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Interviste Studenti di Rebalancing

Osho Times Italiano – Aprile/Luglio 1998

Diamo ora brevemente uno sguardo alla nostra realtà: in Italia il Rebalancing ha una discreta diffusione. Dal 1982 ad oggi più di 100 italiani si sono specializzati in questa terapia corpo/mente e molti di essi lo praticano professionalmente con successo.

Shunyam, il primo italiano ad essersi specializzato  in Rebalancing, nel 1982, attualmente sta coordinando il Training italiano che, diviso in vari blocchi, ha la durata di due anni.

Gli abbiamo chiesto: “Nella vastità di terapie che emergono nell’area New Age, qual è secondo te l’originalità del Rebalancing?”

“Il Rebalancing, oltre a essere un processo di trasformazione fisica e psicologica, ci fa acquisire, con un’esperienza interiore diretta, la capacità di aprirci al mondo della meditazione, in quanto ci riconduce nel qui e ora. Solo da questo spazio è possibile creare momenti di espansione della consapevolezza. Consapevolezza del corpo, della mente e delle emozioni. E da lì è facile capire che la nostra vera realtà è quella di essere dei testimoni.”

Abbiamo incontrato alcuni degli studenti del Training in corso in Italia e abbiamo cercato di farci un’idea, più dall’interno, di cosa significa prendere parte a un processo così impegnativo qual è un training della durata di due anni.

“Mi aspettavo che imparare una tecnica di massaggio volesse dire lavorare esclusivamente sugli altri, mi ha colpito scoprire invece che dovevo cominciare da me stessa, dal mio corpo e dalle mie sensazioni.

Osservando il respiro percepisco i blocchi che vi sono all’intemo: tem- po fa mi sono accorta di respirare quasi esclusivamente dalla parte sinistra e che la destra, nella zona del fegato, era completamente bloccata. Mi sono, per così dire, sintonizzata con quella parte, respirandoci dentro dolcemente e dopo pochi secondi ho rivisto episodi di tre mesi fa, in cui ho perso il lavoro. Rabbia, tristezza, dolore e senso di impotenza, sono spuntati come dal nulla insieme anche a tanta chiarezza.

Niente è facile per me in questo momento, ma è tutto assolutamente chiaro e posso pazientemente costruire qualcosa ancora una volta...”

Questo è ciò che Ma Prem Mani, di Torino, ha condiviso con noi parlando della sua esperienza nel Training di Rebalancing.

 

Cristina è un’impiegata di Padova sulla trentina. “Cosa ti colpisce del training e come questo influisce sulla tua vita?”

“Mi colpisce com’è strutturato. Il fatto che sia suddiviso in blocchi di 10 giorni ogni 3 mesi circa, permette veramente di integrare nella vita di tutti i giorni il lavoro molto intenso e profondo che facciamo insieme, dandogli continuità. Il processo del Training mi aiuta a ritrovare una giusta dimensione, uno stato meditativo: quando finisco un massaggio generalmente sto bene, mi sento tranquilla e in pace. Ho scoperto una nuova forma espressiva, un modo di dare senza fraintendimento, cioè senza aspettarsi niente in cambio e senza il bisogno, da parte dell’altra persona, di ricambiare.

Ero da tempo alla ricerca di qualcosa di simile, qualcosa che mi aiutasse a mettermi in relazione con gli altri in un modo che io sento vero e profondo e contemporaneamente avere l’opportunità di lavorare su di me, per la mia crescita personale”.

 

Maria Rita Melis è un’insegnante di Oristano (Cagliari). “Mi ha fortemente stupito del Rebalancing la capacità/possibilità di risvegliare l’energia. Mi sono resa conto di quanto la mia mente, piena di condizionamenti famigliari e sociali, abbia sempre soffocato la mia energia e la combinazione di lavoro sul corpo e meditazione mi aiuta a sbloccarmi.”

 

Akhil ha 44 anni, sposato con figli, vive vicino a Bergamo e si è buttato nell’avventura di questo Training per lavorare con costanza su di sé e aprirsi nuove possibilità di lavoro future.

“... la cosa che più mi colpisce è senza dubbio come l’attenzione venga posta in primo luogo su di me, sul mio corpo, il mio respiro, le mie mani e i miei piedi. Questo porta a una maggiore consapevolezza quando poi sono io a dare un massaggio.

‘Cosa ho imparato di nuovo riguardo a me stesso?’ Quando lavoro su di me in profondità, nuove o vecchie cose emergono in superficie; una di queste è stata il rendermi conto di quanto io sia poco consapevole dei bisogni del mio corpo e come ciò mi abbia creato e mi crei tuttora disagio e difficoltà nella vita quotidiana. Rispetto al passato mi accorgo molto più velocemente quando il mio corpo si appesantisce e quando l’energia comincia a ristagnare. Certamente, questo nuovo rapporto con me stesso e con il mio corpo mi porta a una maggiore apertura e fluidità”.

Luglio 1998

Dopo quello di aprile, questo è il nostro secondo appuntamento con l’Osho Rebalancing, che volevamo seguire nel suo sviluppo, di ‘blocco in blocco’, come vengono definite le diverse fasi di apprendimento.

