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Monografia completa: Keith Jarrett
Prima parte
Nel panorama jazzistico mondiale, Jarrett occupa un posto di assoluto rilievo, egli infatti oggi è considerato uno degli ultimi jazzman "puri", se non per lo stile sicuramente per le precedenti esperienze fatte con dei mostri sacri del jazz tra cui spiccano M. Davis e A. Bacley. Le sue prime apparizioni discografiche risalgono al 1966 proprio in un disco di Bacley dal titolo Buttercorn Lady registrato dal vivo al Lighthose di Hermosa Beach. Purtroppo come accadde anche successivamente Jarret era solo un' esordiente in un gruppo già famoso e non fu notato. Successivamente incise per l' Atlantic più precisamente tra il 1966 e il 1967, in questi dischi figurava come il pianista del Charles Lloyd Quartet purtroppo anche in questo caso però passò inosservato. Keith Jarrett nasce ad Abbletown in Pennsylvanya l'8 maggio 1945, come accade spesso in questi casi, la predisposizione del piccolo Jarrett viene scoperta e alimentata dai genitori che gli fecero prendere lezioni di piano, la leggenda vuole che il piccolino a 7 anni già improvvisava su semplici melodie di sua composizione, in questo caso converrete con me che il proverbio il buongiorno si vede dal mattino è quantomai azzeccato. Fondamentale per la formazione musicale di Jarret fu la sua collaborazione con Miles Davis e la sua band. Questa collaborazione avvenne nel periodo 1970/72 quando Davis era preso dagli strumenti elettrici e li impose a tutti i musicisti della sua formazione, Jarrett incluso, questa imposizione rese la convivenza tra i due un pò difficile, Jarrett non si ribellò mai, però decise di rimanere finchè non si fosse fatto conoscere abbastanza per poi proseguire da solo. Così fu, una volta liberatosi del vincolo elettrico che gli inponeva Davis tornò al piano tradizionale, ad ogni modo la sua permanenza con Davis fu per sua stessa ammissione fondamentale per esperienza musicale, e per notorietà acquisita. La vera fama, comunque Jarrett la raggiunge con i primi concerti e dischi per pianoforte solo, il primo disco di Jarrett è Facing You uscito nel 1973, che tra l'altro segna il suo ingresso nell'etichetta ECM.
Il successo commerciale però gli arrivò qualche tempo dopo con la pubblicazione di The Koln Concert.
Il cerchio delle prime opoere di Jarrett, si chiude con la pubblicazione dei Sun Bear Concert avvenuta nel 1976 che non fecero altro che confermarne se ancora ce ne fosse stato bisogno, la raggiunta popolarità.
I lavori di Jarrett oggi sono a tutto campo, egli infatti si cimenta in concerti per piano solo, concerti e dischi con il suo trio fondato nel 1983 (G.Peacock e De Jeonette), e nell'ambito della classica dove si cimenta con vari autori.
Seconda parte
Gli aspetti fondamentali di Jarrett musicista, sono fondamentalmente tre, il primo se così si può definre è quello che lo vede come musicista Jazz assieme al suo trio, con il quale egli di volta in volta si cimenta nell'interpretazione di brani più o meno famosi, i cosiddetti standards. Per stessa ammissione di Jarrett, gli standards sono visti come un riappropriarsi dei fondamenti stessi della musica Jazz, sia come trasmissione di questa cultura, che come mezzo attraverso il quale, Jarrett limita la presentazione dei suoi lavori, sembra quasi voler dimostrare di poter suonare tutto, ma mettendoci sempre qualcosa di nuovo.
Il secondo aspetto della musica di J. è quello legato ai suoi lavori come pianista classico, questa sua sfida, lo ha portato a interpretare molti compositori classici, tra cui spiccano Bach il Clavicembalo ben temperato I° (al piano) e II° (al clavicembalo) libro, le variazioni Goldberg (al clavicembalo), le Suites francesi (cl.), le Sonate per piano e flauto; di Handel le Sonate e alcune Suites, i 24 Preludi per pianoforte di Shostakovic, più alcuni concerti per pianoforte e orchestra di Mozart.
Se Jarrett si può permettere questa varietà nel suo repertorio, è perchè a differenza del pianista Jazz classico, ha sviluppato la mobilità di entrambe le mani sulla tastiera del piano, non assuefacendosi al supporto del basso, questa oltre che di Jarrett era la stessa caratteristica di pianisti come A. Tatum, o. Peterson e qualche altro.
Il terzo e ultimo aspetto di Jarrett da analizzare, riguarda la composizione, egli infatti sin dalla metà degli anni sessanta si era dedicato alla composizione, con In the light egli presenta ufficialmente delle sue composizioni per flauto e archi, un quintetto per ottoni, un quartetto d'archi, un pezzo per chitarra e archi, e infine un pezzo per due pianoforti.
Al di là di ogni considerazione sulla qualità di queste composizioni, rimane il fatto che il musicista Jarrett non si fa imprigionare in nessuno stereotipo, egli spazia con la dovuta competenza e bravura in ogni campo, a mio avviso lo sento più a suo agio nella musica Jazz, ma non gli mancano i mezzi tecnici e il talento per sfondare anche in campo classico.
In definitiva è un'esempio per tutti coloro che non si mettono mai in discussione, che vivono anzi galleggiano nel mare dello show businness come cariatidi incapaci di dimostrare a sè stessi più che al pubblico, di saper accettare una sfida di rimettersi in discussione, sempre, questo è quello che Jarrett fa da sempre,
e per questo gli saremo sempre debitori.