I Grandi dicono che...

                                                                                                                                                                                               

 

 

 

Aggiornato al  Dicembre 2003

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Animal Liberation, Apollonio di Tiana

San Basilio, Henry Beston, La Bibbia

  Mario Canciani, Guido Ceronetti, Charlie Chaplin, Colette, Jacques Yves Cousteau, Pietro Croce

 Fiodor Dostojevsky,

Empedocle, Einstein

 Diane Fossey,  San Francesco, Erich Fromm

  Gandhi, Garibaldi, Giovanni Paolo II

 Cardinale Alberto Iniesta Cano

  Lamartine,Leonardo da Vinci, Leopardi ,Doris Lessing, Papa Luciani

  Pietro Martinetti, Louise Michel, Linda McCartney

 Friederich Nietzsche

Ovidio

Pitagora,   Edgar Alan Poe, Porfirio di Tiro, Plutarco

  Henry S. Salt, G. B. Shaw, Albert Schweitzer, Jsaac Bashevis Singer, Mary Sommerville

René Thom, Duccio Tessari, Henry Thoreau

Elémire Zolla

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" A frequentare un gatto si rischia di diventare migliori"

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" La qualità della vita umana richiede la libertà per gli animali come del resto richiede la libertà per l'uomo stesso"

Jacques Yves Cousteau

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"Fin da giovane ho smesso di mangiare carne, e ritengo che verrà  un tempo in cui considereremo l'uccisione di un animale con lo stesso biasimo con cui consideriamo oggi quella di un uomo"

 

"L'uomo ha grande discorso, del quale la più parte è vano e falso. Gli animali l'hanno piccolo, ma è utile e vero. E' meglio la piccola certezza che la grande bugia."

 

Il più piccolo felino è un capolavoro.

Leonardo da Vinci                                                                        

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" O Dio, aiutaci ad amare tutte le cose viventi, i nostri piccoli fratelli cui Tu hai dato questa Terra come casa assieme a noi. Possa l'uomo rendersi conto che essi non vivono soltanto per lui, ma per se stessi e per Te, ed amano la dolcezza della vita quanto noi e Ti servono meglio di quanto facciamo noi".

San Basilio, vescovo di Cesarea, 370 d.c.

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"Se uno diventasse malato e un medico gli prescrivesse un brodo di carne, allora io non sarei disposto a chiamarlo vegetariano. Un vegetariano è fatto di un materiale più forte. Perché? Perché si tratta della costruzione dello spirito e non del corpo".

 

" Sento che il progresso spirituale ci porterà, prima o poi, a non uccidere altre creature, per soddisfare i nostri bisogni materiali".

 

" Secondo me la vita di un agnello non è meno preziosa di quella di un essere umana. Io sarei riluttante a sottrarre la vita di un agnello per il beneficio del corpo umano. Io sostengo questo: più una creatura è indifesa, più ha diritto alla protezione dell'uomo dalla crudeltà dell'uomo".

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" Non mi oppongo al progresso della scienza come tale. Al contrario, lo spirito scientifico occidentale suscita la mia ammirazione, e se questa ammirazione è limitata, lo è perché lo scienziato dell' Occidente non si cura più delle più umili creature di Dio. Aborro la vivisezione con tutta l'anima. Detesto l'imperdonabile strage della vita innocente in nome della scienza e della cosiddetta umanità, e ritengo che non abbiano nessuna importanza tutte le scoperte scientifiche macchiate di sangue innocente. Se non si fosse potuto scoprire la legge della circolazione del sangue senza ricorrere alla  vivisezione, il genere umano avrebbe potuto farne a meno. E vedo chiaramente spuntare il giorno in cui l'onesto scienziato dell'occidente porrà dei limiti ai metodi odierni di conquistare il sapere. (da "Antiche come le montagne")

 

"Non voglio vivere a prezzo della vita, sia pure la vita di un serpente"

 

Gandhi

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" La Genesi ci mostra Dio che soffia nell'uomo il Suo alito di vita. C' è dunque nell'uomo un soffio, uno spirito che assomiglia al soffio e allo spirito di Dio. Gli animali non ne sono privi".

Giovanni Paolo II

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" Al fondo della mia rivolta contro i potenti trovo, più antico, il ricordo delle torture inflitte alle bestie... e più l'uomo è feroce verso la bestia, più è carponi davanti agli uomini che lo dominano".

Louise Michel (1830-1905 rivoluzionaria francese)

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" La vivisezione è una cosa ignobile, e se va bene la vivisezione va bene anche Mengele e i campi di concentramento nazisti"

Duccio Tessari (regista)

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" La vivisezione è un abominevole peccato"                 BEAGLE.JPG (4525 byte)

Albert Schweitzer

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Pitagora  "tanto aborriva da uccisioni e uccisori che non solo si asteneva dal mangiare essere viventi, ma neppure si accostava a macellai e cacciatori"

Porfirio di Tiro , Vita di Pitagora

 

"Per puro capriccio, per dissolutezza, l'uomo crudelmente uccide, nei giochi, nei campi di caccia, nei nostri circhi, un gran numero di innocenti vittime. Questi passatempi hanno rinforzato il gusto della distruzione e tutti gli istinti selvaggi, mentre contemporaneamente sono stati soffocati e completamente eliminati gli istinti di pietà e di umanità".

Porfirio di Tiro (233-305)

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"Quando si conoscono i gatti, quando si è passata una vita insieme ai gatti, quel che rimane è un fondo di sofferenza, un sentimento del tutto diverso da quello che si deve agli umani, un misto di dolore per la loro incapacità di difendersi, di senso di colpa a nome di tutti noi"

Doris Lessing (scrittrice inglese)                              igrand2.jpg (2189 byte)      

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 Nella 'Genesi", l'uomo viene creato vegetariano. Dopo aver fatto Adamo ed Eva, in Genesi 1:29 Dio parla e dice: Ecco, io vi do ogni erba che fa seme sulla superficie di tutta la Terra, ed ogni albero fruttifero che fa seme; questo vi servirà di nutrimento...Non ci sono dubbi. gli animali sono esclusi dal regime alimentare dell'uomo. La Bibbia dice anche quando  Dio autorizza gli uomini a diventare carnivori. Dopo il Diluvio. «E Dio benedisse Noè e i suoi figlioli e disse loro: 'Crescete, moltiplicate e riempite la Terra. E avranno timore e spavento di voi tutti gli animali della Terra e tutti gli uccelli del cielo. Essi sono dati in poter vostro con tutto ciò che striscia sulla terra e con tutti i pesci del mare. Tutto ciò che si muove ed ha vita vi servirà di cibo; e vi do tutto questo come l'erba verde». L'uomo da quel momento potrà mangiare carne, ma il prezzo da pagare sarà la paura che gli animali avranno di lui. l'innocenza e l'idillio dei cosmo stabiliti con la creazione sono definitivamente perduti. E nella Bibbia si affronta anche la preoccupazione che l'alimentazione vegetariana sia inadeguata: quando Nabucodonosor conquista Gerusalemme, Daniele è tra quelli che vengono deportati a Babilonia. Non per finire in un campo di concentramento, ma per stare nel palazzo del re, essendo giovane, colto e di bell'aspetto. il regime alimentare è a base di carne e vino. Daniele e alcuni suoi amici chiedono però di poter mangiare invece legumi e acqua. Il responsabile all'inizio rifiuta: se i giovani a lui affidati deperiranno, sarà punito. Daniele dice: facciamo un prova, poi giudicherai. Passato il periodo di prova, arriva il giudizio: -Essi avevano miglior aspetto ed erano più grassi di tutti i giovani che avevano mangiato le vivande dei re. Come volevasi dimostrare.

