L'occhio, la vita, la storia
Poche produzioni fotografiche come quella
di Franco Pinna percorrono la storia italiana del secondo Dopoguerra con
altrettanta ricchezza di aspetti e acume di senso critico. C'è la
storia dei protagonisti e degli eventi capitali (la liberazione di Roma,
i comizi di Togliatti, la morte di Giovanni XXIII), ma soprattutto quella
della gente più umile, coloro che sono soliti assistere passivamente
alle vicende "grandi".
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fotografie
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C'è l'intenso sforzo d'ammodernamento
di una nazione martoriata dalla guerra, ma in primo luogo l'agghiacciante
miseria di una parte fondamentale del Paese che la cieca fiducia nel progresso
vorrebbe far ignorare. C'è la rapida evoluzione del costume che
accompagna il "boom" economico, la cultura nelle sue vette elevate, lo
sfavillante mondo dello spettacolo, ma anche l'ostinato perdurare di gravi
arretratezze civili e sociali. Un'Italia, quella rappresentata da Pinna,
che sotto la superficie dell'improvviso benessere non nasconde i suoi profondi
contrasti, ancora oggi lontani da una completa soluzione.
Un'Italia raccontata attraverso immagini che non di rado
toccano i livelli più alti della nostra fotografia
neorealista, riuscendo peraltro ad evitare gli eccessi retorici
della corrispondente produzione cinematografica. |