Avevamo già potuto renderci conto che il Training non insegna, per così dire, solo un mestiere, ma conduce i partecipanti in un viaggio alla scoperta di se stessi. E’ questo percorso interiore che vogliono condividere con noi i partecipanti intervistati da Shunyam.

Shunyam:

“In questo terzo blocco abbiamo lavorato su due sessioni della serie del Rebalancíng, la terza e la quarta. Il lavoro sui fianchi, bacino e spalle (nella terza) per aprirci agli altri e di nuovo intorno al bacino e all’interno delle cosce per iniziare un lavoro di esplorazione della nostra sessualità (nella quarta).

Il lavoro di questi 10 giorni ci ha permesso di scioglierci l’uno nell’altro; lo spazio di amore che si è creato fra noi ci ha spesso unito nelle lacrime e nelle risate”.

 

Lavanya: sannyasin da 17 anni, vive a Livorno: “Ho realizzato che ogni sessione è sempre più profonda della precedente, così come il lavoro su di me.  Ad un certo punto ho avvertito che, sia i punti che tocco con il rnassaggio, sia i miei spazi interiori, sono molto sensibili e un approccio troppo immediato sarebbe solo invadente e doloroso.

Ho così capito che il mio modo di andare in profondità è stare nel piacere. E’ attraverso il rispetto, la cura, la presenza e la dedizione; la grazia nel toccare un corpo ha risvegliato dentro di me dolcezza e questa sensazione sta attualmente rivoluzionando la mia vita, sto convivendo con qualcosa che solo ora comincia a esprimersi, qualcosa di nuovo, meraviglioso e soprattutto piacevole. Sono contenta perché mi sembra di aver trovato il mio modo di toccare: ho la sensazione che Osho sia arrivato nelle mie mani.

Per cinque anni mi sono divertita a essere totale nel mondo, spesso perdendomi. Il Training mi ha riportato in uno spazio di meditazione e, quando sono in questo spazio, i problemi si dissolvono. Mi sono accorta che dare un massaggio, oltre che piacermi, mi fa star bene. E’ una meditazione che succede da sé. Spero quindi di massaggiare sempre di più e alimentare così il mio piacere e non i miei problemi”.

 

Chaitanya è un giovane sannyasin di Ravenna: “Ho scoperto che dentro di me c’è un grande spazio, dove sono riuscito a entrare proprio col lavoro di queste due ultime sessioni. In particolare la terza mi ha permesso di sentire, allentando le mie resistenze, la forza che c’è in me e di restare centrato ascoltando l’altro, sia nel ricevere che nel dare, maturando la consapevolezza di ciò che è in me a livello emozionale: paura, rabbia, tristezza, gioia e dolore, tutto in una atmosfera di intimità e di grande fiducia, che mi ha dato forza e benessere. Tornando a casa, dopo ogni blocco del Training, vedo che i problemi si ridimensionano; sento più libertà nel prendere decisioni e fare scelte. Non accantono più i problemi e vedo che anzi si stanno trasformando in un’energia interiore che lavora su se stessa e cresce, facendomi sentire più onesto, creativo e spontaneo”.

Amrita, insegnante di Napoli. “Il Training sta diventando un viaggio dentro di me sempre più profondo. Nella terza e quarta sessione ho dovuto decidere fra il controllo e la resa. Ho scelto di arrendermi. Da troppo controllavo la mia energia e non aveva più senso. Ho lasciato che il corpo facesse il suo lavoro. Il mio corpo sta acquisendo qualcosa, sta riappropriandosi di se stesso. Io lascio che accada, accetto, non interferisco con giudizi. Fino in fondo l’ho percepito come amico. E’ una sensazione di freschezza, di innocenza, di gioia. Ho scoperto una vasta gamma di espressioni, mi sento più aperta alle emozioni e più salda in me stessa. Lasciando salire ciò che succede, osservo divertita e lo accetto. Ho scoperto che darmi qualcosa di cui ho bisogno non è fare qualcosa contro gli altri. Tornare a casa, dopo, è stato molto bello. Nessuna separazione fra prima e dopo. Un’emozione fortissima nel rivedere le persone che amo, i luoghi della vita ordinaria. Ho ancora tanta energia, la esprimo, è contagiosa. Mi sento felice e lo dimostro, sento di non aver paura di me stessa. Sono passati molti giorni dalla fine del blocco e non mi sono ‘riadattata’. Gli altri mi chiedono com’è che sto ringiovanendo. Io rido. A scuola sto insegnando agli alunni danze popolari e mi sto divertendo da morire. Mangio poco e bevo molto. Faccio molte sessioni di massaggio (è un compito a casa ... ) e con la meditazione mi riconnetto con la parte più profonda di me.

I piccoli problemi quotidiani sono cose di cui mi occupo e non mi preoccupo. Sento di più gli altri, li capisco... e la musica di Zucchero và..., lascio tutto e mi metto a ballare; è così divertente impazzire!