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" Se i mattatoi avessero le pareti di vetro tutti sarebbero Vegetariani"

Linda McCartney

 

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La seguente lettera è giunta da un carro bestiame.

Mezzo secolo fa, da altri carri, i deportati lasciavano cadere foglietti con messaggi su cosa stava loro accadendo, sperando che qualcuno li raccogliesse e li facesse arrivare a destinazione.

Vogliamo raccogliere il foglietto di oggi?

Morena (Animal Liberation)

Caro uomo,

… pazzo sarai tu! Tu che ti sei autoproclamato ad immagine e somiglianza di Dio, ed in nome suo hai violentato e ucciso non solo i tuoi simili e le altre specie viventi, ma anche nostra Madre Terra. E ora che fai, ti stupisci davanti alle prevedibili conseguenze che il seme del male, da te coltivato nei secoli incomincia a maturare i suoi amari frutti?

Pensavi forse che rinchiudere delle creature in allevamenti lager, costringendole all’immobilità, snaturandole completamente, fino a mutare la loro alimentazione da vegetariana a cannibale, non avrebbe avuto per te nessuna conseguenza?

Tu che vuoi la tua tavola e la tua pancia piene all’infarto, mentre nella più parte dei mondi i tuoi fratelli muoiono di fame, tu che agisci in nome dell’economia anziché dell’etica, ora non vuoi accettare che il dolore da te partorito ti sia vomitato addosso?

Al posto della mucca divenuta pazza cosa mangerai? Polli alla diossina, maiali cancerogeni?

Ma non ti sorge il dubbio che la scelta di mangiare altri animali non sia quella giusta? I vegetariani vivono e vivono meglio dei carnivori, al sicuro dalla BSE, dal cancro allo stomaco e dall’infarto, lo dicono i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, allora perché continui a divorarci?

Povero pazzo uomo senza umanità, misero Dio senza divino, a forza di cucire male al male ti stai confezionando un immenso sudario!

Questo mio ultimo viaggio verso il mattatoio mi permette di vedere il primo sole, e questa luce azzurina sopra di me è il cielo? Che splendore!

Non mi stupisco che voi uomini pensiate che il paradiso sia lassù da qualche parte.

E’ questo il carro bestiame? Con questo mezzo avete trasportato tutte le vostre vittime, è stato ideato e costruito per il trasporto di esseri viventi verso tristi destinazioni, è così soffocatamente freddo!

Sono felice che la mia carne sia bruciata e non finisca su una delle tue tavole già stracolme di tutto, e non diventerà moneta sonante per coloro che mi hanno allevata-torturata fino ad ora, io che non solo come animale, ma come femmina sono stata sfruttata: lo stupro dell’inseminazione artificiale, i miei vitellini strappati alle mie mammelle, colme del latte che mi hai derubato.

Sono felice che le mie membra non saranno tranciate e vendute perché morirò solo per morire e non per divenire consumo.

Ora ti saluto caro uomo, l’ultimo della tua specie che vedrò sarà il mio boia, ma non dimenticare le mie parole, il male cucito al male diventa un lungo, pesante sudario, e sotto ci sei tu, povero angelo caduto e impazzito!

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"Gli uomini continueranno ad ammazzarsi fra loro fintantoché massacreranno gli animali. Colui che semina l'uccisione e il dolore non può raccogliere la gioia e l'amore"

Pitagora

 

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"C'è più mistero negli occhi del mio gatto che in una galassia in fuga"

René Thom (matematico)   

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Venezia, dove bimbi, cani, gatti si chiamano Amore

Sulle fondamenta di Cannareggio un signore anziano; un cagnolino bianco gli trotterella a fianco. Un gatto con collarino e medaglietta aspetta che qualcuno gli apra il portone. Il signore solleva il cagnolino e se lo appoggia sul fianco; gira un po' al largo del gatto, riappoggia il cagnolino sul selciato: "el pericolo xe passà, adesso ti pol caminar, Amore".

Una signora apre il portone: ti podevi anche miaolarme, Amore".

(Bozzetto animalista autentico)

Pietro Croce

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"Non mangerei un pettirosso così come non mangerei un bambino"

Mary Sommerville (insegne matematica)  pettir~1.gif (12257 byte)

 

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"Certo, ho fatto incontri con uomini, donne, animali che mi istruirono: soprattutto con gatti, la cui indole si espresse in mosse di danza e di atti di gentilezza. Dei maggiori di questi incontri non oso parlare. So che quando parlo di animali, ai quali riconosco un importanza pari o maggiore degli uomini, genero fastidio o incredulità. Ormai, passati i settant'anni, m'importa poco"

Elémire Zolla, scrittore e saggista(1997)

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"L'uomo che uccide un animale oggi, è l'uomo che domani ucciderà la gente che lo disturberà"

Diane Fossey

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"Non ho dubbio che sia parte del destino della razza umana, nel suo graduale miglioramento, smettere di mangiare animali, nello stesso modo che le tribù selvagge hanno smesso di mangiarsi l'un l'altra quando vennero a contatto con le più civili".

Henry Thoreau (1817-1862)

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"Per quanta giustizia possa esserci in una città, basterà la presenza del mattatoio a farne una figlia della maledizione. Per quanto nobile possa essere una ricerca di medicina, la sperimentazione su essere viventi ne farà sempre una figlia della maledizione. Solo un vero vegetariano è capace di vedere le sardine come cadaveri e la loro scatola come una bara di latta; un mangiatore di carne neanche se lo chiudono nel frigorifero di una macelleria avrà la sensazione di coabitare con dei cadaveri squartati. C'é come un velo sull'anima, che gli impedisce di vedere il cadavere, il pezzo di carne cotto, nel piatto di carne o di pesce".

