26 aprile 1999
Una storia complicataLiliana guarda fuori dalla finestra il cielo. Ci sono due nuvole bianche. Una sembra triste e l’altra allegra. Poi chiude la finestra. Martina guarda la finestra chiusa. Sul vetro hanno dipinto un albero. Si sente ancora l’odore di vernice fresca. Le sembra che la finestra pianga. Che sia allergica alla vernice?Intanto le nuvole se ne vanno per conto loro. Quella triste va verso la città. Quella allegra va verso la montagna.Leonardo, un bambino amico di Marcella e molto creativo – non per niente si chiama Leonardo – costruisce una barchetta di carta che a lui sembra una vera nave. La mette sul balcone. Poi la porterà con sé per provarla nel laghetto vicino al bosco. La nuvola triste intanto si è fermata proprio sopra il balcone di Leonardo. Vede la barchetta e gli viene in mente il mare. Per la nostalgia si mette a piangere proprio come sanno fare le nuvole. Tante e tante lacrime che riempiono il balcone di Leonardo. La barca va sull’acqua. La nuvola triste chiama il vento che solleva la barchetta e la porta sul mare. Qui c’è una vera nave che trasporta i passeggeri attraverso l’Atlantico. Intanto a New York dove deve arrivare la nave, è successo un fatto grave del quale è stato testimone Simone che era andato in vacanza laggiù. Joe Pack, il famoso mafioso, ruba in una banca, ma sbadatamente perde proprio lì il suo portafoglio che Simone raccoglie. Lo da alla polizia che assieme all’FBI da la caccia a Joe Pack. Joe si rifugia nel museo delle mummie. Qui Davide anche lui in vacanza da quelle parti stava facendo degli
esperimenti sull’odore delle mummie. Aveva scoperto al museo egizio di
Torino che tutte profumavano di menta. Voleva vedere se anche lì
fosse lo stesso. Trova un archeologo morto proprio vicino ad una mummia.
Chiama la polizia e scoprono che è colpito da una piccola freccia.
Anche la freccia sa di menta.
Chiara (anche lei partecipante al famoso viaggio a New York) aveva visto
l’orologio in una vetrina della Madison Avenue. L’orologio era triste,
tutto solo, nella vetrina. L’antropologo aveva comperato qualche giorno
prima comperato l’orologio e l’aveva rinchiuso in una teca nel museo perché
nessuno glie lo rubasse? Ma pare che l’orologio qui fosse ancora più
triste, - sempre a sentire Chiara – e si sia lamentato di essere di chiuso
là dentro. Il lamento forse era arrivato a Joe che per impossessarsene
aveva ucciso... Ma sarà vero? Non sarà invece la terribile
maledizione della mummia di Akenaton (tutti sanno della mummia di Tutankamen,
ma nessuno ha trovata quella di Akenaton, il famoso faraone
rivoluzionario. Zio Lucio sa bene la storia. Chiedete a lui).
Su quella nave stava per partire Josephine, una cara amica di Anita. Le sue otto cameriere l’avevano accompagnata alla nave. Ma solo Juli, sale con lei. Josephine è contenta perché finalmente ha potuto liberarsi da tutte quelle bambole di porcellana che riempiono la sua grande camera. Finalmente sulla nave dormirà in una piccola cabina senza neanche una bambola a guardarla fissa. Sulla nave trova un’altra bambina molto triste che vuole raccontare
la sua storia. Ma nessuno vuole ascoltarla. La storia è troppo triste.
Ha una lettera di raccomandazione di Elena e con questa si presenta a Josephine
che finalmente ascolta la sua storia. E’ terribile. Il papà ucciso
in Abissinia, la madre suicida. La zia che le faceva da mamma muore dallo
spavento per via della solita mummia che sapeva di menta. Questo era avvenuto
in Egitto in una piramide. Ora la mummia l’avevano portata al museo di
New York. Proprio dove era stato ucciso l’archeologo. Josephine al sentire
la storia piange per tutta la durata del viaggio. C’è un altro che
piange, ma non si fa vedere. E’ un viaggiatore clandestino. Chi sarà?
E c’è uno strano profumo di menta in giro.
E’ lo stesso treno che prende Alessia. Che ci fa Alessia a Le Havre?
Era andata insieme a Tairi e Deisi ad incontrare la famosissima cantante
che anche lei veniva dall’America su quella nave. Tutti allora sul treno.
Anche il viaggiatore clandestino? Chissà.
Zio Lucio, a cui poi Alessia racconterà la storia pensa di no.
Un bravo ragazzo, anche se ha un coltello, non uccide, neanche un pollo.
Figurati se poi uccide un ladro! Secondo zio Lucio bisognava investigare
più a fondo. Per esempio, chi era il famoso clandestino a bordo?
E poi non c’era profumo di menta sul treno?
