5 Gli elementi del progetto
Montalto
5.1 Le immagini araldiche consolidate
L'idea progettuale identifica elementi di immagini
araldiche consolidate, i monti, la stella e la croce di
Montalto, già presenti nel decoro e nell'arredo
urbano storico della città, come segni simbolici
delle vie di luce sul Piano Sistino.
L'impiego dei segni può essere accentuato, coi Monti
nel rione omonimo, con stella e croce negli innesti col
tessuto più antico della città.
5.2 Il "lampione Montalto" luce e punto di
informazioni
Elemento di riconoscimento delle "Vie di Luce" sono i
corpi illuminanti su lampioni che richiamano, pur con
diverse combinazioni di supporti, il grafismo Montalto.
Questi possono essere utilizzati come elementi seriali,
nelle zone dove c'è spazio per l'impiego, ovvero come
elementi isolati, a ricucire punti meno integerabili o
riconoscibili del grande disegno. Nel disegno del basamento
"a candeliere" non si indulge a motivi stilistici
baroccheggianti, né ai vezzi della ghisa
paleotecnica. La curva potrebbe richiamare gli strumenti dei
"quattro angioloni con le trombe in bocca...".
La superficie tridimensionale del gambo si presta ad una
incisione pantografata della pianta delle "vie di luce" con
infissa la borchia in ottone "voisietequì".
Il "lampione Montalto" è realizzato con elementi
componibili standardizzati, giuntati con nodi unificati e
trattati con ciclo di verniciatura resitente alla corrosione
e alle abrasioni. Anziché l'anonima piombaggine si
pensa ad un colore bronzeo, semiopaco, identificabile
rispetto al restante arredo urbano e compatibile con il
cromatismo dei vecchi edifici.
Gli elementi intercambiabili come rocchi di colonna attorno
allo stelo sono in alluminio pressofuso. Agli snodi possono
essee agganciati ed alimentati con rete di illuminazione o
di comando a distanza, vari accessori fra i quali viene
indicato, a titolo di esempio, un cartello circolare da
decorare con araldica e immagini, ovvero luci sussidiarie o
cerimoniali.
I corpi illuminanti sono previsti con un'armatura di forma
sferica, sia per scelta di design che per dare la massima
flessibilità al sistema, in quanto a forniture (ne
esistono in tutti i cataloghi di produttori), orientazione,
tipologia di irraggiamento (diffuso, direzionale, cut-off,
spot ecc.) , sia infine perché nell'ingombro di una
forma sferica possono essere contenuti senza confliggere col
disegno generale anche apparecchiature diverse, da un
emittente sonora a una telecamera o videolento, a un
proiettore di diapositive, ad una luce orientabile a
comando. Nei disegni di progetto è rappresentata la
apparecchiatura GC Illumination - ALCATEL. tipo Sfera e una
boccia in metacrilato di identica dimensione per contenere
punti luce e apparecchiature diverse.
Nei lampioni isolati prevale la funzione simbolica di "luce
come informazione" e quindi si prevede di aggregare ad essi
un insieme di funzioni informative per mezzo di basamenti
attrezzati che permettono diverse funzioni; l'ordine
progressivo indica inversamente la frequenza delle
attrezzature:
- Supporto per una sintetica epigrafe poliglotta (latino,
italiano, inglese?) sul Piano di Sisto V e le vie di luce,
accompagnata da una pianta ideogrammatica con il "voi siete
qui". realizzata con incisione a pantografo del gambo in
alluminio del lampione.
- Supporto per una bacheca elettronica video con
illustrazione multimediale sul Piano di Sisto V e le vie di
luce, e a disposizione per più monitor, scritte
ricorrenti ed altri media pubblicitari compatibili.
- Collegata con la tastiera del prossimo punto può
fornire programmi diversi tratti da CD-rom o dalla rete,
nelle lingue ammesse. Supporto per messaggi musicali
ambientali riprodotti
- Centralina computerizzata in rete con tastierino
telefonico, microfono e altoparlante stereo, eventuale
mini-telecamera fissa. Lettore di carte magnetiche ed
eventuale stampante per scritti informativi nella lingua
prescelta. Interfaccia con video a cristalli liquidi.