Guido Ceronetti (dal silenzio dell'anima)

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"Quando ci risolviamo alla protezione animali, ci sentiamo talvolta dire che dovremmo aiutare gli uomini, prima, e dopo gli animali. Ma se il principio che induce al trattamento umano degli uomini è essenzialmente lo stesso che induce al trattamento umano degli animali, come possiamo noi salvaguardarlo con successo in una direzione mentre violiamo in un'altra? Condonando la crudeltà sugli animali noi perpetuiamo in realtà lo spirito che condona la crudeltà sull'uomo. Gli umanitari non dicono che le forme di vita più basse debbono essere trattate allo stesso modo delle più alte, ma che in entrambi i casi dobbiamo fare attenzione a non infliggere inutili, evitabili sofferenze."

Henry S. Salt (1851-1939)

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"Uomini, vegetali, animali:siamo tutti nella stessa barca, e non si toccano gli uni senza intaccare gli altri"

Papa Luciani

 

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"Noi dovremmo adottare un'altra concezione, più saggia e forse intuitiva, degli animali. L'uomo civilizzato, che conduce lontano dalla natura universale un'esistenza artificiale e complicata, li osserva attraverso la lente delle proprie conoscenze, che gli restituisce un'immagine enormemente deformata. Noi trattiamo gli animali con condiscendenza, come se fossero creature incomplete alle quali un tragico destino abbia imposto delle forme molto inferiori alle nostre. E lì è il nostro errore, il nostro grave errore. Perché non si devono misurare gli animali col metro dell'uomo. Sono creature incomplete e finite dotate di un'estensione dei sensi che noi abbiamo perso o non abbiamo mai posseduto, e che agiscono in ottemperanza a voci che non udremo mai. Non sono per noi fratelli inferiori: non sono degli schiavi. Appartengono ad altri gruppi viventi, presi, insieme a noi, nella rete della vita e del tempo. Sono nostri compagni di prigionia nello splendore e nel travaglio di questa terra"

Henry Beston

scrittore americano

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"Dio non ha creato gli animali perché noi ci divertissimo facendoli soffrire crudelmente... Possiamo noi, come cristiani ed anche come uomini civili, rimanere indifferenti di fronte ad una "festa" che degrada tanto l'uomo, in quanto la sofferenza che provoca non è giustificata in alcun modo?"

Cardinale Alberto Iniesta Cano                                    toro.jpg (8906 byte)

Arcivescovo di Madrid

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"L'uomo può considerarsi civile nella misura in cui è capace di capire il gatto"

 

"Gli animali sono miei amici...e io non mangio i miei amici"

A George Bernad Shaw che si accostò al vegetarismo, per la prima volta a 25 anni, convinto a ciò, come scrisse nella sua biografia da Shelling, i medici predissero che quella dieta lo avrebbe ucciso. Quando, dopo molti anni, qualcuno gli chiese come mai non fosse tornato da quei medici egli rispose " Avrei voluto farlo, ma il fatto è che loro sono tutti morti."

 

G. B. Shaw

 

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"Verrà un tempo nel quale gli uomini aborriranno il consumo di carne così come noi, ora aborriamo gli antropofagi."

Lamertine (1970-1869)

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"La terra produce ogni cosa e chi vuol essere in pace con gli esseri viventi non ha bisogno di nulla, poiché i suoi frutti si possono cogliere, e altri coltivare secondo le stagioni, in quanto essa è la nutrice dei suoi figli: ma la gente come se non udisse le sue grida, affila le spade contro gli animali per trarne vestimento e cibo. I Bramani dell'India invece non approvano tale condotta, e istruirono i Ginni dell'Egitto a respingerla: da costoro Pitagora, che fu il primo dei greci a frequentare gli egiziani, prese la sua dottrina che lasciava alla terra gli esseri animali; e affermando che i suoi prodotti sono puri e adatti a nutrire il corpo e la mente, di questi si cibava. Sostenendo che gli abiti che si portano solitamente sono impuri, in quanto provengono da esseri mortali, si abbigliava di lino; e per la stessa ragione intrecciava il vimine per farsene calzature"

Apolonnio di Tiana (I sec.d.C.)

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"Ricordatevi che tutte le cose sono fornite di intelligenza e partecipano del pensiero...

E' una grande vergogna spargere il sangue e divorare le belle membra di animali ai quali è stata violentemente tolta la vita"

Empedocle (492-428 a.C.)

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"Non vi vergognate di mescolare i dolci frutti della terra con la morte e col sangue?"

.........."Che orribile vista ci presenta la mensa dei ricchi, veder adornarla da cuochi e pasticceri di cadaveri e corpi morti"

Plutarco 846/127 d.C.) da "Del mangiar carne"

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L'uomo è solamente un animale mezzo addomesticato che per secoli ha comandato sugli altri animali con la frode, la violenza e la crudeltà.

Charlie Chaplin (Autobiografia)

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"Nei loro comportamenti con le creature viventi tutti gli uomini dimostrano di essere nazisti. La presuntuosità con la quale l'uomo fa con le altre specie quel che gli piace è una semplificazione delle teorie razziste più estremistiche, il principio secondo il quale la forza è diritto"

Jsaac Bashevis Singer

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"Crudelitas in animales est tirocinium crudelitatis contra hominem"

Ovidio

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"Maiale l'animale che ha ricevuto più ingiustizie di ogni altro al mondo."

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"Fratelli, amate ogni creatura e tutto l'universo, ogni granello di sabbia, ogni fogliolina, ogni raggio di sole. Amate ogni cosa, potrete comprendere il divino mistero... Amate gli animali, perché Dio ha dato loro il principio del pensiero e una serena gioia. Non turbatela, quindi, non tormentateli, non opponetevi alla suprema volontà. Uomo non insuperbirti di fronte agli animali. Essi sono innocenti, mentre tu malgrado la tua superiorità, contamini la terra,"

Fiodor Dostojevsky

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Giacomo Leopardi

Dissertazione sopra l’anima delle bestie

 

