Pubblicato integralmente su EX LIBRIS, n. 17-18, Luglio-Novembre
1991, pag 281-283
Autore dei testi: Rodolfo Pardi
Autore delle immagini: Evelyne Nicod
Tutti i diritti riservati
Lo sguardo del pittore sulla realta' e' la sorgente elementare della sua emozione e della sua inspirazione. Da cio' nascono tutte le strade della pittura. Dalla fedelta' scrupolosa all'apparenza delle cose fino all'astrazione totale, tutto e' possibile, tutto e' permesso, e se, nel mondo delle forme, tutte queste vie sono ugualmente affascinanti, il pittore sa che e' vano disperdersi e che puo' seguire un solo solco. Chi potrebbe dire le ragioni profonde che conducono a una via piuttosto che a un'altra?
Come complemento di quanto sopra c'e' il fatto che nell'evoluzione di una vita, gli interessi e gli stimoli cambiano, con un andamento mai scontato, ed una progressione che tiene conto di cio' che comunemente ricade nel concetto di esperienza.E ben possono essere considerati una vita i quasi 50 anni di Evelyne Nicod, vita dedicata all'arte nelle sue diverse espressioni. E, sia detto onestamente, c'e' sempre una sorta di casualita', legata a un momento particolare, nel fatto che in un determinato momento, ci si spinga con determinazione in una attivita' fino a quel momento solo sfiorata o vagamente immaginata.
E con una sequenza tipica dell'introduzione alla faticosa arte dell'incisione anche nel caso di Evelyne Nicod, questa passione per una tecnica che data da almeno 5000 anni, e' cominciata quando un incisore ancora attivo nell'acquaforte, Guido De Rossi, le ha consegnato una lastra di rame protetta da vernice e una punta ammanicata, dicendo: prova.
Mentre molti dopo un primo tentativo, cedono le armi e buttano la punta, Evelyne Nicod si e' appasionata, ed in questo momento, dopo 12 anni di lavoro e piu' di 200 lastre incise, acidate e stampate personalmente, si puo' considerare situata tra i pochi seri professionisti e protagonisti di questa specializzazione.
Professionalmente per il mestiere acquisito nella tecnica, e artista per la creativita', in questo momento umoristica, della sua produzione.
L'incisione diretta sulla lastra, partendo al massimo da uno schizzo grossolano, risulta in una freschezza eccezionale non smorzata dall'avere in precedenza sviluppato a fondo una scena, e cio' e' possibile grazie alla fermezza di mano ed alla fantasia, che evitano tediose correzioni sovente di risultato mediocre.
Perche' solo gatti? La risposta piu' vera e', perche' non creano angoscia.
Nei vari tipi di approccio di un artista al problema economico, quello scelto da Evelyne Nicod e' stato quello principalmente del contatto diretto con il fruitore dell'opera, nel caso di mostre o della vendita nel suo studio "gatteria".
Il contatto con il visitatore, con un discorso che ruota intorno al significato dell'immagine, puo' essere deviato nella direzione preferita nel caso in cui l'immagine abbia contorni relativi a soggetti reali, e il tipico visitatore vede solo un gatto ed ha quindi un approccio senza aggressivita' o angosce.
In realta' il gatto e' contornato da un mondo di ambienti e di oggetti che fanno apparentemente da contorno, ma si integrano in realta' in una scena globale.
I significati, gli agganci alla vita erano molto piu' evidenti nel precedente periodo di dipinti a china colorata, nei quali chi faceva da protagonista erano alberi, solitamente spogli, con un mondo sotterraneo di radici, abitato da topolini e insetti, mentre la superfice era il regno del gufo.
Anche questa tecnica, sviluppata quasi fino all'ossesssione, dava la predominanza al segno, integrato da colori di china, trasparenti o coprenti, che non perdonano l'errore: applicata su una tela a trama finissima, consente un segno pulito, senza inciampi dati dalla trama, e quindi tutti i dettagli desiderati.
Nel periodo ancora precedente, predominavano gli oli su carta di nudi stilizzati, con una ricerca esasperata di innumerevoli sfumature di grigio: risultato di una istruzione all'Accademia di Belle Arti, quando questa ancora preparava a una carriera di artista con un concreto, adeguato allenamento alle tecniche manuali, invece di indirizzare come adesso a diventare semplicementeun critico d'arte.
