3 L'idea progettuale
3.1 Luce cerimoniale
La illuminazione notturna è elemento simbolico, ma
anche funzionalmente importante, della cerimonia; occorre
quindi prevedere una evoluzione, scandita o progressiva, da
una situazione "di esercizio" ad una situazione cerimoniale
attraverso la possibilità di graduare le accensioni o
di inserire punti luce accessori in posizioni
specifiche.
La liturgia dell'Anno Santo vede un ampliamento alla notte
anche dei tempi del culto; la vita della città
può avvantaggiarsi di tali eventi per le
possibilità di relazione, la maggior sicurezza
ambientale, perfino le stesse attività
economiche.
Un luogo di culto illuminato è evocativo anche in
assenza di cerimonia; la illuminazione è stessa
rituale quando permette di vedere luoghi o ricordare
ricorrenze.
La luce rende più sicura la strada, e anche ne
illustra i contenuti; la fa diventare parte di un messaggio
dell'intera città ai suoi visitatori e utenti.
3.2 Un manuale di istruzioni per l'uso della
città
Roma è grande e grossa, molto più
complicata di tante altre città in quanto le
stratificazioni sono imponenti e ingombranti e manca un
centro unitario.
Servirebbe una sorta di manuale per la lettura della
città, soprattutto per visite affrettate, come spesso
sono quelle dei pellegrini anche se attenti.
L'immagine non unitaria e organica della città
è infatti aggravata dal trasporto sotterraneo
metropolitano che ne dà una visione "in pillole",
privilegiando casualmente i siti prossimi alle fermate. Le
"Vie di Luce" possono costituire una chiave di lettura che
aiuta a comprendere il senso e la struttura discontinua e
manomessa della città entro e fuori le mura.
3.3 Riemerge dal tessuto il disegno
generatore
La Roma ufficiale, umbertina è diffusa fra le
maglie del Piano Sistino, ma, più intelligentemente
della colata lavica della città di Rebecchini, ha
utilizzato le direttrici sistine, come una guida ed una
misura, attestandovi anche alcuni dei suoi spazi più
interessanti, come via XX Settembre e il grande Ministero,
Piazza Vittorio, i giardini attorno al Quirinale, la
Galleria Colonna, l'Opera, il Viminale, la Stazione.
Le Vie di Luce dovrebbero mettere in risalto gli elementi
generatori del successivo tessuto urbano in modo da far
leggere i principi di un ordinamento gerarchico e
l'andamento cronologico di questa "avventura
urbanistica".
Ad esempio, la attuale illuminazione della via Sisti na da
Trinità dei Monti al Tritone, per quanto un po' kitch
è un possibile esempio di differenziazione della
strada generatrice dal tessuto circostante che può
inquadrarsi nel progetto "Vie di Luce" se questo ha la
capacità di collegare e far percepire in modo
unitario il disegno Sistino.
3.4 Innovazione, sopravvivenza e
recupero
L'intervento che serve è innovativo, basato su
tecniche e messaggi aggiornati; non è richiesta
specificamente una mimesi con antiche tecniche nè un
maquillage finto storico, come in altri ambienti urbani
più datati e meno vitali.
Ci sono infatti delle sopravvivenze di cultura materiale e
messaggi del passato; una parte dell'arredo e dell'ambiente
trasmette valori consolidati, ricchi di significato ed
interessanti. Alcuni di questi elementi sono da recuperare e
fare rivivere come condizione per la comprensione della
struttura urbana o come parti importanti del racconto
storico.
3.5 Stratificazione di segni
Anche l'arredo urbano di Roma comprende segni e
stratificazioni di scelte passate, alcune banali o triviali,
altre evocative di passati decori, che vale la pena di
conservare. Un esempio è la collezione di
apparecchiature da illuminazione che si scopre percorrendo
le strade del Piano di Sisto V, dalle solenni lanterne di
Palazzo Barberini ai modesti lampioni appesi al centro delle
strade, passando per tutti gli esempi . Occorre mantenere la
stratificazione dei segni facendo emergere molti di quelli
più nascosti ma perciò più
affascinanti.
Nuovi segni leggeri: colori contenuti, luci cal ède,
iscrizioni incise, per lasciare tutta la forza all'immagine
ereditata.
3.6 Una soluzione non spettacolare
La luce stradale, anche in alcuni centri antichi, ma
soprattutto nella viabilità a corridoio, dell'epoca
moderna e contemporanea è normalmente progettata per
il traffico veicolare mentre il pellegrinaggio del Giubileo
dovrebbe far rivivere la camminata, individuale, in gruppo o
processionale, fra i luoghi santi, che ha esigenze molto
più modeste e qualitativamente diverse.
Le superfici architettoniche romane, rinascimentali,
barocche, barocchette, potrebbero essere messe in risalto da
luci mobili, vibranti, come i tradizionali "moccolotti" o
"focaracci". Un progetto per le Vie di Luce dovrebbe tentare
di recuperare quelle sensazioni?
I fronti stradali delle strade sistine sono fiancheggiate da
episodi architettonici interessanti e per lunghi tratti
costituiti da un tessuto edilizio ricco di modellato e
chiaroscuri. Ci sono però anche grandi cesure
costituite da muraglioni privi di interesse o da costruzioni
piatte e fuori scala che al buio appaiono noiose e perfino
ostili. Occorre ribaltare questi difetti con un effetti.