Programmi semplificati per richiesta di aiuto, taxi o
informazioni. Programmi più sofisticati a menu di
controllo video, telefono e videotelefono via internet,
banca telematica ecc.
- Ombrello fisso parapioggia o parasole realizzato in resina
inglobante un tessuto di colori ispirati alla tradizione
suburbana, con i colori degli ombrelli delle carrette e
botticelle laziali, azzurro violaceo (armonizzato anche con
il fondo del logo araldico);
- Appoggio biciclette, con lucchetto di sicurezza a
combinazione.
- Sedile circolare realizzato con aggregato di resine e
polvere di travertino o marmo similare;
- Cestino per cartacce, di dimensioni e tipo standardizzato,
con sacchetto asportabile a perdere.
- Aggancio per cartelli di segnaletica toponomastica,
turistica, stradale.
5.3 L'arco di luce
Pur essendo da eliminare la generalità delle
attuali tesate a sospensione differenziando con tale mezzo
il percorso delle vie di luce dal restante tessuto urbano,
ci sono punti nei quali ciò non è possibile.
In questi, per proseguire la identificazione, si propone la
sospensione di punti luce multipli che uniscono l'effetto
del grafismo Montalto con un accenno alla tradizione delle
luminarie festive popolari.
5.4 Il graffito di luce fisso e
dinamico
Tratti delle Vie di Luce sono affiancati da muraglioni
ciechi o da edifici moderni poco congruenti; si tratti di
muraglioni di recinzione o di sostegno per recuperare
dislivelli ovvero di interventi moderni fuori scala. Il
visitatore percorre questi tratti con noia e nota in essi
tutti gli elementi del degrado urbano storico o
contemporaneo; la notte questi tratti ciechi sono pefino
inquietanti; sarebbe interessante animare e far divenire
più accettabili questi tratti, facendoli diventare
punti di richiamo dell'attenzione e comunicazione.
Il progetto prevede che su tali superfici verticali vengano
proiettati da punti luce accoppiati a punti luce
contrapposti, disegni con i grafismi araldici della "stella
croce e monti". Questi possono essere combinati
diversamente, o come segni singoli, monocromi o policromi,
ovvero come serie e tessiture. Possono essere anche
realizzati programmi dinamici computerizzati con dissolvenze
ed effetti caleidoscopio o temporizzati secondo le ore e le
occasioni cerimoniali. Può essere utilizzata anche
luce laser.
5.5 Il tappeto di luce
L'andamento altimetrico delle strade nel Piano Sistino
consente una visione molto interessante di alcune
intersezioni con il tessuto viario, ad esempio quella via
Merulana-Labicana e quella Strada Felice-Nazionale. Queste
intersezioni possono trasformarsi in punti illuminati ed
identificativi delle Vie di Luce con proiezioni zenitali di
grafismi araldici. Per renderli visibili occorre trattare la
superficie dell'esistente pavimentazione stradale in strato
di usura con vernice riflettente chiara a base di schegge di
quarzo o chips vetrosi e organizzare i livelli di
illuminazione del crocicchio in modo da privilegiare
l'illuminazione dei veicoli e dei pedoni piuttosto che la
superficie stradale. Può essere utilizzata anche luce
laser ovvero diapositive o luce monocromatica. Si escludono
grafismi fissi ricavati dal manto stradale, per questioni di
pericolosità e usura.
Questi "tappeti di luce" devono essere fissi, oppure
variabili per dissolvenza per evitare abbgliamento agli
autisti ma devono comunque essere combinati con le
sistemazioni di moderazione del traffico veicolare che si
stanno diffondendo anche a Roma, in base alle recenti
direttive europee (dissuasori, cuscino berlinese).
5.6 Masse arboree
Lunghi tratti delle Vie di Luce sono ornati di importanti
masse arboree. Questi alberi, che in alcuni casi sono
secolari, fanno parte del decoro urbano ottocentesco e
permettono di rievocare i tempi in cui le strade sistine
tagliavano i sontuosi parchi delle ville patrizie e
prelatizie.
