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GLI ESPERIMENTI DI MICHELSON-MORLEY
Tra il 1887 e 1906 Michelson, prima da solo, ed in seguito con l'aiuto di Morley esegue un importante esperimento che pone il problema della correttezza delle leggi di Galilei.
Supponendo che la Terra sia in moto rispetto all'etere, dato che sarebbe strano credere che il sistema di riferimento dell'etere coincida con la Terra, vari osservatori terrestri dovrebbero misurare velocità diverse della luce, a seconda della direzione di propagazione; la velocità della luce dovrebbe essere minima quando viaggia nella stessa direzione e verso della Terra e massima nel caso opposto. Inoltre la velocità della luce dovrebbe essere influenzata dal moto della sorgente.
Michelson, con il suo esperimento, cerca di trovare un'eventuale dipendenza della velocità della luce dal moto della Terra.
L'esperimento si basa sull'interferenza della luce; usando l'interferometro di Michelson, orientato in direzione parallela al moto della Terra, la luce proveniente dalla sorgente S crea un'interferenza in O.
Ruotando l'interferometro di 180° le frange non si spostano, come ipotizzato, neanche cambiando la sorgente e sostituendola con il Sole.
Il risultato è che la velocità della luce è indipendente sia dal moto dell'osservatore iniziale che la riceve, sia dal moto della sorgente.
Questo risultato era in contrasto con le trasformazioni di Galilei, per le quali, passando da un sistema inerziale ad un altro, la velocità della luce avrebbe dovuto modificarsi secondo la composizione galileiana delle velocità.
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