UNA BREVE STORIA DELLA VITA SULLA TERRA
"Non bisogna lasciarsi fuorviare dal pensiero della brevità della vita umana. Ognuno di noi è vecchio quanto l'intero regno animale, e le nostre correnti sanguigne sfociano nel grande mare della sua memoria."
James Graham Ballard
La comprensione di spazi o tempi molti grandi è per noi molto problematica: in questi casi, benché possa apparire banale, è conveniente rifarsi a modelli in scala, che risultano assai intuitivi. Se ci riferiamo per esempio alla lunghissima storia del nostro pianeta, iniziatasi poco più di quattro miliardi e mezzo di anni fa, possiamo paragonarla ad una lunghezza per esempio di un chilometro: una passeggiata di un chilometro non è troppo lunga, siamo in grado di ripeterla molte volte, fino a ricordarci bene ogni singolo metro del percorso, ogni sua particolarità.
Iniziamo allora la passeggiata, proprio mentre la Terra si è appena formata: eccola lì, è una sfera calda e viscosa, squassata da terribili eruzioni vulcaniche e da catastrofiche cadute di grosse meteoriti. La superficie si assesta e raffredda tuttavia in maniera relativamente rapida, e dopo soli duecento metri della nostra passeggiata troviamo le più antiche rocce che possiamo studiare ancora oggi. Dopo altri 50 metri, ecco già incredibilmente le prime forme viventi: oggi le ritroviamo come cellule fossili, vecchie di tre miliardi e mezzo di anni, chiamate procariòti.
Circa due miliardi di anni fa troviamo nei mari le prime vere alghe unicellulari. Però abbiamo camminato molto, ed abbiamo addirittura oltrepassato la metà del nostro percorso: bisogna ancora camminare parecchio, perché l'evoluzione della vita è estremamente lenta.
Camminiamo ancora, dunque.
La nostra passeggiata sembra ormai inspiegabilmente volgere al termine, perché abbiamo solo più da percorrere gli ultimi 130 metri del nostro percorso di un chilometro: la vita è ormai apparsa da quasi tre miliardi di anni, eppure… le uniche forme di vita esistenti sono esclusivamente marine, e di piccole dimensioni!
Circa 580 milioni di anni fa incominciamo a trovare i trilobìti, organismi invertebrati con il caratteristico corpo tripartito: si tratta di piccoli animali, vagamente paragonabili (anche se non imparentati) alle attuali aragoste, e chissà se erano buoni da mangiare (probabilmente sì); ecco anche comparire le conchiglie (ammonìti) e i coralli. Abbiamo perciò fatto un importante passo, giungendo finalmente ad organismi evoluti e di una certa dimensione: in un paio di centinaia di milioni di anni - circa 50 metri nel nostro percorso - ecco apparire all'improvviso una quantità enorme e stupefacente di tipi diversi di invertebrati, a cui seguono ben presto i vertebrati e le piante vegetali complesse. L'uomo ed i suoi problemi, però, sono ancora molto lontani.
Ad 85 metri dalla fine della nostra passeggiata (circa 400 milioni di anni fa), scopriamo che sulla terraferma sono presenti alcune specie vegetali (felci). Adesso mancano solo più 70 metri, ed ecco - ed era ora! - che finalmente la vita animale va all'attacco della terraferma: i primi ad occuparla sono gli anfibi. Del nostro chilometro iniziale, ci sono solo più 55 metri da percorrere (corrispondenti a 250 milioni di anni), ed ora vediamo comparire i rettili: avranno uno sviluppo prodigioso, ed andranno letteralmente a conquistare le terre emerse, evolvendosi e diventando dinosauri. Intanto, sulla terraferma vi sono già alberi di alto fusto, cioè vere e proprie foreste di conifere, antenate dei nostri pini, abeti e larici. Ecco che l'antico e grande continente Pangea sta cominciando a fratturarsi proprio adesso.
Non dobbiamo pensare ai dinosauri soltanto come a quei grossi colossali scheletri che stanno lì a prendere polvere in certi musei: essi erano estremamente differenziati. Ce n'erano di carnivori e di erbivori; alcuni erano acquatici, mentre altri volavano grazie ad una membrana un po' come gli odierni pipistrelli: certo, spesso si trattava di animali di grandi dimensioni (lunghi anche più di venti metri), ma ve n'erano pure di piccoli, che superavano di poco il metro. Cento milioni di anni fa si affermano gli alberi con foglie caduche, ed ecco gli antenati delle magnolie e dei platani: in questo periodo possiamo anche ammirare il volo dei primi uccelli, e il colore dei primi fiori.
