Un omaggio a
Sergin, da 62 anni (dico sessantadue!!) il campanaro di Castello.
Ogni giorno suona le campane della Chiesta di San Giorgio, nel cuore del
paese e ogni giorno lo incontri mentre passa nella via centrale (prima via IV novembre,
poi, dopo piazza della Fontana, via Gianelli, giù fino al bar, fino alla casa della
Giacinta).
A volte è carico di verdure o frutta o legna e sempre ti regala un
saluto, una battuta, con un fare sorridente e pacifico.
Grande Sergin. Grande insieme ai tanti vecchi di Castello che meriteranno
un posto in Paradiso perchè, senza aver fatto scoperte scientifiche o scritto poemi,
hanno creato e mantenuto viva la tradizione e la storia di Castello.
Anno dopo anno, fatica dopo fatica, con una vita semplice, nei mezzi e
nelle creazioni, Sergin ha mantenuto fede a se stesso, lavorando, passo dopo passo. E
mantenendo il gusto per un bicchiere di vino, un cielo terso o una notte stellata e
gioendo davvero nel cogliere i cavoli o gli zucchini.
Una semplicità, comune a molti qui a Castello, lontana anni luce da
quelli che tutti azzinati e compunti si mostrano solo alle feste o la domenica.
Sergin dice che la vita è tutti i giorni, a pioggia o sole e lo vediamo
in queste foto, fiero e orgoglioso tra le "sue" campane, intento a manovrare con
le corde. Peccato nessuno impari il suo mestiere: tanto affetto e tanta stima non
hanno creato un allievo che reputasse importante portare avanti la tradizione del
campanaro.
Un'altra occasione mancata per i giovani.
(m.p. luglio 2002)