ci sono ancora le baracche) il voto telo mando + tardi.
saluti a tutti

25 ottobre (allegato bozza di presentazione rivisitata)
Da S.L. a Hedrok
Ecco qua

25 ottobre
Da Hedrok a S.L.
A una prima lettura, il pezzo sembra assai migliorato. Lo mando agli altri.
Ciao
G.

25 ottobre (allegato: presentazione rivisitata)
Da Hedrok a S.L. L.S. L.P. A.P.
S.L. ha riscritto la presentazione. A me il testo nella nuova versione sembra assai migliorato. Attendo ulteriori indicazioni
G.

26 ottobre
Da Hedrok a S.L. L.S. L.P. A.P.
http://web.tiscalinet.it/markbernardini/Berluska.htm

26 ottobre
Da A.P. a Hedrok
secondo me è pagato dal berlusca in base al principio: dite quello che volete, purchè parliate di me.
io non sono A.P. l'inutile! io sono linutile.
x il giornalino: il giornalista di 1° pagina (v.dir del sole 24 ore), sta riformando la Bibbia:
il signore creò il cielo, la terra ed ... i mercati !!!!
il mio e-mail x il giornalino è solo linutile.
saluti

26 ottobre
Da Hedrok a A.P.
Invece di dire stronzate, VOTA

26 ottobre
Da Hedrok a S.L. L.S. L.P. A.P. Risultati del voto:
unpodisinistra: voti 4
ingressolibero: voti 2
lo_gnomone: voti 1
vocifuoricampo: voti 1
G.

26 ottobre
Da A.P. a Hedrok
mi sono dimenticato di dirti che nella presentazione, considerando la ns età è meglio non accennare alla necessità di crescere: fino a quando voresti crescere? Io fino a 120 anni, ma non lo possiamo dire.
i palestinesi fanno attacchi suicidi, non è bello, ma finora si è guardato quasi con ammirazione a quelli giapponesi nella 2° guerra m., perchè?
saluti

28 ottobre
Da A.P. a Hedrok
come vi avevo preavvertiti, le parodie del b. le ha commissionate il b. stesso (TG5) di ieri sera.
cancellate il link a quel sito.

30 ottobre
Da Hedrok a A.P.
La pianti di dire (o riferire) stronzate e di guardare i Tg del NEMICO?
G.

29 ottobre
Da L.S. a Hedrok (p.c.)
Caro linutile
vorremmo conoscere meglio la faccenda. Però l'impressione è quella. Ci fanno un pò giocare a casa con il computer. Ce la prendiamo con Berluska per non parlare ed agire su lavoro, pensioni, pace etc. Io, comunque, non voglio parlare di berlusconi
L.

29 ottobre (allegato articolo)
Da L.S. a Hedrok
Caro G.
ero in debito di un articolo con "Un pò di sinistra".
Invio questa proposta, sperando che il nostro giornale "esca" presto.
L.

29 ottobre (allegato articolo)
Da L.S. a Hedrok
Caro G.
ho scritto troppo in fretta. Ti invio una proposta un pò modificata.
L.

29 ottobre (allegato articolo)
Da L.S. a Hedrok
Carissimi, non mi mandate al diavolo!
Ho corretto per la terza volta il mio articolo.
Lo finisco alle 23,42, ora solare.
L.

29 ottobre
Da Hedrok a L.S.
La perfezione vuole sacrificio (ora solare 0.00)
G.

29 ottobre
Da S.L. a Hedrok
- omissis -
Per quanto riguarda il sito, ierisera ho ascoltato con molta attenzione come ne parlavano gli altri coinvolti, e le loro parole mi hanno fatto nascere in testa altre possibili denominazioni per il sito. Vedi un po'.
Datemi una pentola e vi solleverò il coperchio.
Domani è lunedì e io no.
Statecomodi.
Vabenelostesso. Qualcunofacciaqualcosa.
Tranquilli, sine qua non (è latino, vuol dire "siamo qua noi", chiedi pure conferma a M.A., se non ci credi).
Lestateprossimarecupererannoilsottomarinorussoper-
capireesattamentelacausaeintantoquellisonocrepati.
Bastacolsuffragiouniversale.
Salamella=salmonella?
Latelevisionehadettoche
Nullaècambiatoilsilenzioèunanormael'ondatadigelocolpiscetutti

29 ottobre
Da Hedrok a S.L.
Grazie.
Mandami un altro elenco e solleverò il mondo.
G.

