4 Il Progetto Montalto
4.1 Itinerari essenziali e digressioni
Peregrinare, andare da un santuario all'altro, secondo un
percorso codificato. Per questo tentiamo di disegnare una
sequenza, che anche l'impianto di illuminazione, per gradi
deve indicare.
Non esiste più, tranne che per appassionati rigoristi
e filologi, come c'era nel passato, una sequenza codificata
delle basiliche e dei monumenti. Non spetta certo a un
progettista di influire su decisioni liturgiche, che, se
verranno prese nella dovuta Sede, potranno condizionare i
flussi dei visitatori. Lo stabilire percorsi preferenziali,
con il dovuto carisma, ha il vantaggio funzionale di
permettere di regolare di conseguenza i traffici veicolari e
pedonali. Un progetto del sistema di illuminazione e
comunicazione distribuita può tener conto di tale
eventualità, senza la pretesa di imporre scelte
funzionali che, se non si verificano le iniziative proposte,
possono risultare incomprensibili e fuorvianti.
Comunque nell'allegata idea progettuale è ipotizzato
un percorso generale possibile, mentre vengono definit ri
dei settori che possono costituire delle unità di
percezione e fruizione.
Con la luce, che, di per sè, ha un andamento
vettoriale, è possibile indicare direzioni, una
percezione anisotropa dello spazio in cui ci si muove.
Lampade direzionali, (spot), proiettano la visione dello
spettatore verso la direzione indicata. Una strada
illuminata correttamente facilita il percorso nel senso
della lunghezza (una direzione e due versi). Sarebbe
teoricamente possibile disporre lungo tutto il percorso
fonti di luce direzionali, che guidino lo spettatore verso
l'obiettivo del suo peregrinare. Se si riuscisse a definire
un univoco percorso dei romei, di basilica in basilica, si
potrebbe tentare l'omologazione del percorso. Questa
però si può avere in particolari condizioni
cerimoniali o per singole tratte, modificando le
apparecchiature illuminanti debitamente predisposte.
Come suggerimento nel verso dell'itinerario si possono
collocare i lampioni, dovunque possibile, con bracci non
ortogonali né paralleli alla strada, ma sghembi, come
potrebbero essere le quinte di un palcoscenico: migliora la
distribuzione della luce sul suolo e si possono usare bracci
a medio sbalzo con minore ingombro verso le facciate e la
sede stradale.
Illuminazioni orientate possono essere utilizzate lungo le
strade del Piano Sistino per le digressioni verso monumenti
o mete laterali (come l'Arco degli Argentari) o la lontana
facciata di Santa Susanna, come un suggerimento a deviare, o
anche per una semplice occhiata.
4.2 Come usare il "Tridente"
L'ingresso più spettacolare alla struttura di Roma
papale è sicuramente da Santa Maria del Popolo;
probabilmente Sisto V la pensava come un stazione terminale
della via Flaminia, aperta sull'Europa, prima di immergersi
nel grande corpo di Roma, verso le altre basiliche.
Una corretta visione del tridente porta a chiedere di
omogenizzare l'illuminazione dei primi tratti delle tre vie
con quello di via del Babuino, che è stata
recentemente sistemata con alte armature a sbalzo
finto-storiche e corpi illuminati adeguati.
La direzione di via Ripetta è privilegiata in quanto
permette l'accesso da San Pietro o il ritorno ad esso come
ultima stazione di un percorso devozionale. E' necessario
che nei tratti meno urbani della stessa, sul lungotevere e
in corrispondenza dello squarcio del mausoleo d'Augusto sia
protetto e messo in risalto il percorso pedonale, con lo
sdoppiamento dell'illuminazione in elementi per il traffico
veicolare e bracci illuminati le aree pedonali, accentuando
anche gli elementi informativi e i parapioggia o parasole
che di per sé accentuano l'effetto di
continuità urbana.
La via del Corso dovrebbe essere preferibilmente percorsa
verso Piazza del Popolo, per cui è importante
surdimensionare e rendere anche variabile temporizzata
l'illuminazione dell'obelisco in quella direzione, anche per
dare una alternativa visuale alla massa fuori scala
dell'Altare della Patria.
La via del Babuino invece è di penetrazione nel
centro e ne va accentuata la vettorialità come
origine del percorso cardine della via Sistina - via
Felice.
4.3 La via Felice quanto è lunga
Il percorso privilegiato iniziale sarebbe per via del
Babuino (illuminazione pseudo-storica già installata)
nella quale serve solo una accentuazione delle digressioni
su via Margutta e Santa Cecilia.
