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Ljubljana
(30 aprile - 3 maggio
2008) |
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Il mio diciassettesimo
viaggio nell’UE: Ljubljana.
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Sono andato a Ljubljana in un periodo
particolare della storia della città. L'ho scelto intenzionalmente per
due motivi. L'introduzione dal 1 gennaio 2008 dell'euro e l'assegnazione
nel primo semestre dello stesso anno della Presidenza dell'Unione
Europea alla Slovenija. Due
coincidenze importantissime per la bella e giovane nazione slovena che
ho ritenuto di sfruttare per l'ottima qualità turistica che la città
avrebbe potuto offrire ai suo visitatori. Faccio una premessa. Otto anni
fa, nell'anno 2000, decisi di visitare tutte e ventisette le capitali
degli Stati dell’Unione Europea, in omaggio alla straordinaria avventura
politica che è l'integrazione dei paesi dell'Europa che hanno aderito al
progetto unitario. Personalmente considero l'Unione Europea la
costruzione politica più mirabile che gli europei siano riusciti a
produrre nell’intera loro storia. Desidererei proporre qualche
breve riflessione a questo riguardo su questa mia breve ma intensa vacanza
svolta in primavera nella capitale della giovane Repubblica. Prima però
desidererei pubblicare la lettera che ho scritto al Ministro degli
Esteri Sloveno il 19 Dicembre 2007 in occasione dell'assunzione da parte
slovena della Presidenza dell'Unione Europea. La lettera ha lo scopo di
comunicare orgoglio e soddisfazione per il ruolo che giocherà la
repubblica Slovena nel mondo in questa importante occasione politica. |
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Oggetto: L'orgoglio europeo passa per
l'amicizia tra Italia e Slovenia. Sono un cittadino italiano. Vivo e lavoro
a Roma. Scrivo questa breve lettera, scusandomi di non usare la vostra
bella lingua slovena, per fare sapere che desidero inviare al Governo
Sloveno attestati di stima e di sincera amicizia per quattro validi
motivi.
1) Siamo europei. Da alcuni anni la Repubblica Slovena e la Repubblica
Italiana sono membri dell'Unione Europea. Adoperiamo la stessa moneta:
l'euro. Viviamo in pace. Ci rispettiamo reciprocamente. In una sola
parola: siamo amici. Tutto ciò è straordinariamente bello e importante!
2) Dal 1 gennaio 2008 la Repubblica Slovena sarà il paese europeo che
avrà la responsabilità di rappresentare tutti gli europei dei ventisette
paesi dell'Unione Europea nel mondo. E' bello sapere che si è amici e
che si è rappresentati da uno Stato vicino. Auguro alla Repubblica
Slovena il successo che merita nell'affrontare un impegno così delicato
e importante. Sono sicuro che gli Sloveni saranno in grado di
rappresentare bene nel mondo tutti gli Europei dell'Unione Europea.
3) Dal 21 Dicembre 2008, per l'entrata in vigore dell'accordo di
Schengen, con l’abbattimento dei valichi tra l’Italia e la Slovenia i
nostri due popoli saranno più vicini e sarà più facile per tutti noi
attraversare le strade delle due nazioni in una Unione Europea aperta e
senza confini. Personalmente penso che l'assenza di barriere sia un
fatto positivo perchè ci fa sentire più vicini e solidali. Desidero
esprimere al premier sloveno Janek Jansa, al Ministro degli Esteri,
Dimitrij Rupel, e a tutti gli altri Ministri del Governo Sloveno i miei
personali e vividi auguri per la bella iniziativa. Sono sicuro che i
nostri due Governi cammineranno insieme nei prossimi anni per realizzare
in pace il cammino dell'Unione Europea.
4) In primavera, dopo il freddo dell'inverno, ho deciso per alcuni
giorni di venire in vacanza a Ljubljana per visitare la vostra bella
capitale. Sono sette anni che ho iniziato il mio personalissimo tour
delle 27 capitali degli Stati dell'Unione Europea. Sto quasi finendo. Mi
mancano poche capitali tra cui la bella Ljubljana che visiterò tra
qualche mese. Sono sicuro che mi troverò bene.
Auguro a tutti allegria e buon lavoro.
Vincenzo Calabrò
Roma (Italy) e-mail: v.calabro@iol.it |
Iniziamo dalla partenza.
