Sardegna
Sono quasi senza soluzioni di continuità le trasferte che Pinna sostiene tra il febbraio ed il giugno del 1961 nella sua terra natale per realizzare il fotolibro Sardegna. Una civiltà di pietra.
 
 
 
 
fotografie
Il viaggio assume presto i caratteri di un'esperienza esistenziale alla ricerca di una "madre" perduta troppo presto, dato che il distacco di Pinna dalla Sardegna risaliva alla sua primissima infanzia. Già in precedenza il fotografo aveva comunque frequentato la Barbagia sotto lo stimolo dell'antropologo Franco Cagnetta, autore di un importante saggio - Inchiesta su Orgosolo, poi ribattezzato Banditi ad Orgosolo in ossequio al film di De Seta da esso parzialmente ispirato - che tra il 1951 e il 1954 aveva consacrato gli esordi dell'antropologia culturale e della relativa fotografia in Italia (De Martiis, Volta, Machlin).  
É proprio da Cagnetta che Pinna estrae l'orgoglioso archetipo della "razza guerriera" attraverso il quale egli perviene ad una sorta di identificazione ideale con la gente sarda, del tutto rispondente al suo carattere e alle sue aspirazioni, rinnegando gli aspetti della modernità locale che potessero in qualche modo contrastare con un'immagine arcaica e rurale dell'isola. Diventa perciò Orgosolo, l'Orgosolo dei pastori, dei fuorilegge e delle donne velate, il capoluogo "morale" della Sardegna al quale Pinna dedica la parte più indicativa del suo fotolibro.
 
 
 
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