Francesco
Chinnici
Se
le cose più belle sono quelle che abbiamo donato e che continuiamo
a donare, le foto di Francesco Chinnici (nato a Palermo nel 1950)
fanno certamente parte di questo repertorio. E' autore di una vasta produzione raccolta negli anni con
occhio fluido, competente, partecipe e di dilatata
spiritualità.
Dalle
foto-documento d'impegno sociale nei quartieri palermitani di Ballarò-S.Chiara
alle foto di paesaggio sullo sfondo di uno splendido orizzonte
isolano ed ai più recenti lavori in forma di ritratto, Francesco
Chinnici nobilita il senso della comunicazione fotografica. L'osservazione
ci rimanda ad una passione versatile ed intuitiva, pronta alla
carezza, intessuta di quotidiana poesia, sollecita alla bellezza cui
non sa rinunciare.
Fabrizio
Uliana
Nasce nel 1954 a Roma dove vive fino al 1969, quando si
trasferisce con la famiglia a Treviso e abita in questa cittadina
del Veneto fino al 1974.
Risiede
e lavora a Venezia con la moglie Loredana e Pallina (gatta soriana),
dal 1995. Si è sempre interessato ai diritti civili e si occupa di
progettazione, realizzazione e organizzazione di servizi sociali.
Dopo
un lungo periodo, nel 1998 ha ripreso a fotografare per merito del
Circolo fotografico “La Gondola” di Venezia, e ne diventa socio.
Nel
2001 realizza “C’è qualcosa che non va …” che presentato in
varie città, sta riscuotendo apprezzamenti da parte del pubblico e
della critica.
Giliola
Vesentini
Fotografa
e viaggiatrice di ricerca, negli anni '80 inizia il suo rapporto di
collaborazione con associazioni dell'America latina.
Per
più di un decennio ha lavorato in Brasile, anche con
istituzioni governative. Vive attualmente a Caprino Veronese.
Le
sue foto, presenti in numerose mostre, accolgono tutta
l'intensità del colore e ci informano della leggerezza del
sentimento.
Gian Butturini
Ha
pubblicato oltre 30 libri dei quali si ricordano: “London by Gian
Butturini, 1970” – “Cuba 26 luglio, 1971” –
“I
Metalmeccanici, 1973” – “L’Informazione negata, 1980” –
“C’era una volta il muro, 1991” – “La terza età non
esiste, 1992” – “Il sogno del Chiapas, 1998” –
“Incontrando l’umanità, 2002” – “Pietra su pietra,
2003”.
Della
filmografia si menzionano: “Crimini di pace (le morti bianche),
1975”: 1° premio al Festival Internazionale di Mosca. Biennale di
Venezia.
“Il
mondo degli ultimi, le lotte contadine, 1980” Premio della giuria
internazionale diretta da Elio Petri (il film è stato acquistato da
RAI 3).
“Intervista
a Tonino Guerra, 1980”.
RAI,
1985 “C’era una volta la prima Repubblica – di Sergio Zavoli,
inserto Strage di Bologna.”
“I
Mastroianni, con Umberto e Marcello Mastroianni, 1990”.
Lorella
Gottardi
Nata nel 1960 risiede a Castelgoffredo
(MN). La passione per la fotografia sviluppatasi nei primi anni
ottanta la vede ancor’oggi seguire un’incessante ricerca
stilistica, connotata da un vibrante impatto emotivo.
Il
colore, sullo sfondo di primissimi piani, è la cerniera di un
dialogo tra giovani ed anziani, rivisitati in questa mostra senza la
retorica dell’assistenzialismo, colti nella positiva fierezza e
nella dignità.
Pensiero
sociale e sentimento poetico dunque, fusi nella sequenza di una
storia fotografica ancora attuale (le foto risalgono al 1998 ed
hanno per protagonisti gli anziani della Casa di riposo “Il
Gelso” di Castelgoffredo che ospita permanentemente l’intero
ciclo di ritratti).