Siamo in primavera. Sono
le 7.00 del 30 Aprile quando a Roma Ostiense prendo il treno per Fiumicino. Il viaggio
non sarà un semplice volo fra Roma e Ljubljana. In verità, non esiste un
volo diretto da Roma Fiumicino a Ljubljiana Jože Pučnik.
Purtroppo. Nonostante i due paesi abbiano due compagnie aeree di
bandiera, cioè Alitalia e Alpe Adria, più alcune low cost, non esiste
un volo in partenza da Roma che colleghi direttamente le due capitali.
Strano, ma vero. Qualche anno fa invece c'era un volo diretto che veniva
programmato solo nei mesi estivi. Avevo ottenuto questa informazione da
un'impiegata dell'ambasciata slovena a Roma alla quale mi sono rivolto
per telefono per avere delucidazioni sul percorso più economico per
Ljubljana. La risposta fu che quasi tutti gli sloveni preferivano
un volo per Trieste e da qui nel territorio sloveno con un autobus di
linea. A me sembrò molto strana l'idea di arrivare in una capitale europea con
l'autobus. A malincuore accettai l'idea. Ma ero perplesso. Pertanto, feci la scelta di
andare a Trieste con un volo Air One e poi da Trieste con una corsa di
autobus fino a Ljubljana. In particolare il volo aereo è il volo
Air One AP 2130, con partenza da Roma (FCO) alle 8.55 e arrivo a
Trieste (TRS) Ronchi dei Legionari alle ore 9.55. Un'ora esatta
di aereo. A Trieste c'è l'Autolinea Trieste-Ljubljana con un
pullman giornaliero in partenza dalla Autostazione, in Piazza della Libertà, alle ore
14.00. |
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Ore 7.45, arrivo alla stazione ferroviaria
dell’aeroporto di Fiumicino. Scendo dal treno e imbocco il tunnel per
andare al Terminal A, voli nazionali. Rapide formalità al chek-in
e alle 8.30 sono al Gate A31 per imbarcarmi sul piccolo aereo per
Trieste. Alle 9.00 l'aereo decolla dalla pista. |
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Il volo Roma-Trieste è su un aereo più
piccolo dei soliti. Abituato a viaggiare su aeromobili di circa duecento
posti, questo minuscolo aereo ne imbarca meno di cinquanta. Gli
interni sono puliti e fanno un considerevole odore di vernice fresca,
tipico delle automobili economiche comprate da poco. La sensazione che
provo è di claustrofobia, perchè non c'è spazio alcuno e i posti sono
molo stretti. L'attesa sulla pista dura circa dieci minuti, dopo di che
si parte. Sono un po' agitato ma non perchè ho paura del volo. E' la
novità assoluta di volare per la prima volta verso una capitale europea
sapendo che all'atterraggio sarò ancora in Italia. Strano e insolito
modo di raggiungere una città all'estero mi dissi, sorridendo per la
novità. L'inquietudine che mi prende, lo so,è dovuta al viaggio in
autobus che dovrò fare per superare il confine tra Italia e Slovenia.
Cerco di rilassarmi bevendo un sorso d'acqua dalla immancabile
bottiglietta di acqua minerale che porto sempre al mio fianco in aereo. |
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Atterriamo a Ronchi dei
Legionari in perfetto orario. Al rullo dei bagagli la mia valigia mi è
consegnata quasi subito. Mi informo dove compare il biglietto dell'autobus con calma,
perchè c'è da aspettare un po'. Ronchi dei Legionari dista circa dieci chilometri dalla città e la sala
d'aspetto dell'Aeroporto è calda e accogliente. E' la prima volta che mi
trovo vicino a Trieste. Mi ha sempre colpito questo nome. Fin da bambino
ho mitizzato questo aeroporto a causa della stranezza del suo nome allo
stesso tempo buffo e impegnativo. I legionari di dove? E perchè con i
Ronchi? Chi sono costoro? Mistero. Dunque, nella hall
dell'aeroporto compro il biglietto alla macchinetta emettitrice
all'uscita dell'aerostazione: tasto 6, costo 3,10 euro. Osservo attentamente in giro e vedo la gente
assorta nei propri pensieri. Alle 10.15 arriva l'autobus. L'autobus è il
numero 51 per Trieste. Timbro il
biglietto e mi seggo. Subito dopo mi trovo a percorrere la striscia di
terra che separa Ronchi a Trieste. Ammiro il lungomare adriatico di
colore blu chiaro, striato.Si tratta di paesi e di pezzi di
verde, belli e struggenti:
Monfalcone, S.Giovanni al Timavo, Sistiana, Grignano, Miramare, Barcola,
Viale Miramare e, infine, Trieste. I
pensieri volano e inevitabilmente penso a questa città e me la immagino
negli anni più terribili della sua storia, quando alla fine della
seconda guerra mondiale si aprì la profonda ferita del dopo-guerra giuliano. Come
deve essere stato terribile per i triestini del tempo quei mesi e quegli
anni della sconfitta italiana. Immagino la differenza di sensazioni provate da
una parte dai partigiani titini quando entrarono a Trieste e
dall'altra dei triestini quando videro le truppe jugoslave in città.
