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IL CONVENZIONALISMO: POINCARE'
Il convenzionalismo nasce verso la fine dell'ottocento, a seguito del dibattito sulle geometrie non euclidee, ad opera di Poincarè nel libro "La scienza e l'ipotesi".
Il convenzionalismo ritiene che le teorie scientifiche siano una convenzione, da qui il proprio nome, in vista di scopi pratici ed utilitaristici (empirio-criticismo, Mach). La scienza perde la caratteristica di essere un modello assoluto, ma ha solo una natura ipotetica.
Per il convenzionalismo di Poincarè le proposizioni da cui muove ciascun sistema sono libere costruzioni dell'uomo, ma non arbitrarie perché vengono escogitate ed accettate in accordo con l'esperienza.
Le proposizioni di partenza non possono essere né vere né false in assoluto; devono essere scelte in base a criteri determinanti, che hanno il compito di garantire la riproponibilità delle scelte stesse, al fine dello sviluppo deduttivo della ricerca.
I criteri devono essere scelti sulla base della coerenza, che deve essere propria di ogni sistema ipotetico-deduttivo: ciò che importa non è il rapporto con gli oggetti, ma la coerenza logica e la completezza del sistema.
Il sitema ipotetico-deduttivo non avrà più una funzione conoscitiva, ma avrà il compito di aiutare la ricerca, guidando lo scienziato nel distinguere il percorso più comodo e più semplice e nella selezione degli assiomi più utili a fornire un orientamento nel mondo dei fatti empirici.
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