quattro SEGUITI....
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Il pomeriggio del 2 Novembre avevamo lavorato sodo Ugo, Leonardo ed io: attaccate le targhette, fasciati i quadri e caricati i pacchi nella mia auto. Insomma era tutto pronto per montare la mostra a Milano. Appuntamento la mattina seguente alle 07.45. Naturalmente Ugo mi bussa alle 07.20 e mi trova in pigiama. Stupitissimo mi fa “… ma non dovevamo andare a Milano?”, non raccolgo la non-troppo-velata provocazione e lo convinco a tranquillizzarsi ché tanto Leonardo non ci aspetta prima delle 8. Infatti alle otto e cinque, colpa del traffico, lo troviamo puntuale con la borsa della telecamera in mezzo alle colonnine di pietra di Piazza Grande. Non ci confondiamo perché sarebbe proprio difficile scambiarlo per una colonnina, ma sembra un po’ intirizzito. "Ero sceso un quart’all’otto pe’ un favvi aspettare…” ci confessa ed io penso chissà perché ci diamo gli appuntamenti? Insomma, quasi in perfetto orario prendiamo la direzione Nord mentre i “vàaa remengo!” roboanti di Ugo sovrastano il rumore di una Livorno già laboriosa. La giornata si presenta un po’ grigia, si indovina nebbiolina in Val Padana e nuvole basse sulla Cisa. In mezzo a queste nubi ci fermiamo per un ristoro, ma pochi minuti perché Ugo incalza. Tutto bene fino a Parma Nord. Poi l’autostrada è interrotta. La lasciamo come consiglia un cartello ed un cortese casellante ci manda a riprenderla a Fidenza. I “vàaaaa remengo” non si contano più e si accompagnano alla preoccupazione di far tardi. Forse per un caso siamo all’appuntamento con Umberto all’ora prestabilita, 11.30, e seguendolo raggiungiamo il centro di Milano e la RAS dove però ci ferma una catena. |
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Facciamo il possibile per bloccare il traffico, ma non ci riusciamo nonostante Ugo si sbracci in mezzo alla via, finalmente si trova la chiave, entriamo e scarichiamo. Comincia a piovere. Andiamo a parcheggiare, Umberto trova immediatamente posto, io giro sei volte l’isolato. Rientriamo al Circolo già pieno per il pranzo e a questo punto mangiamo anche noi. Per aspettare l’ora giusta usciamo a farci qualche foto e ci colpisce una chiesa sconsacrata proprio a fianco della RAS utilizzata per vendite all’asta. Incautamente Umberto dice di aver sentito che l’acquisterebbe la RAS per le mostre. Ugo non si tiene più, quasi ci aspettiamo che si ripeta la scena di San Gimignano, ma senza i ritratti perché manca la materia prima. Lo portiamo via con la promessa di fargli vedere il Duomo. E’ bella Milano d’autunno, sembra nel suo elemento naturale, una pioggerella rada rada, il cielo grigio di nubi o di nebbia e il primo freddo che ti fa cercare il calore nella gente. Lo striscione della mostra a Palazzo Reale, una galleria d’arte, negozi, bei negozi. Ugo parla dei suoi ricordi di Milano e del Duomo. La pioggia si infittisce e il Duomo è ancora troppo lontano, meglio rientrare e lavorare che gli invitati arriveranno presto. © Aemme (Nov. 98)
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