Effetti di luce?
Effetti spettacolari o sovradimensionati, tipici della
ostentazione illuminotecnica del recente passato, non sono
compatibili con le tinte e il modellato vecchie pietre, per
cui bisogna sfuggire alla tentazione di enfatizzare gli
effetti spettacolari di luce che metterebbero in secondo
piano i valori e gli oggetti che si vogliono far
risaltare.
3.7 Messaggi conviviali di integrazione
Nel corso del pellegrinaggio si instaura un rapporto fra
i pellegrini e con il territorio romano, nei suoi aspetti
fisici, architettonici e sociali. L'apparato della santa
festa non deve porsi in conflitto con la vita della
città ma integrarsi con essa esaltandone gli aspetti
conviviali. Il giro delle basiliche può combinarsi
con la vita di relazione dei quartieri che attraversa e coi
tradizionali aspetti della gita. Esistono già ora
esempi di questi rapporti, dalle terrazze dei famosi bar di
piazza del Popolo alla aggregazione giovanile di Piazza di
Spagna, alla vita popolare multietnica di piazza Vittorio,
alle tranquille golosità delle pasticcerie e
gelaterie in via Santa Croce in Gerusalemme.Quindi il nuovo
arredo urbano può avere funzioni di servizio, di
comunicazione e aggreganti.
3.8 Suggerimenti di funzioni e servizi
Suggerimenti dell'ambiente e della tecnologia per
elementi di servizio e opportunità che possono essere
associate alle apparecchiature di illuminazione e di
informazione:
a) A Roma, per chi va a piedi, a volte il sole incoccia,
oppure ci sono torrenziali, improvvisi goccioloni, senza
possibilità di riparo sotto inesistenti portici.
Degli ombrelloni fissi farebbero comodo.
b) A piedi vuol dire anche in bicicletta, può esser
interessante appoggiarle sicure, in punti bene in vista e
magari con un lucchetto fisso a combinazione, a prova di
cesoie.
c) Chi va a piedi può aver bisogno di riposarsi, di
tanto in tanto, in un sedile che non sia la classica
panchina. Persone non giovani sono restie a sdraiarsi sul
selciato, come fanno i ragazzi convinti del loro ruolo. Un
sedile ben illuminato è meno soggetto al degrado.
d) Tanta gente in giro aumenta il disordinato proliferare
dei rifiuti a terra. Porre in evidenza cestini e
raccoglitori contribuiscono a ovviare all'inconveniente;
induce i viaggiatori ad un comportamento corretto come
spesso hanno a casa propria. Passato il Giubileo, la buona
abitudine potrebbe contagiare perfino i Romani.
e) Le attività commerciali e di servizio hanno
bisogno di comunicare più direttamente possibile col
pellegrino e l'utente, senza affidarsi solo alla
banalità e all'invadenza della pubblicità
murale.
f) Piuttosto che banali cartelloni o scritte statiche, si va
diffondendo come mezzo economico e versatile, il monitor,
vero foglio volante della nostra epoca.
g) Per comunicare molti messaggi, in lingue e codici
diversi, fra tre anni possono essere in funzione numerose
bacheche elettroniche, o distributori di stampati, autonomi
o collegate a sistemi informativi centrali. Informazione e
illuminazione pubblica possono essere collegate non solo
idealmente.
h) Sarebbe molto bello che il pellegrino potesse trovare
informazioni in una delle 3000 lingue che si parleranno nel
Giubileo; un vero effetto-Pentecoste (..in suo sermon
l'udiro, l'Arabo, il Parto, il Siro...come dice Manzoni ne
"la Pentecoste").
i) Una città cablata permetterà all'utente,
pellegrino o residente, di comunicare interattivamente in
molti modi e si possono realizzare collegamenti economici
con lontani paesi attraverso postazioni telefoniche via
internet (viva voce, videotelefono, notiziari da casa,
mailbox, credito in rete ecc). La tecnologia network
computing permetterà di distribuire nel territorio
postazioni poco costose, fornite di un semplice tastierino
telefonico e monitor, in grado di elaborare rapidamente i
dati di potenti centrali.
l) Si deve poter realizzare una enfatizzazione temporanea
della illuminazione per comunicare le occasioni cerimoniali.
Ad esempio predisponendo l'innesto per lampade decorative,
addobbi, proiettori, fonti sonore, telecamere.
L'attuale illuminazione sospesa ha numerosi difetti, ma
ha anche qualche pregio:
- taglia il cielo coi cavi
- non illumina bene i marciapiedi nelle strade larghe
- attenua l'effetto altimetrico delle strade
D'altra parte il punto luce appeso mediante tesata;
- illumina bene, centralmente i crocevia
- illumina bene le carreggiate alberate
- ondeggia col ponentino
- illumina per trasparenza attenuata le facciate.
Potrebbe esserne conservato qualche esempio in punti
canonici, come testimonianza di cultura materiale. Va
realizzata qualche nuova armatura sospesa, soprattutto per
enfatizzare momenti cerimoniali. Vanno comunque eliminate
tutte le tesate da tutta la Strada Felice, da via del
Tritone a Santa Maria Maggiore perché contrasta
gravemente con l'effetto altimetrico del braccio della croce
in corrispondenza delle quattro fontane.
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