cinque SEGUITI....
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Finalmente siamo a mercoledì 13 gennaio 1999. Umberto espone al ristorante “Il Moletto” di via Tiberini, qui all’Ardenza, detto per brevità “il moletto d’Ardenza”. Come non sapete dov’è via Tiberini? Una delle strade che da via Pastrengo vanno in corso Italia attraversando la pinetina, quella che sta a fianco di villa Letizia, un po’ prima della baracchina rossa per chi viene da Livorno, come Leonardo, ma per chi viene da Antignano, come Umberto, un po’ dopo e per chi viene dall’Ardenza come me, sarebbe lì quasi di fronte al… ehm… posteriore della pregevole statua del pescatore, sì quella seminuda in mezzo alla pineta, che lì non si sa che pesci potrebbe pigliare; i livornesi poi, data la posizione, hanno sempre opinato che potesse essere un assistito dell’usl che ancora aspetta un clistere. La caratteristica di via Tiberini è quella di essere una strada a doppio senso che alla vista del deretano del pescatore diventa senso unico, chissà se tutto questo ha un senso? Boh, accontentiamoci di sapere che nella parte a due sensi vi si incontra un ristorante, ecco Il Moletto è quello lì. Ohhhhh, visto che adesso avete capito? Ora che questo è chiaro, per favore andatelo a spiegare a tutte le persone che hanno passato la sera all’addiaccio cercando la mostra di Umberto al moletto, quello vero, pieno di barche, di vento e di freddo e che dopo i primi sintomi di congelamento hanno creduto di capire il vero significato della statua del pescatore! Io mi sono incaricato di accompagnarci Rita, titubante e con-turbante, convalescente dall’influenza. |
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Ce la prendiamo con calma, se iniziano alle 18.00 arriveranno tutti
nella mezz’ora successiva, pensiamo. Sbrighiamo qualche commissione,
rassicuro Rita che non dobbiamo recarci al moletto tra i pinguini
e le foche, ma in un ristorante presumibilmente riscaldato e con
un’ampio buffet di stuzzichini e bevande, e andiamo.
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