La tanto decantata questione circa quegli esseri che più di ogni altra creatura, toltene le Angeliche sostanze, sembrano aver somiglianza con I’uomo, é quella che a disciogliere intraprendiamo. Diversità di pareri, v’arietå di sistemi, molteplicità di obiezioni, furore dei partiti tutto contribuisce a renderne lo scioglimento in sommo grado difficoltoso. Con le più forti ragioni contro gli opposti pareri si scagliano il gran Cartesio, ed il dottissimo Cardinale di Polignac nel suo Anti-Lucrezio affermando esser I’anima dei bruti soltanto una macchina per artifizial meccanismo disposta, a quelle operazioni, che tutto giorno nelle bestie si scorgono. D’altra parte il celebre Maupertuis si sforza con tutto I’impegno di provare, che I’anime dei bruti sono dotate di ragione, e giunge persino a dubitare se desse sieno ancora capaci dell’immortalità. Non pochi son quei Filosofi i quali proposero altri sistemi circa i bruti ciascuno dei quali viene con il maggiore calore sostenuto dai suoi fautori. Oltre questi da un sensato Scrittore vien proposto un sistema, il quale sembra certamente il più facile a dimostrarsi e il più concorde con il sentimento comune degli uomini. ”Un sistema di mezzo, egli dice, circa I’anima dei Bruti, e quello, che senza ridurla al niente coi Cartesiani, e senza uguagliarla in tutto all’umana, le attribuisce qualche specie di essere spirituale, qualche participazione di ragione, di raziocinio, e di esterna manifestazione dei sentimenti interni con voci, o altri segni”. Cid viene approvato in qualche parte dal celeberrimo Gio. Giacomo Rousseau allorché dice ”Tout animal a des idées puisqu’il a des sens, il combine meme ses idées jusqu’å un certain point, et I’Homme ne diffhre a cet égard de la bete que du plus au moins. Quelques Philosophes ont meme avancé qu’il y a plus de difference de tel Homme å tel Homme que de tel Homme å telle bbte”. (”Ogni animale ha delle idee poiché ha dei sensi, esso combina anche le sue idee fino ad un certo punto, e I’Uomo a questo riguardo non differisce dalla bestia che dal più al meno. Alcuni Filosofi hanno perfino aggiunto che c’é più differenza tra un tal uomo e un tal altro che tra un certo uomo e una certa bestia”, tdr) lo aggiungerò a queste doti dell’anima delle bestie una imperfetta libertà, la quale non fa, che i bruti possano meritare, o demeritare poiché non hanno né aver possono cognizione alcuna della moralità delle azioni. Per esaminare adunque la proposta questione circa I’anima delle bestie, noi apporteremo in prima le ragioni favorevoli all’enunciato sistema, passeremo quindi a quelle, che dai fautori degli opposti pareri sogliono arrecarsi, e concluderemo poscia decidendo qual sia fra questi il più probabile.

Che i bruti abbian I’anima ciò sembra dimostrato dalla stessa natura poiché, come afferma I’Abate Sauri ne’suoi Elementi di Metafisica ”bisogna convenire, che gli uomini hanno un’ inclinazione quasi irresistibile, e tanto forte, e tanto naturale a credere, che le bestie sieno animate, che ad onta degli sforzi maggiori di alcuni Filosofi non vi sarà mai fuorché un picciolissimo numero di pensatori, che averanno il coraggio di abbracciare il sentimento contrario”. ”Direte voi, che I’anima delle bestie 6 materia? (cosi si esprime il celebre can. Alfonso Muzzarelli all’Opuscolo Vl del Buon Uso della Logica in materia di Religione). Ma, negate se potete, che le bestie abbiano delle idee, e delle cognizioni dirette. Esse vedono, sentono, e in conseguenza di queste sensazioni agiscono come ognuno esperimenta. 0 a che valgono gli occhi se non vedono, a che I’orecchie se non sentono? Perché sono prive d’idee se hanno tutti gli strumenti necessari per riceverle in se stesse?” La sacra Bibbia chiama i Bruti anime viventi allorché nel capitolo I della Genesi al versetto 29.30. cosi parla ”Dixitque Deus ecce dedi vobis omnem herbam afferentem semen super terram... ut sint vobis in escam et cunctis animantibus terrae, et omni volucri coeli et universis quae moventur in terra, et in quibus est anima vivens”. La medesima nel capitolo II della Genesi al versetto19 cosi dice: ”Omne quod vocavit Adam animae viventis ipsum est nomen ejus”. Se dunque si ammetta, che le bestie sieno animate sembra assai consentaneo alla retta ragione il proposto sistema poiché ciò, che tutto giorno nei bruti ammiriamo chiaramente cel dimostra. Ed infatti chi mai nel vedere il cotanto industrioso governo dell’api, la costruzione delle loro cellette, I’amore verso i propri parti, I’ingegno nel succhiar dai fiori il miele, e nel fabbricarlo, il rispetto, che tutt’ora portano al loro Re, chiaramente non comprende, che le bestie sono dotate di un qualche barlume di ragione? So, che mi potrà essere opposto, che tutto ciò avviene per un naturale istinto richiedendomi con le parole del celeberrimo Pope nel Saggio sopra I’uomo ”Chi si é incaricato d’insegnare agli abitanti dell’acque e delle foreste a scegliere i loro alimenti, e ad evitare i veleni? Chi gli ha istruiti a fabbricare sopra i flutti, o a formar delle volte sotto la sabbia per resistere alle mar0e, o alle tempeste, da cui eglino sarebbono minacciati. Chi ha mostrato al ragno I’arte di tirar senza regola e con maggior giustezza di Moivre (Matematico, e Algebrista Inglese) delle parallele si esatte? alle cicogne il modo di scoprire come Colombo dei cieli stranieri, e delle terre sconosciute? Chi riunisce questo popolo di uccelli? Chi presiede al consiglio dove si determina il giorno, e I’ora della partenza? Chi forma la falange? Chi gli mostra il cammino?”. Io rispondo, che se si vuole ammetter la natura come regolatrice, ed autrice di queste azioni ciò non sarà, che in quelle, che riguarda la conservazione dei bruti, onde nelle altre loro azioni é necessario un qualche raziocinio, ed un barlume di ragione.

Non trovo poi alcuna difficoltà, che impedir possa di ammettere una imperfetta libertà nei bruti poiché chi mai potrà negare, che un augello sia libero di alzare o no il suo volo, e di seguire in ciò gl’impulsi della propria volontà? Questo stesso e agli uomini insegnato dalla natura medesima poiché ciascuno evidentemente comprende non esservi alcuna intrinseca forza, che costringa un cavallo a correre, o un agnello a belare. Ed infatti ”Vediamo ogni giorno, al dir del Sig.r Collins, gli esempi dell’utilità de’ gastichi in riguardo di qualche essere intelligente, e sensibile... Si gastigano quotidianamente con frutto i cani, i cavalli, e gli altri animali”. Che se mi si opponesse esservi ne’ bruti un’intrinseca forza, che li costringe e ciò provarsi da var esempi poiché spinto da essa trema I’Elefante alla vista di un topo, e irresistibilmente 6 costretto il lupo a fuggire dal fuoco, ed il gatto a fremere contro del cane; io risponde- rei, che se I’uomo è soggetto a simili pregiudizj cosi che la sola vista di un lampo, o lo sparo di un cannone può far talvolta inorridire i più savj sebbene nulla da essi siavi a temere; molto più devono essere a tali pregiudizj soggette le bestie, che quella ragione non hanno, di cui gli uomini sono dotati, e che se simili puerilità non tolgono la libertà nell’uomo molto meno la tolgono nei bruti. Né si dica, che un naturale istinto costringe gli animali ad operare, poiché seppur si deve ammettere cotesto istinto, il che e, per mio avviso, il medesimo, che ciò, che appellasi caso, egli  é chiaro, che la natura non farà per mezzo di esso, che istruir I’animale nelle differenti azioni, che riguardano la di lui conservazione, ma il medesimo non verrà in modo alcuno costretto ad operare a seconda di questo istinto. Un fanciullo, a cagion d’esempio accarezza con predi- lezione i proprj genitori sebbene ignori di essere stato da questi generato; dovrà forse dirsi per ciò, che egli agisca necessariamente? Ciò non può certamente affermarsi ed in conseguenza dalla accennata obbjezione non può essere tolta la libertà nei bruti. Dalle finqui ésposte ragioni abbastanza viene dimostrata la probabilità del sistema, di cui parliamo, onde seguendo il nostro istituto dobbiamo ora esaminare gli opposti sistemi per quindi conoscere quale tra questi a preferenza degli altri ammettere si debba.

