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| Argentina... Che paese, ragazzi! Immenso! 9 volte l'Italia,
anzi un po' di più (per chi volesse fare i conti 2.776.889 km2), e
con una popolazione di circa 30 milioni di abitanti (cioè la metà
dell'Italia). Insomma una densità di popolazione bassissima, e si vede! La varietà del clima è impressionante dato che l'Argentina si estende dai circa 22 gradi di latitudine sud agli oltre 50 della Terra del Fuoco meridionale e che ci sono montagne di quasi 7000 metri, ad esempio al confine con il Cile, nel massiccio dell'Aconcagua, e pianure sconfinate. A Buenos Aires c'è un fiume (il Rio de la Plata) di cui non si vede l'altra sponda. Ha un estuario gigantesco. Sembra un mare di uno strano colore. Decidiamo di andare a veder i pinguini a Punta Tombo, nella Penisola Valdés, e ce ne sono 500.000. Elefanti marini? Da riempire le spiagge. Idem per i leoni marini. Insomma, sembra che stia parlando del Texas, vero?, dove tutto deve essere più grande che nel resto del mondo. Ma l'Argentina è veramente così. Tutto è esagerato, a cominciare dagli argentini. Sono nazionalisti alla massima potenza, tifosi di calcio quasi quanto i brasiliani, ospitali di una ospitalità tanto genuina da farti riflettere. Insomma, un paese da cui si torna lasciando là un pezzettino di cuore. Soprattutto credo se sei italiano. Io ero a casa di amici di famiglia emigrati tantissimi anni fa, ma mi sono capitate cose strane anche quando andavo in giro per mio conto, solo per il fatto di essere italiano. Nei negozi persone che ti offrivano quello che volevi comprare, o che non ti facevano pagare una riparazione agli occhiali solo perché avevo aperto bocca! "Eres italiano?". Be, sì... "E allora capirai sicuramente il dialetto genovese, bergamasco o siciliano!". Ed io, no, no che non lo capisco, capisco molto meglio lo spagnolo, por favor, que hable español. E la domanda successiva era invariabilmente "quanto dista casa tua, che so, da Genova?". Ed io dicevo 120 chilometri. E allora la meraviglia, "Solo 120 chilometri? Ma sei vicinissimo, non puoi non capire il dialetto, mio nonno parlava solo quello, io non parlo italiano, ma il dialetto sì!". Insomma, un vero divertimento, quando si riusciva a farli smettere di parlare dialetto... L'arrivo all'aeroporto di Ezeiza è già sufficiente per capire qualcosa del paese. O per lo meno lo era, dato che io ci sono arrivato a dicembre del 1992. Lo so, sono tanti anni, e ne parlo ancora come fosse ieri. Ci sarà un motivo, no? Ok, comunque, appena uscito dall'aeroporto, mi sono trovato davanti ad un cartello tipo pubblicità della Coca Cola, solo che diceva "Las Malvinas son y serán argentinas". pazzesco, avevano appena perso la guerra, ma la propaganda c'era ancora! E dopo, parlando con la gente, sentivi che la storia delle Malvine (o delle Faulklands, vedete un po' voi) bruciava ancora. Per un pezzo di terra con quattro pecore. Bo!? Poi si arriva a Buenos Aires. Che non è una città. E' un casino allucinante, sterminata, a volte bellissima, romantica, ricca e povera, bruttissima e bellissima. Insomma, dipende da dove guardi. La parte moderna è una città. La parte vecchia è un'emozione. Sant'Elmo, diciamo il quartiere del tango, va visitato, da non perdere. Sai che la gente magari sta ballando il tango per turisti, ma tanto tu non riuscirai mai a ballare neanche al 5% di come loro ballano, quindi ti godi il tutto e vivi felice! Buenos Aires è anche il centro del paese, in tutti i sensi, forse eccetto
quello geografico. Tutti gli aerei per tutte le destinazioni, passano di lì,
quindi può essere scomodo, ma noi avevamo gli amici a Baires (come dicono loro)
e quindi ci risultava molto comodo. Uno spettacolo indimenticabile è arrivare
di notte a Baires all'Aeroparque, l'aeroporto cittadino, insomma il loro Linate. Vogliamo parlare un po' del cibo? In realtà non c'è molto da dire, eccetto che mangerete carne, carne, carne... fino alla nausea. In realtà la carne è buonissima. Il piatto che, in ogni festa è immancabile, è l'asado. In pratica carne alla brace. Buonissimo, una vera squisitezza. E poi carne di antipasto, carne come base, in tutti i nodi. Le mucche non hanno vita facile in Argentina! Altroché latte, sono bistecche potenziali. Unico problema, il maledetto peso che era stato agganciato al dollaro, per
eliminare l'inflazione terrificante che c'era prima. Avevano cambiato più volte
la moneta, perché le cifre necessarie per comprare un chilo di pane stavano
diventando ridicole. Immaginate che un nuovo peso valeva 10.000 australes, e un
australes (ma non ci metterei la mano sul fuoco) valeva 1000 vecchi pesos.
Insomma, un delirio. Il peso agganciato al dollaro aveva eliminato questo
problema, ma il peso di questa decisione lo pagavano principalmente le persone
con un reddito basso. I prezzi erano sì stabili, ma stratosferici, almeno per
loro. Per un turista italiano erano paragonabili all'Italia, forse un poco
maggiori. Quindi non a buon mercato. Come sempre, ecco un po' di foto, tanto per farvi venire voglia di andare in Argentina. Paese sfortunato, governato da una banda di ladri e assassni per un sacco di tempo, e che quando ha ritrovato la libertà, si è trovato anche povero. Speriamo che anche l'Italia non si trovi povera, tra un po'... ;-) Ok, basta ciance, adesso se volete vedere qualche foto, non dovete fare altro che cliccare nel frame s sinistra ed avere un po' di pazienza... Tutte le foto sono state scattate da me, quindi non ci sono problemi di copyright :-) La qualità degli ingrandimenti è buona, ma non eccellente. Non potevo mettere in linea foto da un megabyte l'una. Lo siento... Ultimo aggiornamento domenica 01 dicembre 2002 15.04.10 +0100
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