30 ottobre
Da A.P. a Hedrok
sono d'accordo, occupiamoci di fatti, non di propaganda ns o degli altri.
fatti:
l'elenco dei ministri del b. prevede buttiglione alla p. istr. (se viene lui cambierà nome: pubblica distruzione); va bene mi arrendo! voto x quel... (tutte le peggio cose)... di r.

31 ottobre
Da A.P. a Hedrok
nella tuscia ci sono 29 comuni a rischio di estinzione. cosa aspettiamo a portare lì il ns g. Saluti

31 ottobre
Da (Hedrok) M.A. a A.P.
caro A.P., sono M.A. (attento a te, quindi!).
non sei un inviato dell'ansa, che manda dei piccolissimi flashes ai redattori i quali poi scrivono l'articolo! sei un miserabile redattore, come tutti noi, che deve mandare un "pezzo" serio, scritto bene, con la notizia per esteso (nel caso, quali sono questi comuni, i principali almeno, che cosa è la tuscia -perchè in padania non sanno manco che è- perchè rischiano l'estinzione -motivi climatici, occupazionali, ecologici, di collegamento, o...).
non fare lo scansafatiche ostruzionista come sempre!

31 ottobre
Da A.P. a (Hedrok)M.A.

Carissima M.A. (come vedi sto molto attento!), la notizia che vi ho testè inviato non era per farne un articolo per il giornalino; bensì per riprendere quella mia vecchia idea (mai apprezzata da nessuno, per altro) di gestire, amministrare, far sviluppare con le nostre forze un piccolo paese privo di rappresentanti dell'8%. Come dire, un piccolo laboratorio nel quale provare le difficoltà, le soddisfazioni, i fallimenti di un'azione amministrativa che siamo sempre pronti a criticare - giustamente, anche, a parer mio - quando viene portata avanti da altri, dei quali non condividiamo le idee, i mezzi, i metodi.
Questo senza nulla togliere al giornalino, che, anzi, potrebbe essere arricchito da informazioni sull'andamento dell'iniziativa e dalla richieste di proposte e consigli agli eventuali lettori. Insomma diciamocelo: a parlare siamo tutti molto bravi, ma per fare qualcosa di concreto, siamo tutti, o quasi, degli "inutili".
Fammi sapere a giro di posta cosa ne pensi. La Tuscia dovrebbe essere nell'alto Lazio e nella bassa Toscana; almeno credo, puoi, con l'aiuto del tuo capo vedere su internet.
Saluti

31 ottobre
Da LP a Hedrok
cari amici, il calore delle vostre e-mail non mi riscalda, non perchè non siano calorose, solo perchè sono sfoghi solitari che ognuno di noi invia all'altro.
L'era tecnologica ci ha regalato anche questo. Ci scriviamo come si faceva molti anni fa, quando il telefono era ancora da inventare, quando parlarsi per la strada suscitava curiosità e maldicenze, quando incontrarsi in luoghi segreti interessava subito la polizia, quando raggiungere luoghi che ora considereremmo poco distanti richiedeva giorni di viaggio.
In questo momento in cui ognuno è solo ed è subito sera ben vengano le e-mail, soprattutto se potranno essere corroborate da un incontro a breve.
Una piccola osservazione sulla presentazione inviata. Noi non sogniamo un futuro diverso, sogniamo un futuro. Sogniamo un futuro perchè il presente non ci piace, la solitudine ci minaccia attraverso internet, attraverso la televisione, attraverso la carta stampata attraverso le segreterie telefoniche alle quali lasciamo laconici messaggi a cui si risponde con messaggi altrettanto laconici.
Vorrei una bella discussione, come ai vecchi tempi, ma in mancanza di un dibattito serrato - si diceva così, mi pare - ben vengano le nostre e-mail e la nostra parola scritta su un video. Ora che la nostra posta elettronica ha un nome un po' di sinistra, speriamo di avere idee un po' di sinistra.
1 - Sono afflitta dagli spettacoli televisivi. Ho un apparecchio che si collega con cento canali sui quali scorrono immagini vuote e indecorose, quando non si vendono tappeti. Ma che dico, i tappeti si vendono anche sui telegiornali nazionali e regionali e sulle news degli altri canali. E non venitemi a dire che potrei collegarmi con qualche stream o tele+ per moltiplicare la noia.
2 - Ho intravisto uno spettacolo di Bonolis in cui giovani donne più o meno spogliate venivano incuneate in scatole trasparenti piene di insetti per cercare qualcosa che se trovata le avrebbe portate a vincere - penso - danaro.
Perchè non proviamo a discutere di spettacoli propinati a tutti in cui si distrugge l'immagine di ogni essere umano sia essa uomo, donna o bambino. Gli spettacoli da baraccone ci abituano a giustificare qualsiasi nefandezza. L.P.

