LA MONTAGNA
 
La montagna non è solo quella dove si va a sciare. La montagna è un ambiente naturale meraviglioso, in cui l'uomo non può che sentirsi parte della natura che lo circonda. Questa pagina è dedicata alla Valle d'Ayas, dove sono solito trascorrere buona parte delle mie vacanze.
La Valle d'Ayas è la parte superiore della valle di Challant-Ayas, situata sulla sinistra orografica della Dora Baltea, tra la Valtournenche e la Valle di Gressoney. I suoi centri più conosciuti sono Brusson, Champoluc (m. 1568) e Antagnod (m. 1699), soprattutto per lo sci e lo sci di fondo. In estate la valle è l'ambiente ideale per escursioni di qualsiasi difficoltà e lunghezza, dalla semplice camminata tra Champoluc e Periasc, o lungo il Ru Cortot tra Barmasc e Mandriou, fino alle impegnative salite sulle cime del Monte Rosa, come il Castore (m. 4228), il Polluce (m. 4092), le tre cime del Breithorn (tra i 4100 e i 4200 m.), il Passo del Felik (m. 4061) verso la Svizzera e altre, passando per livelli intermedi come i vari laghi, la salita allo Zerbion e il rifugio Mezzalama. I parecchi rifugi, sparsi un po' per tutta la valle, offrono la possibilità di passare la notte in quota per proseguire il giorno successivo la salita; altri, come il rifugio Ferraro a Resy (m. 2066), il rifugio Arp in località Palasina (m. 2440) e il rifugio Grand Tournalin (m. 2600) sono veri e propri alberghi e sono raggiungibili con poche ore di cammino (il rifugio Ferraro in meno di un'ora da St. Jacques - 40 minuti o meno per chi è ben allenato). Se non c'è il problema di appesantirsi troppo, consiglio personalmente una buona porzione di polenta concia con lo spezzatino, che, sarà l'altezza, sarà la camminata, sarà l'ambiente, io trovo sempre squisita.

Una curiosità sulla Val d'Ayas: buona parte del film "Tutta colpa del Paradiso", con Francesco Nuti e Ornella Muti,  è stato girato proprio in valle, in particolare all'Alpe Taconet, a 2100 m, con alcune inquadrature anche a Champoluc (l'ingresso dell'albergo del film è quello dell'Hotel Breithorn, chiuso da anni ma ora in restauro). Il Paradiso del titolo è ovviamente riferito alla valle.

Tutti i sentieri sono chiaramente contrassegnati da un numero che li identifica, riportato anche sulle carte. Non è comunque il caso di avventurarsi da soli in quota senza essere sicuri della propria strada e senza avere un minimo di senso dell'orientamento; piuttosto consultate una guida o affidatevi alle semplici passeggiate guidate organizzate dall'Azienda di Soggiorno una volta alla settimana per buona parte dell'estate.
Sui sentieri di montagna è necessario rispettare alcune regole, dettate più che altro dal buon senso e dall'istinto (per alcuni) del vivere civile: non gettate rifiuti per terra, non abbandonate i resti del pic-nic dietro a un sasso (ricordo con orrore un'ammasso di bottiglie in una splendida grotta naturale nel bosco in zona Sash-Fendu e una vergognosa distesa di pattume lasciata dopo Ferragosto lungo la sterrata tra Champoluc e Frachey), non fate rumore inutile, non fate rotolare sassi sulla testa di chi sta salendo dopo di voi, non fate i tamarri con lo stereo in spalla (anzi, lasciatelo a casa), non disturbate gli animali ecc. ecc., questo per il rispetto di ciò che vi sta intorno. Per la vostra sicurezza, invece, tutti i consigli si possono riassumere in "siate prudenti". La montagna è un'amica finchè non viene sottovalutata.

