«Vada a pagina trentaquattro del libro.»
«...Chapter III; "The city of my Fathers"... "la città dei miei padri"... capisco... quella malinconia era nostalgia di casa...»
«Guardi sul risvolto di copertina.»
«È il facsimile di una pagina del manoscritto di Anna Magdalena Bach: la Giga della terza Suite in Do maggiore per violoncello solo, del marito Johann Sebastian...»
«E quale Studio di Popper rimanda a quella Giga?»
«Certo, lo ricordo: è il trentasei, in Do maggiore; è una Giga brillante, piena di spiritosa vitalità: è un gioioso omaggio a Bach...»
«Guardi a pagina trentasei.»
«...È un ritratto di gruppo, lo conosco bene. Si tratta di una litografia molto popolare, della prima metà dell'Ottocento: sono i più celebri concertisti presenti a Londra in quegli anni, tutti intorno a... Joseph Menter? Ma qui nella didascalia c'è un errore: al pianoforte non c'è il violoncellista Menter, ma il pianista Sterndale Bennet, che era pure direttore d'orchestra e compositore famoso in quegli anni a Londra!»
«Bravo, interessante. D'altronde il suo nome è scritto a chiare lettere: proprio lì, sullo spartito messo sul leggio di quel pianoforte. Un magnifico pianoforte Broadwood, come può leggere sull'interno del coperchio della tastiera...»

 

 


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