Poesie di Cesare Ossicini

                                                                                                                            

 

 

 

 

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Tevere di Cesare Ossicini

 

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Tram numero 8 di Cesare Ossicini

 

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Vecchiaia di Cesare Ossicini                                                   

 

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Arcobaleno di Cesare Ossicini

 

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A Sofri di Cesare Ossicini

 

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Guernica di Cesare Ossicini

 

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Libertà di Cesare Ossicini

 

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Sull'immortalità della umanità? di Utnapistim Gilgamesh di Cesare Ossicini

 

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Sulla moralità della umanità di Upnapistim Gilgamesh di Cesare Ossicini

 

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Bimbo che corri per giocare... di Cesare Ossicini

 

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Vedo raggi verdi colpire qualcosa... di Cesare Ossicini

 

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Il cielo era di bleu intenso... di Cesare Ossicini

 

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Donne invisibili... di Cesare Ossicini

 

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A papà di Cesare Ossicini

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Vedo raggi verdi colpire qualcosa...       wpe7.jpg (3878 byte)

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di Cesare Ossicini

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Il cielo era di un bleu intenso...

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di Cesare Ossicini

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Donne invisibili...

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di Cesare Ossicini

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Bimbo che corri per giocare...

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di Cesare Ossicini

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Arcobaleno

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di Cesare Ossicini

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Libertà

Pezzetti di cuore

si perdono dietro a te.

Infiniti palpiti

si spendono solo per sentirti.

Inutili parole

corrono appresso la tua immagine.

Nuovi limiti

vengono varcati in nome tuo.

Qualcuno lo chiama Amore.

Qualcun'altro lo chiama Pace.

Solo colora che l'hanno trovata e persa

la chiamano Libertà.

 

di Cesare Ossicini

 

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A Sofri

Vorrebbero farmi credere che sei stato tu ad uccidere Calabresi,
ma non ci riusciranno.
Vorrebbero che pensassi di aver sbagliato anch’io tanti anni fa a partecipare,
ma non ci riusciranno.
Vorrebbero che rinnegassi il ‘68 ed il movimento studentesco,
ma non ci riusciranno.
Vorrebbero omologare tutto, pensiero di sinistra e di destra,
ma non ci riusciranno.
Vorrebbero che tu morissi in galera,
ma non ci riusciranno.
Tu continui a volare alto, fuori da quelle mura,
ogni volta che scrivi qualcosa.
Io mentre ti leggo penso che una mente così
non riusciranno a chiuderla per sempre dietro delle sbarre.

di Cesare Osscini

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Guernica

Ho visto urlare di dolore una madre
per la perdita del figlio.
Ho sentito urlare un popolo spezzato
perché si uccidevano tra di loro i suoi fratelli.
Ho udito bombe cadere su di una città
e seminare morte frantumando tutto.

Tutto questo senza mai essere
stato veramente presente al fatto.
Solo guardando un quadro "Guernica".
Era il 1 gennaio 1999, quel giorno in mezzo
a tanta gente in un museo spagnolo
ho pianto come non avevo fatto mai.

di Cesare Ossicini

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Sull’immortalità della umanità? (dialogo tra semidei) di Utnapistim Gilgamesh

G – Dimmi Utnapistim come posso trovare l’immortalità?
U – Gilgamesh la troverai solo varcando alte montagne,
immensi deserti, vasti oceani e combattendo contro tutte le tirannidi.

G – Ma una volta trovata potrò mantenerla?
U – Si, solo se non combatterai mai contro il tuo popolo.

G – Se è così sarà facile mantenerla.
U - No, vedo che combatterai contro Alessandro Magno, contro Gengis Kan,
contro Napoleone, contro Hitler, contro Johnson/Nixon, contro Bin Laden,
e vedo anche che combatterai infine contro gli eredi del tuo popolo,
nella città di UR*.
Lì perderai l’immortalità e con te sarà sconfitta l’intera umanità.

