Sud
Pur coprendo soltanto una parte del suo
ampio repertorio fotogiornalistico, è senza dubbio l'argomento etnologico,
specie quello riferito al Sud Italia, a racchiudere la produzione più
rappresentativa e apprezzata di Franco Pinna.
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Già i suoi esordi professionali,
svolti nel campo della cinematografia documentaristica, erano stati contraddistinti
dal trattamento dello stesso soggetto. É però sulla scia
di Franco Cagnetta e di Ernesto De Martino che Pinna matura
una propria vocazione antropologica, mettendo a disposizione degli studiosi
formidabili documentazioni che si prefiggono di testimoniare nel tempo
la "visività" di realtà etniche, culturali e sociali destinate
a sicura sparizione. Parallelamente alla crescita di un preciso metodo
di lavoro, basato su capillari campagne di rilevamento e su un'organizzazione
dei materiali da esse ottenuti che supporta sempre l'immagine fotografica
di testi informativi, Pinna elabora i temi prediletti del "tipo" e della
"storia". Sono infatti l'aspetto fisionomico e la sostanza biografica che
esso dichiara gli elementi principali attorno ai quali ruota lo spiccato
interesse del sardo per l'uomo, trattato con particolare sensibilità,
ad esempio, nei servizi che realizza in Calabria nel 1953 e nel 1957 per
il settimanale "Noi Donne". |
Il Sud di Pinna,
in linea con l'insegnamento di De Martino, non è un mondo arretrato
che aspetta solo la redenzione dal progresso industriale, ma è una
civiltà "altra" che merita particolare rispetto per la purezza atavica
dei suoi valori e dei suoi costumi. Con tutto ciò, malgrado non
tralasci di curare formalmente le proprie immagini, le documentazioni fotografiche
di Pinna risultano caratterizzate da precisi scrupoli di oggettività
che riescono a soddisfare anche le esigenze degli studiosi. |
fotografie
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