Contrappunti
del Silenzio
...Essendo
i quattro Elementi
le quattro corde del Canto Fermo,
sopra le quali stanno appoggiate
le note della vita humana.
(Angelo
Berardi, "Ragionamenti musicali", Bologna 1681, pag. 123)
Sed
cum legebat,
oculi ducebantur per paginas
et cor intellectum rimabatur,
vox autem et lingua quiescebant.
(Agostino,
Confessiones, VI,
3,3)
«Il lettore antico [...] si trovava davanti agli occhi una compatta schiera di lettere, quasi mai interrotta né da spazi bianchi, né da segni di punteggiatura, né tanto meno differenziata da accenti (o spiriti). Leggere, in simili condizioni, diveniva qualcosa di molto più impegnativo di quanto s'è soliti concepire: era cominciare subito ad interpretare; leggere era già in-formare: dar forma (typoo) a dei segni grafici (typoi). Non era permessa al lettore antico la distrazione: la comprensione parziale, concessa al lettore moderno, si traduceva sin dall'inizio in un'incomprensione assoluta.»
(Maria Tasinato, L'occhio del silenzio.
ed. Esedra, Padova 1997, pag.14) |
Contrappunti
del Silenzio
una meditazione nelle stanze del musicista
Claudio Ronco
—Prologo, in modo d’un epilogo—
Trovati
un posto isolato, illuminato dalle stelle, e componi qualcosa di armonico
e semplice, legato al mistero della Creazione, del ritrovarsi. Componi
un'armonia che possano i bambini del futuro ascoltare... perché
non partano svantaggiati dalla sordità dei genitori, perché
la scissione dell'ascolto armonico non divenga una scissione col Trascendente.
Buona giornata. Antonella
(E-mail
di Antonella Fatelli a Claudio Ronco, 12 luglio 2002)
Comporre qualcosa di armonico e semplice? E' davvero ancora possibile, nel mondo di oggi? O almeno: è possibile, dopo aver composto qualcosa di simile, far sì che da opera confinata in uno spazio separato, quasi astratto, qual è quello che la società predispone per l'arte, divenga oggetto che possa esser fruito nella vita reale, quotidiana, e non solo dai saggi o dai sapienti, ma anche dal bambino, dal semplice, dal disabile, dal diverso?
Qualcosa, dunque, che sia anche concreta, visibile e tangibile, in una parola: tridimensionale, affinché possa portare bellezza nel mondo in cui viviamo, e attraverso la "finestra" di una tale opera sia possibile guardare a un futuro positivizzato?
Può un simile edificio dell'Arte, oggi, essere immaginato, costruito, dato, senza violentare nulla dell'ambiente naturale e culturale in cui abita la moderna comunità degli uomini?
E se scopriamo di non essere in condizioni di rispondere con piena consapevolezza e onestà intellettuale a simili domande, ci è concesso rispondere con un silenzio?
Di fronte al foglio vuoto e silenzioso sul quale vorrei scrivere la mia opera musicale intrecciando sequenze orizzontali e verticali di note, e segni e suoni da offrire a una ben ordinata comunità di voci armoniche, non vedo altro che un'assenza, un timore velato, dietro al quale si nascondono i vortici di quelle domande.
Ciò che segue è la mia meditazione su quell'assenza, su questo silenzio del Creatore.
C. R.
Continua
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