Al Ministro delle comunicazioni. Per sapere, premesso che:
il 27 giugno scorso il server Internet di un'associazione no-profit,
"Isole nella Rete", che fornisce spazio e comunicazione a centri sociali,
organizzazioni e radio di movimento, associazioni di base e di volontariato
sociale, e' stato posto sotto sequestro in base ad un decreto della Procura
di Vicenza eseguito dalla polizia postale del Compartimento di Bologna;
il provvedimento di sequestro preventivo per un presunto reato di
diffamazione e' avvenuto nei locali del provider che ospitava il server ed e'
stato adottato in seguito alla denuncia di un'agenzia di viaggi, la Turban
Italia s.r.l., con sede a Milano; questa si e' ritenuta vilipesa da un
messaggio inviato da un utente che, riprendendo i contenuti di alcuni
volantini distribuiti da un collettivo di Vicenza, denunciava il
coinvolgimento dell'agenzia di viaggi negli interessi economici dell'ex
premier turco Tansu Ciller e invitava i lettori a non servirsi di essa per
solidarieta' col popolo kurdo;
il messaggio era stato prima inviato ad una lista di discussione
(cslist) e poi pubblicato automaticamente sul web;
il provvedimento di sequestro non si e' limitato alla semplice rimozione
del messaggio incriminato, ma ha chiuso l'intero servizio offerto da Isole
nella Rete, interrompendo quindi anche lo scambio di posta di numerose
mailing list, e disattivando le caselle postali di centinaia di utenti;
il decreto non cita alcuna persona formalmente indagata, ma il
magistrato ha ritenuto di individuare Isole nella Rete responsabile per il
contenuto di quanto ospitato sul proprio server Internet;
il sequestro ha penalizzato un servizio utilizzato da migliaia di
utenti italiani di ogni parte del mondo, del tutto estranei alla vicenda
che ha portato ad ipotizzare il reato in oggetto;
la Costituzione, all'articolo 15, sanziona come principio supremo
dell'ordinamento la liberta' della corrispondenza e di ogni altra forma di
comunicazione quale integrazione dell'inviolabilita' della persona umana, e
garantisce a tutti, all'articolo 21, il diritto di manifestare liberamente
il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di
diffusione del pensiero;
l'articolo 27 della Carta fondamentale sancisce che la responsabilita'
penale e' personale;
se non ritenga illegittimo il provvedimento di sequestro eseguito su mandato
della Procura di Vicenza;
quali iniziative intenda adottare al fine di garantire il rispetto dei
diritti fondamentali violati che riguardano l'esercizio di liberta'
inviolabili dell'individuo;
se non ritenga opportuno chiarire definitivamente i limiti della
responsabilita' dei provider per i contenuti di cio' che essi ospitano sul
proprio server Internet, considerando che essi non hanno tecnicamente la
possibilita' di vagliarne gli elementi eventualmente riconducibili a
fattispecie penalmente rilevanti;
se non ritenga opportuno intervenire al fine di evitare che, in futuro, gli
utenti di un sito Internet possano essere penalizzati da provvedimenti come
quello adottato dal magistrato di Vicenza che, non potendo ricostruire il
nesso causale e psicologico sotteso al delitto, ha oggettivato a tal punto
la responsabilita' da estenderne le conseguenze penali a tutti gli utenti
della rete.
