Scriveva l'imperatore Adriano, all'incirca fra il 1924 e il 1973 d.C. –accanto agli sconvolgimenti di un'umanità ancora incosciente del suo tremendo potere distruttivo, ancora inebriata dalle tecnologie nuove e rivoluzionarie, mentre la radio e poi la televisione rapidamente conquistavano il mondo e lo mutavano irreversibilmente–, nel celebre ritratto che di lui, della sua "voce", seppe fare Marguerite Yourcenair:
« In un mondo dove tutto non è che un turbine di forze, danza di atomi, dove tutto si trova contemporaneamente in alto e in basso, al centro e alla periferia, non riuscivo a farmi convinto dell'esistenza d'un globo immobile, d'un punto fisso che non fosse al tempo stesso in moto .»
C.R.