MUSICA

Che dire del mio rapporto con la musica... intenso. Penso che la musica possa aiutare una persona a migliorare la propria vita (non che la mia sia un gran chè...). Non può risolvere dei problemi, ma la mia modesta opinione è che più essere quel qualcosa che dà la forza di non lasciarsi andare. Ognuno poi sceglie la musica che preferisce.

Suono il pianoforte da parecchi anni (prossimamente aggiungerò qualche immagine in questa pagina, ritornateci), con risultati non ottimi ma abbastanza soddisfacenti. Le mie preferenze vanno principalmente a Chopin (in particolari i Notturni e gli Studi, che però non sono molto semplici da suonare, anzi) e a Beethoven (grande e dopo tutto neanche difficilissima la Patetica), ovviamente mi riferisco alla produzione per pianoforte. Non disprezzo assolutamente Scriabin (sto tentando di non soccombere alla sua Sonata no. 3 in Fa# Minore, Op. 23) e Debussy (non tutto. Ci sono alcuni pezzi molto belli ed espressivi, per esempio alcune parti dei libri di Images, che apprezzo ma non suonerei mai perchè mi farebbero addormentare sulla tastiera). Ammetto di non amare nè conoscere generi come la lirica. Ammetto anche che Bach non mi dice niente (esclusi alcuni pezzi eccezionali come l'impareggiabile Toccata e Fuga in re minore).

Ma non si vive di sola classica.

Leggera: mi sono avvicinato alla musica leggera abbastanza tardi, diciamo nei primi anni di liceo. La mia opinione è che come genere è troppo influenzato dalle mode: quanti cantautori o gruppi sono arrivati in testa alle hit-parade di tutto il mondo e sono scomparsi nel nulla nel giro di un anno scarso? Evitiamo poi il discorso sul fatto che ogni anno un nuovo gruppo manda in delirio torme di ragazzine, viene decretato "erede dei Beatles", per poi disfarsi poco dopo... non facciamo citazioni. E pensare che una delle mie canzoni preferite - forse proprio quella che preferisco nell'universo della discografia mondiale - è Let It Be...
Beatles, dunque, cronologicamente prima di tutto il resto, forse grazie a molti dischi originali religiosamente conservati sin dalla loro prima uscita sul mercato.
A conti fatti, però, è più che altro alla musica italiana che presto attenzione, anche se non disprezzo alcuni musicisti stranieri, Elton John, per citarne uno.
Se siete già passati dalla pagina dedicata al mio gruppo, o almeno a quello che era il mio gruppo (eventualmente potete andarci adesso), capirete che non si può nascondere che mi piacciano i Nomadi (e perchè nasconderlo, poi?), conosciuti grazie a Luca

 
Trino, 31/5/96: le prove prima del concerto. Da sinistra: Elisa (quasi fuori campo) al basso, Francesco alla chitarra e voce (ora separati dal gruppo), Beppe alle tastiere (uno dei fondatori), Daniele alla batteria, Danilo, chitarra e voce, e Cico, chitarra elettrica.
di Trino, co-fondatore del gruppo, nonchè vicino di casa in montagna, compagno di mille avventure ecc. ecc. Perchè mi piacciono? Beh, è difficile dirlo così, su due piedi (anche se sono seduto). Credo che in troppi conoscano solo "Io Vagabondo". Sì, è una bella canzone, però se uno ti dice "Di bella c'è solo Io Vagabondo" e gli chiedi "Ma ne conosci altre?" il 98% delle volte ti dice di no. Quindi diciamo che è la più conosciuta. Diciamo anche che i Nomadi sono un gruppo che va ascoltato e capito, e solo dopo si può decidere se piace o no. Non si può giudicare una loro canzone dopo averla sentita una o due volte. 
Ricordo la sera in cui ero intervistato a Radio Comunità Trinese con gli altri Aironi Neri. Il conduttore mi aveva chiesto qualcosa del tipo "cos'hanno di speciale le canzoni 
dei Nomadi", e io avevo risposto con una frase che il resto del gruppo (che contava allora anche su un batterista come il grande
 
Un ritratto di Augusto fatto da Luca sul mio diario di IV liceo.
Giorgio, mi dispiace che non ci sia nelle foto della pagina...) aveva giudicato sicuramente la migliore (nonchè una delle poche sensate dette in una sera in cui l'emozione della diretta aveva il sopravvento): "Non hanno tempo, sono eterne. Alcune sono state scritte trent'anni fa, ma sono ancora valide e lo saranno sempre, a differenza di molte canzoni e gruppi che escono dal nulla e spariscono poco dopo senza lasciare traccia". E' vero, sembra impossibile che un gruppo del 1963 possa, ancora oggi, avere tanto successo con le stesse canzoni. 
Indescrivibile anche il rapporto col pubblico: andate a un loro concerto se volete saperne di più. L'indimenticato Augusto è stata una grave perdita, ma non può essere cancellato dal cuore di migliaia (milioni? Forse) di fan. Non so quale sia la canzone che preferisco. Tra le favorite, "Crescerai", "C'è un re", "Il paese" (scritta da Cortesi su Trino), "A est, a est", "Babilonia", un po' vecchie e un po' recenti. Un nuovo album non fa dimenticare i precedenti: è solo un passo in più in un lungo viaggio. Sempre Nomadi.
 