Nessuno degli itinerari qui descritti richiede particolari attrezzature come corde, chiodi e ramponi, nè tantomeno di procedere su ghiacciaio in cordata. E' comunque richiesto un minimo di equipaggiamento, a partire da un buon paio di scarpe da trekking. Non pensate di non correre pericoli utilizzando normali scarpe da ginnastica, che sui sentieri proprio non vanno bene. Procuratevi invece delle scarpe comode, che non provochino dolori ai piedi nemmeno dopo ore di cammino, con una suola piuttosto rigida, che non si pieghi e non si torca, e abbastanza alte da impedire alla caviglia di piegarsi lateralmente, per poter camminare tranquillamente su ogni tipo di sentiero senza sentire i sassi che inevitabilmente vi troverete a calpestare e senza rischiare di prendervi una brutta storta, o scivolare. Le dita devono essere ben protette dalla punta rigida, la suola deve essere ben scolpita. Se dovete comprarle, provate a rimanere in equilibrio sul bordo di uno scalino appoggiando solo la punta o solo un lato del piede, verificate che tirare un calcio contro un muro non abbia nessun effetto sulle dita. La scarpa deve anche essere completamente impermeabile per tutta la sua altezza; trovatene una che offra tutto questo e andrete lontano. Inutile dire che gli anfibi pseudo-militari vanno bene solo per fare gli zarri sul viale. Non vi porteranno da nessuna parte. Mocassini, scarpe di vernice e calzature da sera fanno sbellicare le marmotte da ettometri di distanza, e dopo un chilometro sul più semplice dei sentieri sarete sull'orlo del suicidio.
Sono consigliate anche delle particolari calze rinforzate e molto morbide dove devono, seppur traspiranti; sono le ideali compagne delle buone scarpe da montagna, anche se purtroppo è difficile trovarle.
Nello zaino non devono mai mancare:
- una felpa, o una maglia;
- un pile;
- un K-way o una mantellina impermeabile;
- qualcosa da mangiare. Inutile dire che ci vuole qualcosa di nutriente; anche qui lasciate a casa pizza, patatine e focaccia unta, molto meglio il classicissimo pane e salame (o mortadella, o formaggio, quello che volete). Aggiungete una bella tavoletta di cioccolato. Se pensate che faccia male alla linea, valutate il fatto che bene o male state camminando in salita per parecchi chilometri. Il cioccolato ha la brutta abitudine a sciogliersi al sole; in questo caso il cioccolato fondente regge molto meglio.
- un coltellino, che generalmente si usa per tagliare il pane e il salame, ma non si può mai dire;
- una borraccia termica, da riempire sempre appena possibile. Controllate dove l'acqua è potabile e dove no (le fontane nei paesi generalmente non hanno problemi);
- un ricambio: calze asciutte, una canottiera, una maglietta. Sudare è inevitabile, rimanere fermi e bagnati esposti al vento freddo è garanzia di star male il giorno dopo.
- se possibile, un mezzo di comunicazione: cellulare, CB, VHF (per questi ultimi, ovviamente, dovete essere autorizzati o radioamatori). Difficilmente ne avrete bisogno per un'emergenza, ma è meglio essere prudenti. Se poi non c'è nessun problema e siete appassionati di radio, in alto avete senza dubbio pochi ostacoli per i vostri contatti. C'è chi dice di aver contattato San Remo senza usare ripetitori dalla cima dello Zerbion in VHF. Non pretendete di trovare il segnale dei ponti telefonici in ogni valle e ogni canalone che esplorate, non siete sulla spiaggia di Rimini nè in centro a Milano. Ad esempio il Pian di Verra è stranamente coperto da Omnitel nella sua parte terminale ma non in quella più verso la valle. Al Colle Superiore delle Cime Bianche, per contro, pur essendo praticamente a 3000 metri, il segnale è a fondo scala, merito forse dei ponti che credo siano ubicati sulla stazione della funivia del Plateau Rosa, 300 metri più in alto di voi. Evitate di rendervi ridicoli portandovi cose assurde tipo telefoni satellitari e GPS, non ne avete proprio bisogno!
- una carta dei sentieri, perchè se vi perdete vi può portare a casa, sempre che la si sappia usare. Sembra assurdo, ma c'è gente che si perde comunque.
- un sacchetto. I rifiuti vanno portati via, chiaro?
Se poi volete aggiungere una macchina fotografica o una piccola telecamera, nessuno ve lo vieta. Io ho portato una telecamera semiprofessionale in cima allo Zerbion, ma non tutti sono disposti a trascinarsi quattro chili in mano come me per chilometri; prima di partire dividete i pesi tra i componenti della spedizione.
Partite vestiti semplicemente: maglietta, pantaloni o pantaloncini e il vostro zaino. Quanto allo zaino, in teoria tutti vanno bene; in pratica, quelli tipo scuola, oltre a contenere ben poche cose, rimangono aderenti alla schiena impedendo al sudore di evaporare; meglio uno zaino che lasci passare l'aria.

