GIOCATTOLI

I GIOCATTOLI DI LATTA

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Sono duri al tatto, ma anche delicati e fragili, con vivaci colori. Il termine "giocattoli di latta" copre una grande varietà di oggetti dagli straordinari giocattoli tedeschi, ai robot fabbricati in Giappone negli anni Cinquanta e Sessanta. Spesso avevano anche parti in altri materiali (stoffa, legno, leghe pressofuse, vetro e poi tutti i tipi di plastica dalla celluloide al vinile). Fino all’inizio del XIX° secolo la maggior parte dei giocattoli era in legno e di fabbricazione artigianale. La produzione in serie delle fabbriche rese possibile la costruzione di giocattoli complessi poco costosi che la classe media, allora in espansione, poteva acquistare. Nel 1830 nacquero in America le prime fabbriche di giocattoli di latta, ma la produzione su larga scala fu raggiunta solo alla fine del XIX° secolo in Germania e, tranne qualche eccezione, non sopravvisse alla seconda guerra mondiale. Nel 1913 la Germania era una delle maggiori esportatrici di giocattoli. Si riproducevano, come le altre aziende, con la latta tutte le cose possibili e immaginabili: animali, oggetti di uso quotidiano (ferri da stiro, culle, seggioloni, innaffiatoi, cestini, gabbiette per uccelli…), fischietti, sonagli, carrozze, imbarcazioni, macchinari da combattimento (pistole, cannoni, carro armati), automobili, camion, treni, stazioni, tram, gallerie, giostre, aeroplani, elicotteri, moto e sidecar, yo-yo, strumenti musicali, personaggi di storie e fumetti, trottole, cucine e bilance.

 

GLI SCACCHI

Il gioco degli scacchi è molto antico, probabilmente era già conosciuto dai Cinesi nel I secolo a.C.; anche la scacchiera ha origini orientali, è formata da un tavoliere quadrato suddiviso in 64 caselle tra cui 32 bianche e 32 nere alternate. Iniziò a diffondersi in India come dimostra l’antica terminologia del gioco. Si narra che un sapiente, inventore degli scacchi, chiese come ricompensa un chicco di grano per la prima casella, per la seconda due, quattro per la terza e cosi via fino alla 64°casella. In un primo momento il principe ritenne la richiesta modesta, ma poi facendo i calcoli, capì che per soddisfare la sua richiesta, serviva il prodotto di tutto il mondo per anni e anni. Lo scopo degli scacchi è una battaglia campale fra due avversari ognuno con 16 pezzi corrispondenti (bianchi per uno, neri per l'altro) disposti in due parti della scacchiera. L’intento è di catturare il re avversario, vincendo in questo modo la partita. I nomi dei pezzi sono: re, dama, torre, alfiere, cavallo e infine pedone. Nel Medioevo questo occupava le serate dei nobili nei principeschi palazzi del Rinascimento italiano e francese. I pezzi sono generalmente in legno pregiato, in avorio o in qualunque altro tipo di materiale prezioso.

 

LA DAMA

Il gioco ha riunito le pedine del Backgammon medievale, il piano degli Scacchi, la quantità e la strategia del gioco del Mulino. I pezzi hanno preso il nome "Fieges" (dame) dalla regina degli scacchi, "Fers" . Si dispongono su una scacchiera (di cento caselle) quaranta pedine, venti bianche per un giocatore e venti nere per l’altro. Vince colui il quale "mangia", cioè scavalca tutte le pedine dell’avversario, o le blocca in posizioni dalle quali non possono essere mosse. Le regole cambiano a seconda dei paesi; esiste ad esempio la dama inglese, spagnola, tedesca, francese ed italiana: cambiano il tipo di scacchiera ed il numero di pedine per ognuno dei due giocatori.

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Figura 1Achille e Aiace che giocano a dama durante una pausa di una battaglia

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