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Changzhou Chronicle Pt. 1

3 Novembre 2002

 

Sono sopravvissuta alla prima settimana di Cina.

Sono atterrata all’Aeroporto di Shanghai lunedí 28/11/02, dopo 13 ore di volo.

Grazie al mio nuovo status di Frequent Traveller la Lufthansa mi aveva promesso un trattamento speciale del bagaglio e cosí é stato: il mio valigione rigido e’ arrivato squarciato. Per l’occasione ho avuto il primo scontro con la burocrazia cinese, ma soprattutto con quanto ha caratterizzato maggiormente la mia prima settimana qua: la totale impossibilitá a comunicare con i cinesi.

 Changzhou è una ‘cittadina’ da un milione di abitanti (qualcuno dice siano 3 milioni e mezzo) nella regione dello Jiangsu, piú o meno a metá strada tra Shanghai e Nanchino.

Dall’aeroporto di Shanghai si impiegano dalle 2 e mezza alle 7 ore in macchina. Dipende dall’autista, dalla macchina, dagli incidenti e dai lavori in corso che si incontrano.

Io ho avuto fortuna e dopo 3 ore e mezza ho ringraziato l’autista (dicendogli la seconda parola della giornata) e ho varcato la soglia del Mingdu Hotel: 4stelle, diciotto piani, personale in livrea, due ristoranti, sauna, campo da tennis e palestra: qui abiteró i prossimi 18 mesi. Sono sistemata in una minisuite: camera da letto, soggiorno con angolo cottura e bagno; gli standard sono quelli occidentali e non manca nulla. Nello stesso albergo si trovano anche gli altri 4 Grade (ragazzi che stanno facendo la mia stessa esperienza) e alcuni degli espatriati di Iveco con cui lavoreró.

 

Il Cinese

Quando sono partita ero seriamente intenzionata a imparare il cinese. Ora lo sono ancora, ma con grossissimi dubbi sui risultati. Mi faccio ripetere 20 volte le parole piú semplici (grazie, ciao, sí) ma ho un’autonomia di 10 minuti, e solo se in quel tempo ripeto mentalmente e sottovoce i suoni all’infinito. E’ comunque inutile: la volta successiva abbineró due suoni che non c’entrano niente o useró il tono sbagliato e susciteró ilaritá e perplessitá nel mio interlocutore.

Il cinese scritto? Non ci provo neanche. Vorrei arrivare giusto a riconoscere i nomi di alcune cittá per riuscire a muovermi.... Spero di essere piú ottimista riguardo alla lingua, la prossima volta che scrivo.

 

I Cinesi

Strano popolo....sempre gentili ma non ti puoi mai fidare. Curiosissimi, soprattutto di noi occidentali.

Tanti.

Datemi un po’ di tempo per conoscerli meglio....

 

Il Traffico

La prima volta che ho attraversato la strada a Changzhou ho rischiato la vita. Non che ora sia diverso, ma almeno ne sono cosciente e ho occhi dappertutto.

Gli automobilisti cinesi non solo non conoscono le strisce pedonali, ma non rallentano neppure se hanno un pedone a 10 cm dal paraurti. Combinato col fatto che le corsie e i sensi di marcia sono pure formalitá, questo rende la vita del pedone una lotta per la sopravvivenza. Neppure sul marciapiede sei al sicuro: bici, motorini e persino macchine lo considerano un’ottima corsia di sorpasso in caso di ingorghi.

 

Il Mangiare

L’impatto con la cucina cinese è stato un po’ brusco: nella stessa serata ho mangiato piccione, serpente, lingue di anatra e reni di maiale. E io che mi considero una semi-vegetariana!

Ancora niente cagotto.

 

Il Supermarket

Non mi era mai successo di entrare in un alimentari e non avere idea di cosa sia il 95% delle cose sugli scaffali. Qui mi succede regolarmente. Non solo non riesco a leggere una parola di quanto sta scritto sulle confezioni: anche vedendo l’alimento in questione, non ho la piú pallida idea di quale natura possa avere (e credo di non volere neanche saperlo). Le mie “spese” si riducono in genere all’acquisto di acqua distillata (l’acqua che si beve qui), pane, frutta e cioccolata (peraltro pessima).

Per fortuna gli altri mi hanno indicato un supermercato dove si trova la pasta, l’olio e persino il tonno in scatola! La confezione di riso piú piccola che ho trovato era da 10 kg. In compenso si trovano pesce, tartarughe (anche giá sgusciate – tremendo), granchi,.. tutti rigorosamente vivi, da imbustare e portare a casa per la cena.

 

Il Lavoro

La mia prima settimana di lavoro é stata tranquilla: devo ambientarmi e imparare da Michele quello che dovró fare.

Mercoledí ho creato scompiglio chiedendo a gesti una sedia, un block-notes e un paio di penne: mi hanno mandato il megamanager finanziario perchè gli facessi di persona le mie richieste. Ora mi compro carta e penne in cartoleria.

La CBC-Iveco ha circa 2,000 dipendenti e fabbrica autobus per il mercato cinese; io dovrei occuparmi di controlling industriale. La comunicazione avviene tramite interpreti inglese-cinese o italiano-cinese. Ci sará molto da raccontare.

Per ora sono riuscita ad evitare i bagni.

 

La Visita Medica

Per ottenere il Visto Z (di lavoro) ci si deve sottoporre ad una serie di perizie mediche.

Nel giro di un’oretta ho percorso un corridoio e passato a uno a uno i medici per fare: prelievo, elettrocardiogramma, visita oculistica, prova riflessi, controllo pressione, raggi X al torace, ... Il tutto rigorosamente vestita.

 

Concludendo, qui tutto ok: la prima settimana é volata e sono sempre piú contenta di essere qua. Tutto é nuovo e diverso, ma proprio per questo interessante e divertente. E poi se ci si vuole rituffare nella “normalitá” basta trovarsi in camera di uno di noi a mangiarsi un piatto di pasta (ci si puó persino fare arrivare il parmigiano da Shanghai!) e a vedere un dvd (si trovano a 1 euro l’uno).

Nel fine settimana il grigiore del tempo ci ha dato tregua e abbiamo approfittato del sole per andare a Suzhou, a 60 km da qui. La chiamano “la Venezia d’Oriente”, ma non abbiamo visto un solo canale. Non stupirebbe piú di tanto scoprire che hanno coperto i canali per costruire case (siamo in Cina!), ma spero di scoprire la prossima volta di essere solo stata nella zona sbagliata della cittá (che conta appena 6 milioni di abitanti).

Alla prossima,

Linda (anzi: Lín Dá)

 

  CC Index CC part 2  

 

 

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