Roma, 1° luglio 1998
Interrogazione A Risposta Orale
di Ramon Mantovani e Maria Celeste Nardini
Interrogazione a risposta scritta al Ministro delle Poste ed al Ministro di
Grazia e Giustizia
Sabato 27 giugno 1998 la Polizia Postale di Bologna, su ordine della
Procura di Vicenza, ha posto sotto sequestro il server Internet di "Isole
Nella Rete", associazione no-profit che fornisce spazio di comunicazione a
centri sociali, organizzazioni e radio di movimento, associazioni di base e
di volontariato sociale;
in sostanza, a causa di questo provvedimento senza precedenti- sono
stati chiusi gli spazi Web di oltre un centinaio di associazioni, centri
sociali, radio autogestite tra le quali la Lila (Lega italiana per la lotta
all'AIDS), il Telefono Viola (sostegno alle malattie mentali), ADL
(associazione di difesa dei lavoratori), Ya Basta, USI (unione sindacale
italiana), CNT spagnola, il Coordinamento nazione delle RSU; centri sociali
(circa 40 centri sociali in tutta Italia), emittenti radiofoniche (Radio
Onda d'Urto di Brescia e Milano, Radio Black Out di Torino, Radio Sherwood
di Padova); riviste-on-line (.Zip e Necron di Torino, BandieraRossa di
Milano, Freedom Press di Londra), gruppi musicali (99 posse, Sunscape,
Electra, Petra Mescal) e molti altri;
sono state anche interrotte numerose mailing list, tra le quali la
lista in solidarieta' con il Chiapas, la lista di discussione sui nuovi
diritti legati all'era digitale, la lista delle comunita' gay italiane
(l'unica di questo genere nel nostro paese);
sono stati privati inoltre del loro indirizzo e-mail centinaia di utenti
e soci dell'associazione, la cui corrispondenza (posta personale, progetti
collettivi, contatti avviati, ecc.) e' ora totalmente bloccata e nelle mani
della magistratura;
il sequestro e' avvenuto nei locali del provider che ospitava il server,
su ordine del Pubblico Ministero della Procura di Vicenza Paolo Pecori ed
e' stato eseguito dagli ufficiali di Polizia Postale del Compartimento di
Bologna;
questo provvedimento, il primo del genere in Italia, e' avvenuto in
seguito alla denuncia dell'agenzia di viaggi Turban Italia Srl di Milano
che, ritenutasi diffamata da un messaggio apparso in rete, ha chiesto al
magistrato di intervenire;
motivo del sequestro sarebbe la pubblicazione web di un messaggio
inserito da un collettivo di Vicenza (fedele trascrizione di un volantino
stampato su carta e normalmente distribuito in pubblico). Questo messaggio
e' stato originariamente inviato a una lista di discussione ospitata dal
server di Isole Nella Rete e successivamente - in modo automatico come
normalmente avviene - pubblicato sul web;
sebbene il decreto di sequestro non citi espressamente ancora nessuna
persona formalmente indagata, il magistrato ha evidentemente ritenuto
l'associazione "Isole Nella Rete" responsabile per il contenuto di quanto
ospitato sul proprio server Internet;
la questione della responsabilita' dei provider e' in realta' materia
di discussione accesissima in tutto il mondo e ben lontana dall'essere
risolta. L'orientamento prevalente sembra tuttavia essere quello di non
considerare i provider responsabili dei contenuti che veicolano, se non
altro per ragioni di possibilita' tecniche e di convenienza commerciale;
l'ordine di sequestro dell'intero server, inoltre, appare assolutamente
spropositato poiche'' riguarda un servizio utilizzato da migliaia di utenti
italiani e di ogni parte del mondo, del tutto estranei alla vicenda motivo
del sequestro, e che si vedono improvvisamente privati di un mezzo di
comunicazione indispensabile;
l'incongruenza della legislazione vigente con nuovi strumenti della
comunicazione telematica, l'incompetenza degli organi giudiziari e la
sostanziale arretratezza nella comprensione di cosa siano il fenomeno
Internet, la comunicazione orizzontale e i nuovi diritti dell'era digitale.