*La città di UR(UK)(luogo di provenienza anche di Abramo) della civiltà Sumerica era posta nella vecchia
Babilonia e si può pensare a Ninive o Bagdad situate oggi in Iraq.
Utnapistim è la figura sumerica di Noè(bibbia) del diluvio universale, che aveva visioni e che visse tantissimi anni.
Gilgamesh, eroe leggendario, cercò e sognò a lungo la immortalità, ma mai nessuno seppe della sua fine.

Sull’immortalità della umanità? (parte seconda) di Utnapistim Gilgamesh

G – Dimmi Utnapistim se è vero quel che dici,
l’umanità è destinata a scomparire!
U – Gilgamesh, sono stati troppi gli errori fatti
e non è stato sufficiente a Dio sacrificare suo figlio.

G – Ma se così sarà, è valsa la pena cercare di cacciare i tiranni
e vale la pena continuare a combattere?
U – Tutto ciò che era possibile fare, andava fatto.
Tutto ciò che è possibile fare, va ancora fatto.

G – Non servirà a salvare l’umanità.*
U – No, ma servirà almeno a salvare la tua anima.**


*Utnapistim salvò se stesso e la sua famiglia dal diluvio universale
salvando così l’umanità.
** Gilgamesh non ha trovato l’immortalità della vita ma quella dell’anima.

 

Sull’immortalità della umanità? (parte ultima) di Utnapistim Gilgamesh

G – E’ giusto Utnapistim salverò la mia anima,
ma non mi sento felice!
U – Gilgamesh, ho salvato l’umanità dal diluvio,
ma anch’io non mi sento felice.

G – Ma allora forse quello che devo cercare
è proprio la "felicità"?
U – Che io sappia è impossibile trovarla.

G – Non sarà un errore quello di cercarla durante la vita,
forse perché è proprio nella nascita?.
U – Si, credo che tu abbia questa volta ragione,
la "felicità" sta nell’iniziare ad esserci.*

*Utnapistim , Gilgamesh e tanti altri semidei ed eroi forse non sono mai nati
se non nella fantasia di noi, che invece lo siamo e possiamo fantasticare su loro.

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Sulla moralità della umanità? (dialogo tra semidei) di Utnapistim Gilgamesh

G – Dimmi Utnapistim tu che sei un "salvato" dagli dei e
quindi sicura fonte di sapere, cos’è la moralità.
U – Gilgamesh definire una "etica morale" è difficile,
dipende molto dal tempo in cui si vive.

G – Ma come definiresti l’amore che ho provato per Enkidu*?
U – Nel nostro tempo forse sconveniente..
ma in futuro non sarà sempre così.

G – Se diventassi immortale ed incontrassi un altro Enkidu
il problema sarebbe allora finalmente risolto.
U - No, perché comunque, a tempi in cui la morale sarà dalla tua parte,
seguiranno sempre tempi in cui la moralità ti sarà contro.


*Enkidu fù un eroe fortissimo, creato dagli dei per sconfiggere Gilgamesh,
ma diventò invece suo grande amico, incorrendo così nell’ ira degli dei
che lo fecero ammalare e poi morire, per dispetto verso Gilgamesh.

Sulla moralità della umanità? (parte seconda) di Utnapistim Gilgamesh

G – Dimmi Utnapistim ma allora la moralità non ha un etica durevole?
U – Gilgamesh la morale non può rimanere immutata nei secoli,
proprio perché l’uomo non rimane immutato nei secoli.

G – Ma allora come è possibile che ci sia una "religione" con dogmi fissi?
U – Anche la "religione", che si dice voluta dagli dei, muta con il mutare
dell’uomo, ma purtroppo aimè con sensibile ritardo.

G – Dunque è meglio essere Ateo, senza una morale, che credere nella dea Aruru*.
U – No, perché anche gli atei hanno una morale che muta e va appresso
agli uomini e non agli dei.Spesso però è più rigida di quella della "religione".