C'è da migliorare l'illuminazione
nell'attraversamento del "salotto" di piazza di Spagna
(evidenziare la digressione verso il palazzo di Propaganda
Fide)
Un difficile passaggio è indurre alla salita della
scalinata della Trinità dei Monti per raggiungere la
via Sistina, la facciata della Trinità dei Monti
potrebbe avere illuminazione "modulata".
Punto informativo sulla terrazza con digressione alla via
Gregoriana (Zuccari) e discesa della via Sistina che
è già perfettamente illuminata in modo degno
fino al Tritone.
L'incrocio con via Porta Pinciana potrebbe essere occasione
di un primo nodo con proiezione a pavimento e a borchie
luminose.
Al Tritone ci sono lampioni di buon disegno floreale;
potrebbe essere inserita una proiezione a pavimento che
suggerisce la salita alla croce mentre la salita alle
Quattro Fontane, nodo della croce, va ripulita delle
sospensioni aeree e completata con bracci Montalto.
Non dovrebbe essere proseguita, in nessuno dei bracci della
croce, l'illuminazione a lampioni finto antico che esiste,
ed è da mantenere in via Sistina.
Davanti a Palazzo Beberini ci sono due lampadari a bracci
monumentali che vanno messi in risalto con riduzione del
livello luminoso circostante, mentre una illuminazione della
facciata del palazzo, da prevedere unitamente al restauro
che sta per essere intrapreso, può migliorare
l'effetto anche nella strada.
4.4 Dalla croce alla stella
La croce si comprende dal sito delle Quattro Fontane, che
la Roma moderna ha ridotto ad un crocicchio semaforizzato
avulso dalle aree urbane più vitali, costeggiato da
edilizia pretenziosa ma dozzinale, come la sede bancaria e i
casermoni ministeriali verso via XX Settembre. Una soluzione
ragionevole sarebbe l'interdizione del traffico veicolare
spicciolo in attraversamento e dei grossi pulmann e autobus
che rombano in tsalita, limitando il passaggio ai veicoli in
transito verso il Quirinale e a i residenti.
Il suolo stradale, fra le Fontane e la chiesa di San Carlino
potrebbe essere rimodellato eliminando il dislivello dei
marciapiedi mediante una pavimentazione a disegno, in
sanpietrini o lastre di porfido, come una sola isola a
traffico limitato e promiscuo con i pedoni, un punto
"magico" illuminato dal basso con lieve "effetto acqua"
(luce azimutale a componente verde-azzurra, anche con filtro
mobile che dia l'effetto dell'illuminazione proveniente da
una vasca).
Mantenimento dei vecchi punti luce a braccio esistenti.
Realizzazione delle luci indirette sui quattro angoli.
Installazioni di "graffiti di luce" mobili sulla fronte del
palazzone postbellico di un'istituto bancario. Su questa
fronte potrebbero essere inseriti bracci a sbalzo tipo
"Montalto", generatrici anche dei graffiti.
L'incrocio di via Nazionale, molto visibile per il
dislivello, si presta all'installazione di un pavimento
rifrangente antiusura su cui far brillare un
graffito-tappeto di luce fisso, segno araldico dei Monti,
indirizzato solo verso il Viminale, o bifronte.
Il tratto vivacissimo da via Nazionale al Viminale e fino
all'alberata di S.M.Maggiore (via de Pretis) va integrato
nello schema sistino con l'inserimento di punti luce
Montalto e relativi punti informativi. Particolare enfasi va
posto nell'incrocio con la via Viminale e il collegamento a
San Lorenzo (tappeto di luce).
L'alberata di platani che apre a S. M. Maggiore deve
acquistare il suo sapore di pregevole effetto urbano:
dovrebbe essere ripulita di arredo incongruo e
l'illuminazione va orientata verso il fogliame e deve
rendere piacevole il momento della sosta e dell'informazione
prima del balzo che porta alla basilica.
Il Momento critico dell'attraversamento di via Cavour,
percorsa da intenso traffico veicolare, va affrontato
moderando la velocità e realizzando corsie pedonali
evidenziate con borchie luminose, confluenti alla basilica,
che servano anche alla illuminazione azimutale
dell'obelisco. la navata deve essere utilizzata, come
è proprio della sua struttura, come una galleria da
attraversare nel pellegrinaggio.
Nella segnaletica informativa deve essere evidenziata la
struttura delle strade esistenti o soppresse che
costituivano la stella.
4.5 Dalla stella a Santa Croce
Dalla facciata di S. Maria Maggiore parte il secondo
tratto della Strada Felice, ora Carlo Alberto, Piazza
Vittorio, via Conte Verde e via Santa Croce in
Gerusalemme.
