Nel 383 era morto l'imperatore d'occidente Graziano, ucciso a Lione su istigazione di Massimo, che poi ne avrebbe usurpato la porpora. Teodosio (imperatore per l'oriente) in un primo momento finse di riconoscerne la dignità, ma successivamente mosse contro di lui sconfiggendolo.
Venne innalzato al trono il giovane fratello di Graziano, Valentiniano II. Ben presto però sorsero contrasti tra il nuovo imperatore e il suo magister militum Arbogaste (un franco): al punto che, in udienza, Valentiniano impose al suo generale di deporre la carica. Per tutta risposta quest'ultimo gli stracciò il documento con l'ingiunzione, alla sua stessa presenza.
Dopo solo pochi giorni (15 maggio 392), Valentiniano venne assassinato (non si sa se per espressa volontà di Arbogaste). Il generale franco fece eleggere come imperatore d'occidente il romano magister scriniorum (capo della cancelleria imperiale) Eugenio.
Nel 394 si ebbe lo scontro decisivo sul Frigido tra l'esercito di Eugenio (comandato da Arbogaste) e le forze inviategli contro da Teodosio (guidate da Alarico, Gaina, Saule, e l'armeno Bacurio). La bora imperversò violentissima contro le truppe di Eugenio, che si battevano in nome del paganesimo: vennero colte dal panico, interpretando il fenomeno come un infausto giudizio degli dei, e furono sconfitte. Eugenio venne messo a morte. Arbogaste, riuscito a fuggire sui monti, si sarebbe successivamente ucciso.
L'impero,ora riunificato, tale sarebbe rimasto fino alla morte di Teodosio (395). Successivamente, con la attribuzione delle due parti ai figli Onorio e Arcadio, la divisione sarebbe stata definitiva.