Vulfila nacque verso il 311 in Cappadocia. Catturato dai Goti durante una delle frequenti incursioni, venne assimilato alla loro cultura (Vulfila è un nome goto).
All'età di 30 anni viene consacrato vescovo dall'ariano moderato Eusebio di Nicomedia. Esercita la carica episcopale nella ex Dacia romana.
Nelle imperversanti controversie dottrinarie, Vulfila aderisce all'arianesimo (sostenuto soprattutto nella pars orientis), e diffonde questa confessione tra i visigoti. Attraverso questi ultimi, passerà poi agli ostrogoti.
La concezione cattolica, stabilita nel concilio di Nicea, sarà comunque anch'essa rappresentata nella regione (p. es. dal vescovo greco di Gotia Teofilo, o dal vescovo goto Goddas).
Un'ulteriore presenza religiosa presso i visigoti è costituita dallo scismatico Audio (sostenitore della celebrazione della Pasqua cristiana in coincidenza con quella ebraica): relegato alle foci del Danubio da Costantino, fondò comunità monastiche caratterizzate da grande rigore morale.
Sorsero ben presto contrasti religiosi cruenti fra Atanarico (pagano e difensore dell'ideale tradizionale germanico) e Fritigerno (ariano). Vi furono persecuzioni nel 348 (Vulfila deve trasferirsi a Nicopoli, in Mesia) e nel 370, con martiri cristiani, sia ariani che cattolici.
Vulfila continua la sua opera di evangelizzazione sotto Costanzo e Valente (entrambi patrocinatori dell'arianesimo), assumendo nel corso degli anni un atteggiamento vieppiù radicale.
Conosce il goto, il latino e il greco. Dal greco al goto traduce e diffonde la Bibbia, inventando per questa lingua un alfabeto che prima non esisteva.
La sua traduzione rispecchia la concezione ariana del cristianesimo cui egli aderì. In essa infatti il concetto di "uguale natura", espresso nella versione biblica originaria, tra Dio e Cristo, viene piuttosto reso come "somiglianza".
Conseguenze e corollari della sua posizione sul piano dottrinario sono:
- Esiste un Padre ingenito e generante il Figlio. Quest'ultimo è al primo in tutto conseguente e subordinato. Per volere del Padre, il Figlio si è reso creatore sia dell'universo, che dello Spirito Santo.
- Al Cristo, stante la sua posizione subalterna, è da tributarsi onore minore che non a Iddio stesso.
- All'uomo giusto, come premio ultraterreno, è concessa una natura identica a quella del Cristo.
Il cristianesimo nella sua accezione ariana si diffuse tra i goti più facilmente di quanto non sarebbe avvenuto per quella cattolica: implicando la presenza di tre deità distinte, risultava di più facile comprensione e maggiormente affine al precedente politeismo pagano.