Una piccola storia
raccontata da Andrea M.

L'affetto dei genitori

Siamo nel 2097, tutto ormai è elettronico, addirittura i bambini piccoli dell'asilo comunicano in rete, inventano oggetti di poco valore, ma soprattutto si divertono con la realtà virtuale, sembrano proprio dei piccoli veri "Einstein" genietti dell'elettronica. Un giorno, un ragazzino di nome Ygor, progettò un programma segreto capace di risucchiare alcune persone. Ygor installò il programma nel portatile dei padre e in quello della madre. Ygor voleva sbarazzarsi dei suoi genitori perché lo rimproveravano di continuo e non capiva che lo facevano per il suo bene. 
I poveri genitori finirono nel ciberspazio in cui furono incarcerati. Dopo un paio di giorni, Ygor si senti triste, solo, angosciato quasi sull'orio di una grande depressione. Finalmente capi il gigantesco amare dei genitori; allora trovò un virus, lo installò e liberò i genitori. Decidendo di abbandonare il mondo dell'informatica, diventò un poeta. 
Andrea Mancini

Andrea M.
L’affetto dei genitori

Il ciberspazio davvero diventerà il sostituto dello spazio reale? C’è qualcuno che so-stiene che il nostro cervello è solo un grande computer e che si può sostituire l’intelligenza vera con quella artificiale. Altri però non ci credono. Dicono che non è vero che il mondo simulato in un computer sia lo stesso di quello reale. 
Primo Levi che conosci, immagino, per via di Se questo è un uomo, ha scritto un libro di fantascienza. Immagina che esista una fotocopiatrice a tre dimensioni che riproduca non solo le foto ma anche gli oggetti veri, molecola per molecola. È quello che avviene nei telefilm delle guerre stellari nel tele-trasporto. Ma anche in questo caso il mondo è sempre quello reale a tre dimensioni, non quello piatto del ciberspazio.
Quello che mi piace del tuo racconto è che hai capito che a furia di poter ammazzare facilmente, di premiare chi è più bravo a rovesciare le macchine degli altri, a far fuor i pe-doni, alla fine gli viene in mente anche di far fuori i genitori. Ma qui capisce che non si può fare tutto quello che s’immagina. I cattivi pensieri ci sono sempre stati, ne ho avuto anch’io anche sui genitori. Ma poi rimangono solo cattivi pensieri che svaniscono all’alba. Mi fanno paura i cibergiochi perché sono sogni che sembrano reali e più difficile da far svanire. Possono portare a confondere la vita reale con quella virtuale e magari portano a sparare nelle scuole come in America.