E' uno dei percorsi più interessantio per il moderno
romeo, forse uno dei primi in un itinerario canonico, ma
anche un contatto con una realtà popolare che
è insieme localistica e multietnica, con il Russicum,
le bancarelle, i giardini e gli spettacoli di Piazza
Vittorio, le tranquille residenze e il verdeggiante
acquedotto e la cordiale sfilata di trattorie e gelaterie
prima della basilica dalla morbida facciaita.
In questo tratto vanno previsti tutti i tipi di intervento
di illuminazione e informazione contemplati in questo
progetto:
- Lampioni attrezzati con bacheche, ombrelli, depositi
bici.
- Tappeti di luce agli incroci
- Graffiti di luce su alcuni edifici e ruderi
particolarmente incongrui
- Borchie luminose negli attraversamenti troppo
discontinui
- Luci basse dedicate ai pedoni nei tratti fortemente
alberati
- Luci direzionate sulle masse arboree
- Sospensioni con archi luminosi provvisori per enfatizzare
ingressi in spazi importanti sminuiti dalla casualità
del diusegno urbano.
Per Piazza Santa Croce in Gerusalemme, Sisto V aveva pensato
un altro obelisco, o una colonna votiva, in armonia con le
altre "mete" del suo Piano. Non è riuscito a
innalzarvi alcunché.Nel progetto allegato si prevede
che il pio desiderio del Papa Montalto venga, almeno
temporaneamente, esaudito collocando una installazione
luminosa avente pari ingombro. Si è pensato dapprima
ad una colonna di luce laser, sorgente dal suolo, ma fa
tanto discoteca. Siamo arrivati poi ad un grande lampione,
come una colonna tortile, a luci decorative, sormontato dai
simboli del grande Pontefice; una installazione che
può essere rimossa alla fine dell'Anno Santo e che
vorrebbe sottolineare l'attenzione verso questa Basilica
meno celebre, che è ora balzata all'attenzione degli
storici e degli archeologi per il sospetto rinvenimento del
battistero costantiniano. Non è certo una soluzione
definitiva e soddisfacente e potrebbe essere oggetto di una
raccolta di proposte formulate da artisti e progettisti.
Da piazza Santa Croce in Gerusalemme può essere
accennato, con un allineamento di lampioni e di luci
dedicate ai pedoni l'itinerario s 'istino lungo il pomerio
verso la Basilica di San Giovanni.
4.6 Da Porta Pia a via Panisperna
La via Nomentana porta alla Basilica di Sant'Agnese, con
il mausoleo di Santa Costanza e le catacombe. L'ingresso da
Porta Pia è un altro degli accessi deputati dal Piano
Sistino. La via XXSettembre - Strada Pia, all'epoca, ha
perso molto della sua centralità e vivacità
con lo svuotamento del grande complesso ministeriale.
Può quindi essere dotata di una nuova illuminazione a
lampioni e a bracci, e di punti di informazione che ne
mettano in risalto l'integrazione nel Piano Sistino.
La via XX Settembre presenta una notevole
opportunità, il grande pannello pubblicitario che
affianca il "palazzo di vetro" in corrispondenza della
strettoia prima della fontana dell'Acqua Felice. Questo
pannello non è più elemento di disturbo del
volto urbano ma è diventato un elemento tradizionale
del paesaggio, passando da gigantografia dipinta a pannello
luminoso. Si tratta di farne qualcosa di simile al concetto
di "mostra dell'acqua" che era il coronamento simbolico di
ogni nuovo acquedotto, per cui una rete poco visibile veniva
mostrata e simboleggiata da un monumentale fontanone. Quasi
una "Mostra delle vie di luce alla riscoperta dei piani di
SistoV"
Vale la pena di studiare una nuova sistemazione per il
Giubileo, come un maxischermo a cristalli liquidi o una
retroproiezione, collegata alla topografia del
pellegrinaggio e al volto della città, una sorta di
multimedia a dimensione urbana.
Al crocicchio di Santa Maria della Vittoria e della Fontana
dell'Acqua Felice che è ahimé contromano, la
Strada Pia perde di continuità, prima di raggiugere
l'altro punto nodale con Santa Susanna e San Bernardo alle
Terme. Il largo, con le ripide discese verso il centro di
Roma e l'apertura verso la struttura delle Terme, è
comunque uno spazio non privo di un suo fascino
metropolitano, fra il collage e il demodé.
La continuità della Strada Pia potrebbe essere
rappresentat a da forti richiami di lampioni a isola e da
allineamenti di borchie luminose verso le quattro
Fontane.