Cio' che e' avvenuto equivale a far chiudere la RAI o la Fininvest a causa
di una telefonata di uno spettatore trasmessa in diretta durante una
qualsiasi trasmissione televisiva;
Per sapere:
se non ritenga il Governo di dover disciplinare in una precisa casistica
casi come quello in questione al fine di evitare il ripetersi di episodi
analoghi che finiscono per rappresentare una violazione della liberta' di
stampa e del diritto alla comunicazione sancito dalla nostra Costituzione;
se il Ministro di grazia e Giustizia non ritenga- al fine di tutelare
la liberta' di espressione e di pensiero- dover escludere in casi analoghi
il ricorso al sequestro del provider impartendo le istruzioni necessarie
ad i magistrati sull'informazione digitale, ed estendendo a questa
dimensione le consuetudini proprie della carta stampa e della informazione
radiotelevisiva.
Roma 1 Luglio 1998 on.Ramon Mantovani on. Maria Celeste Nardini
Interrogazione di Giovanna Melandri
Al Ministro degli Interni e al Ministro di Grazia e Giustizia.
Per sapere
Premesso che:
Sabato 27 Giugno 1998 la Polizia Postale del compartimento di Bologna
su ordine della Procura di Vicenza ha sottoposto a sequestro preventivo il
computer dell'Associazione "Isole nella Rete";
tale provvedimento e' stato assunto in seguito alla denuncia per
diffamazione continuata sporta dall'agenzia di viaggi "Turban Italia Srl"
che si e' ritenuta vilipesa da un messaggio inviato da un utente di "Isole
nella Rete" in cui la suddetta agenzia veniva additata come coinvolta negli
interessi economici dell'ex-premier turco Tansu Ciller e in cui si invitava
a non servirsi di quest'agenzia in segno di solidarieta' con il popolo curdo;
a seguito di tale sequestro e' stato interrotto il servizio Internet
svolto dall'Associazione, visitato ogni giorno da migliaia di persone e che
raccoglieva lo spazio Web di oltre un centinaio di associazioni e centri
sociali;
oltre alla chiusura del sito Web, e' stato interrotta l'attivita' di
scambio di posta elettronica di numerose mailing-list gestito dalla stessa
associazione e sono state disattivate le caselle postali di centinaia di
utenti estranei in ogni modo alla vicenda sottoposta all'esame della
magistratura;
l'avvenuto dissequestro dopo qualche giorno non fa venir meno gli
elementi di perplessita' riguardo all'operato delle forze di polizia e della
magistratura;
la questione della responsabilita' penale dei provider per quanto
pubblicato nei siti Web e non riportabile direttamente ad essi e' materia di
discussione accesissima in tutto il mondo ed e' ben lontana dall'essere
risolta;
su tale questione l'orientamento prevalente sembra essere tuttavia quello
di non considerare i provider responsabili dei contenuti che veicolano;
e' oggetto di discussione la stessa possibilita' che all'interno della
Rete Internet, i cui confini virtuali valicano ampiamente quelli fisici
degli stati, delle loro leggi e delle loro giurisdizioni possano esser
fatti funzionare dei filtri in grado controllare il contenuto dei materiali
diffusi tramite essa;
qualsiasi forma di regola o norma che dovesse disciplinare il transito
di contenuti su Internet dovrebbe essere comunque impostata sulla base del
rispetto e della tutela della liberta' di espressione;
i provvedimenti assunti appaiono, in assenza di una disciplina giuridica
della Rete, palesemente sproporzionati con il reato che si intende prevenire
e restrittivi della liberta' d'opinione ed espressione;
quali indicazioni intendono dare, nel pieno rispetto dell'autonomia
dell'operato delle forze di polizia e della magistratura, per evitare che,
in casi analoghi, si ripeta l'adozione di provvedimenti palesemente ingiusti
e sproporzionati alla repressione del reato per il quale vengono ordinati e
restrittivi della liberta' d'espressione;
cosa intendono fare per garantire che, in assenza di regole giuridiche e
salvo il rispetto delle norme penali, al transito e alla veicolazione di
contenuti nella Rete sia garantito il massimo rispetto sotto il profilo
della liberta' di espressione.
on Giovanna Melandri
Roma 3 luglio 1998
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