"Sogno" (da "Un sogno di una notte di mezza estate") è stato commissionato dal Comune di Firenze a Zauberteatro per la riapertura del Parco di Villa Fabbricotti dopo il recente restauro della parte architettonica. Zauberteatro si è infatti caratterizzato nei vari allestimenti - da "La lezione" a "L'eccezione e la regola" e "Apocalisse" come un gruppo di teatro di ambientazione, capace quindi di valorizzare, a fini scenografici, ii luogo di rappresentazione.
La messa in scena dello spettacolo è stata concepita pertanto in mode da potersi piegare,
adeguare agli spazi fisici, non solo di Villa Fabbricotti, ma di ogni altro luogo di una certa suggestione
naturale o architettonica.
Il pubblico è infatti invitato ad un vero e proprio viaggio, sia fisico (attraverso un'iniziazione ai misteri dello spazio incantato e poi attraverso le tappe previste dallo sviluppo della trama: il Palazzo
ed ii bosco), sia metaforico, scendendo nelle magie della notte che trasforma gli spettatori così come i personaggi della
vicenda. Questi sono due coppie di innamorati non corrisposti, che, per caso, finiscono negli scherzi
magici ed erotici di Puck, Oberon e Titania, gli spiriti del bosco. Ma sarà proprio grazie ai prodigi dei
loro incantesimi, che i quattro giovani vivranno l'esperienza dell'amore come un'allucinazione redentrice
e che potranno, enigmaticamente, risvegliarsi al palazzo, accoppiati secondo i loro desideri.
Il gioco degli attori si intreccia con quello di una compagnia di burattini (i comici) i quali, dotati
di un esilarante teatrino ambulante, vengono anch'essi coinvolti, loro malgrado, nelle magie notturne di
Puck ed Oberon, fintanto che uno di loro diventeragrave; il paradossale amante di Titania.
In questo spettacolo - che alla prima fiorentina ha totalizzato oltre
duemila spettatori in una sola settimana - Zauberteatro riassume ii suo metodo di lavoro, fantasioso
ma scrupolosamente attento ad una interpretazione rigorosa del testo. Non solo ha proceduto ad una
riduzione drammaturgica della commedia di Shakespeare, rendendola più essenziale nella trama, ma il
Gruppo ha anche esaltato la comicità e la poesia del "Sogno", ricorrendo a più linguaggi espressivi: la
recitazione degli attori, fresca e priva di ogni accademismo (come nella tradizione dello Zauberteatro),
quella dei burattini (resa in una splendida parlata vernacolare e barocca), la musica (appositamente
composta da Claudio Boncompagni per quartetto di fiati) che scandisce i tempi di ogni azione talora con
un misterioso richiamo del bosco, la continua pantomima di Puck. Quest'ultimo personaggio è stato
infatti reso uno spiritello muto, che non parla mai, esprimendosi solo grazie all'ausilio di incredibili oggetti
o di una inquietante ed umoristica gestualità.
Nonostante la vivacità ed ii ritmo della recitazione, nonchè la comicità ininterrotta di questo
enorme gioco degli equivoci che è "Sogno", lo spettacolo termina con un congedo, musicale e parlato,
amaro ed ironico: cosi scomparirà ogni "sogno", le illusorie magie se ne andranno con il loro carico di felicità
Niccolò Rinaldi
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