SARà BellA La TUA
(La maschera DI ferro)
|
Luglio si presenta puntualmente ogni 12 mesi, assieme al caldo, al sole, al mare, ai bagni ed al “Premio Tirrenia”. Io non ci volevo andare, l’ho detto e ridetto a tutti, meno che a Leonardo perché del tutto inutile, lui avrebbe commentato “’ndove? a Tirreeenia?”, e poi ultimamente a quel concorso non siamo stati molto fortunati. Ci sono le cose che vengono bene e quelle che nascono male, quelle fortunate e quelle no. Diciamo che il Premio Tirrenia non premia il G4. Alla mamma glielo avevo detto: “motivo di più per non andare, ma poi non ho tempo, devo lavorare”. Ugo era in preda ad un attacco di narcisismo incipiente, aveva appena terminato il quadro per la presentazione dell’ultimo libro di Giuliana, un’altra abbinata tra letteratura ed arte che dopo “Versi in Immagine” forse chiameremo “Colori in Prosa”. Era contento di poterci dimostrare di aver lavorato, così la smettiamo di prenderlo in giro, era anche contento di nuove tecniche pittoriche sperimentate con successo, insomma era contento di se stesso e desiderava proprio mostrare la sua opera ad un pubblico più vasto. A me si era presentato con Umberto, per avere più forza di convincimento. Ho dovuto cedere, a patto di non dover fare assolutamente nulla. Infatti la mamma e il gattone hanno scelto il quadro, mi hanno spicciolato i soldi per pagare l’iscrizione e sono andati a consegnare l’opera in galleria. Al ritorno Ugo, che come tutte le mamme ha i presentimenti, è un po’ rabbuiato. “Questa volta non va…”. Forse lo dice per scaramanzia, forse ci
|
|
crede
perché già a metà settimana ci avverte che
il giorno della premiazione lui resterà a Livorno. Sempre
meglio che andare al Circolo del golf quando il concorso è
al Circolo del tennis, opino, ma la mamma è abbattuta, accampa
impegni immaginari con le sue donne, è più credibile
di quando dice che deve lavorare. Non abbiamo il coraggio di insistere.
Dico a Umberto che lo accompagnerò io, ma attendevo amici
da Genova che mi confermano l’arrivo proprio in concomitanza con
la premiazione. Dovrò andare ad accoglierli, che peccato. A casa di Ugo non c’è nessuno, quindi rimandiamo al giorno dopo. Mi si presentano insieme, entrambi sorridenti, uno per aver fatto il suo dovere di cronaca, l’altro perché non ci crede e sospetta uno scherzo. Mi sento cattivo e gli dico che è proprio uno scherzo, la sua coppa l’ho nascosta io! Quando finalmente lo costringiamo ad accettare l’amara realtà si erge in tutta la sua statura, fissa con uno sguardo diabolico il sole morente e con la disperazione di una madre che ha dato tutto per la prole grida al mondo [dell’Arte]: “’ndoveee? A Tirreeeniaaaaa?????”. Aemme Luglio 2000
|
|