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Le ali dell'angelo

Sì, figlio: Abramo era cosciente! Non rispose a quell’ordine terribile con una fede cieca, ottusa, stupida! L’angelo si espresse con “ridondanza” di parole; così l’angelo gli diede tempo, e lui se lo prese: lo dilatò, vi penetrò con coraggio, lo attraversò nelle sue profondità, nei suoi abissi, ne riemerse e s’incamminò al monte!

Credi forse che ascoltasse solo le parole di quel messaggero?
Oh, no, tutt’altro! Le sue orecchie si tendevano a quell’altro suono, dietro la voce dell’angelo, quel retro-suono che si ascolta rintracciando l’aura delle vibrazioni sonore, esattamente come fa l’accordatore di pianoforti, quando accorda le quinte “a orecchio”, ascoltandone i battimenti armonici: Do- Sol, Sol-Re, Re-La... egli smette del tutto di ascoltare la corda che vibra, il martelletto che percuote, la forza o il gesto del dito che sfiora o batte il tasto, già pronto a raccontarci qualche storia in musica...

Noi, ignari osservatori del suo misterioso agire, seguiamo con l’orecchio il trasformarsi dei suoni, man mano che lui tende o rilascia la corda con la chiave, e quasi godiamo di quella musica minimalista, essenziale, dei due suoni che si incontrano e fondono in infinite sfumature del bello, fra confini quasi indistinguibili, eppure matematicamente, geometricamente esatti...

A un tratto ci verrebbe da dire: fermati! Ecco il punto preciso del miracolo acustico!
Non muoverti oltre, non cambiar posizione! non azzardarti neppure a respirare o tremare proprio adesso!
E’ un attimo perderla nell’infinito delle altre possibilità!
Potrebbe non riuscir più a ritrovarla nessuno!
Potrebbe spostarsi qualcosa per effetto del tuo respiro, dell’accelerare del tuo cuore, dell’eccitarsi di uno qualsiasi dei tuoi nervi...
Non so spiegarmi il perché, ma sono certo, assolutamente certo che questa è l’unica, assoluta, immutabile posizione in cui tutto è perfetto, e se solo il mondo potesse ascoltare e accordarsi a questo suono, allora tutto salirebbe in spirali armoniche verso il cielo, tutto svanirebbe per riapparire in una nuova realtà dove ogni errore dell’uomo e di Dio sarebbe corretto, e ogni inferno spento e convertito in paradiso...

Ma lui, l’accordatore, non ci sta ascoltando, e muove appena un poco il polso e la chiave. Nella nostra meraviglia nulla viene distrutto, ma tutto si sposta a un’altra perfezione, un’altra bellezza cui vorremmo attribuire le stesse qualità della prima...

Allora l’accordatore ti dice:
«No, non devi ascoltare le note! Non devi ascoltare come fai d’abitudine quando vai a un concerto, quando il tuo orecchio fa attenzione a carpire dal suono il gesto della mano, del corpo, dell’idea musicale.
Non devi concentrarti su cosa ti sta suonando il pianista, sul peso o sulla leggerezza del suo tocco, sulle sfumature di significato che ti suggerisce. Non devi più sentire nulla di tutto ciò, ma solo quel che resta del suono, “oltre” il suono.
Solo a quel punto sentirai i “battimenti armonici”, quel lieve pulsare, come un cuore lontano, invisibile: il cuore degli angeli... A quel punto tu ne ascolterai il ritmo, lo misurerai nel tempo, ne conterai il numero nello spazio diviso del tempo, e ti fermerai quando il numero dei battimenti sarà quello giusto.
Solo così potranno affiancarsi le une alle altre tutte le dodici quinte giuste, tutte di eguale forza e chiarezza, come dodici perfette costellazioni, nell’infinito dei cieli visibili agli occhi dell’uomo...»

E tu finalmente li vedi: 12 suoni come 12 sfumature dei colori dell’arcobaleno, 12 costellazioni nel firmamento infinito, 12 mesi dell’anno, 12 ore dal buio alla luce e 12 ore dalla luce al buio, 12 figli di Giacobbe e 12 tribù d’Israele, 12 apostoli per un Messia e 12 colonne tutte perfettamente uguali nel suo tempio rotondo, a sorreggerne il tetto di tegole d’oro...

 

C.R.

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©claudioronco2006