Mamma mia che terribile esperienza deve essere stata quella per l'intera
popolazione. Sono questi i pensieri e le riflessioni che mi prendono
sempre quando visito una città europea. Tutte le capitali d'Europa hanno
avuto a che fare con la seconda guerra mondiale e con il terribile
conflitto tra nazisti tedeschi e fascisti italiani da una parte e
partigiani delle nazioni invase dall'altra. Che tristezza mi prende
quando vedo luoghi e territori che sono stati teatro di scontri militari
contro gli invasori nazisti e fascisti. E' questo uno dei motivi che
caratterizza i miei viaggi nelle capitali europee. Vedere da vicino,
anche se sono passati più di sessanta anni, i luoghi e le località che
interessarono la guerra, o le cose relative agli avvenimenti politici
più importanti del post-guerra, è un modo semplice e pratico di
esorcizzare quella tragedia che avrei voluto che non fosse mai avvenuta.
Quanto dolore e quanta sventura portarono nel nostro continente le
storture dei due regimi dittatoriali. Immerso in questi pensieri vedevo
scorrere davanti a me la lingua di terra e il mare pulito e blu del
litorale triestino. Sensazioni di commozione e anche un nodo alla gola
mi prese quando entrammo a Trieste con qualche minuto di anticipo
sull'orario previsto. In Piazza della Libertà mi diressi alla
Autostazione che si trova a fianco di quella ferroviaria. Mi colpisce
una lunga costruzione, residuo della seconda guerra mondiale. |
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A Trieste sono rimasto circa due ore. Il
tempo l'ho occupato osservando le persone che transitavano nella
autostazione. |
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Nel poco tempo a disposizione al bar ho
ordinato due toast con prosciutto e formaggio, e con una piccola
birra mi sono seduto a un tavolo nel centro della sala. Regnava
un'atmosfera d'altri tempi che mi apparve in tutta la sua originalità
facendomi intristire. Era come se il tempo si fosse fermato. I volti
della padrona del locale e di qualche avventore suo conoscente che
beveva ripetutamente bicchieri di vino bianco, mi ricordavano i tempi
andati, quando il locale doveva essere nuovo e l'atmosfera diversa da
quello che vedevo in quel momento. Nella stazione degli autobus sono
rimasto più di due ore, volutamente, perchè volevo osservare i volti, le
tipologie somatiche, gli sguardi di quell'universo di popoli che sono
gli abitanti del nord-est italiano e dei balcani. Non conosco nessuna
lingua slava ma ho capito qualcosa osservando la gente che vi stazionava
in attesa di partire. C'erano molte donne dell'est che aspettavano il
mio stesso autobus. Dall'abbigliamento, dai discorsi e dalla semplice
colazione al sacco consumata con avidità compresi che dovessero essere
delle badanti. Un campionario multiforme e variegato. Croati, sloveni,
bulgari, italiani, continuamente si disperdevano tra i vari locali
dell'autostazione. Vettori di colore diverso, Veolia, APT, SAF,
Rijeka, Brioni, Fudeks, Istria, Avico, arrivavano e partivano alle
varie pensiline A0,A1,A2 e A3. Alle 14.00 in punto arriva nel Terminal
A1 l'autobus.
Il pullman si riempie completamente. Due comitive di giovani italiani,
due coppie americane, tutti gli altri presumo stranieri dell'est.
Finalmente stavamo per partire per Ljubljana. Dopo mezz'ora si arriva a Sežana.