Il fogliame casualmente illuminato dal basso dalle luci
cittadine, contro i cieli cangianti di Roma, è un
impressione indelebile per chi ci ha vissuto. Nel progetto
si prevede un largo uso di illuminazione indiretta, soffusa
e con reazione al colore adatta a mettere in risalto il
fogliame. Analogo effetto si ha con l'orditura dei rami
nelle stagioni invernali.
5.7 Borchie a terra e illuminazione dal
basso
In alcuni tratti, dove le fronti stradali si allontanano
per effetto di sventramenti del tessuto viario moderno,
occorre dare continuità alle Vie di Luce. Dove
ciò non può avvenire con teorie di lampioni o
lampioni isolati attrezzati si ricorre a luci di non elevata
intensità sistemate in armature carrabili nel
pavimento stradale in corrispondenza dei bordi pedonali.
Si prospettano due titpi di apparecchiature: quella con
lampada alogena da 20W azimutale (es. MINIRING SIMES)
completamente a raso, con schermo colorato e quella a
borchia luminosa sporgente direzionale (es. SIMES - PRADO)
con lampada 10W e schermi colorati differentemente in colore
bianco caldo, in direzione della via di Luce e in colore di
attenzione (giallo-arancione) da Nuovo Codice della Strada,
nella direzione trasversale.
Luci incassate carrabili particolari (es. SIMES MEGAFLAT
QUADRATA) più potenti si avranno nel centro della
croce alle Quattro Fontane, con effetto dinamico comandato
da centralina automatica.
5.8 Effetto vento
Il progetto prevede che, mediante comandi o automatismi
sia possibile, per alcuni allineamenti architettonici e in
particolari occasioni, venga ricreato l'effetto vento
collegando l'alimentazione con controlli influenzati dai
movimenti dell'aria. Si metteranno a punto anemometri in
grado di comandare lievi variazioni di tensione programmati
su singoli gruppi di lampade.
Analogamente si possono creare variazioni dolci di
illuminazione e temperatura di colore su quelli monumenti
che, come gli obelischi, o l'Ara Pacis, vengono banalizzati
e sminuiti dalla stereotipa luce dei generici "padelloni"
che ne omologano ogni rilievo o cromatismo.
5.9 Centrale operativa
L'occasione delle "Vie di Luce" si presta ad una gestione
cosciente dell'illuminazione urbana attraverso una centrale
operativa che ne abiliti le diverse funzioni e i diversi
assetti: a regime, cerimoniale, nelle occasioni solenni,
oltre a quelli, ovvi di manutenzione. Non si tratta certo di
rendere spettacolari, o effimeri gli spazi urbani ma di
applicare al "Piano Sistino" assieme alle tipiche funzioni
urbane, anche la ritualità di uno spazio
ecclesiastico, quale era nel pensiero dei pontefici e dei
realizzatori del passato, come parte del pellegrinaggio del
Giubileo.
Un insieme di effetti coordinati e contenuti, senza inutile
sfarzo ma con l'ordinata, gioiosa compunzione che
l'occasione permette.
La centrale operativa potrebbe essere una occasione di
conoscenza se inserita in un ambiente espositivo dei
documenti sul Piano Sistino. Potrebbe mostrare l'insieme
dell'opera di riordino della rete, i congegni di regolazione
e i procedimenti per il risparmio energetico, la produzione
multimediale connessa, e la spettacolarità dei quadri
sinottici o della videografica operativa. Una visita al
cuore operativo delle Vie di Luce potrebbe fornire ulteriori
spunti al pellegrino per realizzazioni nelle città
d'origine. E' una tradizione del Giubileo, quella di
fornire, oltre all'illuminazione della fede, spunti
esemplari per i visitatori. Nel 1500, un frate tedesco che
andava in Vaticano per il Giubileo visitò l'ospedale
di S. Salvatore in Sassia; poi scrisse che era un modello da
applicare a tutti gli ospedali del mondo, era la cosa
più interessante che avesse visto a Roma. Peccato che
il frate si chiamasse Martino Lutero!
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