1 novembre (allegato articolo)
Carissimi
quando usciamo?
vorrei ricevere gli scritti di A.P. e di S.L.. Ce ne sono altri? Con L.P. è difficile colloquiare e mail perchè ancora non è entrata nell'era del computer. Noi però, prima di rivederci e metterci a cazzeggiare, possiamo lavorare insieme rapidamente con e mail.
Chiediamoci: quello che abbiamo scritto interessa? i singoli pezzi disegnano un progetto unitario? a chi ci rivolgiamo? Non chiedo una summa filosofica! basiamoci esattamente sui nostri articoli, eventualmente correggendoli o cestinandoli (la sincerità è necessaria, ma è anche stupido perdere tempo spaccando il capello) e progettandone di nuovi, stimolando nuove collaborazioni.
Vanno bene i miei scritti "Una piccola notizia da Israele" e "Noi e gli altri. Gli immigrati"?
In questo spirito vi mando la nota di Luisa la cui e mail è l.stendardi@katamail.com.
A me sembra che non sia di facile lettura e che occorrerebbe esplicitare maggiormente il punto di vista dei cittadini che hanno rapporto con la PA e si incazzano, spiegando in modo più comprensibile che la strada intrapresa non porta da nessuna parte. (Questo argomento lo abbiamo affrontato, nelle nostre cene, a proposito della scuola, che è un tema ancora più esplosivo, e i nostri punti di vista sono diversi. Ne può uscire una bella discusione con i nostri 23 lettori). E.B. dice che l'art. di Luisa va bene così come è.
Per me, forse, si potrebbe fare una introduzione con cui "apriamo il dibattito", sperando che qualcuno sia interessato.
Ciao