Tra gli incontri che è possibile fare in valle, il primo posto spetta certo alle marmotte. Si passano il segnale di pericolo di tana in tana con forti fischi appena vi vedono, e certo prima che voi vediate loro. Con un po' di pazienza, e qualche volta con un piccolo appostamento, non è raro vederle su qualche roccia assolata, anche da pochi metri di distanza. Un buon posto è l'inizio della sterrata che da Resy porta al Colle Bettaforca.
Seguono molti altri animali, come falchi, aquile (rare), camosci, stambecchi, rane (alcuni laghetti ne sono veramente pieni). Non consiglio a nessuno l'incontro con la vipera: se proprio vi capitasse, non fate gesti improvvisi (ci vuole sangue freddo ma è possibile) e non fatela sentire in pericolo (la vipera morde per difesa, attacca solo per difendere i piccoli). Normalmente è difficile farsi mordere da una vipera; le probabilità aumentano nel caso vi addormentaste su un prato al sole, magari vicino a un ruscello (in questo caso, se non potete fare a meno di dormire proprio lì, può essere utile una radiolina lasciata accesa vicino a voi), non lasciate i vestiti sull'erba (la vipera è un animale a sangue freddo e potrebbe entrare in una tasca o in una manica attirata dal tepore) e soprattutto evitate di cogliere fiori (i fiori ringraziano), peggio ancora se con scarpe leggere tipo zoccoli da spiaggia. A titolo informativo, comunque, devo ammettere che in molti anni non ne ho mai vista una.

In questa pagina, che aggiornerò periodicamente, inserirò progressivamente informazioni su alcuni percorsi abbordabili, ma per non rischiare di diffondere informazioni sbagliate (tipo numeri dei sentieri cambiati, saltare rifugi appena costruiti ecc.) si tratterà di informazioni prese in cammino, e quindi per quanto possibile aggiornate.
L'escursionista si avventura sui sentieri a suo rischio e pericolo. Ho indicato per ogni sentiero la sua difficoltà, ma essendo questo un dato soggettivo io ho espresso il mio parere. Se trovate impossibile ciò che io ho indicato come facile non dipende da me.
I tempi di percorrenza indicati sono generalmente due, il primo relativo a un andamento non eccezionale ma rapido, il secondo è da considerarsi in caso di scarso allenamento.
 

 
ESCURSIONE N. 1
(Champoluc - Lago Blu - St.-Jacques)
ESCURSIONE N. 2
(St.-Jacques - Rifugio Grand Tournalin - Laghi Croce)
ESCURSIONE N. 3
(Champoluc / Ostafa - Laghi e Colle Pinter)
ESCURSIONE N. 4
(Barmasc - Col Portola - M. Zerbion)


 

Escursione n. 1 
 
Champoluc - Crest - Resy - Pian di Verra Inferiore - Lago Blu - St.-Jacques 

Tratto 1: Champoluc m. 1568 - Crest m. 2000. Sentiero 13. 

   E' possibile raggiungere il Crest da Champoluc con la comoda ovovia o 
   seguendo il sentiero che parte dalla piazza del paese, 

Il Lago Blu (7,86 Kb)
Il Lago Blu (m. 2185)
   tra la chiesa e il cinema. E' un tratto completamente in salita, che permette di raggiungere la quota di quasi tutto il resto del tragitto.