Il Belli nel sonetto "come girà Roma a l'ombra"
descrive il fianco del Quirinale come "er coridorone de sti
grevi, de papalini fii de mignotte". Attualmente è
illuminato con padelloni a luce radente come la parete di un
supercarcere (le finestrrature barocche sono adorne in
ordine randomico con condizionatori pensili in lamiera tipo
elettrodomestico) mentre la lunga parete uniforme potrebbe
costituire, di giorno, a mezz'ombra o con luce radente e di
notte solennemente illuminata da lampioni posti sull'altro
lato della strada, verso i giardini, una immagine forte
della Roma del Papa-Re e del RE, preludio a Sant'Andrea e a
Montecavallo.
La discesa di via XXIV Maggio, fino a via Nazionale, non fa
parte, a rigore, del piano Sistino, ma è il
collegamento necessario per via Panisperna, che, antica
traccia della Roma imperiale, vi è stata
intelligentemente integrata. L'illuminazione di via XXIV
Maggio può comprendere frammenti dei lampioni storici
(che quì sono particolarmente solenni) da integrare
con nuovi punti luminosi e una traccia di tappeto luminoso,
su Largo Magnanapoli, che indirizzi il pellegrino verso
l'affascinante angusto imbocco di Panisperna su cui
incombono le muraglie dell'Angelicum.
Via Panisperna, ondulata, immerge il visitatore nel tessuto
di una Roma vecchia e popolaresca , con tenere casette e
pareti di verzura a cascata. Qui la presenza
dell'illuminazione deve essere discreta, eliminando le
sospensioni e limi Standosi a bracci, magari di tipo nuovo
ma anche con assortimento di tipi e di configurazioni
preesistenti.
All'incrocio con via Milano, brutale taglio ottocentesco,
dove la strada diventa via Santa Maria Maggiore, sulla
muraglia cieca ci sta un "graffito di luce", dove appaiono
l'obelisco e l'abside della Basilica. Anche in questa
strada, via le sospensioni e, ai lati, lampioni nuovi.
4.7 Via Merulana, via di S. Giovanni, Fori e via
del Corso
Via Merulana ha le stesse caratteristiche della Strada
Felice e va trattata con lo stesso metodo, incentivando
anche interessanti digressioni come quella verso il magico
Arco degli Argentari (va sontuosamente illuminata con luce
diretta la fontanella coi monti e le stelle di Papa Montalto
che ci ha suggerito il metodo di questa ricerca sulle "Vie
di Luce").
I grandi alberi del viale vanno trattati con luce diretta
mentre gli incroci di Palazzo Brancaccio e con la via
Labicana si prestano a tappeti di luce particolarmente
sontuosi.
Il Piazzale di San Giovanni in Laterano, ora una spianata
convessa indifferenziata può essere caratterizzato da
borchie luminose, che indirizzino anche alla discesa di via
San Giovanni in Laterano, con la prospettiva del Colosseo,
Luogo di Martirio.
Un lungo muro, sul lato dell'ingresso a San Clemente, chiesa
amata e restaurata da Sisto V, può essere l'occasione
di un vasto graffito di luce dinamico, mentre dal Colosseo
ai Fori e a Piazza Venezia non si tratta più del
Piano Sistino me di un'area già ampiamente illuminata
di recente, di passaggi verso il ritorno al Corso verso la
meta di Piazza del Popolo.
Nel Corso non si tratta di nuova illuminazione, ne è
stata realizzata di recente assai valida, né di
arredo urbano che è ben controllato. Si tratta di
introdurre alcuni elementi di immagine illuminata congrui
con il resto del progetto, soprattutto nelle parti
più manomesse, come nel tratto di Largo dei
Lombardi.
4.8 Per il Verano
E' il tratto più problematico, nel quale occorre
far rivivere l'idea del Piano Sistino malgrado la
cancellazione che esso ha subito con la costruzione dello
scalo ferroviario e dei quartieri da questo condizionati.
L'illuminazione e le apparecchiature che la sorreggono
giocano un ruolo importante in questo ripristino.
Non è proponibile un ripristino della
continuità delle fronti stradali da via del Viminale
attraverso Piazza dei Cinquescento fino a via Marsala;
l'informazione va condensata in pochi elementi di forte
attrazione. Gli elaborati allegati forniscono alcune
opzioni, come un lampione molto ricco, con chiosco
automatico di informazioni sonore e visive sul percorso, da
collocare in un sito adatto, nella Piazza della stazione
Termini o nei giardini antistanti le Terme di Santa Maria
degli Angeli.
Il tratto di pellegrinaggio potrebbe iniziare in via
Marsala, con lampioni e graffito di luci sul fianco della
Stazione, con un lampione e punto informativo nella Piazza
Sisto V, con una adeguata illuminazione tipo sul percorso di
via dei Ramni, via C. de Lollis per finire con un
addolcimento, per mezzo di adeguati lampioni, della brutale
e dozzinale sistemazione viaria del Piazzale di San
Lorenzo.
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