Il conducente era una giovane donna slovena, abbastanza brava nella
guida che si vede qui nella foto passeggiare in attesa di ripartire. |
Fa una certa
sensazione entrare in un paese straniero, che ha una lingua diversa
dalla nostra, in autobus. Non
mi era mai accaduto. Di solito si arriva in aereo, o al massimo in treno.
Ma in autobus no, mai. Poi quell'autobus mi sembrava più una "corriera" di paese che non un nuovo e moderno bus che collega velocemente due
città internazionali di due paesi differenti. Ad ogni modo per me è stata un'esperienza
interessante. Percorrere strade che collegano piccoli paesi di montagna
con superstrade veloci
e pianeggianti è stato
piacevole. A casa sulla cartina, con Google Maps, avevo studiato il
percorso. La
linea
per Ljubljana
(Veolia)
nei giorni feriali prevede
la partenza da Trieste alle 14.00 per
transitare
attraverso Opicina alle 14.20, sulla linea di confine, che ormai non
esiste più, alle 14.25 e a Sežana alle 14.59. Poi Štorje, Senadole,
Senožece, Razdrto K.e Tri, Hise, Hrusevje, Bolk, Hrašče, Postojna,
Mačkovec, Planina Pri Rakeku, Logatec, Vrhnika e, infine, Ljubljana
alle 16.45.
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A Sežana era prevista
una sosta di trenta minuti circa, che ho fatto trascorrere passeggiando
nella piazzetta del terminal dopo aver preso un caffè nel locale interno. Il pensiero corse alla mia infanzia, quando ero
costretto a prendere la corriera per andare nel capoluogo dove
frequentavo la scuola. |
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Quanti ricordi e quante
sensazioni si possono provare alla semplice idea di un viaggio in
autobus. La distanza Sežana- Ljubljana è
stata percorsa, tutto sommato, in poco tempo. Il percorso è stato vario.
In certi punti ci siamo trovati immersi totalmente in una foresta di alberi verdissimi e
ordinati, in altri su piccoli altopiani spaziosi e puliti, in altri, infine, attraversando
piccole frazioni di paese. In un certo senso quel paesaggio mi ricordava
una bellissima descrizione di un viaggio, a dir poco avventuroso, che
mostrava gli stessi sentimenti. Il viaggio riguardava lo spostamento da
Londra ad Atene, attraversando la Germania e l'Italia, eseguito da
Robert Byron che nel suo delizioso libro di letteratura di viaggi del
1926, L'Europa vista dal parabrezza, all'approssimarsi alla
regione tedesca della Baviera, scrisse:
«La
campagna piatta cedette il posto a colline ondulate e ricoperte di pini
di un gradevole verde scuro. I boschi si stendevano tra campi dorati di
granturco e fertili vallate erbose, fino alla linea azzurra
dell'orizzonte, anch'essa ondulata,che si fondeva in un lento e nebbioso
tramonto dalle sfumature violette. Si fece buio a poco a poco».
La stessa sensazione l'ho provata io in quei momenti.
L'autobus veniva guidato dalla conducente con
naturalezza e competenza. Lo sterzo veniva girato in modo regolare e
armonico, facendo sembrare il movimento del mezzo simile a una danza,
piacevole da osservare. Non avevo mai notato una cosa simile in
precedenza. Singolare. |
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Arrivo in albergo a
Ljubljana alle
17.30 circa. L’albergo si chiama
Hotel Slon Best Western e si trova in
Slovenska cesta, 34 all'angolo con la strada pedonale Copova
ulica. La camera che mi è stata data è la 628. A destra nella
foto uno sguardo dalla finestra della camera al sesto piano. |
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L'albergo dista poche decine di metri dalla
centralissima Presernov trg, davanti alla Chiesa francescana
dell'Annunciazione con la splendida facciata rossastra. Lì vicino c'è il
famoso ponte triplo, unico esempio di "moltiplicazione di ponti" in una
città. Non mi risulta che in altre città ci sia un doppio ponte. Se poi
l'attraversamento del fiume è triplo, diciamo la verità, sarà
sicuramente un'attrazione, mi dissi. Starò tre notti
e in camera sistemo i vestiti e gli oggetti personali appendendoli con
cura nell'armadio. A Ljubljana ci sono altri buoni alberghi. La
scelta poteva cadere indifferentemente tra il
Grand Hotel Union Executive
(Miiklosiceva
cesta,1), oppure
il Grand Hotel Union Business (Miiklosiceva cesta,3), oppure il
City Hotel Tourist (Dalmatinova ulica,15) altrimenti l'Hotel Park (Tabor,9). Io ho
scelto l'Hotel Slon per la sua posizione centrale. E non mi sono
pentito. Dopo mezz’oretta circa sono in strada per vedere e "sentire"
per la prima volta la città. Sapete, questo è per me uno dei momenti più
interessanti dei miei viaggi. Respirare l’aria della città per la prima
volta, osservando il traffico nelle strade e nelle piazze che spaziano
davanti a me, mi dà una sensazione piacevole di libertà e di voglia di
scoprire. |
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C’è ancora luce in abbondanza e decido di
fare una prima passeggiata. A destra nella foto sono seduto in un divano
della hall dell'hotel. Macchina fotografica in mano e borsa del
turista a tracolla esco in Slovenska cesta e mi dirigo verso
Presernov Trg, ovvero verso la piazza antica della città vecchia.