1 novembre
Da S.L. a Hedrok
"come vi avevo preavvertiti, le parodie del b. le ha commissionate il b. stesso (TG5) di ieri sera.
cancellate il link a quel sito."
Questa frase, estratta da un recente messaggio de linutile e il successivo garbatissimo scambio di idee con L.S., costituiscono un buon esempio di ciò che intendo per "brevi e circostanziati". Poche parole, linguaggio comune ad ambedue gli interlocutori, atteggiamento propositivo e costruttivo; si vedano, infatti, le conclusioni alle quali le due parti sono giunte rapidamente.
Mi piace.
C'è purtroppo un piccolo neo: sono stato tenuto al corrente dello svolgersi di un dibattito, del quale ignoravo l'argomento. Il dettaglio è trascurabile, quando lo confrontiamo con i grandi movimenti di pensiero che investono e coinvolgono i contemporanei, ma se uno non guarda il tg5 rimane nel dubbio "che diavolo avrà detto mai Mentana, il ricciolino vociante?". E così stamattina ho deciso di scrivere al cofondatore linutile, per esporgli il mio problema di comunicazione. Non parliamo del cavaliere ritoccato, giusto; parliamo di cose serie, giusto. Ma se uno cita una fonte, dalla prossima volta in poi, un po' per amore di chi legge, un po' per dovere di completezza, si dovrebbero dare gli estremi di ciò che si riporta. Questo anche come etica del sito che andremo a costruire.
Per quanto riguarda me in particolare, se vorrete essere capiti e coinvolgermi nelle discussioni, dovrete fare il riassunto ogni volta che citate un qualcosa della televisione, in quanto io normalmente non la guardo. Ho un apparecchio comprato anni fa in occasione di una visita dei miei suoceri. Poveretti: pioveva ogni giorno e a stare fermi in casa senza fare nulla si annoiavano, così al terzo giorno sono tornato con lo scatolone. Partiti i suoceri, spento l'apparecchio. Non credo che sia un mezzo di informazione quello che si adopera per formare consenso. Per rispondere ad una domanda che mi ha posto recentemente un cofondatore, aggiungo che preferisco leggere giornali, riviste, periodici, fotografie, disegni, depliant, manifesti, murales, testi sacri e sacritesti .... Di tutto, insomma, con i limiti di tempo tipici della società di oggi. Leggere è un'attività che permette di tornare indietro, ripassare una frase, un particolare, approfondire un periodo, riflettere su un asserto. Con il telegiornale, tanto per fare un esempio, non potrei tornare indietro e se mi fermassi a pensare a una frase detta da loro ... perderei quello che dicono mentre penso. E' questo il grande vantaggio (per lorsignori) della televisone e della radio: a meno che non li registri, devi stare attento a tutto quello che dicono, altrimenti ti perdi qualcosa. E se fosse proprio quel qualcosa la parte più importante del tutto? Eppoi la televisione unisce immagini e suoni, cosa c'è di più credibile e di più ingannevole di un'immagine associata a una didascalia?
Mandatemi il riassunto, vi prego.
Non mi pare, adesso, il caso di continuare a parlare del mezzo "televisione" e dell'uso che se ne fa. Però non mi dispiacerebbe ritornare sull'argomento, magari con una breve nota destinata al sito. Per ribadire ed evidenziare cose già dette, certo, ma la ripetizione di cose intelligenti giova.
Aggiungo una piccola, indispensabile, bibliografia delle Cose Già Dette sull'argomento "televisione" (in ordine alfabetico per autore): Giovanni Cesareo e Patrizia Rodi (Il mercato dei sogni. Introduzione alle comunicazioni di massa - 1996), Roberto Faenza (Senza chiedere permesso. Come rivoluzionare l'informazione - 1973), S.L. Laurini (L'arma finale e l'Innominato. Riti, simboli e Miti per l'assenso - 1990), Albert Lauterbach (Communications and individual freedom - 1948) (1948!), Jerry Mander (Four arguments for the elimination of television - 1978), .
Bacioni a tutti!
Esse.

1 novembre
Da Hedrok a S.L.
Manca il mio commento che ti riporto qui sotto:
La pianti di dire (o riferire) stronzate e di guardare i Tg del NEMICO?
G.

1 novembre
Da L.S. a Hedrok (p.c.)
Caro S.L.
la mia lettera ad A.P. e a tutti voi chiedeva di saperne qualcosa di più su quello che A.P. ci diceva del sito su Berluska. Supponevo, poi, che la comunicazione di A.P. non fosse infondata.Confermo che a me non interessa parlare di Berluska, ma va benissimo se qualcun altro lo vuol fare. La proposta di un tuo articolo sulla televisione mi sembra buona.
Intanto perchè non ci mandi l'articolo per il primo numero?
Ciao
L.

1 novembre
Da S.L. a Hedrok
E' una rubrica settimanale tenuta da Dario Fo e Franca Rame.
Potrebbe essere una cosa da tenere in considerazione.
www.buongiorno.it/subscribe/dariofoefrancaramenews.html

