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Il covenzionalismo: Poincarè
L'empirio-criticismo: Mach
Bergson: spazio e tempo



La relatività ristretta
Le ripercussioni letterarie della relatività

RIPERCUSSIONI FILOSOFICHE DELLA TEORIA DELLA RELATIVITÀ

La formulazione e le successive conferme della teoria della relatività causano grosse ripercussioni sia in campo filosofico, sia in altri ambiti culturali, oltre che all'interno delle scienze stesse. Un vero e proprio dibattito si sviluppa solo a partire dagli anni venti, ma già prima della guerra si ha una prima interpretazione delle sue conseguenze.

Si affermano correnti irrazionalistiche che interpretano la costruzione teorica einsteiniana come l'ultima fase della crisi del sapere scientifico, iniziata nella seconda metà dell'ottocento, che comporta la conseguente crisi di ogni certezza.

Il dibattito filosofico, che si origina negli anni venti, si può dividere in due fasi. Innanzitutto gli sforzi si concentrano a livello interpretativo-epistemologico, valutando la relazione e la compatibilità di questa nuova teoria con i sistemi filosofici preesistenti.

Sempre in questo primo momento rientra il dibattito interno alle filosofie neokantiane sul rapporto tra la concezione relativistica e quella kantiana dello spazio e del tempo. Alcuni di essi, per salvare integralmente la dottrina del maestro, considerano le nuove definizioni relativistiche soltanto come nuovi criteri di misura e non come nuovi concetti; altri, invece, interpretano la teoria einsteiniana come un complemento di quella di Kant.

In secondo luogo si analizza la relatività a livello metodologico, al fine di valutare la portata conoscitiva della teoria. In particolare si cerca di scoprire se la teoria della relatività debba essere interpretata in senso convenzionalista, ipotesi suffragata dalle stesse parole di Einstein durante una conferenza tenuta a Berlino (1921) "nella misura in cui le proposizioni della matematica si riferiscono alla realtà esse non sono certe, e nella misura in cui sono certe, non si riferiscono alla realtà".

Una critica alla concezione dello spazio e del tempo che Einstein aveva introdotto arriva dal pensiero del filosofo Bergson, soprattutto con il libro "Durata e simultaneità" (1922).