Roma
La capitale, dove Pinna si trasferisce nel
1935 insieme alla famiglia, stabilisce la continuità nella carriera
del fotografo sardo. É a Roma che Pinna partecipa alla Resistenza,
realizzando una prima, amatoriale fotografia durante l'ingresso delle truppe
alleate in città. É a Roma che Pinna diventa attivista del
P.C.I., ideando, dopo aver curato la fotografia di un documentario cinematografico
(Canto d'estate, regia di S.Ubezio e P.L. Martinori), una
blitz-photographie rigorosamente politica che costituisce, per ammissione
di Tazio Secchiaroli, la più certa antesignana del "paparazzismo".
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É a Roma che Pinna crea,
con De Martiis, Garrubba, Sansone e Volta, la cooperativa Fotografi
Associati (1952). É a Roma che Pinna conosce Franco Cagnetta,
ideatore con Ernesto De Martino e Diego Carpitella del Centro Etnografico
Italiano, venendone introdotto alla fotografia d'argomento antropologico.
Dietro Cagnetta, nella primavera del 1956, Pinna partecipa all'inchiesta
sulle borgate romane, ricavando da essa straordinarie immagini come quelle
ambientate al Mandrione o a Gordiani. É ancora a Roma che Pinna
intrattiene i rapporti più importanti con la stampa italiana, dapprima
con quella comunista e con "Il Mondo", in seguito, a partire dai primissimi
anni Sessanta, con "L'Espresso" e "Panorama". É infine a Roma che
Pinna frequenta il mondo cinematografico, preferendo l'attività
di cronista di set ("Radiocorriere TV", "L'Espresso", "Sunday Times",
"Panorama") alla vera e propria fotografia di scena. |
La cultura, la moda, la politica,
i giovani, lo spettacolo, le abitudini popolari, il consumismo, il lavoro,
il giorno, la notte, i poveri, i ricchi: è una Roma a tutto tondo
quella di Pinna, l'emozionante diario trentennale di una città nella
quale bene e male, piacere e dolore, santità e dannazione non sembrano
conoscere precisi limiti di distinzione.
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fotografie
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