Favolette per Pietro e Sara |
Viaggio alla ricerca dell'erba voglio
Paolino era viziato. Tutto quello che voleva glie lo davano. La casa era piena di giocattoli. Non sapeva più cosa chiedere.
Un giorno si mise a gridare:
"Voglio la luna". Papà e mamma risero: "Ma non è possibile. La
luna è in cielo." Ma Paolino non sentiva ragioni. Batteva i pugni,
gridava, piangeva, pestava i piedi: "La voglio, la voglio. I poveri genitori non sapevano più cosa fare per calmarlo. Portarono dei regali, ma lui li buttava via: "Voglio la luna, voglio la luna." |
Allora il nonno disse: "Qui bisogna chiamare il Gufo saggio."
Dopo un pó si sentì bussare alla finestra. Era il Gufo saggio. Il Gufo parlò: "Se vuoi la luna, ti insegnerò cosa devi fare per averla." Aprì il becco e posò sul tavolo tre semi lucidi e grossi come chicchi di granturco. "Questi sono i semi dell'erba voglio. Occorre seminarli, e quando crescerà l'erba, tu ne prenderai una foglia, la masticherai. Allora potrai esprimere qualsiasi desiderio e sarà subito soddisfatto."
Paolino afferrò i semi: "Vado subito a seminarli nel giardino."
"Attento però - disse il Gufo - l'erba nasce solo in un terreno
speciale." "E come faccio a trovare quel terreno?"
"Questo non posso dirtelo. Dovrai scoprirlo da solo. Dovrai cercare e
cercare. Quando ti sembrerà di aver trovato il posto adatto, metti i semi sotto
terra. Se dopo una settimana non germoglia niente, vuol dire che non è il
terreno adatto. Ritogli i semi e cerca da un'altra parte." Così detto, il
Gufo saggio volò via.
Paolino afferrò i semi e si precipitò in giardino. Prese un rastrello, lisciò un pezzetto di terra, interrò i semi. Poi prese l'annaffiatoio ed annaffiò. Rientrò in casa, finalmente tranquillo. Il giorno dopo si precipitò a vedere se i semi erano germogliati. Niente. Annaffiò di nuovo. Il giorno dopo al mattino riandò a vedere. Niente ancora. Annaffiò di nuovo. E così il giorno dopo ed il giorno dopo ancora.
Alla fine di una settimana non era spuntato niente. Paolino grattò il terreno. Trovò i tre semi intatti. Li prese, se li mise in tasca. Andò da mamma e papà a dire che doveva partire per cercare il terreno adatto.
Papà e mamma piansero, ma non lo trattennero. Paolino con il fagotto della sua roba in spalla camminò per un giorno. Alla sera si fermò in un villaggio. Chiese dove fosse il terreno più fertile. Era un orto vicino al fiume, dove cresceva della verdura bellissima.
Paolino andò al fiume. Trovo l'orto e piantò i tre semi. Ogni giorno andava a vedere se fosse spuntato qualcosa. Ma niente. I giorni passarono uno dopo l'altro. Al settimo giorno, ancora niente. Allora Paolino grattò il terreno, riprese i tre semi e partì.
Cammina e cammina, un giorno arrivò in un paese ai piedi di un vulcano. Gli avevano detto che i terreni vicino ai vulcani erano così fertili che si potevano fare quattro raccolti all'anno. Il terreno più fertile era in cima al monte vicino alla bocca del vulcano. Paolino si arrampicò subito. Ancora tutto sudato, cercò il terreno più soffice e piantò i semi. Poi aspettò che germogliassero. Un giorno, due giorni, tre giorni. Alla fine del settimo giorno, nessun filo d'erba usciva dal terreno. Paolino riprese i semi, li mise in tasca e partì.
Paolino non si diede per vinto e cercò altri terreni. Ma sempre niente, sempre i semi rimanevano intatti. E così passarono gli anni.
Paolino ormai era vecchio e voleva tornare a casa. Chissà se papà e mamma erano ancora là ad aspettarlo. Ma quando ormai aveva deciso di tornare, qualcuno gli disse che in un paese lontano viveva un re che aveva un giardino meraviglioso dove cresceva qualunque cosa.
Paolino riprese a sperare, e benché vecchio e stanco ripartì. Dopo molto camminare arrivò a quel paese. Andò subito dal re.
Il re non aveva mai sentito parlare dell’erba voglio, ma gli permise di seminarla nel suo giardino.
Paolino, benché stanco e vecchio, si recò subito nel giardino. Trovato un angolino di terra non coltivato, vi seminò i tre semi e li annaffiò. Aspettò un giorno, aspettò due giorni, tre giorni. Ma niente. Intanto lui si sentiva sempre più vecchio e stanco.
Al settimo giorno, poiché niente era germogliato, andò dal re. Questi, gli chiese: "Allora, buon vecchio, la tua erba voglio è germogliata o no?"
"Maestà - gli rispose Paolino - ho passato la mia vita intera a cercare
un terreno dove l'erba voglio potesse crescere. Ma solo ora ho capito cosa mi
volesse insegnare il vecchio Gufo saggio."
"E cosa hai capito di tanto importante?"
"Maestà - disse con un filo di voce Paolino - ho capito che.... L'erba voglio non cresce neanche nel giardino del re."