   Tempo di percorrenza: 30-60 minuti.
   Difficoltà: nessuna.

   Questo sentiero attraversa due frazioni caratterizzate dall'architettura Walser (rascard), Frantzè (1885) e Crest (subito prima
   dell'arrivo della funivia).

Tratto 2: Crest m. 2000 - Resy m. 2066

   Il dislivello tra le due località e minimo, ma va considerato che il sentiero tende a scendere leggermente per poi riprendere
   quota nell'ultima parte, già in vista della frazione Resy. Si tratta comunque di una piacevole camminata tra i boschi intorno ai
   2000 metri.

   Tempo di percorrenza: 75-110 minuti.
   Difficoltà: nessuna. Il tratto è quasi interamente su strada sterrata.

   Sia Resy che Soutsun (attraversato dal sentiero) presentano la consueta architettura Walser. A Resy il rifugio Ferraro offre
   servizio di ristoro. E' possibile, eventualmente, salire e scendere direttamente da Resy a St.-Jacques e vicevera, tramite il
   ripido ma piacevole sentiero tra i boschi (30-60 minuti) che parte dalla terrazza di fronte al Rifugio Ferraro; a St.-Jacques
   l'inizio di questo sentiero è chiaramente indicato da un cartello dopo la cappella, sulla destra.

Tratto 3: Resy m. 2066 - Pian di Verra Inferiore (Sentiero 8B) m. 2015 - 2065 e attraversamento dello stesso.

   Tratto in lieve discesa ma di splendida ambientazione, con l'ultimo tratto costituito dalla strada sterrata che giunge al Pian di
   Verra da St.-Jacques.

   Tempo di percorrenza: 30-50 minuti.
   Difficoltà: nessuna.

   Il Pian di Verra Inferiore è in realtà in salita. Tra l'estremità verso la valle e quella opposta il dislivello è di circa 50 metri.
   La strada che lo attraversa è la stessa che proviene da St.-Jacques, e che prosegue verso il Pian di Verra Superiore.
   In fondo i cartelli indicano le mete raggiungibili; per il Lago Blu è necessario seguire il sentiero di sinistra (indicato comunque
   dai cartelli, seppur, attualmente, con tempo di percorrenza riportato diversamente sui due lati (!), e quindi può lasciare in
   dubbio).
   E' eventualmente possibile scendere direttamente dal Pian di Verra a St.-Jacques, come spiegato per il tratto 5.

Tratto 4: Pian di Verra Inferiore m. 2065 - Lago Blu m. 2185. Sentiero 7A.

   Tratto in decisa salita, praticamente su morena glaciale.

   Tempo di percorrenza: 25-35 minuti.
   Difficoltà: a quanto ho potuto osservare (30/8/99) il sentiero quest'anno è stato migliorato, e questo tratto risulta quindi
   più semplice di quanto non fosse al momento della prima stesura di questa pagina. Comunque guardate ciò che vi passa
   sotto le suole.
   Nota: il Lago Blu era ancora raggiungibile l'8 novembre 1998, sebbene fosse completamente ghiacciato.

   E' l'ultimo tratto in salita dell'intero percorso, e raggiunge finalmente il Lago Blu, che deve il suo nome al colore della sua
   acqua, realmente di colore turchese a causa del solfato di rame che contiene.
   Sopra di voi, il ghiacciaio di Verra, coperto dalla sua morena. E' possibile salire per un lungo tratto su questa morena, ma
   dopo un certo punto non esiste più un vero sentiero; a sinistra, parecchie decine di metri più sotto, il Lago Blu, mentre a
   destra una parete praticamente verticale permette di vedere il rigagnolo di acqua di fusione proveniente direttamente dal
   ghiacciaio, visibile poco lontano (qualche centinaio di metri in linea d'aria, ma decisamente più in alto) da voi. Sconsigliato
   andare oltre; la morena è ovviamente formata da sabbia e sassi, e non è per niente stabile. I due precipizi ai lati non sono da
   sottovalutare. Sulla morena opposta, si vede a volte il rifugio Mezzalama (m. 3036), comunque non raggiungibile da lì.
   Estrema prudenza; se soffrite di vertigini lasciate perdere.

