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Il
tardo pomeriggio del 26 luglio sbarchiamo in Versilia, Marina di
Pietrasanta, località Fiumetto. Il G4 è compatto con
le mogli e la zia Rita che come poetessa in causa non poteva mancare.
I gazebo ci sono, occupiamo gli spazi sottostanti, montiamo i cavalletti
e li disponiamo, cioè io cerco di disporli incurante degli
sguardi della mamma che non perde occasione per criticarmi, finché
gli lascio campo libero così si diverte a far confusione,
come sempre. Attacchiamo le locandine, prestiamo attenzione a qualche
passante che sembra interessato, poi la fame ci spinge a cercare
un ristoro. Ci accontentiamo di una pizzeria-self service con brivido,
perché metà delle sedie sono in bilico sull’orlo del
marciapiede. Ci ingozziamo di pizza e ritorniamo ai giardini a scambiare
quattro chiacchiere con gli occupanti dei gazebo vicini. Lo spazio,
a parte il palco dove avverrano concerti e manifestazioni, è
dedicato all’ artigianato. Per me va bene, avevo dedicato anche
una mostra al "Maestro e l’Artigiano", però devo
partire per Genova. Lasceremo i prossimi giorni di esposizione in
mano alla poetessa: gloria e fatiche, perché ogni giorno
la mostra va montata e smontata per porre i dipinti al riparo. Le
serate di venerdì e sabato saranno tutte nostre, la zia Rita
è impegnata altrove.
In Versilia con la mamma! Per fortuna c’è il Gattone; Tarrinaccio
è bloccato a Livorno con la lombaggine.
Giovedì andiamo con l’auto di Umberto. Tempo nuvoloso, arriviamo
con la pioggia e decidiamo una visita alla Versiliana per la mostra
dedicata al Vate. La mamma cerca Romano Battaglia.
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Il giornalista ha una postazione fissa accanto alla villa. Lo trova,
insieme ad un gruppo di noti personaggi tra cui riconosco solo Giobbe
Covatta. Ugo riesce a farsi notare e ad un allarmato Battaglia che
si avvicina dice “non volevo disturbare…” poi lo invita a visitare
la mostra con la usuale scarsa memoria per i nomi: “… siamo laggiù,
al Pozzetto!”. Romano annuisce sorridente, non lo rivedremo mai
più. Ci annoiamo in una serata fiacca rellegrata dalla
bionda collega artigiana che cerca di venderci un lussuoso letto
anallergico ed antistress. Il sabato ripropone lo stesso scenario,
ma siamo annebbiati dalle libagioni di Riparbella e saltiamo la
cena. Portiamo a casa quattro quadri e relativi cavalletti per alleggerirci
l’indomani. La domenica si propone di maggior impegno perché
dobbiamo smontare la mostra e necessitiamo la macchina di Ugo. Non
subisce in silenzio, ma più tardi godiamo di una sua ridotta
loquacità perché si deve concentrare nella guida.
A Fiumetto troviamo anche zia Rita con nipote Veronica a cui Ugo
promette un ritratto. “Sono spariti quattro quadri con cavalletto!
Venduti?”. Tra i sospiri ci scusiamo di non aver avvertito.
Il fine settimana porta più visitatori ed un maggior interesse
alla cultura. La musica che dal palco invade la piazza è
gradevole, ci attardiamo a salutare gli altri artigiani, nel frattempo
aumentati di numero, con cui abbiamo fraternizzato nei momenti morti.
“Arrivederci all’estate prossima!” Beh, vedremo…
© Aemme Agosto
1999
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