L'aria è un po' fine, la temperatura è fresca ma il giaccone pesante che
indosso mi protegge e mi riscalda. In albergo mi hanno scritto su un
bigliettino di benvenuto la temperatura minima e massima della giornata:
8°-21°. Sto bene. Penso che farò una bella visita turistica all'attuale
(per sei mesi) capitale politica dell'UE. |
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Chissà. Forse in piazza,
pardon, in Trg Presernov potrò incontrare il Primo Ministro
sloveno Janez Janša, e prendere un caffè con lui dissi tra me. Magari
gli augurerò di lavorare bene nell'interesse di tutti gli europei. Mi
sorprendo a fare questi pensieri ironici e, tutto sommato, impossibili,
come quelli che faceva Alice nel "Paese delle meraviglie". |
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Ma siamo in vacanza e tutto è permesso. Poi, con un sorriso sulle labbra smetto di
pensare ai politici europei e mi guardo intorno. La sensazione è quella
di camminare in una città italiana dell'arco alpino, con scarso
traffico, ordinato e scorrevole e strade ben curate. I pochi automobilisti che incontro sono
corretti e osservano le regole del traffico con disciplina tutta
austriaca. Non dimentichiamo che molti elementi storici, politici e
architettonici che caratterizzano Ljubljana e l'intera Slovenija portano
alla cultura giuseppina austriaca. ll programma della serata prevede come primo impegno la visita della parte
pedonale e storica della città vecchia da una parte e dall'altra del
triplo ponte. Mi incammino verso il fiume
Ljubljanica (sopra nella foto) e osservo un po' le strade vicino alla piazza vecchia.
Sono quasi le otto di sera. Si è fatta l'ora di cena e mi avvio a cenare
in un ristorante che ho scelto nella guida. Si chiama "Sokol" ed è
una "Gostilna Vinoteka". Si trova in Ciril Metodov Trg 18.
Dunque, è in una piazza. Il cameriere che mi accoglie mi serve con
interesse e professionalità. Vedo che è curioso e cerca di capire di che
nazionalità sono. Io faccio lo gnorri, nascondo la mia guida
italiana e gli dico in inglese che desidero un tavolo per me. Il
menù l'avevo scelto guardando in internet nel sito del ristorante. |
A me piacciono le specialità locali e così mi
"tuffo" in una pietanza chiamata "piatto
del contadino". Una
autentica bomba calorica. D'altronde è sera e fa un po' freddo. Qualche
calori a in più non mi farà male. Ecco la
scelta completa del menù della serata: Kmečka Pojedina, Pečen Krompir, Domači
kruh,
Gibanica sokol e un bicchiere di vino Traminec radgon.
Insomma tre tipologie di carne alla brace, patate arrosto, pane scuro
sloveno e due bicchieri d ivino rosso. Costo
26 euro. Non poco. Vi assicuro che ci si sente sazi per almeno 24 ore. Ah!
Dimenticavo la birra. Della casa, Sokol. Di fronte a me una
famigliola felice composta dal nonno, nonna, mamma, papà e una bella
bimba slovena di crica cinque anni che si divertiva a farmi
l'occhiolino. A fianco a me una anziana coppia americana con la quale
abbiamo commentato la bravura del cameriere a individuare la nostra
nazionalità. Insomma come si suol dire in questi casi, un bel quadretto.Quando
arriva il momento della scelta del dessert io mi lascio scappare due
paroline italiane a proposito del dolce chiamato Gibanica sokol,
che è un dolce della casa, e del bicchiere di vino bianco aromatico traminer
che si sposa bene col dolce.