Tratto 5: Lago Blu m. 2185 - St.-Jacques.

   Per il tratto fino al limite inferiore del Pian di Verra, vale quanto detto per la salita, con tempo di percorrenza di circa 30-40
   minuti (di cui circa 10, o anche meno, per l'attraversamento del piano).
   Per il tratto finale, invece, le alternative sono due: la strada sterrata, più lunga ma anche più tranquilla, e il sentiero 7 (non
   sono sicuro che sia il suo numero, controllerò meglio), nei boschi, più veloce ma più ripido.
   All'altezza di Fiery il sentiero incontra la parte terminale della lunga discesa del tradizionale sentiero del Colle Superiore delle
   Cime Bianche, presentato presto su questa pagina insieme ad un percorso alternativo.

   Tempo di percorrenza: 30-60 minuti (sentiero).
   Difficoltà: nessuna per buona parte del sentiero; vagamente scomodo l'ultimissimo tratto essendo parecchio ripido e lastricato
                  con pietre piuttosto scivolose anche da asciutte.

   La strada sterrata è la stessa di cui è stata percorsa una piccola parte arrivando al Pian di Verra; rivolgendo lo sguardo
   verso valle è a sinistra. Il sentiero, invece, inizia a destra, dietro l'enorme masso erratico che non è proprio possibile non
   vedere.




 
Escursione n. 2 
 
St.-Jacques - Rifugio Grand Tournalin - Laghi Croce 

Tratto 1: St.-Jacques m. 1686 - Rifugio Grand Tournalin m. 2600. Strada sterrata/sentiero n.1. 

    Il tratto è assolutamente alla portata di tutti; essendo su strada sterrata (tutta in salita) l'unico rischio è di essere investiti da un fuoristrada :-) (è possibile anche farsi portare fino al rifugio, ma non sarete così poco sportivi, vero?).

Il rifugio Grand Tournalin, m. 2600 (4,57 Kb)
Ad un certo punto della salita, si incontra un bivio. La strada che state seguendo fa un tornante, ma anzichè svoltare a destra, seguite la diramazione sulla sinistra,
che in pratica prosegue dritta. Il tratto a destra porta invece verso la presa d'acqua del Ru Cortot, e verso il Colle Superiore delle Cime Bianche, attraverso un
interessante itinerario poco frequentato e mal segnalato, e forse per questo splendido. Ma proseguiamo verso la nostra meta.
Superato il primo tratto ci si addentra nel vallone di Nana, dove, se non si fa troppo fracasso, non è raro incontrare qualche marmotta. Poco dopo l'alpe Tournalin Superiore si giunge al rifugio Grand Tournalin, di recente costruzione. Sul registro del rifugio, in data 10/8/1998, troverete la mia firma, e un "link" a queste pagine. Il rifugio è dotato di alcune camere; se vi interessa è possibile dormirci e, in ogni caso, mangiarci la solita polenta.

    Tempo di percorrenza: 100 - 140 minuti.
    Difficoltà: nessuna, ma il dislivello è di oltre 900 metri.

Tratto 2: Rifugio Grand Tournalin m. 2600 - Laghi Croce m. 2635

    Anche questo tratto è molto semplice; non si tratta più di una strada sterrata ma finalmente di un sentiero vero (n. 4, se non erro), che inizia a sinistra del rifugio ed è comunque visibilissimo. I Laghi Croce si trovano in una piccola conca ai piedi del Petit Tournalin. Oltre i laghi il sentiero prosegue verso il Lago Tournalin e il monte Roisettaz, ma per ora mi sono fermato qui.

    Tempo di percorrenza: 15 - 20 minuti.
    Difficoltà: nessuna.