”Eccoci, al dir d’un sensato Filosofo, all’opinione più celebre, e più stravagante che sia giammai comparsa nel teatro della Fisica naturale”. L’anima delle bestie e un puro meccanismo, esclama arditamente il gran Cartesio, e dietro a lui come al maggior de’ Filosofi corrono tosto i sapienti in gran numero, ed a spada tratta a difender si accingono il suo parere. II celebre Regiomontano, si suol dire dai Cartesiani, seppe costruire un’Aquila, che volando per I’aria indicava ad un Imperatore la via verso Norimberga; il medesimo fabbricò una mosca volante. A tutti è noto il capo di creta di Alberto Magno, il quale proferiva alcune parole, e narrasi ancora finalmente, che da un prigione in Marocco lavorossi una statua, la quale dalla carcere recandosi al reale palagio, e quivi piegate dinnanzi al Ré le ginocchia, ed in atto supplichevole porgendogli un memoriale impetrò al suo artefice la libertà. Posto tutto ciò evidentemente si dimostra, che I’anime dei bruti non sono,

che semplici macchine poiché se egli é possibile agli uomini il far movere parlare, ed operare per mezzo di meccanismi alcuni automi come potrà affermarsi, che ciò sia impossibile a Dio? Ed infatti, come si esprime il Cardinale di Polignac, maggiormente non si deve attribuir I’anima ai Bruti, che alle piante, ed a’ fossili, imperocché chi mai ardirà di dire, che I’erba nomata sensitiva, la quale toccata appena ritira tutte le sue foglie, e come offesa china a terra il capo rattorto chi mai ardirà di dire, che quest’erba sia animata? e chi pur anche affermar potrà, che animata sia la vite la quale s’inerpica per gli olmi frondosi afferra i suoi rami, e a guisa di serpe abbracciando il suo tronco giunge abbarbicandosi sino alla cima? E se I’anima non hanno queste piante non é egli evidente, che ai bruti nemmeno devesi I’anima attribuire? E’ questa I’eloquente argomentazione di Cartesio, e de’ suoi fautori, i quali avendo cosi dimostrata la pretesa verità di

siffatto sistema nella sua natura

passano a dimostrarla in confronto agli altri sistemi. Se si tagli essi dicono un lombrico il medesimo torna a vivere moltiplicato in tante parti in quante egli fu diviso. Se si ammetta, che I’anima dei bruti sia un puro meccanismo facilmente si comprende come ciò possa accadere poiché essendo ciascuna di quelle parti sufficientemente organizzata possono esse operare separatamente come oprarebbono se fossero insiem congiunte. Ma se però

si ammetta, che i bruti abbiano un’anima immateriale come può avvenire, che lé parti di un lombrico diviso tornino a vivere? Forse dovrà dirsi, che una sostanza immateriale possa dividersi in tante parti in quante vien diviso il lombrico? Ciò sarebbe un assurdo, e se questo non può affermarsi affermar non si deve neppure, che I’anima delle bestie sia immateriale. Inoltre, qual sarà la sorte dell’anima dei bruti dopo il fine della loro vita? Forse dirsi deve che desse sieno immortali? Forse, che debbano godere, o patire secondo le loro buone, o cattive azioni? Tutto ciò sarebbe un’assurdità. Forse dovrà affermarsi, che da un bruto passi I’anima in un altro cosi che si ammetta la Metempsicosi soltanto nelle bestie? Ma qual sarà il destino di queste anime alla fine del mondo? Forse si dirà, che Iddio le annichili? ciò sarebbe direttamente opposto alla volgare opinione cioè, che Dio nulla distrugga di ciò, che ha creato. Posta adunque I’immaterialità delle anime dei bruti non si può in alcun modo determinare qual sia il fine, a cui son destinate dopo la loro morte. Questa incertezza vien tolta se si ammetta a, che i bruti non operano, che per un semplice meccanismo; poiché sconvolta per qualun- que intrinseca, o estrinseca cagione la macchina del loro corpo a essi si rende impossibile I’operare, nel che consiste la vita dei bruti, ed in questo modo essa ha il suo termine.

