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San Luigi Scrosoppi è il primo santo friulano dopo 1200 anni.
L’ultimo fu il santo patriarca Paolino di Aquileia, morto nell’ 802. San
Luigi è anche il primo santo della famiglia filippina, dopo san Filippo Neri.
Fondatore delle Suore della Provvidenza, Luigi Scrosoppi ha attraversato da
protagonista tutto l’800. Nato a
Udine nel 1804, terzo di tre fratelli viventi, fu il terzo sacerdote della
famiglia. Carlo, il primo, nato dal primo matrimonio della mamma Antonia
Lazzarini con Francesco Filaferro morto esule a Klagenfurt, dopo essere
entrato in seminario, si fa filippino. Giovanni Battista, nato dal matrimonio
con Domenico Scrosoppi, un orefice udinese, entra anch’egli in seminario e i
fa sacerdote diocesano. |
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In Friuli carestia, fame e malattie e guerre contrassegnarono
gli anni 1813 -1817 Annate agricole andate a male, neppure il
"sorgo rosso", afta epizootica, carestia in montagna, piogge
continue nel 1816, cambio di guardia tra francesi e austriaci, vaiolo e tifo
nel 1817 che soltanto a Udine fecero 2mila vittime su 17mila abitanti. Un
filippino, p. Gaetano Salomoni, apre a Udine la "Casa delle
Derelitte", sotto la protezione della Vergine e di s. Gaetano da Thiene,
il santo della Provvidenza. Vi raccoglie ragazzine orfane o poverissime o
abbandonate: dà loro da mangiare e da vestire, insegna a leggere, a scrivere
e a far di conto, oltre che a ricamare e cucire. Sono 19 le prime, nel
’17 diventano già 40, hanno meno di 12 anni. Sarte e ricamatrici sono le
prime "maestre" volontarie friulane: Sandra Marpillero da Venzone e
Margherita Gaspardis da Sevegliano. Nel 1819 padre Carlo viene chiamato a
dare una mano come economo, divenendo nel ’22 direttore. Dopo don Giovanni
Battista Bearzi di Udine, nel 1929 viene nominato vicedirettore don Luigi. |
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Non era facile portare avanti la casa in quegli anni né dar
sostentamento alle ragazze. Già da chierico p. Luigi si era fatto mendicante per
le strade del Friuli, per dare una mano al fratello. Ma, dopo che di fatto la
direzione della casa passò nelle sue mani, le entrate si consolidarono.
Certo, per merito della Provvidenza, in cui sempre p. Luigi ebbe una
fede incrollabile, ma anche per sua iniziativa: col carretto percorse molte
vie di paesi friulani, raccogliendo offerte e generi alimentari. Furono
centinaia e centinaia le ragazze soccorse dalla casa, cui vanno aggiunte
anche le giovani che vennero raccolte nella Casa del Provvedimento, cui pure
veniva assicurata non soltanto un’educazione umana e religiosa ma anche un
avviamento professionale, di modo che potessero affrontare la vita con
dignità. E’ lo stesso p. Luigi, insieme alle sue collaboratrici, poi suore
della Provvidenza, a impartire lezioni di catechismo ma anche di astronomia
oltre che di geografia e storia. La Provvidenza è la compagna fedele di p. Luigi il suo riferimento ultimo e sicuro. Mentr’era in vita il fratello Carlo, amatissimo e stimatissimo, p. Luigi operava nell’ombra, efficiente nella conduzione della casa, vero animatore sociale e spirituale del gruppo di donne che si erano raccolte attorno all’opera come volontarie. E’ con primo nucleo di 9 donne volontarie che nel 1845 ha inizio la storia delle suore della Provvidenza. Prime semplici e generose le prime collaboratrici, totalmente votate a Dio e al prossimo. Così vuole le "sue" suore, strumenti docilissimi della Provvidenza. E valorizzazione piena della loro femminilità. Non padre-padrone delle suore, ma loro umilissimo "servo", così come volle esserlo dei poveri e degli ammalati. A tal punto servo, da fare l’ultimo noviziato, quello per il Cielo, poco prima di ammalarsi e morire nel 1884, sotto la direzione di una suora. E voleva che fossero coraggiose: fuori per la strade di Udine nel 1848, quando infuriavano l’assedio e il bombardamento austriaci, a soccorrere i feriti e non importa di quale parte. Fuori per le strade del Friuli, nel 1855, quando imperversava il colera e i poveri morivano come mosche. |
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La
casa aveva una «direzione interna», formata dalla superiora e da quattro
suore chiamate «anziane». La «direzione esterna», invece, era costituita dal
presidente - che per statuto doveva essere l'ordinario diocesano -, dal
vicepresidente - ancora per statuto il podestà di Udine -, dal segretario e
da sei protettori e sei protettrici: questi ultimi dovevano venire mutati in
parte ogni due anni. Ma la guida e la responsabilità della casa erano
principalmente affidate a due sacerdoti: il direttore, di nomina vescovile,
ed il vice-direttore, scelto dal direttore e confermato dal vescovo, quale
presidente. Fondazioni
e centri creati da Padre Luigi
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Madre Cecilia Piacentini
Madre superiora a partire dal 1880. E’ la “figlia” che eredita e
dirige la congregazione dopo la morte di padre Luigi. La morte del fondatore lascia un
grande vuoto nel cuore della congregazione. Passato il primo momento di smarrimento
le suore sentono il peso, ma anche la forza dell’eredità di p. Luigi. Alla
luce delle “regole”, che sono l’eredità spirituale dal fondatore, inizia il
loro cammino sotto la sapiente e amorevole guida di madre Cecilia e nel
avvicendarsi di grandi e ispirate Madri si arriva alla celebrazione del primo centenario della congregazione nel
1945 che vede a capo della congregazione, con oltre 1400 suore impegnate in
ben 92 “case”, Adele Dulgan, Madre Agnese del Crocifisso. Oggi le suore, nonostante i tempi avversi, sono oltre 800 e operano in tutte le parti del mondo dove la Carità e la spiritualità del fondatore chiama. |
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Le Suore della
Provvidenza continuano il messaggio di totale affidamento a Dio e di
incondizionato amore ai poveri, ai bambini e agli adulti, agli ammalati, agli
anziani e alle famiglie povere. In Italia, in Brasile, in Uruguay, in varie
parti dell’Africa, in India, in Bolivia, in Romania e in Birmania. Continua
l’opera di padre Luigi, nell’umiltà di un fedelissimo servizio quotidiano
delle sue "fiutis" (figliolette), come lui amava chiamare in
friulano le sue suore. San Luigi è oggi più che mai vivo nell’amore evangelico
che sospinge le Suore della Provvidenza a travalicare le nuove frontiere
della sofferenza di quest’umanità inquieta, la testimonianza più vera per la
nuova evangelizzazione, che per il santo friulano aveva un nome solo e un
unico metodo: "Carità, carità, salvare anime e salvarle con la
carità". Attualmente
la congregazione, composta da più di 800 suore, è divisa in province ognuna
delle quali fa capo a una “madre superiora”; la direzione dell’intera
congregazione è affidata alla “madre generale”, funzione che ora è affidata a
suor Irmarosa che risiede ed opera nella casa generale di Roma. Grande impegno e grandi energie sono richieste per l’opera spirituale di “carità” delle nostre suore. Grande è anche la chiamata affinché ognuno di noi sappia essere missionario e piccolo ingranaggio nel progetto di salvezza a cui tutti siamo chiamati |