Afterhours live at Cantiere 21-PG
Ed ora una fantastica recensione!!!
PYsellon, MazzY and Y supergiovani impegnati a cogliere i motivi del fermento e della passione che accomunano adolescenti di tutta la Penisola nei confronti di una delle più note band dell'underground lumbard! Chi l'avrebbe mai detto! Ma andiamo con ordine....
"Martedì 30, Cantiere 21, Perugia: alle 23.45, con oltre due ore di ritardo sul programma, salgono sul palco gli Afterhours di Manuel Agnelli, da molti considerati una delle migliori band italiane degli ultimi anni.
L'atmosfera non sembra essere particolarmente calda: il pubblico di giovani e giovanissimi che affolla la fumosa sala del Cantiere accoglie abbastanza tiepidamente l'inizio del concerto.
Pysellon, dopo le prime note, scuote il capoccione e seguiterà a farlo per i primi tre brani, fiero di avere, ancora una volta, azzeccato i pronostici :"Sono dei drogati, fanno musica banale, lui (Agnelli, n.d.t.) ? solo un montato sopravvalutato".
Al sorrisino di sufficienza del Negus si contrappone l'interesse crescente dimostrato dal Mazzy: interesse effettivo o piaggeria intellettual-sentimentale verso l'amico del nord che ha caldamente consigliato la band? O, ancora, purissimo spirito di rivalsa nei confronti di Abdul-Al-Aziz-Ibn-Saud per le ferite ancora fresche infertegli dai Giardini di Mirò?
L'inizio in sordina sembra dare ragione al Pysellon, poichè non si riesce a intravedere, dai primi brani, la personalità musicale di Agnelli e soci: ma, ben presto, le cose cambiano.
Il leader della band, la cui somiglianza con il sedicente giuocatore di football Del Piero è impressionante quanto inevitabile (nomen omen), prende saldamente le redini in mano: alle ballate elettriche si susseguono visionari riffs di chitarra e violino elettrico (la cui presenza in ogni brano è forse superflua ma mai fastidiosa), i testi mai banali e la personalità di Agnelli sul palco crescono in parallelo con l'entusiasmo dei presenti e in corrispondenza dei primi, timidi, teneri applausi del Pysellon, in cuor suo vieppiù sorpreso dalla scoperta del fatto che gli Afterhours sono tutto fuorchè"drogati e montati" ma ancora restìo a manifestare il "revirement".
Il tessuto musicale è senz'altro buono e non accostabile ad altre band del panorama attuale (italiano, quanto meno) per originalità di accordi e testi, cantati magnificamente da un Agnelli molto sobrio che mai si abbandona ad atteggiamenti istrionici o eccessivamente ammiccanti.
Il concerto prosegue così, con un Pysellon sempre più convinto (e soddisfatto) di avere speso bene i 18 euri d'ingresso e con un Mazzy sempre più convinto (e orgoglione) di avere un amico lumbard che sarà pure strano (e stronzo, n.d.r.), ma che "de musica ce capisce".
Dopo un'ora e mezza circa, un commovente brano con testo recitato e due bis (il secondo assolutamente superfluo) le idee sono più chiare a tutti.
Di fronte a una birra, i supergiovani recensori concordano sul fatto che, innanzitutto, per la band sarebbe più appropriato il nome di Manuel Agnelli & gli Afterhours; che di tutto si può discutere, fuorchè dell'originalità, musicale e dei testi; che, però, almeno per Pysellon e per chi scrive, il difetto maggiore resta nel fatto che i nostri prodi non riescono ad arrivare al cuore, a soddisfare altrettanto bene l'animo dell'ascoltatore quanto il suo intelletto.
Il difetto non è, evidentemente, di poco conto, ma vi sono buoni indizi sui possibili rimedi: il talento non manca, e, se e quando si ha qualcosa da dire, questa è un'eccellente premessa.
Peraltro, una maggiore conoscenza, da parte dei supergiovani recensori, della discografia del gruppo non avrebbe guastato: ma c'è tempo per rifarsi."
IIIHHHHH a tutti.

   inserito da >>SAPO!! @ 19:03 [#]    [SUBSCRIBE]