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Per Francesco Guccini, cantautore modenese, dotato di una sconfinata cultura, discorso simile. A parte il contenuto politico di alcune canzoni (che, per quanto mi riguarda, lascia il tempo che trova), devo dire che definire solo "testi" le parole delle sue canzoni è un errore. Studiare le sue canzoni - separando il testo dalla musica - significa trovare nelle parole un contenuto estremamente poetico, raffinato (anche se dare della "raffinata" a qualcosa come L'Avvelenata" può sembrare un po' forzato) e profondo. Nelle sue canzoni non passa in secondo piano una precisa ricerca delle sonorità migliori per accompagnare il testo, come in "Canzone dei 12 mesi" (tra l'altro, una delle poche con un ritornello), in cui il tema viene ripetuto 12 volte con 12 strumenti diversi.
I temi trattati nelle canzoni di Guccini sono moltissimi: la libertà, la vita, l'amore (volutamente pochissimo), la sincerità, l'amicizia, la politica, la notte, la guerra (e la sua assurdità, come in "Il caduto"), molti luoghi ("Venezia", "Bologna", "Aemilia"...), e innumerevoli altri, tra cui la morte - tema mai molto allegro ma certo molto profondo.
Le canzoni più famose, certamente "Dio è morto", "Per fare un uomo", "Canzone per un'amica", "Canzone del bambino nel vento" (più conosciuta come "Auschwitz"), "Il vecchio e il bambino", "La locomotiva". Bellissime molte altre, "Venezia", "Primavera di Praga", "Statale 17". Triste ma di una delicatezza impressionante "L'albero ed io".
La mia canzone preferita? Difficile da definire. Per molti motivi direi "Ti ricordi quei giorni" (quando sono depresso), altrimenti... un po' tutte, "Scirocco" in testa. Album preferito, di certo "Quasi come Dumas" (raccolta di live).
Di livello eccezionale i musicisti, tra i quali Vince Tempera e il chitarrista Juan Carlos "Flaco" Biondini.
Mi sento un criminale a riassumere Guccini in poche righe ma la mia opinione è che se non lo si conosce non lo si capisce.

Da non tralasciare anche Lucio Dalla, De Andrè, Zucchero e altri, ma come dimenticare Lui, il Mito, colui che non può stare indifferente: o piace o fa schifo, il re del suo genere in Italia... Elio! Elio e le Storie Tese, EelST per gli amici.

Non mi chiedete perchè dopo robe tipo Chopin, Beethoven, i Nomadi e Guccini vado a tirare fuori Elio... beh, non potevo non citare colui che mi ha fatto fare quattro sane risate (chiedete a Luca e capirete) tirando fuori delle assurdità pazzesche... non posso descriverlo in modo preciso: se vi piace vi piace, se non vi piace non vi piacerà mai. Se non lo conoscete (ma chi non lo conosce? Almeno "La terra dei cachi" l'avrete sentita per sbaglio, no?), provatelo. Imperdibili chicche come "Risvolti psicologici nel rapporto tra giovani uomini e giovani donne" (per gli amici "Cara ti amo"), "Mio cuggino", "El Pube", "Giovani con i blue jeans", "Il vitello dai piedi di balsa", "Supergiovane", "Servi della gleba" (un capolavoro) e mille altre. Se vi piace, provate a spremere le sue canzoni, esaminate attentamente ogni frase e cercate di capire a cosa si riferisce (all'interno della stessa canzone o di un'altra dello stesso album o di album usciti anni prima; tante volte si parla di personaggi reali che non vengono nemmeno citati e quindi bisogna entrare nella sua ottica per arrivarci).
Come gli possano venire in mente argomenti come quelli di "El Pube", che è un piazzista volante (in aliante), che vende... beh, a voi la scoperta, o trovate originali come mille altre, inclusa l'intera "Cara ti amo", non è ancora ben chiaro. Eccezionali i componenti del gruppo.
Non si può definire del tutto raffinato Elio, ma sulle copertine è scritto chiaramente "Avvisto ai parenti - Testi spinti", quindi chi si avventura nell'ascolto della mitica band milanese è avvertito. Nella musica demenziale, è molto sottile il confine tra una canzone piena di boiate di cattivo gusto e un pezzo di classe: per quanto riguarda Elio, io "propenderei per la seconda ipotesi". Chi sa perchè l'ho messo tra virgolette è bravo.
 
LINK UTILI (O INUTILI?) SU ELIO E LE STORIE TESE
La pagina dei cachi - Il culto del Monociglione  Novità, interviste, foto, file mp3 (occhio, il server non supporta il resuming), testi, accordi, date dei concerti, EelST Webring e miliardi di altre informazioni utili e link.
VirgElio Pagine a cura del complessino... lascio immaginare
 
Cosa non mi piace, infine? Alcuni generi che vanno per la maggiore, soprattutto fra i giovani: la musica da discoteca, il rap e derivati, l'heavy-metal e simili. Mi scusino gli estimatori di questi generi, ma proprio non riesco a farmeli andare giù.
 

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