Favolette per Pietro e Sara
Il tram si ferma. Le due rane saltano giù. Il tram riparte. Il mago cattivo si affaccia dal finestrino e ride. Il principe rana guarda Principessa. "Presto, corri. Dobbiamo trovare la fontana magica prima delle nove." Lui salta, come fa una rana. Principessa non cerca di saltare, ma inciampa. Cade. Si rialza. "Brava. Presto, attraversiamo la strada." Ma non ci sono strisce bianche. Le macchine passano veloci. Il principe rana è già in mezzo alla strada. "Vieni, presto". Lei salta, ma inciampa. Arriva un’auto veloce. "Aiuto!." Principessa non riesce a muoversi. Una ruota è passata sopra la zampina. "Aiuto!" L'altra rana salta indietro, l'afferra con la bocca sul dorso e salta sul marciapiede. Appena in tempo. Un camion passa ruggendo. Una scarica di fumo nero copre le rane. Povera rana con la zampa ferita. E' sul marciapiede, ma non riesce a muoversi. Passa la gente. Una grossa scarpa rischia di schiacciarla. Il principe l'aiuta. A piccoli passi raggiungono una siepe. "Aspetteremo qui che la zampa sia guarita." Gli racconta la sua storia. Viveva felice nel castello del padre. Abaluc il mago cattivo un giorno lo trasformò in una rana. Solo se avesse trovato la fontana magica, gettandosi nelle sue acque sarebbe tornato un giovanotto. La fontana era in una città lontana. L'effetto magico c'era solo il 21 marzo d’ogni anno. E durava dal sorgere del sole fino alle nove. Dopo un anno in giro per il mondo in cerca della città, finalmente era arrivato. Quella stessa mattina. Per fare più in fretta era saltato sul tram. Ma Abaluc l'aveva seguito per impedirgli di arrivare in tempo.
Manca solo mezz'ora alle nove. "Corri, corri, vai a tuffarti nella fontana" gli dice lei. “No, non posso lasciarti. Rimarrò con te." Lei piange, lo supplica di andare. Ma il principe rimane. Lecca la zampina ferita per lenire il dolore. Sono al riparo sotto la siepe. Ma ecco due grandi occhi che s’insinuano tra le foglie della siepe. Principessa ha paura. E' un grosso cane bianco. "Non aver paura. Sono il Mago Metropolitano. Ho visto Abaluc e l'ho seguito. Ho visto tutto. Presto, saltate sulla mia groppa ed afferratevi ai peli della pelliccia. Non sono ancora le nove. Facciamo in tempo a raggiungere la fontana."
Il cane corre. Passa ai semafori verdi. Ecco la piazza della fontana. L'orologio della torre segna l'ora. Manca poco alle nove. Le due rane scendono. Aihmè. La fontana è secca. Non un goccio d'acqua nella vasca, non un filo d'acqua dalla bocca del delfino di marmo al centro. Le due rane guardano disperate. C’è un cane con la zampa alzata contro un albero. "S’è rotto il tubo dell'acquedotto. Là, dove c'è quella ruspa. E' tutta la notte che cercano di riparare il guasto.” Il mago si avvicina. Nella buca, due uomini lavorano attorno al tubo rotto. Dal campanile della torre cominciano i rintocchi. Don, don, don. Uno, due, tre... ormai è troppo tardi..
Ma cos'è questo soffio dalla bocca del delfino? E' l'acqua! Un grosso fiotto sta uscendo. Presto... Don, don…quattro, cinque... la vasca comincia a riempirsi... don…sei.. Le due rane si gettano nella vasca... don, don… sette… otto... L'acqua li raggiunge e li copre...don… nove. L’orologio ha smesso i rintocchi. Dalla fontana esce, bella, bionda, alta Principessa. Vicino a lei, bello alto, capelli ed occhi scuri, il principe. Si guardano e sorridono.
Lì vicino c'è una Ferrari rossa. Sul sedile posteriore c'è il cane, il Mago Metropolitano. Con la zampa fa cenno di salire. Il principe al volante, Principessa a fianco. Il cane dietro. Partono. C'è il semaforo rosso. La Ferrari si ferma. Sul tram 10 un rospo, brutto, rosso, sputa rabbia. E’ Abaluc. La Ferrari rossa riparte. E' sparita là in fondo al viale. E’ diretta al castello del principe.