Ernesto
Romano
Ha
studiato regia, sceneggiatura e tecniche di ripresa presso il
“Laboratorio Cinema ‘87” di Roma e si è laureato in Filosofia
all’Università “La Sapienza”. E’ autore di cortometraggi e
spot pubblicitari dei quali ha composto la colonna sonora. Ha
realizzato reportage fotografici in Africa, in Sud America e in
occasione di eventi come le manifestazioni
per Israele, per la Palestina e il G8 di Genova (con cui ha
partecipato al libro bianco ed al cd-rom di testimonianze).
Ha
realizzato una personale a Roma e collettive in Sicilia, Calabria e
Brasile. Partecipa alla Collezione per il Castello di Aci-Museo dei
giovani artisti di Catania.
Salvatore
Ragonese
Nato
a Palermo, ha iniziato lo studio del canto presso i conservatori di musica di
Palermo e poi di Mantova, consolidando la sua tecnica e preparazione musicale
con maestri autorevoli quali E. Campogalliani e A. Pola. Ha debuttato nel 1988
al Teatro Giglio di Lucca, interpretando come tenore il ruolo di Rodolfo nella
Bohéme di Puccini, continuando la sua carriera in prestigiosi teatri quali:
Deutsche Oper di Berlino,
Opéra di
Montecarlo, Opera
House di Sydney,
Royal
Festival
Hall di Londra, Regio di Torino, Teatro Massimo di Palermo, Comunale di
Firenze…e interpretando ruoli da protagonista in opere quali Tosca, Bohème,
Madama Butterfly, Traviata, Simon Boccanegra, Fedora, Carmen, ecc.
Recentemente si è dedicato anche all’attività didattica come docente di
canto presso i Conservatori di Musica di Como e Palermo.
Non
è raro che Salvatore Ragonese in quanto artista, sia attratto ed indaghi
anche la dimensione visiva, in accordo alle proprie esigenze rappresentative.
Il far coesistere molteplici interessi è in corrispondenza con il dilatamento
della personalità dell’autore e con le esperienze che incidono in lui
passaggi di variabile sonorità.
Un
invito ad essere coristi tutti, della medesima performance non soltanto
artistica ma anche sociale.
Khalid
Rhofir
E’
nato nel 1958 a Ben Slimane (Marocco): una terra la sua, verso la
quale presta attenzione soprattutto per gli sviluppi politici.
Appassionato
di arte, musica e letteratura ha fotografato durante i suoi numerosi
viaggi intercontinentali, una variegata rassegna di realtà sociali
coniugando la testimonianza della rappresentazione con una rara
sensibilità poetica.
Autore
di quaderni e di raccolte diaristiche ha sviluppato in anni recenti
una produzione letteraria densa di aspirazioni contemplative.
F
O T O G I O R N A L I S M O
Rispetto
a tutte le forme di comunicazione, la fotografia rappresenta il
veicolo informativo più completo per trasmettere, in sintesi
visiva, testimonianze, emozioni ed affetti ad un pubblico
eterogeneo. La sua forza scaturisce dalla particolare capacità dell’immagine
di coinvolgere il destinatario offrendosi come esperienza
indiretta, e quindi, chiamando in causa non solo qualità sensoriali, ma anche
e soprattutto associazioni di idee, stratificazioni della memoria e reazioni
emotive.
A
livello semantico, infatti, ogni fotografia, non è mai il risultato
dell’unica e determinante volontà dell’autore, ma si colloca sempre ad
un’interessante incrocio tra l’interpretazione di chi fruisce e
l’intenzionalità del fotografo.
Il
fotogiornalismo nasce dalla fondamentale esigenza di informare, comunicando, e
costituisce il trait-d’union tra l’immagine dilettantistica, che intende
ricordare all’autore un momento della sua esistenza, e l’immagine
artistica che, esprimendo concetti astratti e stati d’animo non
rintracciabili nella realtà visiva comune, tenta di elevarsi al pari delle
forme d’arte cosiddette nobili.
La
fotografia giornalistica basa i suoi assetti sulla referenzialità
dell’immagine ed è tanto più efficace, quanto più ci manifesta in modo
inequivocabile il concetto che intende veicolare, ma, allo stesso tempo,
riesce ad aprirsi a significati ulteriori.
Francesca
Chiara Della Monica
da
“L’immagine della guerra del Vietnam in alcuni periodici coevi”
Studio
A2 mostre – Brescia '96
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