Ecco il celeberrimo sistema di Cartesio provato con i più forti argomenti dai suoi seguaci. Nondimeno, al dir dell’Abate Sauri ”tutte queste ragioni e molte altre eziandio non vagliono a fare, che il sistema dei Cartesiani non si consideri come un assurdo”. Ed infatti in qual modo potranno mai persuadersi gli uomini savi, che allorché ammirano nei bruti tanti diversi segni di gratitudine, o di odio, di tenerezza, o di furore ciò non sia I’effetto, che di un semplice meccanismo? Chi mai potrà credere, che la tanto sagace provvidenza delle formiche, le quali con tanta cura si affatica- no nell’estate per avere di che sussistere nell’inverno non provenga che dalla forza di una macchina, che le fa operare? Chi mai ardirà di dire, che in quel Lione, il quale liberato per mezzo di un Cavaliere da un orrido serpente, che minacciava di togliergli la vita, sempre lo segui in tutti i suoi viaggi difendendolo a  guisa di fedelissimo compagno, finché dovendo il Cavaliere imbarcarsi, e ricusando i Naviganti di ricevere nel vascello il lione, tosto che vide allontanarsi dalla riva il suo caro Liberatore oppresso dal duolo gittossi nell’acque, e seguito a nuoto la nave fino a spirare sopraffatto dall’onde; chi mai ardirà di dire, che un successo si commovente non avvenisse, che per mezzo dell’intrinseca organizzazione della fiera? E lo stesso Cartesio non opera egli contro I’interno testimonio della propria cognizione allorché egli afferma, che, benché ciò sembri, nondimeno non sono i bruti soggetti ad alcun sentimento di dolore, quando chiaramente si scorge dai suoi pietosi latrati, che un cane prova se si percuota quella pena che noi stessi sperimentiamo? E qual uomo, che abbia una sola tintura di ragione potrà persuadersi, che i palpiti, i gemiti, le strida di un pulcino rapito dall’adunco artiglio di un nibbio crudele non derivino da alcun senso di timore, e d’affanno? Ma a vieppiù dimostrare I’assurdità di questo sistema vedasi quali sieno sopra il medesimo i sentimenti di un sublime moderno Filosofo. II celebre P. Paulian nel suo Dizionario di Fisica propone la seguente questione: ”Les animaux gardent-ils dans leurs mouvemens les loix de la Mécanique?”. Egli la scioglie in tal modo. ”Pour satisfaire å cette question je prends deux loix, que, les Cartesiens eux-mÊmes regardent comme deux regles generales de la Mecanique. On les exprime en ces termes. Tout corps en mouvement tend â parcourir une ligne droite. Le changement de mouvement est toujours proportionnel â la torce motrice qui I’occasionne. Je le demande maintenant â tout physicien impartial. Unchien qui revoit son maltre, e qui lui temoigne son attachement par des caresses, des trasports, de sauts de tout espece; un cerl qui fuit la poursuite d’un chien, qui fait retentir I’air de ses aboyemens, un singe qui copie avec de grace le ridicule des ommes,touscesanimauxgardent-ilsexactement lapremiere de ces deux loix, ou plutot ne sont-ils pas aussi indifferents que nous å parcourir une ligne courbe, ou une ligne droite? lls ne sont pas plus fidelles å ta seconde loi. Un chien au premier signal de son maltre court avec impetuosité vers I’endroit qu’on lui indique, le mÊme signe I’arrete dans sa course quelque rapide que elle soit; je le demande encore, y a-t-il quelque proportion entre la cause, et I’effet, entre le changement de mouvement, et la forcy motrice qui I’a occasionné, et n’est-on pas obligé de convenir que les animaux ne gardent pas dans leurs mouvemens les loix de la mecanique? Corollaire. Les.E ciò può essere bastante a dimostrare I’assurdità del sistema dei Cartesiani nella sua natura; resta ora il considerare le ragioni apportate da questi per difendere il lor parere, e le obbjezioni, che i medesimi far sogliono agli opposti sistemi, e il vedere se vaglian quelle a sostenere il primo, e se sian queste sufficienti ad abbattere i secondi. La celebre aquila, e la mosca volante di Regiomontano il capo di creta di Alberto Magno I’automa ambulante del prigione di Marocco su cui tanto si fondano i Cartesiani altro provar non potranno se non che esser possibile all’Ente Supremo di dare il moto, e la forza di operare ai bruti per mezzo dell’interna loro organizzazione, il che alcuno non pensò giammai di negare non essendo la materialità dell’anima dai bruti intrinsecamente, e di sua natura impossibile, ma dai medesimi non potrà mai venir dimostrato, che i bruti non sieno realmente, che semplici macchine poiché sebbene con la forza potentissima dell’ingegno giungesse I’uomo a far sì che per mezzo di macchine in una statua si ammirasse I’istessa succession delle azioni, che presentemente ne’ bruti scorgiamo non mai però potrà farsi, che siffatti simulacri abbiano gli stessi affetti, e le stesse passioni, che le bestie sperimentano; e posto ancora, che ad un artefice impossibil non fosse il fare, che estrinsecamente apparissero in un automa alcuni segni o di dolore, o di piacere, o di allegrezza, o di mestizia ciò non proverebbe in alcun modo, che i bruti non fossero, che semplici statue poiché I’imitare una cosa non potrà mai dimostrare, che dessa sia eguale a ciò, che I’imita. Ed infatti se da un meccanico si costruisse una pianta, la quale nel corso di alcuni mesi, come negli alberi tuttogiorno vediamo, giungesse per mezzo del- I’interno lavoro a produrre de’ frutti forse creder si dovrebbe, che in tal modo si producano i medesimi ne’vegetabili? No certamente, e se si possono in qualche simulacro imitare le azioni dei bruti data la parit5 concludo, che da ciò non può dedursi in modo alcuno, che le bestie operino come tali automi. Le similitudini poi dell’erba nomata sensitiva, e della vite altro non sono in realtà che semplici poetiche immagini, e non già Filosofiche dimostrazioni poiché se I’erba sensitiva si move, e sfugge d’esser tocca e se la vite s’arrampa a ciò, che a lei si presenta né in questa né in quella appariscono gl’istessi affetti, le stesse passioni i medesimi sentimenti che appariscono nei bruti e perciò in verun modo non può da questo dimostrarsi, che le bestie non sieno, che semplici automi. In quanto poi a quella obbjezione, che far sogliono i Cartesiani intorno ad un lombrico il quale diviso in più parti torna in tutte queste parti a rivivere, nulla evvi in ciò, che tanto sia difficile a ribattersi come suppongono i Cartesiani, a ciò bastando le parole di un illustre moderno autore, il quale cosi si esprime: ”Se mi venisse richiesto in qual modo allorché si taglia in molte parti un lombrico terrestre ciascheduna di queste parti possano formare un corpo vivente, io risponderei che essendosi il Supremo Essere determinato fin da tutta I’eternità a creare gli uomini, e gli animali, immediatamente, che i corpi fossero in istato di essere animati egli avrà potuto determinarsi a creare delle nuove anime per le varie parti del lombrico diviso ogni qual volta queste parti, e queste divisioni del lombrico si ritrovino sufficientemente organizzate per ricevere un’anima; e per eseguire i di lei ordini. Infatti poiché queste parti separate, e divise formano dei corpi organizzati per qual ragione il Supremo Essere non congiunger5 ad essi un’anima siccome lo fa in riguardo all’uomo dentro I’utero della Madre subito, che il corpo del feto si ritrovi organizzato sufficientemente?”. II medesimo rispondendo all’altra

obbjezione solita a farsi dai Cartesiani cosi parla: ”Se mi si chiedesse cosa diverranno I’anime delle bestie dopo la morte del loro corpo, io direi, ch’esse non vedranno Dio, ma che niente ripugna, che questo Supremo Essere le conservi, e le faccia godere di una spezie di felicità. Se mi si chiedesse in qual cosa consista precisamente questa felicitå mi sarebbe facile il rispondere che io non ne so cosa alcuna, e che da me non si deve esigere una maggior dottrina di quella che si può ritrovare in tutti gli altri uomini insieme”. Non sembra però che una tal proposizione aver possa gran numero di partigiani. Perciò io direi, che da noi affatto s’ignora qual sia il fine a cui I’anime dei bruti sono destinate, e che se il non sapere qual sia il fine, a cui son dirette le anime di quegl’lnfanti, che muojono privi del lavacro Battesimale non toglie la verità di quanto al presente si afferma intorno ad esse; cosi I’ignorare qual sia per esser la sorte dell’anima dei bruti dopo la fine della loro vita non toglie, che desse sieno una sostanza dal proprio corpo diversa. Sonovi alcuni, i quali affermano, che I’anime dei bruti dopo la morte venendo dotate di ragione passino ad animare de’ corpi umani; ma ciò non deve certamente ammettersi poiché essendo il numero delle bestie di gran lunga superiore a quello degli uomini qual sarà poi il destino di quelle anime che ne’ corpi umani non son collocate ovvero perché piuttosto I’anima di un Leone, che quella di una tigre dovrå passare nell’uomo? E ciò basti intorno al celeberrimo sistema di Cartesio; passiamo ora ad esaminare quello del Maupertuis, il quale non sarà certo difeso se non da quelli che simili sono appunto a quegli Esseri di cui trattano.

