Dal diario di zio Lucio 

Torino 27 aprile 1999
Oggi finalmente c'è stato il grande incontro con la Vb. Malgrado la mia venerabile età, avevo un pò di batticuore. Avrei preferito che il rapporto con i ragazzi rimanesse epistolare. Ma loro no. Come San Tommaso volevano toccare con mano. 

E così eccomi all'ingresso della libreria. "Sono un inviato del provveditore. Abbiamo saputo che qui oggi si svolge un incontro di uno scrittore con i ragazzi di una quinta elementare. Il provveditore mi ha inviato per controllare che non ci siano irregolarità". Con un sorriso la signora mi accenna alla scaletta che porta all'ammezzato aperto che con una balaustra guarda in libreria. 

Salgo le scale. Ripeto: "Sono un ispettore..." Un momento di silenzio, poi un grido. Ma è zio Lucio. L'impiantito di legno deve essere stato realizzato con tavole spesse, perchè trema ma non crolla quando tutti i ragazzi si alzano di scatto e mi saltano addosso. Sarei precipitato per terra per sovraccarico se la maestra non fosse intervenuta con autorità a rimettere ordine e sopratutto a farmi sedere su una comoda poltrona. I ragazzi per terra tutt'attorno. 

Anzitutto mi mettono un orecchio verde di plastica attorno al mio e con la maestra come valida direttrice del coro cantano " Il diretto Capranica Viterbo", in cui si parla di un signore con l'orecchio verde perchè sa stare a sentire i ragazzi. Il testo  (confesso che non lo conoscevo) è di Rodari, ma la musica di chi sarà stata? Non ho indagato ulteriormente. 

Poi dobbiamo sostenere una conversazione per impedire che l'incontro si risolva con un confuso vociare di ragazzi attorno ad un vecchio signore. Comincio io, dicendo che ho letto le storie che ciascuno di loro ha inventato. Ho cercato di ricavarne un'unica storia. Forse un pò complicata, ma sta assieme. Glie la leggo. 

Adesso che le acque si sono calmate,  siamo passati a dibattere il tema dell'incontro. Come si fa a diventare grandi, senza avere troppa fretta? "Diventare grandi partendo da piccoli". 

Mi ero preparato con un esempio negativo: un ragazo che invece aveva voluto crescere troppo in fretta. Leggo due temi scritti da Andrea quando aveva la loro età. Un poeta in potenza? Forse. Ma poi troppo in fretta volle conoscere il mondo, fare esperienze pericolose. Ed in fretta è morto. Chissà se avranno capito che cosa volevo veramente dire con quel caso? Credo che abbiano percepito che si trattava di mio figlio. E che cosa lo aveva travolto?

I ragazzi mi hanno regalato un bel libro intitolato L'isola in via degli uccelli di Uri Urlev. Si narra di un ragazzo che rimane solo nel ghetto di Varsavia dopo che i tedeschi hanno portato via tutti. Lui è riuscito a nascondersi e là aspetta il ritorno del padre. Paura, coraggio e speranza si mescolano nel ragazzo e lo attrezzano per sopravvivere. Un libro che ho letto volentieri e non solo perchè me l'hanno regalato i nipoti della Vb. 

La maestra ha voluto farmi anche lei un regalo. E' un libro di Munari che parla del mare come artigiano. Pezzi di plaastica, di vecchie corde, radici di alberi lavorati dal mare e lasciati sulla spiaggia per chi con la fantasia li sa guardare appunto come opere fantastiche. Fanno ricordare come i bambini cercano i piccoli vetri colorati pensando siano preziose gemme.

Il diretto Capranica Viterbo
 Una storia complicata
ricordo di  Andrea