*Aruru è la dea dei sumeri che plasmò l’uomo dall’argilla e che creò
Enkidu, forte come un dio, per combattere Gilgamesh.

Sulla moralità della umanità? (parte ultima) di Utnapistim Gilgamesh

G – Dimmi Utnapistim è inutile cercare l’immortalità, è sconveniente
amare esseri di pari sesso, non serve essere Atei o credere in un Dio,
cosa debbo fare?
U – Gilgamesh se avessi la soluzione ai tuoi problemi non mi peserebbe
essere preso come un "Oracolo", a cui si chiede di tutto, ma che non risolve mai nulla.

G – Non mi resta, dunque, che tornare nella città di Uruk senza alcuna soluzione
alle numerose domande che ti ho posto.
U – Torna, ma non pensare che io non ti abbia risposto, perché l’ho fatto.
Non ho solo risolto i tuoi problemi, che è cosa molto diversa.

G – Mi sento completamente sconfitto e veramente come già morto,
come d’altronde voleva la Dea Aruru.
U – In realtà tu sei un vincitore, perché tu mortale hai insegnato a me immortale*
che l’amore e la morte sono cose per cui vale la pena vivere e
che voi prima o poi ottenete, noi invece no.


*
Utnapistim inizialmente mortale come Gilgamesh dopo aver salvato l’umanità
dal Diluvio universale fù reso immortale dagli dei come dono.
Vide così scomparire tutti i suoi cari senza poterli seguire.

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A papà

m1.gif (1373 byte)a che volevi dirmi quella sera..
che poi sarebbe stata l'ultima ...
dovevo comprarti i francobolli o
volevi la conferma che sarei venuto a vedere con te
Roma Juventus la domenica?....
oppure volevi parlarmi di te o di mamma.....
ma forse volevi solo dirmi che mi volevi bene
da sempre e per sempre............

Cesare Ossicini

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Tevere

Scorre il Tevere lungo i muraglioni,
fiume oggi povero d'acqua e di futuro,
eppure quanta acqua è passata nei secoli
sotto questi ponti che grondano di Storia.

Quanti racconti, quante battaglie,
quante vittorie e quante sconfitte
sulle sponde di questo fiume,
sulle mura di questi ponti.

Tevere grazie a Te è nata Roma,
intorno a Te si è unita l'Italia,
vicino  Te sosta gente di tutto il mondo,
ma amore per Te lo hanno solo i veri romani.

Cesare Ossicini

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Tram numero 8

Salgono sul tram per cantare il loro dolore,
suonano e stonano canzoni a noi conosciute,
qualche volta  canzoni del loro paese.

Sembrano nenie per allontanare l'angoscia
di trovarsi lontano dalle loro case,
distanti dalle loro famiglie e dalla loro gente.

Chiedono qualche moneta con gli occhi tristi,                    
se non la dai, ti pensano con odio,
se la dai, ti pensano con vergogna.

Vengono da lontano, qualcuno da lontanissimo,
non come fecero alcuni di noi per conquistare terre,
ma come fecero alcuni di noi per conquistare una dignità.

Scendono dal tram, spesso con il bicchiere di carta vuoto,
quasi sempre con il volto scuro di chi deve ripetere
infinite volte questo tragitto di sconfitta.

Testimoni del fallimento di libertà del loro paese,
testimoni del fallimento di solidarietà di questo paese,
dovremmo accettarli con umanità, abbiamo lo stesso DNA.

Cesare Ossicini

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Vecchiaia

Passa il tempo scorrono i giorni,
sempre meno cose rimangono nella memoria,
solo immagini scombinate e prive di senso.
Ricordi e pensieri che si modificano
sconvolgendo il nostro passato
alterando il nostro presente.
Il futuro non c'è ancora
ma non viene più immaginato.
Tutto scorre inesorabilmente verso l'oblio,
ma l'amore per  chi ha camminato insieme a noi
per lungo tempo rimane intatto,
scolpito in cellule che non invecchiano più,
a differenza di tutto il resto.

Cesare Ossicini

 

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