Tratti 3 e 4 (discesa):
    Laghi Croce - Rifugio Grand Tournalin: tempo di percorrenza: 15 - 20 minuti;
    Rifugio Grand Tournalin - St.-Jacques: tempo di percorrenza: 90 - 120 minuti.

    Il tragitto è esattamente quello seguito durante la salita.




 
Escursione n. 3 
 
Champoluc - Ostafa - Laghi Pinter - Colle Pinter 

Il tragitto inizia in realtà a Ostafa, raggiungibile comodamente con la telecabina da Champoluc al Crest e in seggiovia dal Crest a Ostafa; queste funivie sono generalmente funzionanti anche per tutto il periodo estivo. Se preferite potete anche farvela a piedi (sentiero 13 fino al Crest e poi sentiero 1); dopo tutto sono solo 842 metri di dislivello in più. 
  

La Valle di Gressoney vista dal Colle Pinter (6,8 Kb)I Laghi Pinter visti dal Colle Pinter (8,37 Kb)
Le due foto sopra sono state scattate pressochè dallo stesso punto (anche se ad un anno di distanza), sullo spartiacque tra la Val d'Ayas e la Valle di Gressoney.
Tratto 1: Ostafa m. 2410 - Laghi Pinter m. 2689. Sentiero 12.

    Il tragitto presenta un dislivello poco marcato, ma in compenso in alcuni punti passa poco lontano dal precipizio; non fatevi comunque impressionare perchè non è il caso.Un punto è attrezzato con una catena; tenetevi bene. Il resto è pura camminata.

    Tempo di percorrenza: 60 - 90 minuti.
    Difficoltà: nessuna vera difficoltà; guardate dove mettete i piedi e munitevi di scarpe con buona tenuta di strada.

Tratto 2: Laghi Pinter m. 1689 - Colle Pinter m. 2777. Sentiero 12.

    Questo tratto è segnato anche come 1, 11a e 13c (la carta dei sentieri che regala l'APT dice così, io sinceramente trovato il segnale 12 non ho fatto caso agli altri). E' un breve percorso su pietraia; il sentiero è comunque segnato bene quasi sempre, e soprattutto è abbastanza frequentato. Dalla sommità del Colle Pinter, se siete meteorologicamente fortunati è possibile vedere Gressoney La Trinitè, e volendo è possibile proseguire verso il bivacco Lateltin (m. 3137), il Testa Grigia (m. 3313, e con attrezzatura ed esperienza adeguati) e naturalmente Gressoney (segnalata a 3h30' dal passo, sentiero 1).

    Tempo di percorrenza: 15 - 20 minuti.
    Difficoltà: nessuna, ma su tutte le pietraie guardate sempre dove mettete i piedi.

Discesa: stessi sentieri al contrario; 10 - 15 minuti fino ai laghi, 50 - 70 minuti dai laghi a Ostafa.




Escursione n. 4
 
Barmasc - Col Portola - M. Zerbion 

    Lo Zerbion è senza ombra di dubbio una delle mete più frequentate della Valle d'Ayas, e per giunta è raggiungibile anche dalla Valtournenche, quindi se amate le camminate in solitaria lasciate perdere. Il perchè della quantità di persone che si cimentano nell'ascesa allo Zerbion va ovviamente cercata nel favoloso panorama di cui si può godere dalla cima, oltre che nella semplicità di questa camminata. Ovviamente io mi sono trovato in mezzo alle nuvole, ma in teoria sarebbe possibile vedere gran parte delle cime della Valle d'Aosta, oltre ovviamente alla Val d'Ayas, alla Valtournenche e alla

La prima neve sullo Zerbion (3,87 Kb)
La prima neve (11/10/98) sullo Zerbion
valle centrale, praticamente fino ad Aosta. La camminata ha inizio a Barmasc, comodamente raggiungibile in auto da Antagnod, svoltando all'inizio del paese dove indicato dai cartelli, a destra provenendo da Champoluc.

Tratto 1: Parcheggio di Barmasc m. 1828 - Col Portola m. 2410.

