chi PIU' ne HA PIU' ne METTA

(zio Paperone) 

 

 

               E’ un’estate fervente di attività. Mentre ancora paghiamo le rate per occupazione suolo a Marina di Pietrasanta, ci buttiamo ad affittare uno spazio espositivo alla galleria Rosciano in occasione della Grande Manifestazione Livornese “Effetto Venezia”.

 

Il 30 Luglio portiamo i quadri e Ugo si incarica di montarli. Dietro insistenze del maestro io avevo preparato le etichette con il nuovo logo del G4 e con i nostri nomi, poi, per scherzo più che altro, ne avevo preparato una serie con i soprannomi. Ugo vuole attaccarle tutte: sarà una mostra di quadri ed etichette. Visto che lavora lui, noi ci sediamo a guardare. Appone l’etichetta con il nome in alto, poi il quadro, per il soprannome non resta altro posto che il bordo inferiore della cornice. Tarrinaccio sbuffa, poi spalanca gli occhi ed esclama “Deh, ma propio lì? ora se capiscano male ci ‘hiamano anche figli di…”. Ugo aveva appeso la sua etichetta “La mamma” giusto all’altezza delle pudenda di una signora che aveva ritratto casualmente nuda e che casualmente richiamava le sembianze di una nota pornostar.


Alla fine il risultato è gradevole, siamo soddisfatti e avvertiamo il prof. Malventi che Croce ed io saremo presenti anche al concorso di pittura, previo pagamento dell’iscrizione. Ugo non partecipa e Leonardo ha la bocca serrata, cerca di parlare dal naso, ma non gli viene bene.
Disertiamo l’inaugurazione per via degli impegni versiliani, ma durante la settimana seguente ci diamo appuntamento per una visita alla manifestazione e naturalmente alla galleria.

 

 

 

 

 C’è una nutrita presenza degli artisti espositori ed una più scarsa di visitatori, mentre i compratori hanno evidentemente sbagliato galleria. Siamo soli senza le donne, Tarrini ha lasciato a casa anche la sciatica. Ugo fa il maestro ed il buonista con tutti, definisce ogni dipinto “una bella ricerca”, poi si apparta per nascondere conati di nausea. Usciamo a prendere un po’ d’aria e ci cacciamo in un bar affollato al Logo Pio, uno di quei locali che vivono tutto l’anno una serena agonia con le serrande mezze abbassate ed un deserto interno, ma che per Effetto Venezia ricevono una sferzata di vita e di gioventù da restarne fulminati. Ci facciamo strada tra montagne di tazze sporche, bicchieri e bottiglie totalmente usate, arraffiamo una bibita e ritorniamo fuori tra la folla. Siamo impegnati in un discorso importante con Leonardo, ma Ugo si blocca. Non è sciatica, è colpo di fulmine. Le avrebbe promesso anche due ritratti, se non fosse scomparsa nella calca. La cercherà inutilmente per mostrarcela e pretenderà che sia vera e non una visione prodotta dal caldo e l’ora tarda.
        Domenica 8 Agosto. Alla premiazione del concorso io non vado perché preferisco un’occasione di ballo liscio. Tanto si incarica Croce di ritirare i premi… ma quali premi? Ci passano davanti tutti. Insomma Croce quarto ed io quinto. Mi arriva un’altra mini-medaglietta che un Umberto per caso sopravvissuto all’affollamento ed alle temperature africane della saletta  mi porta a casa il mattino seguente. Che effetto, Venezia!

©    Aemme                                     Agosto 1999

 

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