1 novembre
Da S.L. a Hedrok
Ho letto lo scritto di Luisa.
Benvenuta.
Ho letto gli scritti di L.S., compresa questa ultima mail.
Mi pare di essere tornato ai tempi eroici di quando fondavamo le prime radio libere che si tenevano in piedi con telefonate, nella speranza di agganciare qualcuno. Alcune sono andate avanti e le ascoltiamo ancora oggi.
E' la stessa cosa che stiamo facendo adesso e che faremo per un po', forse per un bel po' con questo sito.
Per quanto riguarda il contenuto e il livello di quello che proponiamo, io, francamente, non ho delle verità da buttare sul tavolo, dei valori assoluti con i quali stupire e sui quali richiamare l'attenzione di tutti. Se qualcuno di voi possiede queste conoscenze ci illumini, che l'umanità ne ha bisogno. Fo la mia vita di essere industrializzato che cerca di non farsi macinare, ho delle occasioni di felicità, di scoperta, ho dei sospetti, dei dubbi, delle voglie di rivolta, ma non ho il segreto della pietra filosofale. Scrivo per parole e immagini con la speranza di raccontare qualcosa e di gettare un seme. Ma non ho assolutamente la pretesa di proporre argomenti e argomentazioni ineccepibili, stupendamente esposti, e di enorme fascino per le genti. Se qualcuno si ferma a guadare quello che ho fatto mi fa piacere, se qualcuno tira dritto amen, se mi si muovono degli appunti li discuto e li accetto. Ha poche possibilità di essere amato da me, il genio che sfoglia guardando altrove, sbocconcella, leggiucchia. Detesto la superbia.
Mi sono trovato d'accordo con Cosimo Cinieri quando ha detto a me e a Sebastiana Papa, che il nostro compito non è quello di dire cose definitive, ma di provocare reazioni. Si, in effetti è così. Quando qualcuno legge i miei scritti o le mie immagini so di aver fatto qualcosa se quello si sente stimolato a ricercare, approfondire, contrastare. Se si sente stimolato a fare lui, insomma. Si va a vedere una mostra, che so, di pittura, per imparare, altrimenti quale è lo scopo? Che poi, quando sei uscito, mica pretendo che tu diventi un pittore, ma che abbia un po' più di gusto per gli accostamenti cromatici, perché no?
Lo scritto di Luisa pone sul tappeto un problema di non poco conto: manager o dipendenti? Consulenti o effettivi? E perché non potrebbe essere un bell'argomento di dibattito? perché no? Evidentemente Luisa lavora nel settore, o se ne interessa a vario titolo. E' comunque un'esperta della materia. E' chiaro che ha saputo quali argomenti toccare e quali porre in evidenza. Ben vengano cose fatte in questa maniera.
Gli scritti di L.S. vanno bene. Lui ha individuato un settore attualmente di suo interesse e su quello ci dice la sua, ci porta informazioni che non è facile reperire, cerca di stimolare la collaborazione di tutti. La stessa cosa vale per Luisa, circostanziata quanto basta e giustamente "sulle generali" perché non è questo il momento di approfondire, ma casomai, ripeto, di provocare una riflessione. Non vi piace la parola? Allora scrivete "suscitare". Da parte mia non cambia il concetto.
Stiamo mettendo della carne al fuoco, possiamo cominciare a pensare alla struttura del sito che però, al momento, mi sembra prematuro definire in una veste compiuta. Perché la carne è poca e di tagli molto diversi. In questi casi è necessario aggiungerne un po', almeno per poterla definire arrosto misto. Anche di spezie.
Insomma: spero che non sia un sito frequentato solamente da gente triste e barbogia con grandi idee in testa, qualche verità piegata in tasca e tante parolone in bocca. Il film "Lettera aperta a un giornale della sera" ne ha già parlato diffusamente. Non mi va di fargliene fare un altro.
Che dici, A., A.P, E.L., E.B., M.A., L.P., M.P., M.A. (potenza del nome di battaglia: si viene citati due volte e si deve lavorare il doppio!) ci fai avere qualcosa di tuo o di tramite tuo?
Esse
Love to all.

1 novembre
Da S.L. a Hedrok (p.c.)
L.S., è passato del tempo hai ragione, ma ribadisco che QUESTO era ed è tuttora il mio "articolo per il primo numero" (inviato il 05 ottobre/2000). Perché no, se nel frattempo lo stato delle cose (grazie Wender!) non mi ha fatto cambiare idea? Bacioni
Esse

1 novembre
Da S.L. a Hedrok
Personale inter nos.
Aspettiamo ancora un po' a fare sto sito. C'è qualcosa che non mi convince nell'entusiasta e incontenibile furore creativo dei suoi fondatori e redattori. Non lo so mica se alcuni giga di memoria del server ci basteranno per metterci dentro la roba che abbiamo generato finora.