Il cameriere, tutto felice, mi dice in italiano che la mia è stata una
scelta felice. Ha detto proprio così e, soddisfatto, continuò a servire ai
tavoli gli altri clienti. Che volete, i camerieri sono fatti in questo
modo. Quando vedono un cliente straniero vogliono immediatamente
inquadrarne la nazionalità. Sperano sempre che sia italiano, perchè
statisticamente i turisti italiani sono quelli che lasciano mance più
consistenti. Non è il mio caso, ma loro operano quasi
sempre così. Qualche volta però non svelo la mia vera identità e lascio
i camerieri nel dubbio che io posa essere un francese o uno spagnolo. Insomma, mi
piace giocare a nascondino. |
Il giorno successivo è il primo maggio,
ovvero festa nazionale. Ci sono nuvole grigie in cielo,
con presupposti di pioggia. Decido di fare una vista nella parte vecchia di Ljubljana
perchè il museo di Storia nel Parco Tivoli è chiuso. Dopo una lunga
camminata, stanco e deluso di averlo trovato sbarrato nel gran verde del
parco mi rimetto in moto.
Munito di ombrello tascabile e forte del mio primo
approccio con la parte vecchia della città osservata durante il tragitto
serale per andare a cenare al ristorante, mi incammino verso le vie sotto il Castello.
In queste capitali dell'est c'è sempre un Castello da visitare. Quello
di Ljubljana non è certo come quello di Praga ma vale la pena fare un
giretto. |
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Il giorno successivo decido di visitare la
parte sud della città, vicino a Krakovo. A Trnovo l'altro
elemento della coppia turistica non ci
vado, perchè è un po' lontano per i miei gusti. Parto dalla bella,
modernissima e ordinata Piazza Ajdovščina (a destra nella foto)
e, percorrendo verso sud la Slovenska cesta, mi ritrovo
all'incrocio con la Rimska cesta, vicinissimo alla Trg
Francoske revolucjie. Perbacco, qui sento odore di casa dico tra me.
"Rim" in slavo significa Roma. Vuoi vedere che questa strada è una
classicissima Via Roma? In Italia non c'è città e paese che non hanno
una via Roma. Trovare anche qui a Ljubljana una via intitolata alla
città dove abito mi sembra una cosa piacevole. Che ne dite? Su "Piazza
della Rivoluzione Francese" non ho dubbi. Troppo importante è il fatto
storico della presa della Bastiglia per non essere stato utilizzato
dall'allora Jugoslavjia .
Chissà se sono nel giusto. La storia non si fa con i se, ma penso che
sarebbe stato bello se invece della sola Slovenija nell'UE ci fosse
stata l'intera ex-Jugoslavjia. |
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Pensate che bello sarebbe stato se si fosse
realizzato questo progetto di super-allargamento dell'Unione. Ma la
storia, come sappiamo bene, va per strade diverse dalla congiunzione "se" intesa con valore ipotetico.D'altronde, a chi posso fare domande qui, in una
giornata di festa nazionale, i cui rari passanti si muovono velocemente e
sembra che per loro io non esista? E poi, non credo proprio che sarei in
grado di farmi intendere. Purtroppo, non parlo nessuna lingua straniera,
tranne un po' di inglese di emergenza. Figuratevi a parlare una lingua
slava! E poi cosa potrei dire: "mi scusi, Signore di Ljubljana, Rimska cesta
vuol dire per caso via Roma"? Ma via, non scherziamo. Le
poche parole slovene che ho imparato a memoria sono ja,ne,prosim,oprostite,hvala
lepa,nasvidenje, dober dan,dober večer,kolico stane,račun
prosim. Stop. La scenetta da me immaginata mi porta del buon umore.
