Esiste l'Aldilà 
di Lino Sardos Albertini 

Gli era successo che suo figlio Andrea, essendosi preso alcuni giorni di vacanza alla vigilia dell'ultimo esame di giurisprudenza in cui aveva la media 29, non ha fatto più ritorno a casa.
Tutte le ricerche sono state vane.
Dopo quasi due anni dalla scomparsa il padre ha avuto la visita di una nuova cliente che lo ha spinto a contattare una certa signora Anita asseritamente sensitiva per avere notizie sul figlio.
Il padre, che era molto contrario a tale sistema, ha finito con il cedere alle insistenze della cliente e a fissare un appuntamento alla detta sensitiva.
Quando ebbe luogo questo incontro risultò che detta persona non era una sensitiva ma una medium che chiedeva di contattare il figlio nell'Aldilà con la scrittura automatica con un sistema speciale. Essa appoggiava cioè un pennarello sulla mano sinistra (essa non era mancina) aperta e di fronte alle domande rivolte al trapassato il pennarello si attaccava alla mano e scriveva dall'alto in basso in modo non intelleggibile. Spostato poi il foglio di 18O° si poteva leggere la risposta che anche la medium non conosceva.
L'avvocato Sardos Albertini, pur essendo in linea di principio decisamente contrario ad un tale genere di attività, nel caso specifico si è posto il problema se continuare o meno in tale esperienza per le seguenti ragioni.
Fin dal suddetto primo incontro l’entità presentatasi come suo figlio Andrea aveva detto di essere nato e morto per dare la prova agli uomini che esiste l'Aldilà affinchè essi in tale modo si avvicinino a Dio per il loro bene e che il padre doveva essere sua pedina per rendere testimonianza di tale messaggio fra i viventi. Nell'occasione ha fornito precise notizie sulla sua morte a Torino dove si era recato per acquistare un'autovettura usata in restituzione di quella vecchia e usurata che egli aveva, portando con se il denaro in contanti ed era stato ucciso per rapina da quattro giovani drogati.
L'Avvocato Lino Sardos Albertini di fronte a tale fatto si è trovato di fronte al seguente problema di coscienza: se cioè tale comunicazioni del figlio erano autentiche egli sarebbe stato grandemente colpevole di fronte alla propria coscienza di cristiano se non avesse messo a frutto i talenti che la Provvidenza metteva in tale modo a sua disposizione per il bene del prossimo.
Se invece tali comunicazioni non erano autentiche ma false, egli sarebbe stato grandemente responsabile verso la propria coscienza nel diffondere tale falsità con l'aggravante dovuta al fatto che, essendo stato per molti anni presidente della Giunta diocesana di Azione Cattolica la sua testimonianza avrebbe tratto in errore un maggior numero di persone.
Di fronte a tale situazione si rivolse subito per chiedere consiglio al suo Parroco  e  a  due  qualificati  monsignori  fra  cui  uno  che  aveva condotto delle particolari indagini anche sul piano per incarico del Vescovo di Trieste.
Il consiglio fu di continuare nei contatti  per  cercare  di  avere  maggiori elementi di giudizio.
L'avvocato Sardos Albertini continuò pertanto ad avere dei contatti con l'anzidetta medium anche al fine della identificazione del posto in cui si trovava il cadavere del figlio, provvedendo sempre a formulare delle domande per iscritto e sottoponendo poi le stesse con le rispettive risposte, dopo ogni incontro con la medium ai due monsignori che avevano accettato di seguirlo e consigliarlo.
A seguito di ci si è verificato che i messaggi che provenivano dal presunto Andrea avevano degli straordinari eccezionali riscontri con la realtà dei fatti del tutto sconosciuti sia all'avvocato Sardos Albertini che alla medium. Inoltre si verificarono su "Il Giornale" delle improvvise macchie rosse ed altri fatti straordinari inspiegabili con cause naturali che Andrea diceva essere segni concessi dalla Luce Infinita per comprovare la verità dei messaggi; il che è conforme alla teologia che definisce tali fatti quali "timbro divino" per contraddistinguere i fenomeni paranormali di carattere preternaturale.
Inoltre i messaggi avevano un contenuto pienamente corrispondente allo stile di Andrea ed un livello culturale e stile corrispondente alla sua persona, del tutto incompatibile con la cultura della medium che aveva assolto solo le scuole elementari e che si esprimeva sempre solo in dialetto triestino, non avendo mai parlato la lingua italiana.
Dopo quasi due anni di studio di questa situazione l'avvocato Lino Sardos ed i suoi consiglieri decisero di dare attuazione a quanto l’entità Andrea sollecitava, cioè di pubblicare un libro in cui fosse data testimonianza della suddetta esperienza dell'avvocato Sardos Albertini .
 

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Il libro 
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