    Il tratto andrebbe ulteriormente diviso in tre sottotratti:
- fino al Pian delle Signore (Cianciavellà), su strada sterrata, frequentatissima, nel bosco. Salita costante ma assolutamente elementare. Il Pian delle Signore è attraversato dal Ru Cortot, antico canale di irrigazione in parte ancora in funzione, e nelle giornate di sole brulica di gente come una spiaggia adriatica. La notte di S. Lorenzo invece brulica di gente a caccia di stelle cadenti (di solito ci sono anch'io).
- dal Pian delle Signore al Pian Portola (m. 2145), sentiero n. 2 (o 105), nel bosco. Occhio ad alcune radici in cui è facile inciampare (ma è sufficiente non guardare per aria). Al Pian Portola per gli archeologi e gli studiosi di viabilità antica è possibile ammirare un masso coppellato di un paio di metri, con superficie orizzontale, risalente ad un periodo ancora imprecisato (dal 3000 a.C. al secolo scorso) e probabilmente utilizzato come mappa terrestre o celeste, o luogo di offerte. Personalmente propenderei per la prima ipotesi, visto che tre coppelle sono perfettamente allineate col Col Portola, ma non sono uno studioso.
- dal Pian Portola al Col Portola, stesso sentiero. E' l'unico tratto che può presentare qualche difficoltà, soprattutto nell'ultima parte, piuttosto mal segnata (seguite i segni di vernice sulle rocce, e non le tante diramazioni che il sentiero sembra prendere) e in alcuni tratti piuttosto scivolosa, soprattutto se ha piovuto da poche ore.
Al Col Portola si trova l'ultima stazione della Via Crucis; a parte eventuali polemiche (giustificatissime) sull'opportunità di seminare lapidi e Madonne su una montagna, evitate di seguire ciecamente queste stazioni; in particolare tenetevi sulla destra rispetto alla stazione VIII, che vi porterebbe un po' fuori strada, costringendovi ad arrampicarvi per benino o quantomeno a tornare un po' indietro. Il colle è sullo spartiacque tra la Val d'Ayas e la Valtournenche; è possibile scendere verso Chamois e La Magdeleine.

    Tempo di percorrenza: 80 - 110 minuti.
     Difficoltà: nessuna vera difficoltà, sempre a patto che prestiate un minimo di attenzione a ciò che si trova sotto i vostri piedi. Evitate di affrontare la salita al Col Portola con sandali da passeggiata a mare (c'è chi lo fa ma non so come ne scende, credo in elicottero o in barella). L'unico rifornimento d'acqua è al parcheggio di Barmasc, quindi tenetene conto. Dal Col Portola è comunissimo trovare parecchio vento; la mammina direbbe "mettiti la maglia".

Tratto 2: Col Portola m. 2410 - M. Zerbion m. 2722. Stesso sentiero (2 - 105).

    Per questo tratto il sentiero si sposta dall'altro lato dello spartiacque, verso la Valtournenche. Non presenta punti critici; avrete modo di osservare, quasi in cima, come una piccola grotta naturale, caratterizzata da curiose formazioni date dall'erosione del vento, simile a un canyon in miniatura, sia addobbata con alcune Madonne ivi cementate da qualcuno che evidentemente non ha trovato un posto migliore, e come lo stesso sentiero sia disseminato di lapidi rappresentanti altre scene di carattere religioso. Valgono le stesse polemiche della Via Crucis del Col Portola.
In cima allo Zerbion sarete accolti da una grande statua di una Madonna (tanto per cambiare), visibile d'altronde da mezza Valle d'Ayas, il cui piedistallo quantomeno è un valido riparo contro il vento. Ai vostri piedi l'intera Valle d'Aosta. Non siete poi così in alto, ma la vista certo ripaga della fatica (poca).

    Tempo di percorrenza: 40 - 60 minuti.
    Difficoltà: nessuna.

Discesa: stessi sentieri.
Tempi di percorrenza: M. Zerbion - Col Portola 40 - 50 minuti; Col Portola - Barmasc 50 - 60 minuti.


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