Piccole puerilità che emergono in visita di luoghi turistici. |
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E sorridendo mi metto a gironzolare nei
vicoli stretti della zona, scattando qualche fotografia a ciò che posso
vedere in giro, che osservo con piacere e interesse. I palazzi, le
piazze e le strade sono puliti e ordinati. Lì vicino, c'è una bella
piazza, chiamata Novi Trg
ad una estremità della quale ci sono delle facciate degli edifici
molto belli colorati con i colori della bandiera nazionale. Ecco la
piazza nella foto a
destra. A poche decine di metri da Trg Novi c'è il palazzo dell'Università di Ljubljana. Ci sono alcuni
romanzi
sloveni che ho letto e che mi hanno interessato non poco prima di venire in Slovenjia. In primo luogo il bellissimo e toccante libro di
Boris Pahor,
Necropoli, Roma, Fazi, 2008. Poi
Ciril Zlobec,
La mia breve eternità, Bulzoni e
Drago Jancar, Aurora
boreale, Bompiani mentre di
Ivan Cankar, Il servo Jernei e il suo
diritto, Feltrinelli. |
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In modo meno impegnato c'è di
Zanet
Sagatin, Slovenia a ristorante, L'Airone. Certo di scrittori
sloveni interessanti ce ne sono molti:
France Prešeren,
Srecko Kosovel,
France Balantic,
Matej Bor, Karel
Destovnik-Kajuh, Slavko Grum, Ivan Pregelj, Prežihov Voranc, Miško
Kranjec, Ciril Kosmac, etc. Questi richiami alla letteratura e alla
narrativa slovena non possono essere qui evidenziati come meriterebbero. E adesso un commento
fotografico della città con alcune fotografie che ho scattato nei tre
giorni di visita alla bella Ljubljana. |
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A sinistra la facciata
della Galleria Nazionale e a destra la Gosposvetska cesta
completamente deserta nella mattinata festiva dell'1 maggio. |
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Propongo qui l'elenco di alcuni locali di
gastronomia da me frequentati durante la mia "tre giorni" lubianense,
almeno di quelli che mi ricordo. Cominciamo con un piccolo negozietto di
pizza al taglio in Dvorni Trg,1 dove ho mangiato un trancio di
ottima pizza margherita con un bicchiere di birra alla spina; prezzo
3,50 euro. Da Airest in Zgornji Brnik, 130 ho preso
Enolončnica, solate iz bara kruh, pivo heineken; prezzo 10,70 euro.
Da Zlata Ribica in Dunajska cesta, 270 ho orinato Union toceno,
zelenjavna letnocasna minestra, caprese; prezzo 14.50 euro. |
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A sinistra la bella
facciata della Stazione ferroviaria di Ljubljana e appena davanti ad
essa il terminal degli
autobus in Trg Osvobodilne fronte. Ho trascorso una
mezz'oretta nella stazione osservando lo scarso movimento dei treni in
arrivo e in partenza. Invece, il traffico merci è più intenso e
frequente. A destra la facciata dell'edificio del Parlamento. |
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A sinistra la
stretta viuzza Za Čreslom, mentre a destra l'antica via Studentov
si inerpica su per una stradina che porta al Castello. |
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A sinistra un'altra bella
immagine del panorama del centro di Ljubljana visto dalla finestra della
mia camera d'albergo al sesto piano. A destra moderni palazzi nel
centro finanziario di Ljubljana. |
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A sinistra e a destra due
piazze con belle strade d'accesso. |
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Entrambe le foto sono state
fatte nella parte più caratteristica e vecchia di Ljubljana. Ai piedi
del Castello, sulla riva destra del fiume
Ljubljanica si trovano alcune stradine molto belle e
caratteristiche. Percorrerle con calma è stato un vero piacere. |
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A sinistra un centro commerciale e a destra
il bell'aspetto di una piazza vicino all'albergo Slon. |
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Un altro sguardo dalla
finestra della mia camera. Si può notare in basso, sulla sinistra, la
bellissima piazza Ajdovščina con la fontana al centro e i suoi ritrovi
commerciali pieno di locali di divertimento.
A destra il bellissimo edificio Centromerkur. |
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La partenza da Ljubljana è
fissata domani, 3 maggio alle ore 14.55. Il viaggio di ritorno prevedo sarà più
movimentato dell'andata, perchè ho prenotato due voli aerei di ritorno.
