« ...Peggy ci portava in barca in mezzo alla laguna; era una donna francese dall’età indefinibile: sguardo di ragazzina e corpo flessibile e robustissimo di abile gondoliere. Viveva a Venezia da vent’anni.
Un solo remo affonda nell’acqua: spinge e poi si ritira piegandosi d’un lato, lasciando che la corrente gli scorra intorno; non si oppone mai alla forza dell’acqua, ma la dirige e la guida con dolcezza e determinazione insieme…
Vicino a lei, io suono Bach: l’archetto del violoncello come il remo, la massa della barca in movimento come la cassa armonica spinta dal vibrare delle corde, l’acqua come il mistero della mente di colui che ascolta…
Peggy, vogando, ci raccontava della sua vita e delle terapie con massaggi drenanti, della perfetta comprensione dei flussi e deflussi sanguigni, come dirigerli, equilibrarli, correggerli. Nei canali di Venezia, come vene e arterie, io suonavo Bach.
E “Bach”, in tedesco, significa “ruscello”: fluido scorrere d’acqua e di pensieri... »
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