Le assurdità dell’opinione di cui parliamo vengono con- fermate da un recente Scrittore sedicente Filosofo, il quale spacciando buon senso, e dottrina sostiene le più false proposizioni, e i dogmi più pericolosi ch’esser vi possano. Afferma egli, che le bestie sono ragionevoli. Noi gliel concederemo purché egli cel dimostri ammaestrando prima nella volgar lingua un qualche bruto, e quindi nelle Filosofiche scienze onde possiamo esser convinti che le bestie sono capaci di un perfetto intendimento. ”E dove saremmo noi, dice il sopralodato moderno Autore, se le bestie avessero la ragione... come noi e se ne usassero come gli uomini? II disordine, la crudeltà, la devastazione sarebbono state enormi sopra la terra”. Né certo abbiam noi alcun rnotivo di credere che le bestie fossero per fare un miglior uso della ragione di quello che ne vien fatto dagli uomini. Inoltre concesso il sistema del Maupertuis gli uomini non sarebbono in alcun modo differenti dai bruti quando tutti ammettono che I’uomo é  la più nobil creatura, che sia uscita dalle mani dell’Onnipotente, e che il medesimo 0 come il sovrano di tutte le altre cose create, il che vien confermato dalle parole stesse di Dio allorché dice Genesi cap. I vers. 26: ”Praesit homo piscibus maris, et volatilibus coeli, et bestiis, universaeque terrae, omnique reptili, quod movetur in terra”. In che sarebbe fondato questo dominio dell’uomo sopra gli animali se i medesimi fossero ragionevoli com’esso e delle stesse doti fossero ornati? Ma noi non potremmo meglio confondere i fautori del presente sistema, che disprezzandolo, e non curando di parlar su di ciò che non può esser fondato se non sopra ingannevoli sofismi, ed artificiosi argomenti. Come falsa adunque, e come assurda riguardar si deve una siffatta opinione poiché nulla ritrovasi in essa, che non sia contrario alla retta Filosofia, al parer de’ Sapienti, ed a’ santi Dogmi della Cattolica Religione. Varj son quei Filosofi dai quali vengon proposti diversi altri sistemi circa I’anima dei bruti: Evvi tra questi chi afferma che I’anima delle bestie consiste soltanto negli spiriti animali, e nel sangue ciò che di provar si argomenta colle parole della sacra Biblia Deuteronomii cap. XII vers. 23. ”Hoc solum cave ne sanguinem comedas, sanguis enim illorum, animalium, pro anima est”. II chiarissimo Tostato spiega un tal passo nel modo seguente. In idem cap. Quaest. 9. ”Videtur esse quaedam species crudelitatis quod quis comedat animam cum sanguine nam anima pecoris

in sanguine est, scilicet quod sanguis est talis complexionis naturaliter, in quo magis reperitur harmonia requisita ad unionem animae ad corpus, quam in phlegmate, aut colera, vel aliquo alio humore, nam in sanguine reperiuntur calidum naturale, et humidum radicale temperata quae sunt duo pricipia vitae, et non reperitur hoc in aliquo alio humore, vel aliqua alia corporis parte”. Da ciò si vede, che la sacra Biblia non usa le accennate parole, che per un modo di esprimersi, onde il predetto sistema soggetto essendo alle difficoltà del parer di Cartesio bastar può a dimostrarne la falsità ciò, che di quest’ultimo si è detto . Le medesime ragioni valer possono ad abbattere il sistema, il quale afferma esser I’anima delle bestie”una sottilissima fiamma, che alimentata, per servirmi delle parole del celebre Abate Chiari, per via di respirazione dai più minuti sostanziali corpuscoli per I’aria sparsi allo sconcertarsi della macchina corporea quasi fiaccola, che si estingua per I’aria insensaibilmente disperdesi”. Questo sistema afferma necessariamente, che le bestie non abbiano sensazioni, poiché la materia non é di queste capace, ed e per conseguenza soggetto alle difficoltà dell’opinione de’ Cartesiani. Non credo poi che alcuno esser vi possa il quale guidar si lasci dal pazzo sistema, nel quale affermasi, che i bruti non si muovano e non siano animati che dai cattivi spiriti proposto dall’Autore dello scritto Amusement Philosophique sur I’ame des betes non dovendo egli riguardarsi che come parlo di un bizzarro ingegno, e non come frutto di Filosofiche meditazioni. In quanto agli altri sistemi proposti circa I’anima de’ bruti essi son tali, che si distruggono da se medesimi, e non possono certamente avere un gran numero di partigiani poiché la sentenza dei Materialisti, che afferma essere il principio sensitivo dei bruti una semplice materia organica cosicché le bestie sperimentino nel corpo I’istesse sensazioni, che I’uomo per forza soltanto della materia é di sua natura assurda non potendo in alcun modo il principio sensitivo appartenere ad una sostanza corporea; il che vale ancora a confutare il sistema dei Peripatetici i quali ammettono, che questo principio sensitivo nei bruti sia una forma sostanziale proveniente dalla materia. Né solo disputano i Filosofi circa il modo, nel quale spiegar si devono i moti, e le azioni dei bruti ma posto ancora che desse avvengano per mezzo di una sostanza immateriale ricercano eglino qual sia la natura di questa sostanza.