2 novembre
Da Hedrok a S.L.
Crescete e moltiplicatevi, che io moltiplicherò i pani e i pesci....
G.

2 novembre
Da A.P. a Hedrok
Tenete presente che il mio indirizzo e-mail è esclusivamente il seguente:
linutile@inwind.it
non deve essere utilizzato nessun altro
Mi è piaciuto lo scritto di esse e mi ha fatto pensare, però, che contrariamente a quanto scrive il ns amico, r. dovrebbe utilizzare + completamente la propria moglie. Deve apparire una coppia felice, con figli felici, altrimenti a cosa serve copiare gli usa?
Tenete conto che nè il b, nè il f. possono fare altrettanto; la famiglia! questo il vero punto di forza del ns.
Tutto sommato la signora p non è del tutto brutta e dovrebbe sforsarsi x apparire anche simpatica, farsi vedere in società con altre signore importanti e simpatiche.
Ho passato 1/2 giornata in periferia (ad Ottavia), non è così squallida, almeno a prima vista, come la descrivono e, sopratutto, non è irrecuperabile, come dicono quelli che abitano al centro. Ho visto solo una sazione di an. Quando vogliamo cominciare ad investire anche lì in servizi, mobilità ed altro?
Con i finanziamenti x il giubileo sono riusciti a costruira una mega chiesa anche a (pensa tu!) Monte Livata, ma x la periferia romana praticamente nulla: nè parcheggi, nè strade, nè corsie preferenziali; a parte, e questa è stata cosa buona, il treno dove arrriva.
Vorrei conoscere il parere di qualcuno che non abiti a piazza di spagna o a prati.

2 novembre (allegato appunto)
Da L.S. a Hedrok
Vi mando questi punti sulla pace in Palestina presentati sul Manifesto da un pacifista israeliano.
1) Mi chiedo: sono palloso? Risposta: é uno sporco lavoro ma qualcuno deve pur farlo.
2) Perchè prendo sempre dal Manifesto? Risposta: allora trovate voi qualcosa di buono sulla Palestina (ed il resto) sul vostro "La Repubblica".
Un abbraccio a tutti
L.
PS. sabato 11 c'è la manifestazione (da Ds a PRC) per la Palestina e per il sostegno alle forze di pace israeliane. Io sono andato a tutte le manifestazioni, fino ad Ocalan compreso. Spero di trovare la forza di andarci anche questa volta. Piano piano, a braccetto con E.B. può darsi che ce la farò. E voi?

2 novembre
Da A.P a Hedrok
la L.P. ha problemi con l'apertura degli allegati, potresti rimandarglieli in modo diretto?
io non ho ben capito qual'e' il suo e-mail, si è inserita una nuova L.P., o sbaglio?

2 novembre
Da A.P. a Hedrok
stai lavorando al web?

3 novembre
Da Hedrok a A.P.
Si, purtroppo
G.

3 novembre
Da L.S. a Hedrok
Caro A.P.
l'11 ci sarebbe a Roma la manifestazione per la Palestina. Il dovere chiama ma... le forze mancano e la testa è altrove. Ne riparliamo...
Ho letto i tuoi suggerimenti per r. e signora. Non si potrebbe farne una rubrica che li accompagni per tutta la campagna elettorale? Con le gaffes di r. ci sarebbe molto da ridere!
potreste lavorare anche in coppia, come i grandi umoristi; tu e S.L. o tu e G..Così ci consoliamo!... ma la proposta è seria.
O in alternativa dei flash da piazzare qua e là nel giornalino.
Caro G., ritiro quello che ho detto. Scrivi qualcosa di cattivo e, magari, di molto divertente su B; forse lo possiamo far diventare un personaggio dei fumetti e lo mandiamo a Cartoonia.
Caro S.L., hai ragione; ci vuole un pò di sale ed un pò di pepe per il nostro arrosto misto.
Care M.A.,E.B.,E.L.,L.P., state al balcone a vedere cosa combiniamo?
Caro M.P., il tuo distacco filosofico e un pò surreale sarebbe un bel controcanto per questa impresa!
Ciao
L.

