Non ce niente come i pensieri inutili che si affollano
alla mente nei momenti in cui aspetti che il tram parta. Per fortuna a
cambiare corso dei pensieri di quel signore attempato che si rintanava
dietro al morbido cappello, salì una squadra rumorosa di ragazzotti.
Una scuola, certamente. Sempre in giro, pensò. Invece di stare in
classe a sentire attenti la lezione, se ne vanno a passeggio. Magari con
la scusa di visitare i musei. Stessero almeno attenti. Passano spingendosi,
ridendo, davanti ai quadri… Eh, ai suoi tempi… pensava quel signore
di una certa età… non era così. A scuola si studiava. E se
non si studiava si veniva bocciati. Adesso anche i maestri ci marciano.
Hanno magari poca voglia di tener testa a questi scalmanati in classe e
così se li portano in giro per musei…
Ma ci sono ancora dei maestri? Solo donne, ormai. Una
scuola di donne. Anche questa volta. Eccola là che conta le teste..
Ai miei tempi - così pensava con il Keroac chiuso sulle ginocchia
- le maestre erano solo per le prime classi elementari. In quarta e quinta
un bel maestro, severo. Come il suo.. Come si chiamava… E poi stessero
almeno fermi…
Ma cos’è questo fuggi fuggi.
Tutti giù dall’autobus. E’ rotto… c’è una bomba... Ma no.
Solo che è arrivato un altro 58 e l’autista ha detto che quello
parte prima. Anche il vecchio signore, pure non avendo niente da fare,
pur non avendo fretta, invece di starsene tranquillo seduto a sfogliare
Keruac, come una pecora anche lui segue il gregge. E magari finirà
per non trovare posto a sedere con tutta quell’orda di scalmanati, che
si stravaccheranno sui sedili sgomitando per farsi largo, incuranti dei
signori di età avanzata. Per fortuna la capomanipolo deve fare la
conta. E così, cappello ancora più intestato, il vecchio
signore riesce a raggiungere un posto ed a sedersi. Ma non riesce ad evitare
che quel nugolo di ragazzotti e ragazzotte gli oscilli intorno, tutti appesi
alle colonne d’alluminio. E l’autista è anche un poco accelerato.
E così frena spesso. Oplà! I ragazzi ridono. Il vecchio signore
non può fare a meno di sorridere anche lui. In fondo sono bravi
ragazzi. Anche lui alla loro età faceva lo spiritoso, rideva per
niente.
Il suo sorriso deve aver mosso il
cuore tenero di quel ragazzotto in carne che gli stava di fronte e che
ora lo guarda. Guarda il libro che il signore aveva aperto, più
per darsi un contegno che per leggere. Anche lui a quella età era
in carne. Per di più siccome allora si portavano i calzoni corti,
la ricchezza di carne risaltava maggiormente nelle cosce rosee per il freddo.
Niente jeans allora. I suoi figli quando andava in America chiedevano di
portargli i Levi. Quindici dollari costavano. Ma le commesse non capivano
se dicevi Levi, “Ah, you mean livai.”
I ragazzi attorno erano stranamente
quieti. Che fosse la soggezione per quel vecchio signore rintanato sotto
il cappello? Così fu lui a rompere il ghiaccio. “Che classe fate?”
La quinta.” Adesso che il ghiaccio è rotto altri ragazzi si avvicinano.
“Cosa sta leggendo?” C’è anche una ragazza. Uno
più piccolino sta seduto con le gambe tirate sul sedile. E’ assente?
A cosa penserà?
“Io sto leggendo La voce segreta di Luisa Pitzorno. Lei
l’ha letto?” E’ una ragazza che parla. Per fortuna un ragazzo toglie d’imbarazzo
il vecchio signore che dovrebbe confessare che lui non sa neanche chi sia
la Pitzorno. “Io sto leggendo…” e giù titolo ed autore. E’ un ragazzo
che parla. Titolo ed autore perfettamente sconosciuti per lui.
Però, ‘sti ragazzi, pensa il signore. Conoscono
titolo ed autore. Non come lui che quando va in una libreria a cercare
un libro di cui ha letto su Tuttolibri, balbetta qualcosa del tipo: “Cerco
il libro di quel francese di cui ha parlato Tuttolibri. No forse non è
un francese.. aspetti… sa quello che parla della Cina… Cose del genere.
Invece questi ragazzi, nome, cognome, titolo. Magari sanno anche la casa
editrice…
Per togliersi d’imbarazzo il vecchio
signore chiede se hanno letto Salgari. Un dei ragazzi con entusiasmo dice
che suo padre li ha tutti i libri di Salgari, da quando lui era giovane.
E quelli di Motta? Uno a zero. Motta non lo conosce nessuno. Verne sì,
qualcuno ha letto Ventimila leghe sotto il mare. Per mantenere il vantaggio
il signore tira fuori l’arma segreta: “Ed i ragazzi di via Pal?” Coro di
sì. Anzi uno entra nei dettagli. Dice che a lui è piaciuto
molto Nemchek (si scriverà poi così’?). Il terreno è
scivoloso. Il signore fa il saputello, ma se qualcuno gli chiedesse chi
sia Nemchek.. bella figura! Sarà bene che a casa si rilegga I ragazzi
di via Pal.
Così cambia discorso. “Dove siete stati?” “Al
museo del Risorgimento. Ci serve per una ricerca che stiamo facendo sulla
storia.” “Sapete che Cavour andava a mangiare al ristorante Cambio e quando
c’era qualche votazione importante dalla finestra di Palazzo Carignano
un commesso gli faceva segno con un fazzoletto. Lui era seduto ad un tavolo
da cui vedeva la finestra. Allora si alzava e correva su?” No, non lo sapevano.
Meno male, sospira il vecchio signore. E’ riuscito a mantenere le distanze.
Ci sono cose che lui sa e loro no.
Intanto il gruppo di ragazzi intorno
è diventato più folto. La maestra che dirige la comitiva
si avvicina. “Perchè non gli chiedete di scrivervi i ricordi del
10 giugno 1940 e quelli del 25 Apriile ’45? Vi servirebbero per le
vostre ricerche sul Novecento. Il signore a quel tempo aveva la vostra
età.” E brava la maestra. Anche l’età ha indovinato.
Ma il signore si alza. La prossima fermata è la
sua. “Qual è la vostra scuola?” L’autobus si ferma. Le porte si
aprono. “ Scuola Mazzarello, in via Collino.” Il signore con un piede già
sul marciapiedi, chiede il nome della maestra. “Vb, Maria Vittoria Frigero.”
L’autobus riparte. Il signore si gira.
Vede i ragazzi con grandi sorrisi e movimenti di mano. Fiduciosi nel vecchio
signore.
Mentre sale le scale di casa, pensa che se la caverà
facilmente, mandando loro il capitolo delle memorie che parla del 10 giugno
’40. Non potrà mandare quello sul 25 aprile perché non l’ha
ancora scritto. Scuola Mazzucchello... o no.. Frigero è facile.
Un suo amico si chiama Frigerio.
Appena in casa cerca sulla guida telefonica.
Nessuna scuola Mazzucchello. Ce n’è una che si chiama Mazzarello.
E’ in via Collino. Allora è Mazzarello, non Mazzucchello. Fa un
segno sulla guida. Che nomi per le scuole. Ai suoi tempi si chiamavano
Carducci, Pascoli, Dante Alighieri. Nomi noti, facili da ricordare. Ma
Mazzucchello. Chissà chi era.