Il primo in partenza da Ljubliana Jože Pučnik per Vienna Schwechat
e il
secondo da Vienna per Roma Fiumicino. Dunque, non posso permettermi di
perdere la coincidenza. Tuttavia, la mia permanenza a Ljubljana è
coincisa con due giorni di festa nazionale che non avevo previsto. Pertanto non ho potuto vedere, perchè chiuso, il Museo
Nazionale di
Storia Contemporanea che si trova a Cekin Mansion, cioè a Cekinov
Grad, a nord-ovest del centro di Ljubljana. Sulla destra c'è la
bellissima e verdissima Celovska cesta che porta la museo. Sono intenzionato a vederlo
a tutti i costi e così la mattina del 3 maggio, alle ore 9,30 mi faccio
portare con un taxi sul luogo in tempo utile per essere uno dei primi
visitatori all'apertura, prevista per le ore 10.00. A quell'ora
sono l'unico turista nelle vicinanze. Faccio il biglietto e percorro le stanze del
museo. Evidentemente sono interessato a vedere il punto di vista sloveno
relativamente al conflitto militare e politico della seconda guerra
mondiale. Sono stato più di un'ora ad osservare i vari reperti e cimeli
storici. |
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Ho letto le varie
didascalie presenti nelle varie sale e mi sono fatto un'idea personale
del senso della mostra. Mi è sembrata ben fatta. Equilibrata, abbastanza
completa e interessante. La mostra, soprattutto quella nella sala E,
dedica molta attenzione ai fatti della 2a guerra mondiale, in
particolare all'occupazione nazista, come era prevedibile, con
sessioni di informazioni multimediali. Quello che non avrei mai
immaginato è che i fatti gravissimi dell'occupazione fascista italiana
in Slovenia, tutto sommato, sono stati trattati, a mio parere ma posso
sbagliarmi, con un po' di sottovalutazione e, se mi si consente, anche
con "comprensione". Non entro nel merito dei fatti storici sloveni
dell'occupazione italiana. |
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Anche noi italiani che siamo nati dopo la
fine della guerra abbiamo questo "peccato originale" del fascismo come
politica nazionale che ha prodotto lutti e soprusi in questo paese in
altri. La domanda che mi sono più volte posto è ma con quale coraggio il
governo fascista di Roma del tempo si è permesso di invadere (e che non
avrebbe mai dovuto fare) un paese confinante che non gli aveva fatto
nulla? Purtroppo le dittature funzionano così: più sei un paese che ti
comporti bene, più i dittatori ti vogliono sottomettere. Ho firmato il
registro degli ospiti auspicando un felice sviluppo alla coraggiosa e
simpatica Repubblica Slovena. Era il minimo che potevo fare a favore di
un paese che ha subito l'onta di un'occupazione vigliacca fascista che
non meritava. |
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Alle 11.30 sono di nuovo in albergo dove mi
aspetta la navetta per l'aeroporto. Devo dire che il personale
dell'albergo è stato efficiente e professionale, aiutandomi in tutti i
modi possibili per rispettare l'orario di partenza verso l'aeroporto. Il
viaggio verso l'Aerodrom
Jože Pučnik di Ljubljana è stata piacevole e sereno: abbiamo
percorso la distanza su una superstrada immersa in campi verdissimi e
boschi pieni di alberi. La partenza per Vienna è stata in perfetto
orario, in un clima di compostezza generale. L'arrivo a Vienna è stato
caratterizzato viceversa da molta confusione. L'aeroporto di Vienna è
molto grande e, di solito, i voli Alitalia sono fatti partire da un gate
emarginato e molto distante dalla zona di arrivo. I passeggeri italiani
erano molto chiassosi e scomposti. C'era da aspettarselo. Il che è
spesso sgradevole da accettare. Ma questa è un'altra storia. |
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E passo alle conclusioni di
questo mio diciassettesimo viaggio, effettuato in un paese simpatico, confinante con l'Italia. La
posizione di Ljubljana è
+ 46°03' latitudine nord e a circa
+ 14°30' longitudine est. Ricordo che Roma si trova a 41° 50' nord e 12°
28' est. Dunque, ci sono appena 4° 13' di differenza di latitudine
verso il polo nord e solo 2° circa di differenza di longitudine est tra
le due città verso oriente. Siamo praticamente vicinissimi. Come dire
siamo a casa. La vacanza è
finita e si ritorna alla vita di sempre. Ciao a tutti e .... al prossimo viaggio! |
Manuali
e guide di viaggio adoperate. |
Nell'orientarmi in città mi ha aiutato molto
la guida, purtroppo solo in inglese,
BEST OF Ljubljana al centro nelle
tre foto sottoriportate. E' stata eccellente nel fornirmi informazioni
essenziali ma precise e veritiere. La consiglio a chi seguirà le mie
orme. |
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