Ma dov'è l'uomo? Ancora un po' di pazienza, prego, perché cento milioni di anni fa c'erano appena dei lontani piccoli progenitori di noi mammiferi. 65 milioni di anni fa (siamo ormai a 14 metri dal termine della nostra passeggiata) avviene una catastrofe immane: a causa della caduta di un grosso asteroide, la vita sul nostro pianeta viene messa a durissima prova, e si salvano soltanto gli animali di piccola taglia, perché più adattabili. Questo fatto, d'altra parte, si era già verificato molte volte nel passato. In particolare, adesso si estinguono completamente i dinosauri, che avevano dominato il nostro pianeta per quasi 150 milioni di anni, e così, all'improvviso, la vita sulla Terra si viene a trovare con molte nicchie ecologiche libere, là dove prima vi erano le varie specie di rettili: dopo la catastrofe ne approfittano immediatamente gli animali sopravvissuti tra cui, in modo particolare, i mammiferi.
Una quindicina di milioni di anni fa possiamo osservare le prime scimmie passare veloci e sicure da un ramo all'altro, nella foresta, cogliendo i frutti con le mani. E' un'affermazione eccessivamente affrettata e semplicistica dire che gli uomini discendono dalle scimmie tout court, perché in realtà gli uomini e le scimmie odierni derivano entrambi da lontani comuni progenitori: c'è chi è andato avanti (gli uomini) e chi invece è rimasto praticamente fermo o addirittura in qualche caso è ritornato indietro (le scimmie). Quattro milioni di anni fa, ecco che alcune scimmie, curiosamente, non camminano più a quattro zampe, ma si reggono bene soltanto su quelle posteriori. Ecco persino gli antenati del cavallo pascolare nelle praterie e, più a nord, i mammut: siamo a un milione e mezzo di anni fa, e alcune scimmie sono diventate quasi uomini.
La nostra passeggiata però si è di fatto conclusa: abbiamo percorso lentamente un chilometro insieme, e la storia dell'uomo sta appena incominciando adesso, incredibilmente negli ultimi trenta centimetri del nostro percorso: ci converrà addirittura chinarci a terra, per osservare meglio i particolari. Mezzo milione di anni fa troviamo parecchi tipi di uomini primitivi, che vivono principalmente come cacciatori: sono già abbastanza simili a noi, tranne nella fronte marcatamente sfuggente e nella capacità cranica che è meno della metà della nostra: si tratta di esseri alti circa 1,5 metri, che pesano una cinquantina di chili.
Arriviamo agli ultimi cinque millimetri (!) del nostro chilometro, e qui cominciamo veramente a preoccuparci. Siamo a circa ventimila anni fa, nel bel mezzo dell'ultima terribile glaciazione che ha ricoperto l'Europa di uno spesso strato di ghiaccio, mentre i deserti africani erano foreste: l'unico tipo di uomo rimasto è proprio Homo Sapiens. E' praticamente identico a noi, con la fronte alta e liscia: esisteva già da molto tempo, insieme ad altre specie di primati con caratteri somatici più scimmieschi, ma ha finito per prevalere sui suoi rivali - o, più semplicemente, è riuscito a sopravvivere alle ripetute glaciazioni - grazie alla sua superiore intelligenza: egli è infatti già capace a cucire i propri vestiti (con ago e filo rudimentali, eppure efficaci), ed a cuocere i cibi con il fuoco.
Possiamo ancora dare un'occhiata affettuosa a quel nostro lontano progenitore circa 15 mila anni fa quando, approfittando del basso livello del mare, sta attraversando lo Stretto di Bering per andare a popolare anche le due Americhe: ormai è veramente un uomo moderno, perché porta con sé l'arco, le frecce nonché un fedelissimo amico e compagno di caccia: il cane. Sta per iniziare a sviluppare l'agricoltura, allevare il bestiame, lavorare l'argilla, scoprire la ruota, costruire i carri, fondere il bronzo, inventare la scrittura: però non riusciamo più a distinguere nulla perché del nostro originale percorso di un chilometro ci sono solo più rimasti tre millimetri. Ma possiamo agevolmente andare a leggerci la continuazione in un libro di storia: avete presente i Sumeri e gli Egizi? Ecco, prego: siamo quasi arrivati a questo punto.
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