Gli intensi studi di nudo, il lavoro quotidiano legato alla comprensione delle opere di Duchamp, hanno dato quella base di conoscenza e di abilita' nel maneggio del segno, della forma e del colore, che ha sostenuto le attivita' affrontate di seguito
La frequentazione dell'Accademia di belle Arti di Besançon, ha permesso mediante una severa pratica multidiscliplinare di sgrossare le ingenuita' della gioventu', affinare il gusto, conoscere il passato ed acquisire la necessaria abilita' delle mani a dare forma e contorni a cio' che immagina la testa.
In seguito la frequenza alla Scuola di Arti Applicate a Vevey in Svizzera, ha perfezionato gli aspetti grafici, la precisione e l'attitudine al lavoro serio del professionista.
L'avere frequentato la S.Martin School of Art di Londra ha consentito di conoscere mondi e tradizioni diverse, e quella di Brera a Milano di entrare a conoscenza delle basi della critica d'arte in Italia.
Dopo avere sviluppato nel senso di quanto appreso di accademico e tradizionale, le sue opere assumono contorni innaturali e fiabeschi, pur sempre riconducibili ad immagini con presenza di alberi, animali, e raramente il personaggio uomo.
Mondi incantati, in parte con significati positivi, in parte negativi, con tonalita' sempre tendenzialmente monocromatiche e con il segno che la fa da padrone.
A causa della tecnica laboriosa che obbliga a tempi di realizzazione che per le opere piu' grandi supera il mese, difficilmente le dimensioni delle sue creazioni hanno superato i 50 x 70 cm.
La partecipazione a concorsi e mostre le ha consentito progressivamente di confrontarsi con il pubblico e di riflettere sulla propria evoluzione.
In questo momento il centro dell'attivita' e' l'incisione all'acquaforte, su lastra di zinco, con piu' morsure lente che aiutano a realizzare i diversi piani, con zone incrociate a realizzare neri pieni non scoppiati, con zone di tratto sottilissimo, che limitano automaticamente la tiratura prima che scompaiano: il tutto utilizzando solo una vecchia puntina da 78 giri, e lasciando inutilizzati nella loro scatola delle serie di attrezzi appuntiti di impiego specifico. Il colore viene dato a poupee, con mescole opportune, pulizia con garze, velature. Fogli unici di carta a mano, derivanti dall'acquisizione di un campionario di uno stampatore alla fine dell'attivita', contribuiscono a dare un'apparenza unica alle sue opere.
Da qualche anno realizza anche soggetti su commissione, biglietti da visita, biglietti di auguri, ex-libris, sempre con tema il gatto, ha realizzato tre serie di tarocchi con il gatto come protagonista, rispettando i simbolismi, ed un mazzo di carte tradizionali; un teatrino; sagome a tempera; segnalibri; calendari.
Una grossa spinta ad una attivita' febbrile e' data dal fatto che il laboratorio e i torchi sono nello scantinato della sua abitazione rendendo facile ed immediata la sperimentazione, cosi' come la casa immersa negli olivi in un paese praticamente disabitato nei mesi invernali lascia ampio spazio al lavoro.
Esistono comunque due attori principali, che fanno da protagonisti, una matura gatta di 9 anni che risponde al fischio, ed una giovane cacciatrice dal viso a maschera: oltre al contributo dei visitatori della galleria che raccontano le loro esperienze o invenzioni, come quella del gatto che riceve una pensione, o la ragazza che fa le fusa con la trachea, o del circo di gatti sulle spaggie della California, o la gatta Mose' salvata dalla pioggia.
Tutto cio' offre spunti continui, con idee di situazioni e soggetti, e sembra che il tempo non sia mai sufficiente per tutti i progetti, in particolare per quelli di piu' ampio respiro.
Illustrano il presente articolo delle opere recenti eseguite all'acquaforte, in particolare un biglietto da visita, un ex-libris e un biglietto augurale.
Ultimo aggiornamento: 9 gennaio 1999