Sonovi alcuni i quali affermano che questa sostanza non é spirito né materia ma tiene tra di esse un luogo di mezzo. II celebre Magalotti sostiene che I’anima dei bruti é spirituale, il che sembra provato da quelle parole dell’Ecclesiaste cap. 3 vers. 21, cioè: ”Quis novit si spirilus Filiorum Adam ascendat sursum, et si spiritus jumentorum descendat deorsum?”. Se mi é lecito il dichiararmi a favore di uno di questi sistemi io dirò, che sembra più consentanea alla retta Filosofia I’opinione del Magalotti poiché la contraria sentenza propone ciò, che sarà forse molto difficile ad intendersi sembrandomi, che il dire esser I’anima dei Bruti una sostanza né materiale né spirituale sia quasi il medesimo, che affermare esser I’anima dei Bruti un semplice nulla. Inoltre non trovo altra ragione di ammettere, che I’anima delle bestie non sia né materiale, né spirituale se non ché quella, che da’ fautori di questo principio suol essere proposta cioè, che troppo avvilirebbe si una sostanza spirituale se dessa non fosse creata, che a perseguitare i topi, ad inseguire le lepri, o ad occuparsi in altri simili impieghi. Ma egli é evidente, che questo spirito vien creato per animare, e rendere un corpo organizzato con infinita sapienza capace di senso, e di qualche sorta di affetti. L’impiego poi, e le basse occupazioni degli animali non possono in conto alcuno avvilire la natura, e la sostanza dello spirito, da cui sono, per mio avviso, animati, ciò che mi sembra evidente. E sebbene l’obbjezione suddetta non soffrisse risposta ella sarebbe nondimeno di troppo poco peso per ammettere soltanto in una considerazione una specie di esseri affatto diversa dagli altri, e di cui I’essenza in niun modo può concepirsi né aver correlazione colle nostre idee. Onde parmi di poter decidere, che è almeno assai più probabile, che I’anima delle bestie sia spirituale di quello che la medesima tenga un luogo di mezzo tra lo spirito, e la materia. Quale adunque sia il più verosimile tra i proposti sistemi e gin noto abbastanza per le sopraddette ragioni, per il che sembrami di poter concludere con sicurezza, che la sentenza, la quale afferma esser I’anima dei Bruti uno spirito dotato di senso, di libertà, e di un qualche lieve barlume di ragione è certamente più probabile di ogni altra.

 

Giacomo Leopardi Tutte le opere vol.l pag.567 Le Querce - Sansonl editore  

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"L'Uomo è una parte del Tutto-Universo. Egli si sperimenta come qualcosa di separato dal resto: come un'illusione ottica della sua coscienza.
Questa illusione è come una prigione per noi. Il nostro compito dovrebbe essere di liberarci da questa illusione-prigione allargando la nostra cerchia di partecipazione per abbracciare tutte le creature e tutta la Natura nella sua bellezza."
Albert Einstein

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Il cantico delle creature
Francesco d'Assisi

 Altissimo, onnipotente, bon Signore;
Tue son le laudi, la gloria e l'onore e ogni benedizione.

 A Te solo altissimo, si confanno
e nullo uomo enne degno Te mentovare.

 Laudato sii, mio Signore, con tutte le Tue creature
specialmente messer lo frate sole,
lo quale giorna, e allumini per lui;
Ed ello è bello e radiante con grande splendore;
de Te, altissimo, porta significazione.

 Laudato sii, mio Signore, per sora luna e le stelle,
in cielo l'hai formate chiarite e preziose e belle.

 Laudato sii, mio Signore, per frate vento
e per aere e nuvolo e sereno e ogni tempo,
per lo quale alle tue creature dai sustentamento.

 Laudato sii, mio Signore, per sora acqua,
la quale è molto utile, e umile, e preziosa e casta.

 Laudato sii, mio Signore, per frate foco,
per lo quale enallumini la notte;
ed ello è bello e giocondo e robustoso e forte.

 Laudato sii, mio Signore, per sora nostra madre terra,
la quale ne sustenta e governa
e produce diversi frutti, con coloriti fiori ed erba.

 Laudato sii, mio Signore, per quelli che perdonano per lo tuo amore
e sostengono infermitate e tribulazione;
beati quelli che sosterranno in pace,
che da Te, altissimo, saranno incoronati.

 Laudato sii, mio Signore, per sora nostra morte corporale,
dalla quale nullo uomo vivente può scappare;
guai a quelli che morrano nelle peccata mortali,
beati quelli che si troverà nelle Tue santissime voluntati,
che la morte seconda nol farà male.

 Laudate e benedicete mi Signore e ringraziate
e servitelo con grande umiltate.

 Francesco d'Assisi

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"I rapporti con gli animali: si può osservare ancora il sorgere della morale nel nostro comportamento verso gli animali. Dove utilità e danno non vengono in considerazione noi abbiamo un  sentimento di piena irresponsabilità, uccidiamo e feriamo. Se essi sono utili, li sfruttiamo...
Molte religioni insegnano a vedere in certi casi nell'animale la dimora di anime di uomini e di dei, ragion per cui raccomandano in  genere più nobile attenzione, anzi rispettoso timore nel modo di trattare gli animali... Su questo punto, com'è noto, il Cristianesimo si è dimostrato una religione povera e retrograda."
Friederich Nietzsche
(da "Umano, troppo umano")

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"Proteggere gli animali contro la crudeltà degli uomini; dar loro da mangiare se hanno fame; da bere, se hanno sete; correre in loro aiuto se estenuati dalle fatiche; questa è la più bella virtù del forte verso il debole."

Garibaldi

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"Gli uomini riconosceranno che vi è fra tutte le creature un rapporto ed un'obbligazione vicendevole ed estenderanno senza sforzo a tutti gli esseri viventi quei sensi di carità e di giustizia che ora considerano come dovuti solo agli uomini. Non solo gli uomini, ma anche gli animali sono capaci di sentimento e di atti morali e sono legati a noi da vincoli morali. La pietà è un vincolo morale. E' vero che i più se ne servono come  di cose, senza attribuir loro alcun vincolo morale; ma il pensare e l'agire dei più non costituisce una norma; e d'altra parte non si è comportato così un tempo l'uomo con l'uomo?"
 Piero Martinetti
(filosofo)

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"Lo studio degli animali dimostra che i mammiferi, specialmente i primati, non sono né assassini né torturatori. Dunque l'uomo si differenzia dagli animali, perché è assassino; è l'unico primate che uccida e torturi membri della sua specie."
Erich Fromm
(da "Anatomia della distruttività umana")

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da "Vita da prete" di Mario Canciani (ed. Arnoldo Mondadori)

Da tempo Willy, un mio amico cane, quando trova spalancato il portone della basilica di San Giovanni dei Fiorentini, percorre sicuro di sé l’ampia navata, si accovaccia accanto alla consolle dell’organo e ascolta trasognato la mia musica. Non so cosa provino i grandi esecutori quando suonano davanti a un grande pubblico, ma dei concerti che io eseguo per Willy sono pienamente soddisfatto e commosso. San Francesco chiamava gli animali «i nostri fratelli più piccoli». Per loro aveva le attenzioni più delicate. Voleva scrivere a Federico II perché con un editto stabilisse che a Natale le strade fossero cosparse di granaglie e di grano per gli uccelli: anch’essi dovevano gioire per la nascita del Redentore. Perché non fossero calpestati, scansava dai sentieri i vermi. A Sant’Angelo in Pantanelli, presso Orvieto, viene mostrato tuttora uno scoglio sul Tevere, dal quale avrebbe gettato nel fiume dei pesci che gli erano stati regalati, dicendo: «Fatevi furbi...». Per questo il 4 ottobre 1987, in prima assoluta, ho celebrato in chiesa una paraliturgia, presenti animali e padroni, soprattutto bambini. C’era di tutto: cani, gatti, una papera, dei pesciolini, una tartaruga... - Un vero Cantico delle creature!

 

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