3 novembre
Da S.L. a Hedrok
Non mi sono spiegato.
Volevo dire che qui non si sta facendo un cazzo di costruttivo.
Anche se c'è qualcosa più di nulla.
Esse

3 novembre
Da Hedrok a S.L.
Ti eri spiegato benissimo. Sto lavorando come un cane per mettere in line un fac-simile del giornalino, in attesa di K. che, disgustata dai miei sforzi, ha promesso per la prossima settimana un logo e la prima pagina. Spero che vedersi in rete sia da stimolo per chi fa e soprattutto per chi non fa.
G.

4 novembre
Da L.S. a Hedrok
Cara Luisa, G., A.P., S.L.
se non lo avete già fatto collegatevi al sito pacifista israeliano www.gush-shalom.org . Uri Avnery leader di Gush Shalom ha scritto l'articolo del Manifesto di cui ho fatto una sintesi.
Come vedete, con una buona conoscenza dell'inglese o dell'ebraico possiamo fare a meno del Manifesto!
Ciao
L.
4 novembre (allegato articolo)
Da L.S. a Hedrok
Ho modificato la prima bozza sostituendo il link con il Manifesto con quello con Gush Shalom.(vedi allegato)
Poi ho inserito il primo periodo in cui Uri Avnery parla della politica sugli insediamenti, che avevo stupidamente tralasciato.
Ciao
L.

4 novembre
Da Hedrok a L.S.
Ottimo
G.

4 novembre
Da S.L. a Hedrok
Inserirei anche una rubrica, di periodicità incerta, dal titolo "la rana che salta" con pezzi firmati proprio "la rana che salta".
Senza nomi. Ci metterei cose tipo quello dei gruppi che ho mandato oggi, o quello delle formiche (mettili da parte e pubblicali uno alla volta, che sono merce preziosa). Cose che le rane bollite considerano strane. Il nome dell'autore è bene che non sia pubblicato, perché il giorno che mi rompo i coglioni e mando tutto a cagare, qualcun altro può prendere il mio posto senza che nessuno lo sappia.
Baci baci
S.L.

4 novembre (allegato articolo)
Da S.L. a Hedrok
Personale
Questo lo metterei a cappello della prima pagina oppure della pagina "la rana che salta"
Lo mando solo a te perché potrebbe essere una bella sorpresa per gli altri.
Kiss Kiss

4 novembre
Da Hedrok a S.L.
Ottimo
G.

4 novembre (allegato articolo)
Da S.L. a Hedrok
Questo è un altro.
Affettuosamente,
Esse

4 novembre
Da Hedrok a S.L.
Ottimo e abbondante, ma da sviluppare e concludere
G.

4 novembre
Da S.L. a Hedrok
Questo è un altro ancora.
Fino a Natale sto bene.
Non perdeteli, che un giorno li rimpiangerete ... :-).
Bacioni.
Esse

4 novembre
Da Hedrok a S.L.
Manca l'allegato.
Anche il grande Omero qualche volta dormitat

4 novembre
Da S.L. a Hedrok (allegato articolo)
Questo è quello che mi farà star bene fino a natale. Non perdeteli, che un giorno li rimpiangerete ... :-). Bacioni. Esse
4 novembre
Da Hedrok a S.L.
Molto bello. Io, però, sono ateo. Anche dio è ateo G
4 novembre
Da S.L. a Hedrok
Perché continuate a chiamare giornalino questo sito? l'esperienza di parrocchia ha lasciato dei segni così profondi?
Buon lavoro e Bacioni gratis
Esse

4 novembre
Da Hedrok a S.L.
"giornalino" (con la minuscola) mi piace perché esprime la giusta miscela tra autoironia e impegno; il mio referente non è la parrocchia ma il Vamba, tuo conterraneo, del Giornalino di Gian Burrasca (testo altamente educativo, a differenza del melenso Pinocchio)
G.

