Per questo album il batterista Terry Chambers abbandona il gruppo e si trasferisce in Australia: il suo ruolo viene coperto da Peter Phipps. Il titolo originale dell'album doveva essere Fallen from the Garden (Caduti dal giardino) e, a mio parere, avrebbe descritto molto meglio il contenuto dell'album, come spiegherò in dettaglio in seguito.
La produzione è una cooperazione di Steve Nye e XTC, tranne che per il pezzo Great Fire di Bob Seargent/XTC.
Le canzoni presenti su Mummer sono:
Mummer è un disco dove le tastiere e gli arrangiamenti raffinati riemergono con prepotenza, insieme alla chitarra acustica di Partridge. Fallen from the Garden, dicevo, avrebbe ben rappresentato il contenuto di questo lavoro.
Ascoltando le composizioni si ha la strana sensazione che siano state create in campagna o comunque in un ambiente ricco di piante e fiori. Andando a spulciare nella bibliografia ho poi scoperto che in quell'anno Partdrige aveva appena cambiato casa, trasferendosi da un appartamento in ciità ad una villetta con giardino in campagna dove ha infatti composto la maggior parte delle canzoni per questo Mummer.
Cominciano così a sentirsi canti di grilli e uccellini (Wonderland, nonostante sia di Moulding) che riappariranno anche negli album futuri degli XTC.
E' l'album dove la vocazione beatlesiana del duo di Swindon si fa sentire , per la prima volta, in modo inequivocabile. Basta ascoltare il ritornello di Great Fire per non avere alcun dubbio. Ecco, proprio Wonderland e Great Fire, messe quasi in apertura di album, dopo una ipnotica Beating of hearts, raccontano perfettamente quali siano le intezioni degli XTC per questo nuovo lavoro. Un album dolce, prezioso, da riscoprire e riascoltare almeno un paio di volte all'anno per immergersi in un mondo fatto di melodie che conquistano il cuore e la testa, pronte a lasciare un segno indelebile, emozionanti fino alla commozione, intelligenti e raffinate quel tanto che basta per non risultare stucchevoli o stancanti.
Avrete notato che spesso le melodie più toccanti sono anche quelle che stancano presto. Non è il caso di Mummer, dolce pop malinconico che non stanca neanche dopo centinaia e centinaia di ascolti.
Non mancano gli episodi in tipica tradizione XTC, quelli più difficili e ritmicamente intricati (Beating of hearts e Human Alchemy) ma comunque prodighi di lucenti perle melodiche incastonate abilmente dal maestro gioielliere Partridge: ascoltate quella sorta di ritornello di Human alchemy per capire cosa intendo.
Dopo l'apparente acidità di Human Alchemy, che comunque merita di essere ascoltata diverse volte prima di poterla apprezzare fino in fondo, ecco che Partridge regala uno dei diamanti più preziosi della sua collezione: Ladybird, destinato a restare, a mio parere, tra i capolavori assoluti di tutta la produzione XTC.
E' il brano che mi sentirei di consigliare ad occhi chiusi a chiunque, soprattutto a chi non ha mai ascoltato gli XTC.
Ladybird è una dolcissima ballata con geniali cambi di ritmo, illuminata ogni tanto da qualche strana dissonanza che ci ricorda che il pop degli XTC non è la solita miscela zuccherina di note che si è abituati a sentire ma piuttosto un mix di genio, melodia e sregolatezza che trova subito conferma nell'attacco d'organo della seguente In loving memory of a name, a firma Moulding che si riscatta così dalla prestazione mediocre del precedente English Settlement componendo tre pezzi, uno più affascinante dell'altro (Wonderland, In loving memory of a name e Deliver us from the elements), subendo per i primi due brani l'influenza bucolica di Partridge.
Quest'ultimo chiude l'album con Me and the wind e Funk Pop a Roll, la prima costruita sulla falsariga di Human Alchemy cioè ritmi sincopati e minimalisti farciti da un ritornello zuccherino e degno dei migliori Beatles e la seconda che sembra lasciar presagire un cambiamento di rotta per l'album successivo.
Gli stessi XTC ebbero a dichiarare che Mummer rappresentava il loro album più raffinato dal punto di vista degli arrangiamenti e degli abbellimenti e che presumibilmente per il futuro si sarebbero orientati su qualcosa di stampo più rock che pop, promessa puntualmente mantenuta l'anno successivo con The Big Express.
Ciò risulata evidente anche dalla produzione e dalle sonorità di Mummer: un'ottima registrazione ed incisione, segno evidente che Steve Nye è intervenuto pesantemente sui suoni spesso troppo freddi degli XTC che si sarebbero rivelati inadatti per un un disco come questo.
La copertina è semplicissima, con la scritta Mummer su un ritaglio di giornale che riporta annunci di spettacoli di Swindon, la città natale degli XTC. In ombra sullo sfondo stropicciato appaiono le sagome dei tre del gruppo.
Che altro dire? Consigliatissimo per una pioggia di emozioni!
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