Clarinetto strumento, con cameratura cilindrica, padiglione svasato e ancia semplice. I clarinetti moderni sono costruiti in ebano e a volte in plastica; possiedono 20 o più fori sul tubo, chiusi direttamente dalle dita dell'esecutore o tramite chiavi per ottenere note di differente altezza. Il clarinetto possiede un timbro dolce e mellifluo ed è uno strumento capace di notevoli agilità, particolarmente nell'esecuzione di scale e arpeggi. Lo strumento possiede inoltre una notevole possibilità di escursione dinamica.
La taglia più diffusa del clarinetto è il soprano in si bemolle che ha un'estensione di circa tre ottave e mezzo: la nota più grave è il re (scritta mi) sotto il do centrale. Nel salto d'ottava, che si ottiene azionando una chiave portavoce e per mezzo di una maggiore pressione nell'emissione dell'aria, l'intervallo prodotto è di una dodicesima, a causa della mancanza delle armoniche pari, e non di un'ottava come avviene negli strumenti come i flauti e gli oboi. Altre taglie meno comuni di clarinetto sono quelle di soprano in la (un semitono sotto il si bemolle); di soprano in mi bemolle (una quarta più acuto); di basso (un'ottava più grave del soprano in si bemolle); e di contrabbasso (un'ottava sotto il basso). Il corno di bassetto è un clarinetto alto intonato in fa sotto il si bemolle. La musica per tutte le taglie dei clarinetti è scritta come se fosse destinata ad uno strumento intonato in do: in un clarinetto in si bemolle una nota scritta corrispondente ad un do suonerà sullo strumento come un si bemolle. Gli esecutori possono così agevolmente cambiare strumento senza dover cambiare ogni volta la diteggiatura. La denominazione clarinetto in si bemolle non indica la nota fondamentale emessa dallo strumento, ma il tipo di notazione utilizzato, contrariamente a quanto avviene negli strumenti come il trombone o la tuba.
Il clarinetto fu inventato intorno al 1700 dal costruttore di flauti tedesco Johann Christoph Denner a partire da uno strumento precedentemente diffuso, lo chalumeau. Dopo il 1840 furono sviluppati due nuovi e complessi sistemi di chiavi e diteggiatura: il sistema Boehm, utilizzato in molti paesi e brevettato nel 1844 dal costruttore francese Auguste Buffet, che adattò il sistema inventato per il flauto dal costruttore tedesco Theobald Boehm; e il sistema del costruttore belga Eugène Albert sviluppato intorno al 1860 e meno diffuso del precedente.
I clarinetti furono introdotti in orchestra a partire dal 1780. Fra le prime composizioni che prevedono partiture per clarinetto possiamo ricordare una ouverture per due clarinetti e corno (c. 1742) di George Friederich Händel e il concerto per clarinetto (1791) di Wolfgang Amadeus Mozart. In orchestra lo strumento non assunse ruoli solistici di particolare rilievo fino alla metà del XIX secolo, se si escludono alcune pagine di Schubert (nell'Incompiuta) e di Weber (nel Franco cacciatore). Con Brahms e Cajkovskij il clarinetto raggiunse maggiore importanza in ambito orchestrale. Nel corso del XX secolo compositori come Bartók e Ravel hanno frequentemente utilizzato il clarinetto a causa della sua notevole estensione e della straordinaria agilità nei passaggi solistici, e anche come strumento di raddoppio di altri strumenti soprani.

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Ultimo aggiornamento Sabato 3 aprile 1999                 Pagina3