4 novembre
Da S.L. a Hedrok
Dato che i tuoi soci hanno un elevatissimo standard produttivo, penso che qualcun altro dovrà sostenerti, almeno finché non si rompe, lavorando anche per gli altri. La storia si ripete. Siete proprio sicuri di ...
Facciamo che per far vedere che siamo in tanti, alcuni interventi li firmerò "la rana che salta" (quelli tipo le formiche e i gruppi), altri "ungerade" (quelli tipo l'ultimo su rutelli e berlusconi e quelli pubblicati su hedrok).
Che dici?
Slap
S.L.

5 novembre
Da Hedrok a S.L.
Ho messo in line una versione provvisoria del giornalino; molte pagine hanno solo il titolo; la pagina "Come nasce un giornalino" è da strutturare, e non abbiamo ancora il dominio con il nome.
Potete ammirare il mio lavoro al seguente indirizzo:
hedrok.com/giornalino
Venerdì 10 alle ore 7,30 (senza ritardi) riunione di redazione con il web master (K.). Seguirà cena.
Ciao
G.

(continua...?)
a cura di hedrok@unpodisinistra.it


INDICE


(in archivio dal 5 gennaio 2001)
Presentazione

Un gruppo di amici che si conoscono da anni e che hanno in comune esperienze, presenti o passate, di sinistra, non può che riunirsi ogni tanto attorno ad una tavola, chiacchierare della vita di tutti i giorni, scambiarsi impressioni su "come vanno le cose" di questo mondo, raccontarsi dei cani, dei figli, dell'ultimo libro letto o dell'ultimo film visto, motteggiare sull'ultima alzata d'ingegno dei luminari della Confindustria e della destra o dell'ultima delusione piovuta da "sinistra". E' inevitabile che la conversazione si incentri su temi politici o, per sfuggire ad una politica ridotta a teatrino, sul sociale.
Così facciamo noi, partendo da argomentazioni e da punti di vista diversi, ma non incompatibili e avendo in comune una radicata avversione per la omologazione dei pensieri e delle idee propugnata dalla destra nostrana.
Se, dopo trent'anni che ci vediamo, siamo ancora a parlare di questi argomenti, è perché siamo convinti che le nostre ideologie di trent'anni fa non sono morte. Non abbiamo perso la speranza e la voglia di batterci per quello che riteniamo giusto. Non vogliamo che il sonno delle ideologie generi mostri.
Ma batterci come? All'interno di questi flebili fantasmi di partito, intimoriti dal loro passato e incapaci non solo di progettare, ma anche di sognare un futuro diverso? Mettendoci a predicare su una sedia in qualche Hyde Park casareccio? Scrivendo lettere ai giornali e slogan più o meno cretini sui muri? Incollando manifesti sui cassonetti dell'immondizia?
No. L'amico più tecnologico, quello che fa sfoggio delle proprie conoscenze sui ritrovati dell'industria del consumismo, ci ha fatto una proposta: mettiamo un sito in rete, facciamo una stanza ad ingresso libero, in questo oceano di stanze; troveremo, ha detto, altri inguaribili sognatori e romantici come noi che vorranno entrare e partecipare alle nostre discussioni, rendendole più ricche e più utili.
Ma perché definirci "inguaribili sognatori"?
E' necessario appropriarci della realtà di oggi: i nuovi lavori, la crisi delle attuali strutture organizzative (sindacati, partiti ecc), i "cantieri sociali" in cui la sinistra plurale tenta di riorganizzarsi, la povertà crescente in tutto il mondo, la società multietnica ed il dilagante razzismo, il fascismo che rinasce nella cancellazione della memoria.
Il nostro gruppo di lavoro si è già allargato e si allargherà via via per recepire le nuove competenze che gli sono necessarie.
Riteniamo essenziale, fra l'altro, e chiediamo il contributo dei giovani che, vivendo i nuovi lavori e la nuova socialità, tentano di organizzarsi in forme nuove.
Forse qualcuno sta già facendo qualcosa del genere, o sarà invogliato a farlo. Meglio, perché saremo un po' di più. Non voci solitarie, ma coro. Facciamole circolare le nostre idee. Abbiamo bisogno di idee, di progetti, di iniziative. Abbiamo bisogno di un po' di sinistra.
hedrok@unpodisinistra.it

INDICE