Neanche per andare a fare una passeggiata in montagna dove l’aveva invitata Daniela assieme ai suoi amici. Con loro c’era anche quell’amico di Cristian che nessuno voleva mai fare giocare perché era piccolo. Quella volta però c’era anche lui ed era tutto contento. Il tempo era bello, il cielo sereno, il prato verde. La nostra nuvola allegra che avevamo lasciata andare a spasso da sola,
dove si sarà cacciata? Che sia lei quella che fa capolino dietro
il monte che si vede là dal prato?
E poiché la giornata era bella, anche Andrea – anche qui non
ricordo se era proprio Andrea od un suo amico (poi ci sono due Andrea e
non ricordo quale dei due fosse) – va con il cane nel bosco. Lo stesso
bosco di Daniela? Calma ragazzi. Non anticipiamo la storia. Il cane ha
poca voglia di seguirlo per correre dietro ad uno stupido osso. Magari
fosse un osso vero. E’ un osso finto, di gomma. E per di più il
suo padroncino lo lancia in un burrone. Adesso ci vai tu a prenderlo, bofonchia
il cane. Ed infatti il padroncino scende nel burrone. Ma che vede? Una
caverna. E come resistere all’idea di esplorare una caverna? E poi vuoi
che un bravo ragazzo non abbia una torcia elettrica con sé?
Fin qui tutto bene. Sennonché voi vi siete dimenticati della nuvola allegra. Lei è la su in cielo. Ha dormito finora. Adesso si sveglia. Sbadiglia. E quando le nuvole sbadigliano.. apriti cielo. Tuoni e fulmini. Pioggia a catinelle. Tutti si rifugiano da qualche parte. Francesco con gli amici Luca e Kevin vedono una casa diroccata. Proprio come se l’era sognata Kevin la notte scorsa. E dentro ci dovrebbero essere dei fantasmi. Ma loro non hanno paura. E poi se non fanno in fretta tra poco diluvia. E così entrano. Cigolio di porte, unghiate sui muri, fantasma bianco che se ne va per conto suo tra le mura diroccate. I nostri coraggiosi amici cercano di afferrare il fantasma. Ma lui mica è scemo. Sparito. E poi cos’è quell’odore di menta? Intanto fuori c’è il finimondo. Marco ha visto un fulmine che
ha dato fuoco ad un albero e poi a tutto il bosco. La povera nuvola non
pensava di fare tanto danno con il suo sbadiglio. Vorrebbe rimediare, ma
non sa cosa fare se non piovere ancora di più. E la pioggia farà
bene al bosco anche se è ormai tutto ridotto in cenere. La cenere
farà da fertilizzate e sul terreno umido germoglieranno i semi,
cresceranno le piante. E’ l’eterno ciclo vitale.
Ha poi portato la ragazza a casa di Veronica. Questa l’ha messa nel suo letto. Qui dallo spavento si è subito addormentata. Lei sì, ma non le dita dei suoi piedi. Queste qui, forse perché la coperta era corta ed avevano freddo, si sono messi a litigare tra loro. Se era più bello il pollice o più intelligente il ditolino. E poi chi è più forte il piede destro o quello sinistro? La TV al riguardo non ha dato particolari. Invece la TV si è soffermata a parlare del fratello di Sergio che fa il sonnambulo, travestito da fantasma. Suo padre però ha deciso di continuare a dormire perché sospetta che lo faccia apposta a fare il fantasma per spaventare Sergio. Che abbia ragione il papà di Sergio, vecchio e saggio? Ragazzi qui ci sono ancora tre storie da sistemare. E’ molto facile dopo quello che vi ho detto. Come in ogni giallo che si rispetti alla fine si svela tutto. Potreste benissimo cavarvela da soli. Ma vi voglio aiutare. Qui abbiamo un paio di delitti e di furti da sistemare. Chi sarà stato? Intanto c’è la traccia inquietante del sapore di menta e quella alternativa delle mummie. Intanto il mistero sta per far uscire di testa l’amico di Andrea (il secondo Andrea. Ma chi era il primo?) al punto che gli vien voglia di far fuor i genitori, perché non gli hanno comperato il gelato. E ha pure l’arma segreta che gli permetterebbe di farla franca. Delitto perfetto. Basta nasconderli nel ciberspazio. Ma poi, anche su suggerimento del bravo Andrea, ci ripensa e li va a riprendere. Pare che ci voglia un virus per ripescare qualcuno nel ciberspazio. E i genitori ritornano sani e salvi. Ma c’è un problema. Sanno di menta. Ma allora il figlio è innocente? Se non é stato lui a volerli nascondere nel ciberpsazio, chi sarà stato mai? Certamente non è stato quell’altro Joe. Joe Rabbit, l’amico di Stefano. Anzi, a lui va data una medaglia perché, superando difficoltà incredibili (come ad esempio raccogliere dieci palle pesanti in una foresta) riesce a salvare i suoi che erano spariti. C’è chi sospetta che non fossero spariti, ma che fossero andati al cinema per stare un po' da soli tranquilli. Ma sono male lingue invidiose della medaglia al valor filiale che il municipio darà a Joe Rabbit. Finalmente ecco la soluzione di tutti i misteri. E la soluzione l’ha
trovata il fornaio amico di Nicola.
Fine della storia |